prima parte - capitolo iii

Freud.
Un apologeta della pedofilia?

Nella Psicoanalisi, seppur in modo molto più velato e molto meno trattato (perché appunto adultocentrica), non vengono esclusi i genitori rispetto al crearsi di questa “condizione incestuosa”. Per esempio leggiamo:

I rapporti del bambino con la persona che ha cura di lui sono per lui una fonte inesauribile di eccitamento e di soddisfacimento sessuale a partire dalle zone erogene, tanto più che tale persona – di regola dunque la madre – riserva al bambino sentimenti che derivano dalla vita sessuale di lei, lo accarezza, lo bacia, lo culla: lo prende con evidente chiarezza come sostituto di un oggetto sessuale in piena regola. La madre probabilmente si spaventerebbe se le si spiegasse che con tutte le sue tenerezze risveglia la pulsione sessuale del suo bambino e ne prepara la successiva intensità1.

Più tardi, Freud arriverà a dire esplicitamente anche questo:

La ‘tenerezza’ dei genitori e di chi cura il bambino, la quale di rado smentisce il suo carattere erotico (“il bambino come giocattolo erotico”), concorre in grande misura ad accrescere nel bambino i contributi dell’erotismo agli investimenti delle pulsioni dell’Io […]2.

Ora, quello che ci dovrebbe far riflettere è il ruolo che Freud assegna al bambino. In tutta la sua speculazione abbiamo visto come il bambino non sia mai visto nella sua innocenza, nella sua infanzia, ma come un “piccolo adulto”: piccolo nelle forme, ma adulto nella mente. Da quanto fin qui emerso, risulta evidente come questo bambino giochi un ruolo molto attivo nella scelta del comportamento da assumere per soddisfare i propri bisogni sessuali. In questo senso dunque il bambino è un “soggetto” che pensa, che desidera, che seduce in modo malizioso, consapevole di tutto ciò che riguarda sé e gli altri che lo circondano. L’autore, negli ultimi due passaggi di cui sopra, ci dice però che in qualche modo questo stesso bambino è anche un “oggetto” sessuale, perché attira su di sé le attenzioni sessuali dell’adulto. Addirittura lo si paragona a un “giocattolo erotico” al pari di quelli venduti nei sexy shop.


Se mettiamo insieme i due ruoli, il bambino diventa allo stesso tempo “oggetto passivo di attenzioni sessuali” da parte dell’adulto e “soggetto attivo” che cerca consapevolmente il sesso e l’incesto. Credo che la conseguenza logica sia pensare che tutta la teoria freudiana altro non sia che una sottile, mascherata e dannosa “apologia della pedofilia”. Nel momento in cui si definisce il bambino “giocattolo erotico” e si suggerisce l’esistenza di una spinta erotica normale e inevitabile celata dietro l’“affetto” dei genitori, si appoggia a mio giudizio pienamente quella “cultura pedofila” che approva il sesso con i bambini e che non vede in questo niente di insano o di immorale: il bambino è per sua natura attraente fisicamente e sessualmente, così come per sua natura l’adulto è attratto da lui (bambino oggetto passivo). Per la Psicoanalisi inoltre: il bambino è consapevole della sua sessualità, “gode” dei piaceri del corpo, l’attrazione erotica tra adulto e bambino è normale (bambino soggetto attivo).


Allo stesso modo è interessante notare come oggi sia i pedofili veri e propri, sia personaggi di spicco “non ufficialmente pedofili” che fanno comparsate varie in televisione, propongano le stesse identiche tesi “propedofilia” sostenute cento anni fa dallo stesso Freud. Si vedano per esempio i due siti internet “Danish Pedophil Association” e “The Slurp”, siti non pedo-pornografici, ma promotori della pedofilia, dove questi concetti freudiani sono ribaditi e diffusi. Famosa è anche la “NAMBLA(North American Man/Boy Love Association), che combatte le leggi che vietano i rapporti sessuali tra adulti e bambini.


Nel 2006 è addirittura sorto in Olanda il primo partito pedofilo, l’NVD (Partito dell’Amore per il Prossimo, la Libertà e la Diversità), che promuove il sesso con i minori, l’abbassamento della maggiore età sessuale a 12 anni, il sesso con gli animali, la possibilità di girare nudi sempre e ovunque e la possibilità per un minore, raggiunta la soglia dei 16 anni, di girare film pornografici (che tra l’altro, secondo loro dovrebbero essere proiettati in TV anche di giorno) e finanche di prostituirsi…


A prescindere dai pedofili veri e propri, sono all’ordine del giorno notizie relative a quella che a tutti gli effetti possiamo considerare una negazione e uno scandalo per l’infanzia: baby concorsi di bellezza, dove bambine di pochissimi anni sono truccate e vestite come delle vamp e ammiccano allo spettatore con pose ed espressioni seduttive da donne navigate; immagini pedo-pornografiche filtrate da un aspetto comico e fumettistico, ma che di fatto rappresentano atti sessuali tra adulto e bambino, diffuse su reti sociali come se fossero immagini normali e divertenti; giornalisti, politici e opnionisti che non esitano a rivendicare come normale la sessualità tra adulti e bambini e a legittimarne i reciproci diritti, con tanto di applauso a fine discorso.


Non so se questi individui abbiano letto Freud; so per certo però che in lui ritrovano le loro stesse teorie. E ci sguazzano. D’altronde, se uno dei più grandi pensatori del XX secolo ha avallato le loro tesi, perché considerarli malati? E se questi ultimi dovrebbero essere considerati malati, altrettanto deve valere per Freud? Certo, mi sento di rispondere, ma questa ovvietà evidentemente non salta subito agli occhi. Le teorie freudiane, vuoi anche in modo molto sottile e velato, sono penetrate nell’immaginario collettivo delle persone, dentro le loro teste. Credo tuttavia che con la recente istituzione dell’Art. 414 bis del Codice Penale (Istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia, che prevede anche il reato di apologia della pedofilia) Freud sarebbe oggi, almeno in Italia, forse giudicato un criminale.

La stessa moglie di Freud, Martha Bernays, non vide mai di buon occhio le teorie del marito e definì la psicoanalisi come “una forma di pornografia”3. E nello specifico oggi potremmo chiamarla appunto “pedopornografia”.


Ne L’interpretazione dei sogni4, si fa riferimento a un sogno riportato da un collega:

Rincorro giù per le scale una fanciullina che mi ha fatto qualche cosa, per castigarla. In fondo alle scale qualcuno (una donna adulta?) mi trattiene la bimba; l’afferro, ma non so se l’ho picchiata, perché improvvisamente mi trovo a metà delle scale, dove ho un coito (quasi per aria) con la bambina. Veramente non era un coito, io strofinavo soltanto il mio organo genitale contro i suoi genitali esterni, mentre vedevo in modo estremamente chiaro sia i genitali sia il capo di lei reclinato lateralmente […].

Il sognatore si sveglia poi in preda a una polluzione (eiaculazione notturna). L’interpretazione che ne dà il collega di Freud e che Freud stesso conferma è, come al solito, semplicemente legata al complesso edipico: il paziente da bambino aveva giocato spesso sulle scale di casa, scivolando sulla ringhiera e traendo da questo un grande piacere sessuale. La bambina abusata rappresenterebbe invece il ricordo delle “lotte sessuali” che da bambino il paziente avrebbe fatto in numerose occasioni con i suoi coetanei. A me sembra invece l’emblema di un sogno di tipo pedofilo: come un adulto spesso fa sogni erotici, dove ha rapporti con un’altra persona, così evidentemente il pedofilo esprime questi suoi impulsi anche nei suoi stessi sogni. Nel mio lavoro di psicoterapeuta dò molto spazio ai sogni, perché rappresentano davvero una porta aperta sulle nostre emozioni più profonde, soprattutto quelle rimosse nell’infanzia, ma mai ho ascoltato perversioni del genere. L’inconscio lavora utilizzando altri contenuti simbolici, a meno che in effetti delle pulsioni sessuali perverse non trovino nel sogno, come in questo caso, un luogo di espressione possibile5.

Un’altra grande responsabilità dello scrittore viennese e dei suoi seguaci è dunque di aver portato la loro teoria sull’infanzia anche nei tribunali: molti avvocati ancora oggi portano avanti quella che potremmo definire la “causa freudiana” per difendere i pedofili, aggrappandosi all’idea secondo cui il bambino desidera concupire con gli adulti e proietta su questi le sue fantasie e i suoi desideri; non è l’adulto che violenta il minore, ma è il minore che dice bugie, che è suggestionabile, che ha fantasie e “falsi ricordi” di abusi subiti… l’ha detto Freud!


Non di rado mi capita di sentire consulenti tecnici (e giudici al seguito) liquidare denunce di abusi sessuali come semplici fantasie edipiche, il tutto scritto su relazioni ufficiali, e chiudere lì la storia, senza dare la possibilità di controbattere. Quando poi si presentano loro autorevoli studi scientifici sull’infanzia e sugli indicatori di maltrattamenti/violenze, sull’infondatezza di certe preistoriche e perverse teorie, fanno spallucce… E questo lo trovo agghiacciante e deprimente.

Se oggi ci basiamo ancora su ciò che ha pensato e divulgato Freud, diventa difficile ostacolare queste iniziative “contro il bambino” ed evidenziarne l’infondatezza scientifica e l’orrore. Se a monte c’è l’idea di un bambino “naturalmente perverso” con “fantasie incestuose”, come posso credere ad un bambino realmente abusato o maltrattato?

Oggi si parla tanto di PAS (Sindrome di Alienazione Genitoriale), una “pseudo-sindrome” senza alcun valore scientifico riconosciuto, che viene letteralmente promossa dai difensori di presunti pedofili per poterli proteggere. Non si fonda forse la PAS proprio sui presupposti tanto sostenuti dallo stesso Freud? Non mi sembra un caso che il termine “perverso polimorfo” sia stato ripreso proprio dallo stesso Richard Gardner per sostenere la normalità e genuinità della pedofilia.

Lo stesso Richard Alan Gardner, inventore di questa falsa malattia, ha scritto e diffuso idee a favore della pedofilia6. A differenza di Freud, Gardner parla esplicitamente della normalità e diffusione della pedofilia; infatti Freud non usa il termine specifico (pedofilia) ma lascia intendere che è normale il desiderio sessuale reciproco tra bambino e genitore, seppur senza incoraggiare esplicitamente il rapporto sessuale adulto/bambino. Ritengo però che le premesse di base (normale e naturale desiderio sessuale tra adulti e bambini) siano esattamente le stesse. Oggi Gardner viene ritenuto da molti, e a ragione, come un ideologo della pedofilia; perché per Freud non deve valere lo stesso discorso?


Freud insiste molto anche sull’importanza di dare un’istruzione sessuale ai bambini sin da molto piccoli, perché di questo hanno bisogno, tacciando di ipocrisia e falso moralismo i benpensanti dell’epoca che non condividevano questa sua esigenza7. I bambini hanno bisogno di tante cose, e molto hanno da imparare, ma di certo non le “cose dei grandi”, a cominciare dal sesso8.

Affetto, protezione, fiducia, condivisione, queste sono le parole chiave per un’infanzia e una genitorialità sane.

Credo fermamente che oggi, viste le copiose e importanti ricerche scientifiche sull’infanzia svolte negli ultimi cinquant’anni, l’opera freudiana debba rimanere relegata alla mera “storia della Psicologia”: la si studia all’università perché Freud è stato un pioniere di questa professione, ma rispetto al discorso dello sviluppo infantile, della genitorialità e di quello clinico e psicoterapeutico, si devono insegnare e utilizzare nuovi approcci, sperimentati e riconosciuti come validi. Come uno studente di medicina che studi Ippocrate al primo anno di corso, perché rientrante nel programma sulla “storia della medicina”, ma al quale poi si insegni ben altro quando si tratta di come curare davvero il paziente.


Non sono pochi i critici (psicoanalisti compresi) che si riferiscono infatti alla psicoanalisi ortodossa come a una “leggenda”9, una “potente mitologia” (L. Wittgenstein)10, spesso basata su un “fantasticare con una certa libertà”11, una setta in cui avere una fede assoluta12 o semplicemente una “favola” o “allucinazione collettiva”13.


Insomma: tutto, tranne che una scienza.

Meravigliosa infanzia
Meravigliosa infanzia
Alessandro Costantini
Dalle menzogne di Freud alle verità sul bambino.Da una visione adultocentrica del bambino a una nuova cultura dell’infanzia, che vede nel bambino una ricchezza da proteggere e tutelare. Meravigliosa infanzia rappresenta una pietra miliare per tutte quelle persone (genitori, educatori, avvocati, psicologi, formatori) che a vario titolo si occupano di questa fase della vita, un libro che si impegna a demolire la pedagogia nera creata ad hoc “contro il bambino” per creare e diffondere una nuova cultura dell’infanzia, che vede nel bambino una ricchezza da proteggere e tutelare. La motivazione a scrivere questo libro parte infatti dalla necessità di far luce sul modo errato, superficiale e deleterio con cui si parla di bambini. È diffusa infatti una non-cultura dell’infanzia: il bambino è cattivo, il bambino mente, il bambino non va coccolato troppo…Una sorta di visione adultocentrica, basata sulla considerazione dell’infanzia non con gli occhi di un bambino, ma con il filtro distorcente dell’adulto stesso. Nella prima parte del libro, l’autore Alessandro Costantini, elabora una durissima critica a Freud e al suo perverso modello di comprensione dello sviluppo del bambino, ancora oggi molto diffuso, basato su “menzogne” senza alcuna validità scientifica e per questo estremamente dannoso per i bambini e per chi si occupa di loro. Freud avrebbe creato una cultura del bambino estremamente negativa, che si ritrova anche nell’educazione dei figli, nelle scuole, nei tribunali. L’intento è quindi quello di smantellare la clinica freudiana e il suo approccio contro il bambino. La seconda parte si focalizza invece su quelle “meravigliose verità”, scientificamente validate, che sottolineano la più completa innocenza e purezza del bambino e il suo primario bisogno di amore, protezione e adeguate cure genitoriali.Non viene spiegato “come” si fa il genitore, ma “chi” sia e quali siano le principali funzioni da svolgere per un sereno sviluppo infantile. Un piccolo mattone nella costruzione di una cultura bambino-centrica, che possa garantire ai bambini maggiore rispetto e comprensione dei loro bisogni e fragilità, ma anche delle loro numerose risorse e potenzialità. Conosci l’autore Alessandro Costantini, psicoterapeuta, è responsabile per il Lazio del Movimento per l’Infanzia. Da anni lavora come consulente tecnico di parte nei procedimenti per l’affidamento dei figli e nei casi di presunto abuso sessuale o maltrattamenti nei confronti dei minori. Si occupa di genitorialità e temi legati al maltrattamento infantile.