di Michel Odent

Prefazone

Kerstin Uvnäs Moberg, docente presso il prestigioso Karolinska Institute a Stoccolma, è il simbolo di come la scienza influenzerà il futuro della nascita.


Oggi, spesso, l’importanza di alcuni progressi scientifici viene ignorata. È il caso di tutte quelle ricerche grazie alle quali si giunge alla conclusione che il principale ormone del parto è anche il principale ormone dell’amore. L’ossitocina, necessaria per le contrazioni dell’utero durante il parto e il secondamento1, svolge un ruolo cruciale nel comportamento materno. A dire il vero è coinvolto in ogni possibile sfaccettatura dell’amore.


Niles Newton aveva previsto già mezzo secolo or sono gli effetti dell’ossitocina sul comportamento2. Tuttavia soltanto nel 1979 Cort Pederson e Arthur Prange li hanno dimostrati con i loro storici esperimenti3: iniettando ossitocina direttamente nel cervello, invece di somministrarla per via endovenosa, essi constatarono come inducesse un comportamento materno in femmine di topo vergini. Le loro ricerche hanno ispirato innumerevoli ulteriori studi sui numerosi effetti dell’ossitocina, in particolare quelli di Kerstin Uvnäs Moberg e del suo gruppo di ricerca.


I non addetti ai lavori hanno dovuto pazientare alcuni decenni l’uscita di questo libro, in cui Kerstin Uvnäs Moberg, fisiologa autorevole, e madre, spiega l’importanza sia degli studi già pubblicati, sia di quelli ancora in corso. La sua affascinante sintesi ci aiuta a comprendere meglio gli effetti dell’ossitocina sul comportamento e l’interazione tra ossitocina e ormoni dello stress.


Le possibili implicazioni delle conoscenze sull’ossitocina sono enormi. Quest’ormone non viene mai liberato da solo, ma sempre come componente di un equilibrio ormonale complesso. Per questo motivo l’amore si presenta con diverse sfaccettature. Per esempio, subito dopo il parto o nell’allattamento, il rilascio di ossitocina è associato a quello di prolattina, l’ormone dell’accudimento materno; la combinazione di questi due ormoni facilita l’espressione dell’amore materno. In altre circostanze non si osserva una secrezione paragonabile di prolattina e allora si tratta di un altro tipo di amore, per esempio per il partner sessuale.


Questi studi significativi rientrano senza dubbio nell’ambito di un fenomeno che ho chiamato la “scientificazione dell’amore”4. Fino a poco tempo fa, di amore dissertavano poeti, romanzieri o filosofi. Oggi, come dimostra Kerstin Uvnäs Moberg, è diventato oggetto di studio di diverse discipline scientifiche, come l’etologia (lo studio obiettivo del comportamento), la sperimentazione sugli animali, la branca dell’epidemiologia che investiga le conseguenze a lungo termine di ciò che accade all’inizio della vita (la ricerca in salute primale) e lo studio degli effetti sul comportamento degli ormoni coinvolti nei vari eventi della vita sessuale. Tutte queste ricerche confermano l’importanza del periodo primale, in particolare del periodo attorno alla nascita, e forniscono una risposta alla domanda: “Come si sviluppa la capacità di amare?”. Tradizionalmente si usa promuovere l’importanza dell’amore e descriverne le molteplici forme, senza però porsi questa fondamentale domanda.


Non è possibile ignorare cosa significhi ciò per tutti noi, ora che per la prima volta nella storia dell’umanità la maggior parte delle donne partorisce senza rilasciare un cocktail di ormoni dell’amore. Molte donne, dappertutto nel mondo, ricevono una flebo di ossitocina sintetica, un sostituto quindi dell’ormone naturale, quando la loro ghiandola pituitaria non riesce a produrne abbastanza. In un paese enorme come la Cina e in gran parte dell’America Latina il cesareo già adesso è il modo più comune di nascere5. In altre parole, su scala mondiale, gli ormoni dell’amore sono stati resi superflui nel periodo critico attorno alla nascita.


Ringraziamo l’autrice per il suo notevole contributo a diffondere i risultati della ricerca scientifica e ad aiutarci a comprendere la natura umana.


Michel Odent, aprile 2011

Ossitocina, l'ormone dell'amore
Ossitocina, l'ormone dell'amore
Kerstin Uvnäs Moberg
Fonte di calma, rigenerazione e guarigione.Un libro che descrive le innumerevoli funzioni dell’ossitocina: un ormone finora poco studiato ma che gioca un ruolo chiave nel nostro organismo. Negli ultimi anni sono state fatte importanti scoperte riguardo all’ossitocina, un ormone che gioca un ruolo chiave nell’ organismo per quel che riguarda la riproduzione, i legami affettivi, le interazioni sociali, i processi di guarigione e, più in generale, la capacità di mantenere uno stato di calma e rilassamento. L’autrice Kerstin Uvnäs Moberg da tempo si dedica, insieme al suo gruppo di ricerca a Stoccolma, allo studio dell’ossitocina. Già si sapeva della correlazione tra ossitocina e allattamento, ma i risultati delle sue ricerche forniscono una spiegazione scientifica dell’effetto benefico del massaggio, del tocco, e di quanto essi siano importanti. Tra i sensi, infatti, il tatto si distingue come via d’elezione per la secrezione di ossitocina. Ossitocina, l’ormone dell’amore, primo libro ad affrontare l’argomento con un taglio divulgativo, è un ponte tra fisiologia e psicologia. In esso, l’autrice presenta nel suo insieme quello che ha chiamato “sistema di calma e connessione”, modulato dall’ossitocina, ma che coinvolge molte sostanze, e suggerisce modi per attingere alla preziosa fonte di calma e rigenerazione che ognuno ha dentro e della quale ha bisogno, non soltanto per evitare di ammalarsi, ma anche per godere della vita e sentirsi curioso, ottimista e creativo. Conosci l’autore Kerstin Uvnäs Moberg è considerata la maggior esperta a livello mondiale sull’ossitocina. Ha condotto le sue ricerche presso il Karolinska Institute a Stoccolma e la Swedish University di Scienze Agrarie di Uppsala, dov’è Professore di Fisiologia. Autrice di più di 400 articoli scientifici e di un libro, Kerstin Uvnäs Moberg tiene spesso conferenze in Europa e negli Stati Uniti.Il suo lavoro ha influenzato molte discipline, come l’ostetricia, la psicologia, l’allevamento degli animali, la fisioterapia, la pediatria e lo sviluppo nell’infanzia.Madre di quattro figli, vive a Djursholm, in Svezia.