capitolo xix

Accettare la propria
imperfezione

Lo abbiamo appena detto: nessuno può farvi arrabbiare. Questo non significa però che non vi arrabbierete più. I momenti “no” esisteranno sempre, nella vostra vita. Un genitore perfetto sarebbe un esempio controproducente per i propri figli. Un buon genitore non è una persona che non perde mai la calma, ma una che sa accettare i propri limiti pur lavorando per allargarli. Che sa imparare dai propri errori.


Se, ad esempio, tendete a innervosirvi quando i vostri figli litigano tra loro, quando vi chiamano in continuazione, quando il vostro neonato si sveglia di notte o quando butta continuamente a terra ciò che gli posate sul tavolo, fermatevi un attimo a riflettere.


Cosa, esattamente, vi disturba in questo comportamento? Nel caso delle liti potreste provare un senso di impotenza. Nel caso delle continue interruzioni potreste essere preda della frustrazione del non poter portare a termine ciò che stavate facendo. Se il problema sono i risvegli notturni, la ragione è senz’altro l’estrema stanchezza. Nel caso del bambino che butta a terra gli oggetti (il cucchiaio, il giocattolo…) probabilmente non avete capito l’utilità di questo comportamento nel suo sviluppo psicofisico.


Una volta individuato il vero problema (non la sua causa esterna, ma ciò che scatena in voi) potrete lavorarci su. Riprendendo gli esempi precedenti: insegnare ai bambini a interagire in modo rispettoso e fare un passo indietro dando loro la possibilità di sperimentare quello che hanno imparato. Nel caso delle interruzioni, concentrarvi sulle questioni più urgenti quando siete soli e mettere in conto il fatto che i bambini tenderanno a sollecitare la vostra presenza quando sono con voi. Per quanto riguarda la stanchezza, il sonno è l’unico rimedio; potrete recuperare un po’ di forze con un rilassamento profondo, e chiedendo aiuto ad amici e familiari per concedervi un po’ di riposo. Per quanto riguarda il buttare gli oggetti per terra, così come tanti altri comportamenti ripetitivi che i bambini amano tanto, si tratta di semplici “esercizi” che vanno ripetuti per perfezionare la capacità di impugnare, lasciare andare, prevedere ciò che accadrà e così via. Sedendovi con calma in un momento in cui il comportamento che vi disturba non è presente, potrete applicare lo stesso ragionamento a tutto ciò che vi fa perdere il controllo.


Se vi capita di perderlo comunque, ricordate di essere umani e, invece di affliggervi con i sensi di colpa, fate tesoro di ciò che è accaduto per non ricadere nello stesso errore.


Se vi innervosite troppo, troppo spesso o senza una causa precisa, è probabilmente il caso di valutare il vostro livello generale di stress. A seconda di ciò che causa questo stato d’animo potrebbe essere utile praticare la meditazione, rivolgersi a uno psicologo, parlare con le persone a voi vicine, farvi aiutare in casa o imparare a delegare sul lavoro. Osservare la situazione nella sua globalità vi aiuterà a individuare la falla e a trovare il rimedio adeguato.


Spesso si tratta semplicemente di un problema di percezione. Immaginiamo da un lato il genitore perfetto e dall’altra quello indegno. Dimentichiamo che alle due estremità ci sono da un lato un ideale irrealistico e dall’altro una deriva che penso di poter escludere in chiunque stia leggendo un libro su come migliorare il proprio approccio alla genitorialità.


Vediamo da un lato il bianco, dall’altro il nero, e dimentichiamo tutte le sfumature (non solo di grigio ma anche di colore!) che stanno tra questi due estremi. Tra un genitore esemplare e un genitore degenere ci sono mille possibilità di essere sufficientemente, molto, o appena appena buono. Se fate parte di una di queste categorie e ce la mettete tutta, mi permetto di consigliarvi di investire le vostre energie in qualcosa di più utile rispetto al senso di colpa.


Se fate parte degli “appena appena buoni” e questa posizione non vi soddisfa, invece di puntare all’obiettivo “perfezione”, cominciate con un piccolo passo che potete fare qui e ora: cosa potreste fare, con poco sforzo, per guadagnarvi l’etichetta di genitore “sufficientemente buono”? Il “buono”, “molto buono” eccetera saranno passi successivi.


“Tutti i modelli sono sbagliati”, diceva Georges Box, statistico britannico; “Alcuni sono utili”. I nostri figli non cresceranno a nostra immagine e somiglianza. Cerchiamo di essere dei modelli utili e avremo già fatto un gran bel lavoro.

Secondo Nicolas Beffort, Annie Germain e Annie Richard, autori del libro francese La famille, une sacrée entreprise !1, le nostre imperfezioni sarebbero addirittura educative.

  • Quando perdi la pazienza, insegni ai tuoi figli che la pazienza ha un limite, e che devono fermarsi prima di averlo raggiunto. Insegni loro a osservare gli altri e a comprenderne i segnali, per poter rispettare tali limiti.

  • Quando ti arrabbi con loro (a condizione che non accada troppo spesso) impareranno che si può essere in collera senza per questo smettere di amarli. Saranno quindi meno turbati quando un insegnante o un amico si arrabbierà con loro.

  • Quando fai degli errori, insegni loro che sei un essere umano, e che hanno a loro volta il diritto di sbagliare.

  • Quando chiedi scusa, insegni loro ad assumersi la responsabilità dei propri errori.

  • Quando dimentichi di dire che li ami, insegni loro che l’amore non ha necessariamente bisogno di parole.

  • Quando hai poco tempo da dedicare ai tuoi figli, li aiuti a diventare più autonomi.

  • Quando piangi, insegni che le emozioni negative sono normali e passeggere.

  • Quando cerchi di migliorarti in quanto genitore, insegni ai tuoi figli a non sentirsi inutilmente in colpa per i propri errori e a imparare da essi.

  • Quando la loro vita è imperfetta nonostante i tuoi sforzi (trasloco, separazione, problemi a scuola…) li aiuti a costruire la forza e la resilienza che permetteranno loro, in futuro, di rialzarsi dopo un fallimento o un duro colpo.

Mindfulness per genitori
Mindfulness per genitori
Claudia Porta
Suggerimenti ed esercizi per praticare la consapevolezza in famiglia.Una guida per allenare la consapevolezza e vivere con maggiore serenità, lucidità ed equilibrio il rapporto con i propri figli. Essere un genitore consapevole è la chiave per vivere relazioni autentiche e appaganti con i propri figli.In Mindfulness per genitori, l’autrice Claudia Porta vuole fornire un aiuto concreto a tutti i genitori che desiderano rafforzare questa consapevolezza, senza dedicare necessariamente tanto tempo alla meditazione: ogni occasione, infatti, è buona per praticare la mindfulness e sviluppare quell’atteggiamento che consente di vivere il quotidiano con serenità, lucidità ed equilibrio.Uno strumento utile per affrontare quelle situazioni che sembrano sfuggire al controllo, come i capricci dei bambini piccoli, gli attriti con i figli più grandi, le difficili relazioni in famiglia, e ritrovare la pace e lo stato di grazia nel quale si sente di non avere bisogno di un motivo per essere felici.Un libro scorrevole e di facile lettura, che suggerisce esercizi da fare da soli o con i bambini, per godere appieno degli innumerevoli benefici che questa pratica riesce a dare. L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Claudia Porta è autrice, blogger e insegnante di yoga e di meditazione. Dal 2007 vive in Provenza e cura il blog lacasanellaprateria.com. Organizza anche corsi di yoga e meditazione guidate.