capitolo iv

Dai 3 anni

Piccoli lettori crescono

Dopo il terzo compleanno le competenze linguistiche del bambino crescono molto velocemente: il suo vocabolario si amplia a dismisura, le sua capacità verbali si affinano. I libri sono compagni apprezzati e fedeli, e davanti al bimbo si schiude una vastissima scelta: i genitori possono proporgli storie in rima, racconti, fiabe e favole. Le storie possono diventare via via più lunghe e articolate, con più sequenze di azioni e più personaggi.


Tra i 3 e i 4 anni, particolarmente apprezzate sono le fiabe che spiegano il perché, l’origine e il funzionamento degli oggetti e dei fenomeni naturali, in una parola, le fiabe che spiegano la realtà. Una realtà che incuriosisce e che il bambino vuole conoscere e comprendere sempre meglio.


A molti bimbi piacciono i libri che offrono informazioni sulla natura, gli animali, la terra, i vulcani…


Ma in questa fase anche la realtà interiore ha bisogno di essere rappresentata e quindi di trovare spazio tra le pagine: i libri che raccontano le emozioni (la preoccupazione di fronte a un’esperienza nuova, il distacco dalla mamma, l’ingresso alla scuola materna, la paura di perdere l’attenzione dei genitori con la nascita di un fratellino) dimostrano al bimbo che quelle che prova sono sensazioni normali e comuni e questo è molto rassicurante!


Sono adatti ai bambini di questa età anche i libri che permettono di imparare qualcosa di nuovo divertendosi, pensiamo alle storie in cui si conta per prendere confidenza con i numeri da uno a dieci, o ai testi in rima e non, dedicati alla lettere dell’alfabeto.


Verso il quarto-quinto compleanno, se il bambino mostra di apprezzarle si possono leggere e/o raccontare anche le fiabe tradizionali, facendo però attenzione alle sue reazioni: se una fiaba lo spaventa meglio lasciarla perdere, lo stesso vale per eventuali scene che lo impressionano in modo eccessivo, non esitiamo ad accogliere le sue richieste e saltarle!


Importante, quando si leggono fiabe letterarie o moderne, è il lieto fine: la paura è infatti accettabile, poiché vissuta al fianco del genitore (anzi, la messa in scena di eventi paurosi o sentimenti negativi è liberatoria, in quanto permette di proiettare all’esterno e superare sensazioni che possono essere fonte di intenso disagio), ma il bambino non può rinunciare a una conclusione felice, che rimette tutto a posto e promette che anche nella vita vera, tutto finirà bene.


  • Giornalini e album da colorare

In edicola si possono trovare vari giornalini destinati ai più piccini. A molti bambini questi giornalini piacciono sia per le brevi storielle che vengono lette dal genitore, sia per le pagine da colorare e/o i giochi (come i disegni da colorare seguendo le indicazioni offerte dai ‘pallini colorati’ o le immagini da confrontare per trovare le differenze).


Un altro classico per i bimbi in età prescolare sono gli albi da colorare: alcuni propongono immagini di oggetti di uso quotidiano, altri raccontano una storia (in pratica il bimbo colora le illustrazioni di una fiaba) e in questo caso le pagine sono corredate di brevi testi e si prestano per una lettura condivisa.

  • Te lo leggo io!

Grazie alle riletture di mamma e papà, i bambini memorizzano le loro storie preferite e, aiutandosi con le illustrazioni, sono in grado di ri-raccontarle molto bene. A volte ‘leggono’ il libro a voce alta per se stessi, ma spesso si offrono di leggerlo per i genitori, per i fratellini, per la bambola o i peluche…… Un bel traguardo, da valorizzare mostrando disponibilità e interesse nell’ascoltarli!

Le mamme raccontano

Daria, mamma di Alice (3 anni), e Elena (3 mesi): Sia io che Marco abbiamo sempre letto storie ad Alice e adesso anche la piccola Elena a suo modo ascolta. Nel tempo abbiamo passato varie fasi: quando era più piccolina (fino ai 2 anni circa) si leggeva sul vasino o si sfogliavano i librini semplici e riviste (tipo quelle del CAI), poi la lettura ha cominciato ad accompagnare l’addormentamento serale e pomeridiano, assieme al racconto di storie inventate da noi o tratte da fatti che ci sono accaduti.


Benedetta, mamma di Matilde (4 anni): Ho iniziato a leggere per lei quando aveva pochi mesi. Mi pare ne avesse a malapena tre. Le leggevo i librettini morbidi o quelli che si possono mettere nel bagnetto. Oggi Matilde adora i libri e ha già una sua libreria dove tiene in ordine i suoi ‘possedimenti’.


Daniela, mamma di Valentina (4 anni e mezzo): A Valentina non piacciono gli audiolibri, vuole che le storie gliele legga io, che adoro fare le voci diverse, mentre se legge suo padre vuole la storia buffa e lui modifica storia e finale e invece di farla addormentare la fa ridere a crepapelle. Ogni sera una o due storie, se salta una sera perché lei crolla sul divano o io rimango al lavoro fino a tardi, recuperiamo la sera dopo.


Spesso la sento che prende i libri e li legge alle sue bambole. Ama molto i libri e ha imparato a rispettarli. Ad ogni festività ha ricevuto da me almeno quattro o cinque libri nuovi, spesso approfitto delle offerte per mettere da parte e poi regalarle nuovi libri per un’occasione speciale. Magari lesino sui vestiti, ma non sui libri!

La lettura condivisa da 0 a 6 anni

0-6 mesi Parlare spesso e cantare al bimbo. Ripetere filastrocche e ninnenanne. Si possono mostrare al bebè immagini o fotografie di un viso.


6 mesi Il bimbo è in grado di afferrare il libro e portarlo alla bocca e può già apprezzare i colori vivaci. Scegliere libri che si possono manipolare, che riproducono immagini semplici con figure di visi e oggetti familiari.


9 mesi Lo sguardo del bimbo sulle pagine si fa più attento, comincia a capire come ‘funziona’ il libro. È possibile proporgli libri cartonati – resistenti e atossici – che raffigurano semplici oggetti e richiedono all’adulto di nominare e ripetere più volte il nome di ciò che è disegnato.


12 mesi Proporre le prime storie costruite in modo semplice che rispecchiano le esperienze quotidiane del bambino. Il libro diventa pian piano un oggetto familiare ed apprezzato.


15 mesi Preferire libri con frasi semplici e brevi che il bambino riesce a anticipare. Il bambino sa girare le pagine e porge il libro all’adulto perché glielo legga.


18-24 mesi Il bambino acquisisce molte competenze nei riguardi dei libri, ripete le parole suggerite dalle immagini, prova a dire l’ultima sillaba o l’ultima parola di una frase lasciata in sospeso dall’adulto (specialmente se si tratta di un testo in rima). Ripete piccole sequenze di storie ascoltate tante volte.


24-36 mesi Il bambino sa maneggiare con sicurezza il libro, ha capito la funzione del testo verbale, ascolta attentamente (per alcuni minuti) la lettura dell’adulto e sa ripetere con ordine le brevi storie che gli sono state lette più volte. I racconti possono diventare più complessi e affrontare temi legati alle emozioni del bambino.


Dai 3 ai 6 anni Proporre storie divertenti, fantastiche e avventurose, libri con i numeri e le lettere dell’alfabeto, storie sugli amici e sulla scuola, libri con tante informazioni sul mondo.

SI LEGGE! COME?

Abbiamo visto che la consuetudine di leggere con i nostri bambini può essere annoverata tra le modalità di accudimento ‘ad alto contatto’, ovvero un modo di essere mamma e di essere papà caratterizzato da tanta vicinanza fisica ed emotiva. Il libro diventa un valido strumento di relazione, e i momenti dedicati alla lettura rinsaldano quel legame d’amore che unisce genitori e bimbi e contribuiscono alla costruzione di una personalità serena e sicura di sé. Quando il genitore prende il suo piccolo in braccio e gli legge (o gli racconta) una storia, il messaggio che vibra tra loro è forte e chiaro: ti voglio bene, sono qui per te. Detto questo, la risposta alla domanda “Come leggere al bambino?” sorge piuttosto spontanea. Sembrerà banale, ma credo che ogni genitore debba leggere come gli viene, senza preoccuparsi troppo della propria abilità. Il piacere del bambino non dipende dall’intonazione, dall’abilità nel diversificare la voce dei personaggi o nel pronunciare versi e suoni: per lui non c’è lettore professionista al mondo che possa superare la sua mamma e il suo papà.


Lorenzo, un bimbo di cinque anni, alla mamma che ha chiesto se gli piaceva quando leggeva per lui ha risposto: “Mi piace che parli”.


È la voce della mamma a rendere straordinario il mondo della lettura!

Non è un caso se parecchi bimbi quando parlano di lettura80, aggiungono che la mamma è bella, buona e che le vogliono bene. Lo stesso vale per la lettura con il papà. Per i bambini la lettura condivisa non è soltanto… lettura. È stare seduti vicini, è avere il genitore tutto per sé, è non addormentarsi da soli, è sentirsi amati.


Un suggerimento che riguarda il ‘modo’ potrebbe quindi essere quello di leggere con ‘partecipazione’. Facciamo sentire al nostro bambino che siamo contenti di essere lì con lui. Se possiamo, viviamo questi momenti senza fretta, con calma. Con il nostro bimbo in braccio e un libro tra le mani, proviamo a lasciare da parte preoccupazioni e pensieri. Lasciamoci incuriosire e trasportare dalle semplici vicende narrate. Ridiamo insieme (la risata dei bambini è irresistibile!) delle buffe disavventure dei protagonisti. Godiamoci il contatto e il calore dei nostri piccoli. Sarà bello anche per noi!

Mettiamoci comodi

Abbiamo visto che leggere con i bimbi deve essere prima di tutto un piacere condiviso. Perché questo si verifichi, conviene…… mettersi comodi.


Troviamo una postazione confortevole – divano, poltrona, lettone, tappeto con i cuscini, un prato in giardino – e accomodiamoci con il nostro bambino.


Ai bimbi piace molto questo appuntamento, anche perché sentono di avere l’attenzione dei genitori tutta per loro. Quindi è importante eliminare le possibili fonti di distrazione: no a televisione e/o radio di sottofondo e, se è possibile, evitiamo anche di rispondere al telefono (in fondo la lettura, soprattutto ai piccolissimi, dura solo una decina di minuti, poco di più o poco di meno a secondo dell’interesse del bambino).


A proposito di tempo, quanto deve durare la lettura? Ed ecco un’altra risposta forse scontata: il tempo che ci vuole. Il tempo giusto per soddisfare l’interesse e la voglia di lettura del bambino. È lui, infatti, a indicarci come muoverci in questa situazione. Se mostra di gradire l’attività, proponiamogli più di un libretto o rileggiamo più volte lo stesso (anche qui, seguiamo le sue richieste), se invece non è interessato o dopo un paio di minuti decide di dedicarsi definitivamente a qualcos’altro… la lettura è finita. Fino alla prossima volta.

Leggiamo con gusto

Abbiamo detto che non è la qualità tecnica della lettura ad alta voce e neppure la bellezza del libro o della storia raccontata a interessare davvero ai bambini.


Ai bambini interessano le emozioni, le sensazioni, i sentimenti. Quelli che provano loro, ma anche quelli che provano i genitori.


Ricordiamo che il bimbo, sin da piccolissimo, percepisce le emozioni del genitore, sente ‘a pelle’ se è felice di essere lì con lui a leggere o se vive questa situazione con impazienza e nervosismo, se si sta divertendo o se ha fretta di arrivare all’ultima pagina per poi dedicarsi ad altro. Attenzione, qualche volta può capitare, sia chiaro. E capiterà. Non siamo perfetti e non siamo sempre ugualmente disponibili e sereni. Leggere un libretto di corsa, magari per acconsentire a una richiesta fatta con insistenza in un momento poco opportuno, fa parte del percorso.


L’importante è che – di solito – l’appuntamento con la lettura rappresenti anche per il genitore un’oasi di tranquillità, un momento felice, da gustarsi con il proprio bambino. Solo così, infatti, il piacere del bimbo sarà pieno. E se abbiamo tante faccende da sbrigare o tanti pensieri per la testa, be’… lasciamoceli alle spalle per un po’ e godiamoci il momento!

Leggiamo con calma

Ci siamo: la postazione è confortevole, le possibili fonti di distrazione eliminate, abbiamo tempo… si legge!


Se il bimbo è molto piccolo, la lettura consisterà nel pronunciare (e ripetere) il nome degli oggetti rappresentati nel libro. Poi, partendo dalle immagini, il genitore potrà creare delle piccole storie, semplicissime e brevi.


In questa fase possiamo coinvolgere il piccolo e farlo partecipare alla lettura chiedendogli il nome degli oggetti raffigurati e lasciando che sia lui a voltare le pagine.


Con il trascorrere dei mesi, cresce la capacità di comprensione del bambino e i testi si fanno più ricchi e articolati.


Il primo suggerimento quando si legge ad alta voce è quello di leggere con calma, senza correre, pronunciando con chiarezza le parole, perché il piccolo ascoltatore possa cogliere bene il senso e seguire la storia. In questo è d’aiuto la punteggiatura, basterà rispettare le pause imposte dal testo per tenere il ritmo giusto.


Un po’ di intonazione, ad esempio quando nel testo c’è un’esclamazione, e qualche pausa ad effetto per richiamare l’attenzione del bambino su un momento saliente della storia, renderanno l’ascolto ancora più gradevole.


Per quanto riguarda i suoni – il suono del campanello, lo squillare del telefono, lo sbattere di una porta – ai bimbi piacciono, quindi conviene pronunciarli con una certa enfasi, così come i versi degli animali che catturano l’attenzione, rinforzano il messaggio del testo e sono fonte di sicuro divertimento.


Quando nel testo compaiono i primi dialoghi, possiamo provare a diversificare un po’ le voci: il lupo di Cappuccetto Rosso ha un vocione grosso, la nonnina ha la voce sottile. E se leggiamo o raccontiamo la fiaba dei tre porcellini, non esitiamo a soffiare e sbuffare come richiesto dalla storia.


Basta davvero poco per rendere la lettura più vivace e movimentata. Attenzione, però, niente ansia da prestazione: possiamo provare a mettere in atto questi semplici suggerimenti, ma ricordiamo che, comunque leggiamo, al nostro bimbo piacerà molto!

Leggiamo con complicità

Quando stiamo leggendo, non teniamo sempre gli occhi fissi sulla pagina. Ogni tanto guardiamo il nostro bambino, ridiamo con lui per un passaggio buffo, siamo pronti a rispondere a ogni sua domanda, a cogliere ogni suo commento. Anna Oliverio Ferraris suggerisce: “Qualche volta, prima di girare una pagina, chiedete che cosa pensano che succederà ‘dopo’; aumenterete la loro partecipazione e il loro interesse”81.


Siamo noi e il libro, la storia condivisa crea un clima di complicità – una complicità di parole e di sguardi – si ride insieme, si scopre insieme cosa succede nella pagina successiva, si sperimentano le medesime emozioni.

Lettori un po’ si nasce, un po’ si diventa

  • Leggiamo con naturalezza e spontaneità, come siamo capaci. Senza ansie da prestazione…

  • Leggiamo senza fretta, pronunciando le parole in modo chiaro.

  • Qualche pausa incornicia e potenzia il messaggio del testo.

  • Variando il tono di voce (ad esempio in presenza di un’esclamazione) si vivacizza la lettura.

  • Pronunciamo con enfasi versi, suoni, rumori.

  • Se stiamo leggendo o raccontando una storia con protagonisti molto diversi (il lupo e i tre porcellini, un elefante e un topolino, ecc.) facciamo parlare in modo un po’ differente i vari personaggi.

  • Proviamo a mettere in atto questi suggerimenti per rendere la lettura ancor più piacevole, ma non dimentichiamo che a far felici i nostri piccoli ascoltatori non è la qualità tecnica della lettura. E così si torna al punto uno, leggiamo con spontaneità e… con gioia!

Accogliamo le sue richieste

Quando si legge con un bambino di qualunque età, occorre sapersi mettere in ascolto. Servono flessibilità, pazienza, attenzione e disponibilità nei confronti del piccolo.


Se il bimbo chiede di tornare indietro e rileggere (o riguardare) la pagina precedente o ci interrompe per chiedere spiegazioni, è importante accogliere la sua richiesta. Lo stesso vale nel caso in cui ci chieda di saltare una pagina dove è raccontato e/o raffigurato dalle illustrazioni un episodio che non gli piace (perché gli fa paura o lo intristisce). Non avrebbe senso non assecondarlo!

“Poiché i bambini non possono leggere da soli – scrivono a questo proposito, Segal e Adcock – è importante dare loro un certo potere di controllo sulla dinamica di questa attività: se vogliono saltare una determinata pagina, o interrompere il racconto a metà, i genitori dovrebbero essere accomodanti”82.

Può capitare che, ascoltando il genitore che legge, al bimbo venga in mente un episodio che lo riguarda o un dubbio non strettamente legato al testo: sarà una bella occasione per ascoltarlo (scoprire qualcosa in più su di lui) e, naturalmente, rispondere alla sua domanda.


Scopo della lettura condivisa è, infatti, quello di comunicare, interagire, coinvolgere il bambino.


Questo vale anche per la scelta del libro (se il bimbo ci chiede una storia, assecondiamo le sue preferenze!) e la richiesta di leggere e rileggere più volte lo stesso libro. È bene che il bambino abbia a disposizione una buona scelta di libri, perché possa trovare tra questi il suo preferito e quello che – a secondo del periodo e della fase che sta vivendo – meglio risponde ai suoi bisogni del momento.

Gli errori da non fare

Quando leggiamo con i nostri bambini, il suggerimento è di lasciarsi guidare dalle loro e dalle nostre preferenze e inclinazioni. Non mi pare che la lettura condivisa sia un’attività in cui si possono commettere errori, ma forse vale la pena chiarire cosa è lecito aspettarsi dal bambino e quali atteggiamenti sarebbe meglio evitare.

  • Il primo suggerimento è di non aspettarsi tempi di attenzione particolarmente lunghi. Quando il bimbo è molto piccolo, il tempo dedicato al libro può risolversi in pochi minuti, è normale!
  • Può capitare che ci sediamo con il nostro piccolo in braccio pregustando dei bei momenti tutti da leggere e… niente. Il bimbo non ne vuol sapere. In quel momento ha in mente altro, un gioco da finire, uno scaffale da svuotare, un giocattolo da smontare ed esaminare. Bene, vorrà dire che se ne abbiamo voglia leggeremo il libro da soli e poi lo rileggeremo con lui quando sarà interessato.
  • Lasciamo che i bimbi conoscano i libri a modo loro, quindi con le mani e con la bocca: non avrebbe senso impedire a un piccolino di ‘assaggiare’ i suoi libri. Per questo motivo, proponiamogli libri resistenti, lavabili e realizzati in materiale atossico.
  • Ogni bimbo ha i suoi gusti e le sue preferenze. Perché quello della lettura sia un piacere condiviso assecondiamo le sue scelte!
  • Alcuni libri diventano per il bambino un vero e proprio tormentone: per un certo periodo non desidera leggere altro e chiede di rileggere più e più volte il suo preferito. Anche questo è normalissimo e non si tratta di un vezzo, è un vero e proprio bisogno, perché attraverso la ripetizione il bambino comprende la realtà che lo circonda. Non rifiutiamoci di rileggere.
  • Abbiamo detto più volte che leggere insieme è un piacere. Perché lo sia realmente, non trasformiamo la lettura in una sorta di interrogazione (ad esempio, chiedendo come si chiama questo o quel personaggio, quali sono i suoi amici, ecc.), per verificare se il bimbo ha seguito con attenzione e quanto ha compreso e ricorda dopo la lettura. Quel che conta è che la lettura gli sia piaciuta, poi… Non si può leggere a un bimbo con scopi didattici. E naturalmente non ha senso leggere a un bimbo con l’intento di accelerare i suoi processi di maturazione.
  • Viceversa, siamo disponibili ad ascoltare il bimbo se ha voglia di ri-raccontarci (magari più di una volta) la storia che è stata letta. E non stanchiamoci di rispondere alle sue domande se mostra di avere dei dubbi.
  • In sintesi: accogliamo le reazioni del nostro bambino e rispettiamo il suo sentire. Se ha voglia di parlare di quanto abbiamo letto, ascoltiamolo volentieri. Se ha bisogno di rielaborare la storia (e le emozioni che la storia ha suscitato in lui) in silenzio, lasciamolo tranquillo!

E se il bambino non è interessato?

E se il bambino non vuol proprio saperne di libri, libretti e lettura ad alta voce? Se l’unica cosa che gli piace fare con i libri è mordicchiare le pagine? Se non ama stare seduto fermo, sulle ginocchia di mamma o papà, osservando le immagini e ascoltando rime e storie?


Naturalmente può succedere. I bimbi sono tutti diversi, come ci raccontano le mamme:

Manuela, mamma di Giorgio (un anno): Giorgio ama solo i libri cartonati perché… può morderli! Lui è un bambino attivo, deve fare fare fare, sprecare energie, non riesce a stare molto concentrato su cose ‘teoriche’. L’amore verrà… anche perché abbiamo la casa invasa dai libri, non potrà non chiedersi cosa ci sia scritto dentro. Mi spiace solo non poterlo addormentare con una fiaba, o raccontargli storie, ma arriverà il momento…


Francesca, mamma di Edoardo (2 anni) e Vittoria (7 mesi): Io sono un’appassionata: leggo di tutto da sempre. Al grande ho sempre comprato libri, per ogni fascia di età e di ogni dimensione, materiale, ecc. Li guardiamo insieme, anche se Edoardo ha sempre cercato di ‘dirigere’ lui la situazione: io inizio a leggere, ma lui sfoglia a suo piacimento e non mi fa mai finire (quasi neanche iniziare direi), e preferisce che, una volta stesi a letto, sia io a inventare di sana pianta. E lui zitto ascolta e poi inserisce dettagli…


Silvia, mamma di Xeni (3 anni): Eccomi, amante dei libri e con un passato di bambina superlettrice, leggevo a Xeni già nel pancione. Da piccolissima le leggevo – e anche il papà leggeva per lei – anche libri in inglese e giapponese. Però durante la poppata, ossia negli unici momenti in cui era sveglia da neonata, tendeva ad irritarsi se tenevo in mano un libro: dovevo solo tenerla in braccio e guardarla. Quindi lettura limitata! Al primo nido che ha frequentato l’educatrice mi riferiva che aveva molto feeling con i libri. Io ero molto contenta, anche se a dire il vero a casa non ho riscontrato la stessa cosa…


Fin qui abbiamo descritto l’incanto della lettura per i più piccini. Ma cosa fare se il feeling con i libri non c’è?


Niente paura. Naturalmente si tratta di situazioni normali e comuni. Non tutti i bimbi si mostrano immediatamente affascinati dalle illustrazioni colorate e dalle pagine scritte. E anche chi ha dimostrato un certo interesse per i libri può attraversare dei momenti di disaffezione. Non ci sono regole prestabilite valide per tutti. Ogni bambino è diverso, unico e originale.


E se in queste pagine abbiamo dato alcune indicazioni di carattere generale, nella realtà quotidiana tocca ai genitori trovare il modo di proporre questa consuetudine al proprio bambino. Solo loro, infatti, lo conoscono davvero bene e possono coinvolgerlo e pian piano avvicinarlo al mondo dei libri e della lettura. L’importante è non scoraggiarsi se il piccolo non si mostra interessato o non sembra gradire poi tanto storie, libri e racconti. Perché, se insistere per leggere a un bimbo che non ci vuole ascoltare non ha alcun senso (anzi, potrebbe rendergli antipatico il libro), sarebbe un peccato rinunciare a una bella consuetudine perché l’inizio non è stato dei più entusiasmanti…


Il suggerimento è quindi di continuare a proporre – senza insistenze – in momenti e situazioni diversi (prima della nanna, in salotto mentre si gioca, dopo colazione, ecc.) la lettura di un libro.


Un bimbo che non è pronto per leggere insieme oggi, potrebbe essere disponibilissimo tra una settimana o tra un mese. A ognuno i suoi tempi!


Per stimolare la curiosità del bambino e coltivare la confidenza con i libri, l’ideale è lasciare sempre qualche libro a sua disposizione. Se il bimbo ha a portata di mano dei bei libri colorati è davvero difficile che non gli venga voglia di dare un’occhiata! E se ha anche occasione di vedere i genitori che leggono, sarà ancora più invogliato: ricordiamo che il desiderio di imitare mamma e papà è un incentivo potente.


  • Ogni famiglia a modo suo

Ogni famiglia dovrà inventarsi anche le sue modalità di lettura condivisa: ci sono bimbi che amano tantissimo stare in braccio al genitore che legge e ci sono bimbi che faticano a star fermi e inoperosi, per cui preferiscono alzarsi, girare intorno alla mamma o al papà, dare un’occhiata alle illustrazioni e una spintarella alla palla sul tappeto… Ciò non significa che non si stia leggendo insieme o che il bimbo non stia ascoltando!


  • Una disaffezione passeggera

Ha sempre amato libri e libretti, quando a un certo punto, ecco che non ne vuol più sapere e quando la mamma o il papà gli propongono una bella storia si allontana e si dedica ad altro. Può capitare. E sicuramente si tratta di una fase transitoria; con un po’ di pazienza, presto si tornerà a leggere insieme. Segal e Adcock fanno un’osservazione di buon senso: “Ovviamente quando i bambini attraversano una fase di ‘odio per la lettura’ insistere perché ‘leggano’ è controproducente. Piuttosto i genitori possono cercare di stimolare e prolungare i periodi di ‘amore per la lettura’”.

E un consiglio pratico interessante è quello che emerge da una testimonianza riportata nel loro libro: “Michela per un certo periodo non voleva più vedere i libri. Ho provato a interessarla alle figure che vedevamo, le indicavo le foto di famiglia alle pareti, i poster nelle vetrine, i disegni sulle sue magliette, perfino la figura del bambino sullo scatolone dei pannolini. Non so se sia stata una coincidenza, ma è tornata ad amare i libri”83.

Me lo leggi?

E veniamo al titolo di questo libro… “Me lo leggi?” Perché è così che succede quando si legge con i bimbi sin da piccoli;… ben presto sono loro stessi che ci chiedono di leggere insieme! Che tenerezza quando si avvicinano porgendoci un libretto. E quando a questo gesto accompagnano un’espressione che dà voce alla loro richiesta. E che sarà sempre la stessa, spesso per un periodo molto lungo, quasi una formula magica, un’espressione di intesa che solo mamma e bimbo (o papà e bimbo) sanno cogliere e apprezzare a pieno.


Mi leggi? Me lo leggi? Libretto! Ed ecco che genitore e bimbo si comprendono, si ritrovano, aprono il libro e la magia ha inizio… Ma lasciamo che siano loro, i bimbi e le loro mamme a raccontare la bellezza e l’intensità di questi momenti. Momenti che ci emozionano oggi e ricordi che ci renderanno felici domani, quando quel bimbetto e quella bimbetta che ci cercano chiedendo una storia saranno ormai grandi…


Veronica, mamma di Aynarah (2 anni): Aynarah va al suo scaffale e sceglie. Mi porta il libro e dice: “Leggiamo ora, collo”.


Sonia, mamma di Iris (2 anni): La mia bimba sceglie il libro e mi dice: “Mamma canta”. Perché “canta”? Me lo sono chiesta anch’io. Forse questa espressione è nata dall’abitudine di leggerle filastrocche sin da piccola e dal fatto che effettivamente cantavo spesso per lei. Ora mi sembra che per lei leggere sia quando commentiamo le immagini dei libri, mentre “Mamma canta” è quando leggiamo una storia con più testo. Ammetto che mi piace e mi dispiacerà quando si correggerà.


Enrica, mamma di Giovanni (4 anni): Giovanni chiede: “Mi leggi una storiella?”


Irene, mamma di Fabio (3 anni): Dopo essersi preparato per la nanna, Fabio arriva nel lettone con un sorrisetto angelico e il libro in mano dicendo: “Storiella?”


Marta, mamma di Letizia (15 mesi): Quando vuole leggere parte in quarta a gattoni o camminando, facendo un verso gutturale (è il segnale di richiesta) e si piazza sotto gli scaffali indicando che vuole un libro. Dopo che ha raggiunto l’obiettivo se in casa c’è più di una persona decide lei da chi farselo leggere. E può essere che lo stesso libro debba essere letto da persone diverse. A volte per esprimere le sue preferenze sulla scelta del libro fa i versi degli animali o il suono degli oggetti presenti nei libri: tittac per un libro con l’orologio, miao per il libro del gatto, buf per quello con il cane, a-a-a per il libro con la scimmia o la banana…


Altro fatto curioso, quando arrivano persone a casa nostra, dopo averle squadrate per un po’, e soprattutto se le vanno a genio, mostra loro il suo mondo portandogli vari giochi, tra cui un libro che l’ospite, a volte imbarazzato, deve leggere… E se viene accontentata, traspira gioia!

Serena, mamma di Alessandro (2 anni): Quando vuole che gli legga qualcosa, mi porta il libro. Gli piacciono molto anche i cataloghi e i dépliant promozionali dei supermercati dove ha modo di indicare gli alimenti o gli oggetti di uso comune che conosce e di cui riesce a ripetere il nome o che associa a chi in famiglia usa quell’oggetto.


Spesso prende i miei libri ripetendo “mamma, mamma”, si appoggia alla testata del letto, li sfoglia e fa finta di leggere: è troppo divertente. Quello che mi stupisce sempre è la concentrazione e l’intensità di questi gesti.


Rossana, mamma di Giorgia (7 anni) e Lucas (2 anni): Quando era piccolina, Giorgia andava in camera sua e prendeva un libro (li ho sempre tenuti nello scaffale in basso così erano alla sua portata). Anche Lucas fa lo stesso, prima lo sfoglia, anzi ne sfoglia un po’ finché trova quello che vuole che gli legga e me lo porta dicendomi “Sì”… Allora gli chiedo “Vuoi che mamma te lo legga?” E lui: “Sì!”

E… me lo rileggi?

Rileggere non è ripetersi, ma dare una prova sempre nuova di un amore instancabile.

Daniel Pennac


La tartaruga rilegge tre volte;
una per sé,
due per capir cos’è
e la terza per raccontarla a te.84

Stefano Benni

“Ancora!” Chi ha un bimbo già grandicello lo ricorderà. Quella vocina che invoca una rilettura, che chiede di ricominciare da capo, quando si è giunti all’ultima pagina del libro. Ancora, per prolungare il momento magico, tra le braccia, sulle ginocchia o accanto a mamma e papà.


Rileggere per un bambino è importante quanto leggere. È la ripetizione, infatti, la chiave che permette di conoscere, assimilare, prevedere gli eventi e la realtà.


Riascoltando il bimbo ritrova gli stessi personaggi e le stesse azioni, ripercorre la storia e ha la conferma che tutto è come nel viaggio precedente, ogni elemento al suo posto. Basta qualche rilettura ed ecco che la realtà diviene prevedibile, la successione di eventi è interiorizzata ed è lì a disposizione del bambino che può richiamarla indietro quando gli serve. Tutto questo ha un effetto molto rassicurante.


La realtà che circonda un bambino piccolo è tutta nuova e da capire. La ripetizione è lo strumento che permette di dare ordine agli eventi, collocarli al posto giusto, dar loro un senso.


E i passaggi di una storia già nota, ben lungi dall’annoiare, sono anzi quelli che si gustano di più, anzi, si pregustano: il piacere di una scena particolarmente divertente o l’emozione di un episodio che fa un po’ paura iniziano con qualche pagina di anticipo…


Ed ecco perché è tanto importante assecondare le richieste del bambino: quando chiede di rileggere più volte, per giorni o per settimane, la stessa storia è perché ne ha bisogno. Soddisfatto il suo bisogno, ecco che lui stesso passa oltre ed è pronto per una nuova storia.

È molto toccante l’interpretazione del bisogno di ripetizione fatta dallo scrittore francese Daniel Pennac: “La ripetizione rassicura. È prova di intimità. È il respiro stesso dell’intimità. E lui ha proprio bisogno di ritrovare quel soffio. (…) ‘Ancora, ancora…’ vuol dire su per giù: ‘Dobbiamo proprio volerci bene, noi due, per accontentarci di quest’unica storia, ripetuta all’infinito!’ Rileggere non è ripetersi, ma dare una prova sempre nuova di un amore instancabile. Quindi rileggiamo”85.


Ma lasciamo ancora una volta la parola ai bambini e alle loro mamme.

Carla, mamma di Miriam (9 anni) e Davide (7 anni): Ho il ricordo nitido di Miriam che intorno all’anno di vita, barcollando mi portava un librettino di stoffa di sole quattro pagine in cui c’erano quattro semplicissime immagini. Una bimba che si svegliava la mattina, mangiava la pappa, giocava e, la sera, tornava a nanna. Lo scandire della giornata. Io avevo intitolato questo libretto La bimba che fa la nanna (il titolo, oggi lo vedo ancora meglio, incarnava i miei sogni!). Lei me lo porgeva, io la prendevo a sedere in braccio a me e raccontavo la storia di questa bambina che avevo inventato guardando le figure. Di solito, terminato il racconto, lei girava il libro e, accarezzando la prima pagina, cominciava una specie di rituale che prevedeva una serie di baci all’immagine della bambina e la frase: “Caa, caa biba nanna, coa!” (Cara, cara la bimba che fa la nanna, ancora!). Capitava che a volte, però, dopo la terza o quarta ripetizione fosse la mamma a rischio di fare la nanna. Allora se le dicevo: “L’abbiamo già letta tante volte, la rileggiamo tra un po’, cosa dici?”, lei prendeva il libro, faceva due o tre giri intorno al tavolo, come a dire ‘è passato del tempo’, e si ripresentava alla carica. Mi ha sempre fatto ridere e riflettere questo ‘stratagemma’ o forse, semplicemente, questa idea bambina dello scorrere del tempo.


Chiara, mamma di Serena (30 mesi): Nel suo rito pre-nanna mia figlia vuole sempre I tre porcellini, entrambe la conosciamo ormai a memoria, ma niente… BISOGNA leggerla ogni sera! Alcune volte leggiamo altre storie, ma l’ultima deve sempre essere I tre porcellini. Devo dire che anche per me è la più divertente perché alla lettura unisco un po’ di mimo (il lupo che soffia, gli ululati, ecc.).


Inoltre nel resto della giornata ama leggere molti cartonati, soprattutto quelli in rima e naturalmente la sua espressione preferita è: “Ancora!”.


W la ripetizione!

SI LEGGE! QUANDO?

Per un libro, ogni momento è quello buono. Ci sono famiglie dove la lettura o il racconto di una storia è il rituale della sera, per accompagnare i bimbi nel sonno. Ci sono famiglie che leggono spesso nel corso della giornata: la pausa-libro, magari di pochi minuti, trascorsi vicini vicini sul divano o sul tappeto, rappresenta un’opportunità per ‘fermarsi’ e stare un po’ insieme, facendo qualcosa che piace a grandi e piccoli.


A volte i libri servono per ritrovarsi, al ritorno dal lavoro della mamma e del papà o al rientro dall’asilo del bambino. E allora il libro è una bella storia sì, ma è prima di tutto una coccola, un abbraccio, un momento di tenerezza.


Ma i libri sono anche risate, risate incontenibili e sincere: quando la storia è buffa o quando l’adulto che legge la rende tale, facendo versi e voci divertenti o leggendo ‘mucca’, laddove c’è evidentemente scritto ‘topo’. Che ridere quando la mamma o il papà sbagliano la storia! E, ancora, i libri sono scoperta e curiosità, perché toccando nei punti giusti suonano o scricchiolano, o perché le pagine hanno tante finestrelle e chissà cosa c’è dietro.

Rituali della lettura

Ci sono poche altre attività che si prestano bene come la lettura per diventare rituali rassicuranti, attesi e amati dai bambini di tutte le età.


Ed è bello che ogni famiglia costruisca questi rituali, che spesso sono simili, ma allo stesso tempo anche unici e speciali.


  • La storia della buonanotte

La storia prima della nanna, letta o raccontata, è un classico. Una tradizione preziosa che ci tramandiamo di generazione in generazione e che è importante custodire. Se il bimbo si addormenta accanto ai genitori, eccolo tra le braccia della mamma o del papà, che si lascia cullare dalla voce, dalla dolcezza del contatto, dallo scorrere delle pagine. Qualcuno scivolerà nel sonno quando si chiude il libro, qualcuno farà una ciucciatina e si addormenterà. Se il bambino si addormenta nella sua camera, eccolo intento ad ascoltare la mamma o il papà, seduti accanto al suo letto, che leggono alla luce tenue dell’abat-jour.

  • Latte e storie, l’amore della mamma

Il binomio latte e storie di mamma piace molto ai bimbi.


Non solo. Spesso, il libro rappresenta un elemento di continuità quando (ognuno con i suoi tempi) i bambini si svezzano dal seno materno. Il rituale serale che dapprima prevedeva solo la poppata, poi la lettura seguita da una ciucciatina della buonanotte, vede diventare sempre più rari i momenti trascorsi al seno finché, un giorno, la mamma si rende conto che l’allattamento si è concluso.


Nei casi, invece, in cui sia la mamma a guidare lo svezzamento, il momento di tenerezza e vicinanza della lettura condivisa può rassicurare il bambino che in questa fase ha bisogno di un surplus di coccole e conferme dell’affetto materno.

  • Coccole di carta

Durante il giorno il libro è coccola, divertimento, gioco, scoperta. E qui le modalità della lettura condivisa sono davvero tante. Ad accomunarle è la vicinanza fisica ed emotiva, il fatto che il libro serva per stare insieme e fare qualcosa insieme. Sul divano, in cucina, sul tappeto del salotto o della cameretta, in giardino…


  • Sul vasino

Ma anche il bagno è il posto giusto per una bella lettura condivisa. Seduto sul vasino ecco che il bimbo ascolta o sfoglia molto volentieri un libretto o due, o tre…


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Le mamme raccontano

Fabiana, mamma di Michele (2 anni): Per la nanna, dopo la ciuccia, leggiamo una favola e poi si addormenta raggomitolato contro di me, tenendomi le mani…


Giada, mamma di Sofia (30 mesi): Il mio compagno rientra all’ora di cena, quindi il ‘pre-nanna’ è suo. Sofia sceglie nella sua libreria cosa leggere, si mettono sul tappetone e leggono alla luce della lampada. Poi c’è il libro da vasino, il libro che fa passare la paura del drago (che vive nella nostra caldaia, a quanto pare), i libri da divano…


Sonia, mamma di Iris, 2 anni: Leggendo, sempre alla sera, ma spessissimo durante il giorno, ci divertiamo tanto.


Irene, mamma di Fabio (3 anni): Il momento cacca è tra i preferiti per la lettura…


Benedetta, mamma di Matilde (4 anni): Solitamente leggiamo alla sera ma anche in un momento di calma, al pomeriggio o a colazione.


Anna, mamma di Alice (11 anni) e Francesca (7 anni): Non abbiamo mai letto prima di dormire: ascoltare una storia per le mie bimbe è sempre stato un piacere tale da non conciliare il sonno. I nostri momenti per la lettura erano il pomeriggio e, prima che rientrassi al lavoro, la mattina. Anche il sabato e la domenica mattina nel lettone sono un bel momento per leggere.


Elisa, mamma di Nausicaa (2 anni): Non è che ci sia un momento particolare della giornata per leggere: lo facciamo indifferentemente quando abbiamo voglia di ridere o di rilassarci; in auto, prima di dormire o al mio rientro da lavoro…


Grazia, mamma di Leonardo (4 anni): Non abbiamo un momento preciso durante il giorno per leggere, ma… quando lui ne ha voglia e quando c’è il tempo, sceglie un libro, si siede in braccio a me, io poggio il mio mento sulla sua testa e via: si parte con la fantasia!

Leggere fuori casa

Nella sala d’attesa del pediatra, quando i minuti scorrono lenti e davanti a noi ci sono ancora quattro bambini. Che sollievo tirar fuori qualche libretto dalla borsa, intrattenere il nostro bimbo e anche noi stessi, mentre aspettiamo!


Lo stesso discorso vale per qualunque situazione di ‘attesa forzata’, in un ufficio, in Posta, alla stazione, fare la fila con un bambino; convincerlo a stare relativamente fermo e tranquillo può essere un problema. Un problema che una bella storia può risolvere, trasformando una situazione di disagio in una situazione che il bimbo vive come molto piacevole.

  • In viaggio

Ci sono bimbi che amano molto viaggiare in auto, ma ce ne sono altri che mal sopportano gli spostamenti su quattro ruote. In questo caso, se c’è un adulto che non è impegnato alla guida, sedersi dietro accanto al piccolo (assicurato nel suo seggiolino) e mostrargli qualche libretto può essere di grande aiuto.


“I librini sono diventati velocemente il nostro più efficace strumento per trasportare Lisa in auto e riuscire a tenerla legata per tutto il tragitto; – scrive il pediatra Alessandro Volta nel bel libro Mi è nato un papà – Monica al suo fianco è diventata una vera attrice e ha imparato a fare diverse voci, compresa quella molto difficile del pesce”86.

Se la mamma è sola con il bimbo e quindi è occupata al volante, potrà invitare il piccolo a sfogliare i suoi libretti preferiti, mentre lei gli racconta la storia a voce alta (le mamme conoscono praticamente a memoria le storie preferite dei loro bambini, proprio perché le hanno lette e rilette più volte).


In treno, in aereo, in nave, una bella scorta di libretti può rendere piacevole anche il viaggio più lungo.

Insieme in biblioteca

A Giulio coniglio e al topo Tommaso è venuta una grandissima voglia di leggere.
L’oca Caterina li guarda e dichiara con voce decisa e squillante:
«Se avete voglia di leggere, conosco il posto che fa per voi: la biblioteca!».

Da Giulio coniglio va in biblioteca87

Per chi ama i libri e la lettura, è un servizio prezioso. In biblioteca si respira aria di libro, si scoprono nuovi titoli e autori, si possono trovare libri ormai difficili da reperire, si leggono moltissimi libri, a costo zero. E per chi sa già che i libri amati li vuole avere sempre a disposizione e quindi li acquisterà, la biblioteca svolge il ruolo di filtro, permettendo di verificare se un determinato libro risponde effettivamente alle sue aspettative e vale quindi la pena comprarlo.


E per i bimbi?

Non è mai troppo presto per iniziare a frequentare la biblioteca!


Molte biblioteche dispongono di appositi spazi a misura di bimbo, angoli morbidi con tappeti e cuscini, dove sfogliare i volumi illustrati per i più piccini e leggere con mamma e papà.


Per molte famiglie quello con la biblioteca diventa un appuntamento fisso, un’abitudine piacevole per immergersi nel mondo dei libri, scoprire nuovi titoli e… fare qualcosa di divertente insieme, genitori e bimbi.

In alcune città, inoltre, le biblioteche organizzano incontri di lettura ad alta voce per bambini tra 0 e 3 anni; una bella occasione per i bimbi, ma anche per le mamme che hanno così l’opportunità di incontrare altre madri88.
  • Il ruolo del bibliotecario

In biblioteca il genitore trova un’ampia offerta di letture, scelte da persone competenti che selezionano, nell’ambito del vasto mercato editoriale, libri di buona-ottima qualità. Il bibliotecario inoltre, grazie alla sua conoscenza dei libri, può aiutare nella scelta, e consigliare i genitori che cercano un testo che affronta tematiche particolari. Ad esempio, se il bambino sta prendendo confidenza con il vasino o sta per iniziare la scuola materna, può essergli d’aiuto la lettura di un libro il cui personaggio sta vivendo le stesse situazioni.

Le mamme raccontano

Paola, mamma di Federico (6 anni) e Elisabetta (3 anni): Il venerdì, di abitudine si prende un libro in biblioteca e al rientro a casa ci dedichiamo a scoprire qualche nuova avventura.


Daniela, mamma di Valentina (4 anni e mezzo): Frequentiamo la biblioteca della città che ha una bellissima sezione ragazzi, con area bimbi dedicata e punto allattamento.


Francesca, mamma di Valentina (7 anni): Leggere mi ha sempre affascinata fin da piccola. Non ricordo bene quando scoprii, con mia grande sorpresa, l’enorme tesoro gratuito che le biblioteche mettono a disposizione della comunità, ma da quel giorno, ne ho sempre attinto a piene mani. Tuttora ci vado spesso con mia figlia e sono ben contenta che lei abbia ereditato, oltre al piacere della lettura, il piacere di andare in biblioteca e di cercare tra gli scaffali colorati storie di animali – in particolare di gatti (le sue preferite) –, libri curiosi o divertenti… il tutto ovviamente a costo zero!!! Usciamo dalla biblioteca con le borse piene, certe di poter tornare tutte le volte che avremo voglia di un’altra immersione in questo piacevole mondo di favole ma anche di informazioni.


E se cerchiamo un libro che non c’è in biblioteca? Da qualche tempo la nostra biblioteca è in rete con tutte le biblioteche del territorio provinciale, ed è stato attivato il prestito inter-bibliotecario, quindi c’è a disposizione un catalogo più ampio, ma se ciò non bastasse c’è anche un servizio tipico: la biblioteca ogni mese ha a disposizione un budget da spendere in libri nuovi, ed è facoltà di ogni cittadino suggerire il titolo di un libro, dopodiché i bibliotecari valuteranno se fare l’acquisto. Di solito nel giro di un mese vengono acquistati… meglio di così!

SI LEGGE! COSA?

Quello che piace
Il vero esperto in fatto di letteratura per bambini è il bambino.…

Marcello Bernardi


L’editoria per l’infanzia propone ogni anno una ricchissima scelta di testi illustrati per i piccolissimi.


Ci sono libri dalle illustrazioni suggestive che catturano anche gli adulti, libri fatti di figure e pochissime parole, volumi di fiabe e di filastrocche, serie dedicate a un personaggio di cui, di libretto in libretto, il bambino può seguire le avventure, libri che si leggono e si ‘giocano’, grazie alle finestrelle da aprire o ai pulsanti che, premuti, riproducono suoni e versi degli animali.


E ancora libri semplici semplici di poche pagine e libri lunghi da leggere un po’ alla volta. Ce n’è davvero per tutti i gusti.


Come orientarsi nel variegato universo dei libri per bambini? Io direi lasciandosi guidare dal proprio bambino e, perché no, dal proprio gusto. Leggere è uno dei piaceri della vita, leggiamo dunque quel che ci piace e, naturalmente, quel che piace al nostro bambino.

A questo proposito, Bruno Tognolini scrive: “Bisogna leggere libri belli, che anche il lettore provi piacere e leggere, così al bambino arriva quel libro acceso da quel piacere, e lo fa crescere”89.


Proponiamogli testi diversi, perché possa trovare i libri di cui ha bisogno in ogni momento della sua crescita e perché abbia a disposizione tante belle storie per viaggiare con la fantasia lungo i sentieri che lo attirano di più.

E poi seguiamo le sue inclinazioni. Ci sono bimbi che amano ascoltare lunghi racconti e altri che preferiscono brevi storielle. Bimbi che apprezzano le fiabe e altri che chiedono racconti buffi che fanno ridere. Ognuno ha le sue preferenze e le preferenze possono cambiare velocemente, man mano che il piccolo cresce.


Bene, per fortuna i libri sono così tanti che non sarà difficile trovare sempre quello giusto!

  • Non solo libri

E ricordiamo che per il piccolo non sono interessanti e adatti solo i libri per l’infanzia. Il pediatra Marcello Bernardi suggeriva di lasciargli ‘prendere contatto’ con qualsiasi tipo di pubblicazione: “Per il bambino può andare bene ogni cosa; egli sa trarre buon frutto da ciò che gli va in quel momento, da ciò che lo stimola in quel determinato istante, dal fumetto, dal sillabario, dalle fotografie, dalle lettere dell’alfabeto, dai manifesti pubblicitari, dalle fiabe, dai libri di divulgazione scientifica, dai pieghevoli di una agenzia di viaggi (…)”90.

  • I libri preferiti di mamma e papà

Sono un pezzetto di noi. I nostri libri preferiti, le storie che più abbiamo amato nell’infanzia o una volta cresciuti, fanno parte della nostra vita. Spesso quel libro o quella storia risvegliano alla mente e al cuore ricordi importanti, ricordi di persone care o di momenti speciali.


E allora, leggerne qualche pagina per il nostro bambino, ovviamente quando ci rendiamo conto che è in grado di comprenderne o intuirne almeno un po’ il senso, sarà un modo per condividere con lui qualcosa di prezioso. Un dono per lui, ma anche per noi che avremo l’opportunità di rivivere emozioni ormai lontane e, magari, di riscoprire l’incanto provato nell’infanzia, grazie allo stupore e alla meraviglia del nostro piccino.

Le mamme raccontano

Irene, mamma di Fabio (3 anni): Fabio sceglie quasi sempre storielle sui pompieri (passione del momento), Giulio Coniglio o quelle di “Nati per Leggere” che si trovano nella rivista UPPA (Un Pediatra Per Amico).


Daniela, mamma di Anna (4 anni) e Luca (10 mesi): Noi leggiamo ogni tipo di libri, ad esempio, durante gli ultimi due mesi della gravidanza di Luca, Anna ha scelto le Cronache di Narnia! E seguiva la lettura con attenzione (certo non l’ho letto tutto con lei). Ma di solito prediligiamo le favole molto illustrate e, ora che è grande, magari da colorare. Quando era più piccola lei, e ora con Luca, scegliamo libri più interattivi, con finestrelle da aprire o superfici diverse da toccare. In ogni caso non rinunciamo alla nostra oretta dedicata ai libri: ci mettiamo tutti vicini vicini sul tappetone dei giochi e voliamo con la fantasia! Che momenti magici, altro che televisione!


Benedetta, mamma di Matilde (4 anni): Le leggo un po’ di tutto, dai libri sui dinosauri alla Pimpa, dalla bella addormentata alle storie di Ulisse (in versione adatta per l’età ovviamente!). A lei piace e commenta. Ad esempio quando le ho letto il mito di Aracne e Minerva mi ha detto che lei voleva trasformare in ragno Minerva.


Anna, mamma di Meera (2 anni): Sto leggendo alla mia splendida Meera Il piccolo principe, con un’aggiustatina qua e là (non che ne abbia bisogno, intendiamoci, è un capolavoro per me), per aiutarla a capire meglio. Meera apprezza tantissimo. Credo che i bambini non vadano sottovalutati semmai il contrario: non ci limitiamo a raccontar loro storie di paperi, nutriamo le loro menti, anche se ci sembra di osare…


Marzia, mamma di Alice (2 anni): Il suo libro preferito del momento? Alice e il fratellino nel pancione. Alcuni, tipo un libro di Roberto Piumini, li sappiamo a memoria e li ‘recitiamo’ quando magari siamo in fila con il carrello al supermercato, non abbiamo nulla con noi e lei si annoia.

Daniela, mamma di Valentina (4 anni e mezzo): Leggo per Valentina da quando è piccolissima. Io adoro leggere e sono appassionata di miti, leggende e Medioevo, così ho iniziato a leggerle, mentre la allattavo, bellissime storie di mitologia. Quando è cresciuta siamo passate a libri morbidi in tessuto o libri di cartone e di plastica per il bagnetto. E poi le fiabe corte, la collezione della De Agostini, 38 fiabe tra cui scegliere. Ora Valentina ha una libreria di tutto rispetto…

Libri a costo zero…

Vista l’importanza della lettura ai più piccini, l’ideale sarebbe avere sempre in casa una scorta di volumi a cui attingere per questo appuntamento quotidiano. Premesso il fatto che i soldi spesi in libri sono un investimento – e un investimento molto buono! – la libreria del nostro bimbo può crescere e arricchirsi, oltre che con i volumi acquistati, anche con qualche bel libro a costo zero. Come?

Anche in questo caso, come per tutti gli altri accessori destinati ai bambini91, un’opportunità molto valida è quella di ‘ereditare’ libri di cuginetti, figli di amici, vicini di casa… E chi ha la fortuna di averli ancora potrà condividere con i figli i volumi illustrati che hanno fatto parte della sua infanzia (che emozione ritrovare le storie amate, gli eroi e i luoghi che ci hanno fatto sognare, e tuffarsi nei ricordi in compagnia dei nostri bambini!).

E per non fermare il circolo virtuoso del riuso, una volta cresciuto il nostro bambino, potremo conservare i libretti per lui e per noi più significativi, e donare gli altri a cuginetti e amichetti più piccoli.


I libri in buono stato vengono generalmente accolti volentieri anche da biblioteche, scuole materne, reparti di pediatria (per arricchire gli spazi gioco destinati ai piccoli pazienti) o, ancora, si potranno vendere o scambiare in occasione di mercatini e fiere dell’usato o tramite siti specializzati.

Gli audiolibri

Un tempo c’erano i dischi in vinile che narravano la storia illustrata in albi di grande formato. Il Cantastorie raccontava e il bambino seguiva le vicende sul libro, voltando pagina al suono di un campanellino. Chi è nato negli anni settanta (ma anche dopo) probabilmente ricorderà le fiabe sonore92 che iniziavano con il ritornello: “A mille ce n’è/nel mio cuore di fiabe da narrar (da narrar). Venite con me/nel mio mondo fatato per sognare (per sognar)”. Oggi la voce è registrata su supporti più evoluti, ma gli audiolibri continuano a raccontare fiabe classiche e/o storie tratte da film d’animazione per bambini.


I libri dotati di Cd sono utili? Sinceramente a me piacciono, da bambina ho trascorso ore piacevoli ascoltando e riascoltando la fiaba dei tre porcellini e le loro orecchiabili canzoncine. Naturalmente, nessuno si sognerebbe di paragonare la lettura condivisa con mamma e papà, cioè la lettura ‘vera’, con l’intrattenimento che può offrire una voce registrata. È evidente che si tratta di situazioni totalmente diverse (non paragonabili appunto); penso sia chiaro a tutti i genitori (di sicuro abbiamo ricordi ben distinti delle fiabe narrate dal Cantastorie e dei momenti in cui la mamma, il papà o una nonna ci leggevano una storia!) e di certo è ben chiaro a tutti i bambini.


Detto questo, forse c’è un altro confronto che invece possiamo fare ed è quello tra i libri registrati e la televisione. Senza volerci addentrare nell’argomento Tv (se, come, quando e quanto)93, possiamo constatare un dato di fatto: oggi sono numerosi i bimbi che iniziano a guardarla in età molto precoce, ma gli esperti ci ricordano che per i piccoli l’esposizione alla televisione sarebbe da evitare. Innanzitutto l’apparecchio televisivo non prevede interazione – il bimbo davanti alla tivù è un soggetto passivo – e poi lo scorrere veloce delle immagini e il linguaggio (privo di quelle intonazioni che favoriscono la comprensione del bambino), non sono adatti nei primissimi anni di vita. E allora, quando la mamma (o l’adulto che si sta occupando del bimbo) deve dedicarsi a qualche incombenza e non ha la possibilità di intrattenere il piccolo, una fiaba narrata dal Cantastorie e raffigurata nelle illustrazioni di un bel libro, può rappresentare una valida soluzione per i bambini di ogni età.


Infine, anche per i bimbi che non userebbero comunque la televisione e che leggono d’abitudine con mamma e papà, il libro da ascoltare può essere un piacevole intrattenimento.

La sua prima libreria

Insieme alla presenza di una voce leggente, l’altra condizione di buon accesso alla lettura è che in casa ci siano un po’ di libri, ovviamente con l’abitudine di leggerli.

Tullio De Mauro


Uno scaffale colorato, un mobiletto, dei ripiani fissati a misura di bimbo. Ed ecco che il bambino può disporre in modo autonomo della sua prima libreria. Un luogo dove custodire libri e libretti e dove cercare il volume che si ha voglia di farsi leggere da mamma e papà.


Lo scaffale dedicato ai libri permette di conservare e tenere in ordine i suoi primi libri, ma soprattutto sottolinea simbolicamente l’importanza e il valore dei libri che hanno un proprio spazio anche fisico all’interno della casa e della famiglia.


Inoltre, se i libri sono sott’occhio, è più facile che al bimbo venga in mente di prendere l’iniziativa e sfogliarne uno in vari momenti della giornata. La vicinanza favorisce la confidenza, la confidenza fa crescere l’affetto…


Alcuni genitori ricorrono al fai da te e realizzano una piccola libreria con pannelli di compensato o adattano allo scopo mobiletti bassi e/o comodini (a cui vengono tolte le antine). In questo caso si potrà rendere partecipe il bimbo, ad esempio per la scelta della tinta con cui colorare i ripiani o per decorare con disegni e motivi che siano di suo gradimento le pareti laterali della sua libreria.


Altri genitori destinano i ripiani più bassi della libreria di casa, che ospita i volumi degli adulti, ai libri del bambino. Anche così si potrà coinvolgere il bimbo, facendosi aiutare a liberare i ripiani destinati a lui e a riporvi i suoi libretti.

Per quanto riguarda il ‘patrimonio librario’ del bebè, naturalmente è destinato a crescere con lui ed arricchirsi nel tempo, come raccomanda Gianni Rodari che vede nella mancanza di scelta uno dei modi “per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura”. “Noi non leggiamo il primo libro che ci capita per le mani – scrive Rodari –. Ci piace scegliere. Raramente, invece, al bambino è offerta una scelta sufficiente. (…) Ecco perché la bibliotechina, personale o collettiva, è indispensabile. Venti libri sono meglio di uno, e cento meglio di venti, perché possono suscitare curiosità diverse, appagare o stimolare interessi diversi, rispondere ai mutamenti di umore, alle svolte della personalità, della formazione culturale, della informazione”94.

Le mamme raccontano

Valentina, mamma di Matilde (3 anni e mezzo): Custodisco con estrema gelosia i miei libri di quando ero piccola, che mia mamma mi leggeva prima del riposino pomeridiano. Da mamma ho cercato di trasmettere a mia figlia l’amore per i libri e per la lettura, e per il momento, sembra ci sia riuscita! Con l’aiuto di babbo e mamma, Matilde ha costruito e dipinto la sua personale libreria: alla sua altezza, colorata e disegnata a suo piacimento. Così che in ogni momento, sin da piccola, possa scegliere quando vuole cosa sfogliare. Ogni momento della giornata è buono per una lettura ad alta voce.


Daria, mamma di Alice (3 anni) e Elena (3 mesi): Alice ha una bella e fornita libreria con favole classiche, libretti di animali, libri gioco, riviste…


Daniela, mamma di Valentina (4 anni e mezzo): Ora Valentina ha una libreria di tutto rispetto nella sua stanza e libri dappertutto nel resto della casa.


Marta, mamma di Letizia (15 mesi): Dopo aver letto il libro di Grazia Honneger Fresco, abbiamo pensato di fare un mobile ‘a misura di bambino’ dove inserire libri e giochi, affinché Letizia li avesse tutti alla sua portata e decidesse lei cosa usare e quando. Ma quando ha scoperto che noi genitori teniamo i libri in appositi scaffali ‘a misura di adulti’, ha deciso che quello doveva essere il posto anche dei suoi libretti.

Libretti fai da te

I libri destinati ai bimbi molto piccoli dovrebbero contenere immagini estremamente semplici e dai colori vivaci. Per questo non è difficile realizzare uno o più libretti fai da te per il proprio piccino, utilizzando del cartone spesso e resistente e disegnando volti umani, semplici oggetti che il bimbo può riconoscere (palla, sole, cappello, ecc.) o delle sagome stilizzate di animali95.


Se il genitore non vuole cimentarsi con matita e pastelli, potrà ritagliare alcune immagini e applicarle sulle pagine. L’importante è che siano figure molto semplici e chiare che riproducono oggetti familiari per il bimbo.


Praticando due o tre fori sul bordo laterale delle pagine di cartoncino, si potranno assemblare copertine e fogli interni, utilizzando un nastrino colorato (fatto passare all’interno dei fori e annodato).


Oppure, si possono piegare a metà dei cartoncini per realizzare le pagine (da ogni cartoncino si ottengono due pagine, ovvero quattro facciate), sovrapponendo 3 o 4 cartoncini si ottengono 6 o 8 pagine, che poi si possono tenere insieme con un nastrino infilato nel centro del libro e annodato sotto, alla base della copertina.


Quando il bambino è un po’ più grandicello, il genitore potrà coinvolgerlo in questa attività96, ed ecco un gioco davvero entusiasmante: costruire insieme dei libri utilizzando vari materiali (incollando ad esempio inserti di stoffa, chicchi di caffè, foglie, bottoni, ecc.), decorandoli con lustrini, carte brillanti (come quelle delle caramelle), ritagli di giornale…


Nella guida realizzata dal gruppo di lavoro NpL della provincia di Sondrio, si suggerisce inoltre di costruire delle semplici storie basate sulla vita della famiglia o sulle esperienze dei genitori da piccoli, da illustrare con le proprie fotografie:saranno libri molto letti dai bambini che vi attribuiscono un forte valore affettivo”97.

CONSIGLI DI LETTURA

  • Valentino Merletti R., Libri e lettura da 0 a 6 anni, Mondadori, 2001

  • Valentino Merletti R., Leggere ad alta voce, Mondadori, 2000

  • González C., Bésame mucho, Coleman Editore, 2005

  • Barbero N., Orecchia G., Il libro dei libri. Manuale per giocare a costruire libri, Salani, 2004

Me lo leggi?
Me lo leggi?
Giorgia Cozza
Racconti, fiabe e filastrocche per un dialogo d’amore con il nostro bambino.Idee e suggerimenti per favorire la pratica della lettura condivisa, strumento prezioso per rafforzare il legame con il bambino nei primi anni di vita. La voce della mamma è capace di produrre effetti significativi già durante la gravidanza: il bambino nella pancia si sviluppa immerso nel liquido, ma anche nei suoni, che dopo la nascita sono fortemente ricercati. La parola che diventa voce è la base della comunicazione e della relazione umana, e per il bambino rappresenta un’esperienza che dà ordine e senso alla realtà. Leggere è anche il migliore antidoto alla televisione, principale fonte di “comunicazione” passiva e unidirezionale della nostra epoca. Me lo leggi? parla di fiabe, filastrocche, storie e leggende, lette e rilette migliaia di volte o inventate sul momento, raccontate, intonate, sognate, cantate, con la voce e con il cuore per narrare a nostro figlio la storia più importante, quella del nostro amore per lui. Gli articoli scientifici, i pareri degli esperti (psicologi, pediatri, pedagogisti) e i tantissimi suggerimenti pratici proposti da Giorgia Cozza rispondono a tutti quegli interrogativi che spesso i futuri e i neo-genitori si pongono: cosa sente il bimbo nel pancione? perché è importante leggere e raccontare storie sin dai primi mesi di vita? possiamo favorire l’amore per la lettura in età scolare? Le coppie di genitori intervistati raccontano l’importanza che le storie e i racconti hanno avuto nella crescita serena e felice dei propri figli, perché quando un papà o una mamma legge o racconta, quella che si crea è una situazione di intenso benessere: il bambino, infatti, non assapora solo la storia narrata, ma anche l’attenzione esclusiva che in quei frangenti gli riserva il genitore.Inoltre, le fiabe e i racconti lo aiutano a comprendere meglio la realtà che lo circonda e i suoi stessi sentimenti, le sue emozioni e le sue paure. Questi momenti di lettura e di racconto non dovrebbero avere alcuno scopo didattico, ma semplicemente quello di vivere momenti felici insieme con i nostri figli e di tessere legami forti con loro.La lettura condivisa è parte integrante di uno stile di accudimento basato sul contatto e sulla prossimità, in grado di favorire serenità e sicurezza nei complessi e delicati primi anni di vita. Una ricca raccolta di filastrocche e ninne-nanne rende questo libro uno strumento ancor più completo e prezioso per tutti i genitori per mettere a fuoco importanti concetti che riguardano la relazione con il bambino, il suo sviluppo emotivo e cognitivo, la costruzione della sua personalità e di conseguenza del suo futuro. Conosci l’autore Giorgia Cozza è una mamma-giornalista, specializzata nel settore materno-infantile, autrice di libri per bambini e numerosi manuali per genitori, divenuti un importante punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all’estero.È stata relatrice in numerosi congressi per genitori e operatori del settore e ospite di trasmissioni televisive per rispondere a quesiti legati all’accudimento dei bimbi e a uno stile genitoriale ecocompatibile.