Tocco dolce e massaggio
per i neonati prematuri

Avevo tanto sentito parlare di Benedetta Costa, fisioterapista fondatrice dell’AIMI1, per cui è stato un grande piacere per me incontrarla di persona a Trento nel 2009 a un convegno sul massaggio infantile a cui entrambe eravamo state chiamate a partecipare come relatrici.


Non poteva mancare nel contesto di questo volume un suo contributo sull’esperienza ventennale portata avanti nei reparti di terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Gaslini di Genova.

E.Balsamo: Benedetta, puoi dirci com’è cambiata nel tempo la situazione dell’assistenza ai neonati prematuri?


B.Costa: Agli inizi degli anni Ottanta, il principio secondo cui i bambini pretermine dovevano essere toccati il meno possibile, solo per l’igiene e le terapie, vigeva assoluto. I genitori stavano dietro a un vetro, raramente era concessa loro l’entrata nel reparto di Terapia Intensiva che di solito avveniva alla fine della degenza per preparare la dimissione. Figurarsi parlare di massaggio!


“Massaggiare i bambini prematuri? In un modo o nell’altro basta tirarli fuori! Quando mai tutte queste attenzioni? È meglio non toccare i bambini prematuri, sono così delicati, si corrono troppi rischi!”; questi erano i commenti che mi sentivo rivolgere.


Poi, grazie alle “battaglie” di operatori illuminati e degli stessi genitori, si sono attuati dei cambiamenti e anche la letteratura scientifica ha dato il suo contributo per confermare il diritto dei bambini prematuri a ricevere una cura personalizzata centrata sulle famiglia. Ha acquisito riconoscimento il concetto di “care” che potremmo tradurre non solo come cura-terapia, ma anche come presa in carico, avere in cura… La care al neonato, prevista nell’assistenza dei bambini ricoverati nelle TIN, introduce attenzioni e cure particolari che da una parte riducono gli eventi stressanti e dall’altra promuovono esperienze maturative, adeguate alle esigenze individuali di ciascun neonato e della sua famiglia.


Tra le varie componenti della care ricordiamo la cura delle posizioni, il contenimento, il contatto pelle a pelle, l’handling e naturalmente anche il tocco dolce: inizialmente non possiamo ancora parlare di massaggio, il rischio dell’eccessiva stimolazione è sempre presente e da evitare. Con estrema gradualità il momento del contatto verrà proposto a partire dall’appoggio delle mani (resting hands) per poi evolversi e arricchirsi di altre modalità nel rispetto dei segnali che il bambino invierà e che i genitori sapranno ascoltare e interpretare.


E.B.: Penso sia importante spiegare ai genitori che cosa significhi una nascita prematura per il bambino dal punto di vista dell’esperienza tattile: ci puoi dire qualcosa a questo proposito?


B.C.: Nell’utero, ambiente filtrato e protetto, il bambino era rassicurato dal costante contenimento e da una continua interazione fisica ed emotiva con la madre. Le pareti uterine e il liquido amniotico operavano un’importante azione di contatto e sostegno che promuoveva afferenze ed esperienze tattili, propriocettive, cinestesiche e vestibolari, necessarie per lo sviluppo armonico del sistema nervoso.


L’improvvisa e traumatica nascita dovuta a un parto prematuro o a un evento distocico, determina una brusca quanto inattesa separazione; la perdita di contatto con il corpo materno provoca nel neonato un senso disorientante di abbandono nello spazio non più definito e contenuto, per il quale è del tutto impreparato.


Il nuovo ambiente della TIN espone a una serie di esperienze stressanti quali tecniche invasive, luci e suoni eccessivi, limitazione del movimento, esperienze tattili negative e dolorose. Tali impegni percettivo-sensomotori così inadeguati richiedono compiti di adattamento realmente eccessivi per neonati in fase critica e tanto più per neonati pretermine dotati di sistema nervoso ancora immaturo ed estremamente fragili nella omeostasi dei sistemi che regolano il comportamento (autonomico, motorio, degli stati e dell’attenzione).


L’offerta di esperienze tattili positive (contatto e contenimento cutaneo precoce, contenimento a mani ferme, marsupio, promozione dei movimenti di contatto verso il proprio corpo, bagnetto, tocco dolce…) cerca di restituire precocemente al neonato ricoverato in TIN un contatto corporeo con i genitori, favorendo la ripresa della loro relazione e il processo di riappropriazione; promuove altresì il benessere e la maturazione clinica (la stabilità dei parametri autonomici, l’organizzazione posturo-motoria e del ritmo sonno-veglia, l’alimentazione autonoma e la crescita ponderale).


E.B.: E il massaggio?


B.C.: Gradatamente anche il massaggio può essere proposto ai genitori come un’esperienza tattile più matura con il loro bambino e utilizzato come uno strumento integrante per comunicare e stare bene.


Non è un’ulteriore tecnica terapeutica somministrata dai caregiver, ma può essere proposta e fatta propria da quei genitori che abbiano il desiderio e la disponibilità a investire le proprie energie in tale modalità di relazione.


Il massaggio proposto in TIN viene chiamato Massaggio Dolce proprio perché è stato adattato ai bisogni di un neonato estremamente fragile, modulato da un approccio particolarmente attento ai segnali di disorganizzazione individuale e al rischio di iperstimolazione, quindi delicato, sicuro e appropriato.


Il neonato deve avere maturato una buona stabilità neurovegetativa e una sufficiente tolleranza agli stimoli ambientali e sensoriali.


Il genitore deve aver precedentemente imparato a dare contenimento al proprio bambino attraverso un contatto a mani ferme e rilassate, deve essere aiutato a saper riconoscere i segnali di organizzazione e di stress ed essere capace all’occorrenza di promuovere la stabilità utilizzando facilitazioni diverse.


E.B.: E poi come si deve procedere?


B.C.: Prima di iniziare il Massaggio Dolce è necessario assicurare e favorire la stabilità del bambino, curando il micro e macroambiente e iniziando sempre dal contenimento; il tocco deve essere delicato ma fermo, lento e tranquillo, adattando la sequenza, la pressione, la velocità, il ritmo e la durata del massaggio con gradualità e attenzione, tenendo conto dei segnali e delle risposte del bambino e interrompendo quando si mostra stanco.


La sequenza iniziale è limitata a pochi movimenti e poi, in relazione alla tolleranza, il massaggio coinvolge altre zone del corpo.


Le mani contengono, chiedono permesso, scorrono, accarezzano, comunicano, rassicurano… dai primi gesti, le prime sillabe, il dialogo via via si arricchirà sempre più di parole…


Il massaggio diventa un momento di contatto speciale, di benessere e di piacere reciproco.


Non è qualcosa che si fa “sul” bambino ma “con” il bambino; fondamentale è quindi avere il suo consenso, riconoscere la sua disponibilità e ottenere il suo permesso.


E.B.: Ecco, vorrei che ti soffermassi un momento su questo concetto del permesso che considero essenziale e che invece è così spesso trascurato, soprattutto dai terapeuti…


B.C.: Sì, il permesso è importante perché, pur così piccolo e fragile, il prematuro è una persona in grado di dire di sì e di no, il suo corpo manda segnali di disponibilità e indisponibilità che un’osservazione attenta saprà interpretare. I segnali possono arrivare dal sistema autonomico (il battito del cuore, il respiro, le temperatura, il colore della pelle) oppure dallo stato di veglia o di sonno in cui si trova, dai movimenti spontanei e atteggiamenti degli arti. Tremori, scatti, irrigidimenti… ci dicono che qualcosa non va mentre i movimenti degli arti verso il viso o la bocca, lenti, fluidi ed eleganti ci comunicano benessere e l’autorizzazione a proseguire.


E.B.: Che cosa dicono i genitori? Come hanno accolto l’invito a prendersi cura dei loro bambini con questa modalità così semplice e così profonda?


B.C.: “Appoggiando le mani sulla mia bambina la sentivo davvero mia!”, “Con il massaggio dolce ho imparato a capire quando il mio bambino mi diceva di sì, di andare avanti e quando invece dovevo fermarmi, dargli una pausa…”, “Il momento del contatto è quello che ricordo con più piacere tra quelli vissuti durante il ricovero”.


Per me sono grandi soddisfazioni…

E.B.: Posso farti un’ultima domanda più personale…? Che cosa ti ha portato a occuparti di massaggio ai neonati?


B.C.: Rispondo molto volentieri a questa domanda che mi riporta al primo incontro con Vimala McClure, la fondatrice dell’International Association Infant Massage. Mi trovavo in Florida, aspettavo il mio primo figlio e dopo aver letto il libro di Leboyer Shantala avevo deciso che avrei massaggiato il mio bambino fin dalla nascita. Per una serie di casualità sono venuta a sapere della presenza di Vimala proprio nella città dove mi trovavo io e così sono riuscita a partecipare a un suo corso nella doppia veste di mamma, con il mio Luigi, e di futura insegnante di massaggio del bambino. Il seme che Vimala mi ha donato era davvero molto potente. Quando sono tornata in Italia ho ripreso il mio lavoro all’Ospedale Gaslini e sono riuscita a introdurre tale pratica all’interno del Servizio di Fisioterapia e poi della Terapia Intensiva Neonatale, con l’aiuto fondamentale di strette collaboratrici tra cui Isa Blanchi, che tuttora lavora lì e che tanto ha contribuito nel promuovere la care neonatale a livello nazionale. Nel 1989 abbiamo fondato l’Associazione Italiana Massaggio Infantile2 e da allora tanti operatori sono stati formati e tanti genitori hanno potuto imparare quest’arte “semplice ma profonda” come dice Leboyer. Ancora oggi mi meraviglio della crescita e della diffusione del massaggio, credo che nelle nostre famiglie ci sia davvero necessità di soddisfare il bisogno di un “tocco buono” e di promuovere un contatto che nutre le relazioni e le fa fiorire.

Nato prima del tempo
Nato prima del tempo
Elena Balsamo
Sacralità della nascita e accoglienza amorevole al neonato prematuro.Gravidanza, parto e accoglienza del neonato in una prospettiva emozionale e spirituale, con un’attenzione particolare ai bimbi prematuri. Nato prima del tempo è l’opera di Elena Balsamo dedicata alla perinatologia.La gravidanza, il parto e l’accoglienza del neonato sono qui visti in una prospettiva emozionale e spirituale, visione poco comune tra gli operatori sanitari.L’autrice esplora la dimensione della sacralità neonatale suddividendo il testo in due parti.La prima tratta il tema dell’accoglienza del neonato in condizioni di assoluta normalità, quando tutto procede senza intoppi, aiutando a comprendere appieno l’esperienza della maternità e proponendo vari spunti di riflessione per accogliere il neonato nel miglior modo possibile.La seconda invece è rivolta ai casi più difficili e problematici, quando le cose non vanno per il verso giusto, come i parti prematuri o traumatici, offrendo una nuova visione che apra le porte alla speranza e alla fiducia nel cambiamento. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.