capitolo ix

Voci che si intrecciano:
papà, nonni e fratellini

La lettura condivisa è una forma diversa di comunicazione, un momento eccezionale della vita famigliare.

Roberta Cardarello

Il senso di appartenenza, soprattutto nella prima infanzia, è il bisogno più importante dell’essere umano.

Willi Maurer

Voce di mamma, voce di papà. Ma anche di nonno, nonna, fratelli e sorelle, zii, cugini e baby sitter. Quante voci che si intrecciano grazie a una storia. Voci che regalano sicurezza, in se stessi e nel mondo, perché circondano il bambino di calore, di affetto, di… famiglia.

Me lo leggi papà?

Sia il padre che la madre hanno un ruolo determinante nella definizione dello stile di attaccamento a lungo termine, e pari responsabilità.

Phillip Shaver


Nei mesi dell’attesa e nei mesi immediatamente successivi alla nascita, madre e figlio vivono una profonda simbiosi, fisica ed emotiva. La madre contiene, protegge, nutre. Il bimbo vive di lei e con lei. Per stare bene, ha bisogno della mamma. E il papà? Il padre ha un ruolo molto importante. Perché è lui che accudisce e fa sentire protetta la madre. È il suo abbraccio che sostiene colei che contiene. E se è un ‘buon’ papà, presente e coinvolto, sono la sua forza e la sua serenità che possono aiutare la donna a scoprirsi e sapersi madre, a credere in se stessa e nelle proprie potenzialità. E non è poco…


Soprattutto perché oggi la madre è spesso sola ad affrontare i dubbi, le incertezze, i timori che sono frutto dell’inesperienza (per molte donne il proprio bimbo è il primo neonato che si trovano ad accudire), ma anche della grande responsabilità che si prova quando da noi dipende il benessere di un’altra creatura.


E il bambino? Il bambino impara a conoscere e amare il suo papà, ancora prima di nascere. E proprio la voce rappresenta, per loro, uno strumento di relazione privilegiato. Se il futuro papà nel corso dell’attesa si rivolge al suo piccino, cercando il contatto con il tocco (carezzando il pancione) e con la parola, entrambi – papà e bimbo – iniziano a conoscersi e a comunicare. Pongono così le basi di quel legame che con la nascita è destinato a rinsaldarsi e crescere di giorno in giorno. E ancora una volta, la voce che accompagna l’abbraccio, il contatto, le coccole, si rivela uno strumento potente. Il bimbo è ancora piccolissimo quando reagisce alla voce del papà che si avvicina, sgambettando e muovendo le braccina. E ben presto arrivano i sorrisi. E quelle risate che toccano il cuore.


La voce offre al papà infinite opportunità: può farsi ninnananna, filastrocca, frasi sussurrate, risata. E, infine, si fa storia.


Lettura condivisa, fiaba, racconti inventati lì per lì. A misura di bambino. Quindi all’inizio storie piccoline, poche parole, tante coccole. E poi man mano che il bimbo cresce, le storie crescono con lui. Nel raccontare e nel leggere entrano in scena le voci, i versi, i suoni che incantano. È la magia della voce! Il testo che accompagna le illustrazioni si fa più ricco e articolato. Il bambino è curioso, interessato, aspetta il seguito. E lo aspetta sempre con il medesimo entusiasmo, anche se già lo conosce perché quel libro o quella storia l’ha ascoltata tante e tante volte.


Raccontando e leggendo, ognuno a modo suo, seguendo le proprie inclinazioni e trovando il ‘proprio’ modo, che sarà originale perché i papà sono tutti diversi e così i loro bambini, un papà può creare consuetudini e rituali, momenti unici, momenti che per il bambino sono “io e il mio papà” e che come tali restano nel cuore e nella memoria.


Momenti felici, non tanto o non solo per la storia letta o raccontata, ma perché quella storia offre l’opportunità di stare vicini, di ritrovarsi dopo una giornata trascorsa lontani, di coltivare uno spazio ‘riservato’, da cui pensieri e preoccupazioni restano fuori. Per il genitore, uno spazio per godersi l’essere papà (e l’emozione di un bimbo che ti si avvicina con un libro: “Me lo leggi, papà?”), per il bambino uno spazio per assaporare la gioia di avere un papà che gli vuole bene.


  • Un dono per il bambino

La consuetudine della lettura condivisa cresce con i nostri bambini, si trasforma, si arricchisce, viene plasmata in base alle esigenze e alle preferenze di genitori e bimbi.


Il suggerimento è di coltivare questa consuetudine, anche se magari il papà ha poco tempo perché il lavoro lo tiene lontano da casa per buona parte della giornata o per diversi giorni alla settimana, anzi, in questi casi l’appuntamento con il libro può rivelarsi ancor più utile e prezioso. Non diciamo di no al nostro bambino che ci chiede una storia, anche se siamo stanchi per una lunga giornata di lavoro. Leggere non è faticoso, anzi! È l’occasione per sedersi comodi comodi, godersi l’abbraccio del proprio bimbo o la sua vicinanza mentre si accoccola accanto a noi, e sgombrare la mente da ogni pensiero. Facciamo felice il nostro bambino, gli dimostriamo il nostro affetto e allo stesso tempo ci rilassiamo, passiamo dalla modalità lavoro-impegni-affanni quotidiani alla modalità casa-famiglia-relax.


Per molti papà l’appuntamento con la storia è il rituale della sera.


Seduto accanto al letto del proprio bambino (o ragazzino) il papà visita insieme a lui luoghi lontani e misteriosi, affronta incredibili avventure, sfida temibili avversari, e insieme a lui si spaventa, si emoziona, si commuove, si diverte…


La sua voce offre le ali alla fantasia del bambino, lo porta lontano, gli fa scoprire il mondo (quello reale e tanti altri) e poi pian piano lo riaccompagna indietro e lo aiuta a scivolare nel sonno…


Se ci fermiamo un attimo a pensarci, se guardiamo dall’esterno quel semplice ‘quadretto’, con il babbo vicino al suo bambino, avvolti nella penombra dell’abat-jour, quanta magia in questa scena di vita quotidiana. Quanto calore…


Non sorprende che i bambini che hanno sperimentato queste sensazioni abbiano a disposizione un surplus di sicurezza e di fiducia in se stessi. Sentirsi amati aiuta a crescere più sereni e più felici (d’altronde sentirsi amati non è il desiderio anche nostro, che siamo ormai adulti?).


  • … e per il papà!

Anche se molte donne oggi lavorano fuori casa, secondo indagini e ricerche è comunque la madre il genitore che trascorre più ore con il bambino. Se poi la mamma si dedica alla famiglia a tempo pieno (o per buona parte della giornata grazie al part-time o al telelavoro), le possibilità di condividere tempo, attività e interessi sono superiori rispetto a quelle del padre che torna a casa solo a sera. Ma il fatto di avere meno tempo non può e non deve scoraggiare, anzi può essere vissuto come un incentivo per fare qualcosa con il proprio bambino, per condividere esperienze, per creare buone abitudini.

Steve Biddulph scrive: “Per i padri, fare qualcosa insieme ai figli è vitale, perché permette alla confidenza di svilupparsi spontaneamente: le conversazioni si approfondiscono, gli argomenti emergono senza preavviso”169.


La consuetudine di raccontare e leggere storie, come abbiamo visto nei capitoli precedenti, può essere di grande aiuto per avvicinare genitori e figli, per creare occasioni di dialogo e di confronto, per conoscersi meglio.

I papà raccontano

Nino, papà di Nicolò (6 mesi): Ricordo con estrema gioia i pomeriggi di lettura trascorsi insieme alla mia mamma. Le mie fiabe preferite erano, e forse lo sono tuttora, Pinocchio e I musicanti di Brema. Il costante ripetersi dell’appuntamento ha fatto sì che io le imparassi a memoria. Un pomeriggio, infatti, aprii il libro di Pinocchio e cominciai a “leggere” con grande stupore dei presenti. Avevo solo quattro anni.


Mi auguro di poter condividere col mio piccolo Nicolò gli stessi bei momenti, e suscitare in lui le stesse emozioni a distanza di tanti anni.


Riccardo, papà di Giorgia (14 mesi): Per la festa del papà mi è stato regalato il libro Io e il mio papà che è diventato il libro di apertura delle letture pre-nanna. Vi racconto la mia esperienza perché è ogni volta un’emozione grandissima vedere la mia piccola che si interessa alla lettura insieme e comprende e riconosce comportamenti ‘nostri’ in ciò che il libro racconta con la metafora del papà-orso e del bimbo-orsetto. Ecco ciò che accade.


In cameretta, Giorgia è in braccio a papà, sono seduti sulla sedia a dondolo. Papà, indicando i libri poggiati lì vicino dice: “Giorgia, amore, leggiamo Io e il mio papà?”


Giorgia lo guarda, spalanca la boccuccia in un sorriso, socchiude gli occhi felice, agita le braccia e le piccole mani come un uccellino e dice con voce sognante: “Papà!”


A questo punto il papà prende il libro e lo porge a Giorgia, che comincia a sfogliare le pagine, mentre lui legge la storia. Ad ogni immagine di papà-orso Giorgia allunga il piccolo indice della mano destra e sussurra “Papà”, voltandosi poi ad incrociare lo sguardo col padre sorridente.


La storia prosegue, le pagine si susseguono tra dondolii di mani, sorrisi e sussurri fino ad arrivare al termine, con papà-orso e bimbo-orsetto abbracciati nel sonno. Chiuso il libro, il papà dà un bacio sulla fronte alla piccola Giorgia che si slancia verso di lui in un abbraccio affettuoso. Ora possono passare alla lettura successiva, ma questi momenti rimarranno indelebili nei loro cuori.


Fabio, papà di Marco (6 anni) e Gaia (3 anni): Fate, orchi, mari in tempesta e animali parlanti si susseguivano nella mia mente di bambino come onde sulle spiaggia. Storie sempre nuove, sempre fresche dipinte dalla voce dei miei. E oggi, come ieri, vorrei che le menti di Marco e Gaia, come battigia battuta dalle onde della fantasia si popolassero di mondi incantati, ridisegnati ogni volta con nuovi contorni.


Antonio, papà di Mattia (11 anni), Nicola (9), Maddalena (5): La lettura “intensiva” con Mattia è iniziata per caso, mentre mia moglie preparava per la notte i più piccoli. Gli incontri prima di addormentarsi diventarono subito una piacevole abitudine per entrambi. L’appuntamento serale si è esteso, in seguito, anche a Nicola di due anni più piccolo, che ascoltava le nostre letture ad alta voce. A volte era Mattia a leggere mentre io e Nicola ascoltavamo. Succedeva anche che quando ero stanco mi addormentavo leggendo e loro, senza pietà, mi svegliavano immediatamente… Sono stati momenti felici, che hanno lasciato a me degli splendidi ricordi e a loro la passione per la lettura.

Nonni, voce e memoria

Ci sarebbe tanto da dire sui nonni… I nonni sono le nostre radici, veniamo da loro e a loro dobbiamo un po’ di quello che siamo. Sono la nostra storia e la voce che racconta quella storia.


Un nonno è un dono per un bambino. Forse perché il bene che ti vogliono i nonni è caratteristico, forse perché i nonni, in genere, si concedono e concedono ai nipotini molti più ‘sì’. Sollevati dalle responsabilità e dall’urgenza educativa (che tocca invece ai genitori), molti nonni si relazionano con i nipotini con una spensieratezza nuova, vivendo questo rapporto come un’occasione preziosa, ancor più preziosa perché arriva in una fase della vita in cui, solitamente, hanno più tempo (e più saggezza?) a disposizione per godersi le emozioni che solo un bambino sa regalare. Certo non si vuole generalizzare, i nonni sono tutti diversi, le famiglie sono tutte diverse, ma se la situazione e i rapporti personali lo permettono, nonni e nipoti hanno tanto da offrire gli uni agli altri. E quando si parla di nonni, come non pensare alle storie?

La maggior parte dei nonni è una fonte sicura di belle storie, perché conosce le fiabe classiche, le favole e tanti racconti. E quando un nonno racconta o legge una fiaba ha l’occasione di ritrovare eroi, principesse e magie che hanno accompagnato due periodi importanti della sua vita: la sua infanzia e l’infanzia dei suoi bambini. Se i nonni da piccoli hanno avuto un adulto che ha raccontato loro delle fiabe e se, una volta diventati genitori, le hanno raccontate ai loro figli, questo terzo appuntamento è un regalo, è un’opportunità per rivivere antiche emozioni che lo scorrere del tempo non è in grado di cancellare.


E per i nonni che non avevano avuto modo di raccontare storie ai loro bambini, ecco la famosa seconda possibilità…


Ma i nonni, come dicevamo, sono anche i custodi della nostra storia, la storia di famiglia! Ed ecco che quando rievocano episodi della loro infanzia, o descrivono le condizioni di vita, gli usi, le tradizioni del periodo in cui erano giovani, offrono al bambino un’eredità preziosa poiché gli affidano la storia della sua famiglia e allo stesso tempo gli regalano uno sguardo sul mondo com’era una volta.


E per chi ha la fortuna di poter ascoltare un bisnonno o una bisnonna… I fatti narrati saranno ancora più avvincenti e misteriosi, perché gli ‘scenari’ descritti sono molto diversi dalla realtà che il bambino conosce (il progresso tecnologico ha accelerato e amplificato il cambiamento, rivoluzionando in pochi decenni molti aspetti della realtà).

Anche i nonni che magari non sono soliti raccontare in genere non sanno dire di no a un nipotino che chiede di leggere una storia170. Per molti di loro, quello con la lettura condivisa diventa un appuntamento fisso, una tradizione nonno-nipote che li accompagna negli anni e diventa una delle modalità con cui si esprime il reciproco affetto anche quando il bambino è ormai un ragazzino.

A livello pratico, per quei nonni che accudiscono i nipotini mentre i genitori non ci sono, libri e racconti sono dei preziosi alleati che permettono di intrattenere bimbi di ogni età in modo divertente e intelligente a un tempo.
Nonni e nipoti seduti vicini, con un libro tra le dita o un racconto sulle labbra, vivono momenti felici, momenti che dopo aver contribuito alla crescita serena del bambino vanno ad occupare un posto d’onore nello scrigno dei ricordi, per tornare alla mente magari molti anni dopo, richiamati da una sensazione, un profumo, una situazione… Ricordi che sopravvivono al tempo, che quando siamo adulti ci permettono di sentire vicini anche quei nonni che non ci sono più.

I nonni raccontano

Silvana, mamma di tre figli e nonna di Nicolò (6 mesi): La libreria cartonata di mio nipote mi ha fatto scoprire nuove possibilità di comunicare con lui, come non avevo fatto con i miei tre figli che si sono appassionati alla lettura da grandi, pur avendo in casa una bella e ricca libreria.


Quello pomeridiano è diventato un appuntamento irrinunciabile e festoso, perché apprezzato da Nicolò che reagisce sorridendo e accarezzando le figure. È un momento di grande complicità e di arricchimento anche per me.


Sono una nonna felice di un bimbo meraviglioso che è riuscito a fugare un incipiente stato depressivo. È proprio vero: essere nonna è essere due volte madre… ed è stupendo!


Natalina, mamma di tre figli e nonna di cinque nipoti: Io amo tutti i libri, sia di favole che di fiabe, specialmente quelli che hanno quelle strepitose illustrazioni che ti fanno intuire il senso della storia solo guardando le immagini. Sono convinta che per leggere una favola a un bambino, il libro deve prendere il cuore e la mente del lettore. Io ero molto impegnata quando avevo i bambini piccoli, Clara, Marco e Monica sono nati nell’arco di tre anni e in più avevo un negozio di generi alimentari.


Anche se il tempo che potevo dedicargli non era tanto, siamo sempre stati uniti. Quando leggevo loro qualche libro erano i classici di Walt Disney: Biancaneve, Cenerentola, Il Gatto dagli stivali, Pinocchio, Pollicino, ecc. Ma quel che entusiasmava di più i miei bambini, erano i racconti di Natale. Si iniziava a ottobre e si andava avanti fino a Natale, più si avvicinava il Natale più i bambini si sentivano coinvolti.


Quando sono diventata nonna, specie per Benedetta che passava quasi tutto il giorno con me, leggevo anche storie trovate su vari giornali e inventavo storie di animali, e se vedevo che le piacevano, allora le scrivevo così gliele potevo raccontare di nuovo. Infatti le ho tenute come ricordo.

Giacinto, papà di due figli e nonno di Samuel (3 anni): Io non ho letto libri ai miei figli, lavoravo tanto, c’era la mamma con loro quando si addormentavano. Oggi però leggo per il mio nipotino che ha tanti libretti colorati, me li porta e dice: “Nonno, leggi?”

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Lettura… fraterna!

Che emozione vedere il proprio bambino che legge (i testi o le figure) per il suo fratellino o la sua sorellina più piccola.


Nelle famiglie dove si coltiva la consuetudine di leggere e raccontare, scene di lettura condivisa tra fratellini – che sanno leggere, oppure non sono ancora capaci di farlo – sono frequenti. E in genere, rendono molto felici i genitori!


I bambini iniziano a ‘leggere’ e raccontare libri per i fratellini sin da piccolissimi: bimbi di tre anni possono cimentarsi con complesse spiegazioni di testi e figure, basandosi sulla memoria (se i genitori rileggono spesso la storia preferita del piccolo, il bimbo è in grado di impararla a memoria) o sull’immaginazione (inventando di sana pianta eventi e situazioni).


D’altronde, se le storie fanno parte della giornata del bambino e della modalità di accudimento di mamma e papà, per lui è normale prendersi cura del fratellino raccontando e leggendo per lui. Condividere un libro con il nuovo arrivato è una bella manifestazione d’affetto da parte del primogenito! In fondo è un modo per accoglierlo nel proprio mondo, per “iniziarlo” alle passioni di famiglia.


E la reazione dei fratellini minori in genere non manca di ricompensare le attenzioni del maggiore: non è strano vedere bimbi di pochi mesi ascoltare rapiti i loro fratelli!


Quando anche il piccolo è in grado di apprezzare un libro, eccoli insieme che sfogliano le pagine, magari in silenzio o magari con uno dei due fratelli che spiega e racconta le illustrazioni. Man mano che i bambini crescono, i gusti si affinano, ognuno ha la sua storia preferita, la biblioteca di famiglia cresce, si collezionano i libri che raccontano le avventure dei personaggi amati di entrambi. Se la distanza di età non è tanta, spesso si coltivano ‘passioni letterarie’ comuni e si condivide il periodo di grande amore per i libri di dinosauri, supereroi, principesse, puffi e creature varie. Tra giochi, discussioni e alleanze, i libri fanno parte della relazione tra fratelli.


La ‘lettura fraterna’ si evolve ulteriormente quando il maggiore impara a leggere. Ora non si inventa più, non ci si basa sulle illustrazioni, non ci si affida alla memoria… si legge!


Superata la fase di apprendimento della tecnica (in cui leggere è ancora una fatica), il fratello più grande può mettere a frutto la sua nuova competenza leggendo per se stesso, per i genitori, per il gatto, per le bambole, ma soprattutto… per i fratellini!

La lettura è anche uno dei modi (più sicuri) in cui un fratello maggiore si può rendere utile e dare una mano alla mamma che gli chiede di ‘badare’ al minore. E se i più piccoli amano i libri, l’ammirazione e l’attenzione riservata al fratello che legge saranno per lui una grandissima soddisfazione.


Una volta diventati ragazzini, i fratelli si scambiano libri, si consigliano o sconsigliano titoli, chi ama di più la lettura può stimolare chi è meno interessato (l’esempio di un fratello maggiore è una motivazione molto potente!).


Infine, la lettura può rappresentare un terreno di incontro per quei fratelli che hanno diversi anni di distanza e magari non condividono moltissimi interessi: libri e racconti abbattono distanze e differenze. La lettura, ancora una volta, unisce…

Storie di fratelli

Daria, mamma di Alice (3 anni), e Elena (3 mesi): Alice legge per la sorellina. Sono bellissime, e poi sembra che Elena la ascolti!


Elena, mamma di Giulia (6 anni) e Ludovica (3 mesi): La cosa più bella, per me che leggo librini alla mia primogenita da quando era piccolissima, è stato vedere che adesso vuole raccontare a modo suo i libri alla sorellina. E inizia così: “Allora Ludovica, ascolta bene che ti leggo questo libro…”


Francesca, mamma di Edoardo (2 anni) e Vittoria (7 mesi): Edoardo sfoglia le pagine e le spiega a modo suo cosa vede e cosa succede nella storia. E Vittoria lo ascolta!


Giorgia, mamma di Mattia (11 anni), Nicola (9 anni), Maddalena (5 anni): “Me lo leggi da ridere?” quando Maddi esprime la fatidica richiesta, io ci provo, ma non mi viene molto bene. Nicola, invece, è un vero professionista della lettura divertente, quando legge per sua sorella si sentono un mondo di risate!


Valentina, mamma di Rachele (9 anni), Sofia (8 anni), Francesco (5 anni): Ciccio approfitta sempre delle sue sorelle quando vanno in bagno: in casa nostra si fa tutto a porte aperte, quindi non puoi non accorgerti se qualcuno è in bagno, Ciccio allora tutto contento si fionda a prendere un libro e le raggiunge, sicuro che la sorella di turno non potrà scappare, né inventare scuse per defilarsi. E così restano lì, in bella compagnia, a leggere insieme, incuranti di tutto, anche per delle mezz’ore… Ogni tanto Ciccio esce di corsa, fa un cambio libri al volo e rientra, sempre di corsa.


Giovanna, mamma di Sofia (8 anni), Silvia (6 anni), Anita (2 anni): Qualche giorno fa c’erano a casa nostra i miei nipoti Dario e Elisa che hanno sei e quattro anni. A un certo punto ho sentito un silenzio sospetto, prima ho chiamato e non ho ricevuto risposta, poi sono partita alla ricerca. Li ho trovati rintanati in bagno ad ascoltare Sofia che leggeva ad alta voce per tutti L’incredibile storia di Lavinia di Bianca Pitzorno. Quanto ho riso…

Altre voci, altri racconti

Chiudiamo questa riflessione sulle voci che si intrecciano ricordando che in ogni famiglia ci sono anche altre voci. Ci sono le zie, i cugini, le baby sitter… Quando si affida un bimbo a un familiare o a una tata, può essere una buona idea consegnare a questa persona anche una bella scorta di libri e libretti. Se chi accudisce il nostro piccolo dedica del tempo alle lettura condivisa, non solo lo intrattiene in un modo che per il bimbo è familiare e piacevole, ma gli garantisce anche tutti i vantaggi (per lo sviluppo cognitivo e linguistico) di cui abbiamo parlato all’inizio di questo volume171.

Inoltre, l’atmosfera che si crea quando l’adulto legge per il bambino, favorisce la loro relazione e la creazione di un legame affettivo. Il bimbo è abituato ad associare la lettura ai momenti felici trascorsi con mamma e papà, il libro è per lui sinonimo di affetto e attenzione. Ritrovare questa situazione con la tata può essere molto rassicurante. E per la tata il libro può essere un valido alleato, per ‘rompere il ghiaccio’, iniziare a conoscere le preferenze del bambino, dimostrargli la propria disponibilità e poi il proprio affetto. Con il tempo, molto probabilmente, tata e bambino creeranno le loro modalità di lettura, che saranno diverse da quelli che il bambino condivide con il genitore. Perché gli ingredienti non sono solo le storie, ma anche il legame, l’affetto che unisce quell’adulto e quel bambino. E dunque, dato che ogni legame, ogni relazione è particolare e unica, anche i momenti della lettura spontaneamente si diversificano.


Anche per questo, quando una nuova voce che racconta si aggiunge alle voci di famiglia, è sempre un arricchimento, un dono per il bambino.

  • Una baby sitter racconta

Elisabetta: Dopo varie esperienze lavorative, sono diventata una baby sitter. Alla bambina che accudisco non ho mai letto una favola, perché quello della favola è un momento che lei vuole condividere solo con sua madre, ma in compenso ora conosco a memoria quasi tutto Geronimo Stilton!


La sera ci mettiamo, io seduta sul letto e lei, sdraiata, appoggiata sul mio petto, in modo che la sua testa sia sempre tra me e il libro. È bellissimo e divertente, impossibile non scoppiare a ridere insieme quando Geronimo ne combina una delle sue! E quanto ci divertiamo a leggere ‘dividendoci’ il libro facendo io la parte del narratore e lei interpretando (e cambiando di volta in volta l’intonazione della voce) i vari ruoli…


È bello condividere questi momenti perché sono magici e ogni storia può trasformarsi in un’avventura incredibile e sempre nuova sia per te, che sei un adulto, e sia per loro, che sono piccoli! Ogni volta è come se leggessi la storia per la prima volta perché le reazioni e le emozioni sono sempre differenti e variopinte; questo è il mondo delle favole e dei bambini: sempre differente e sempre variopinto!

Si legge all’asilo e a scuola

Oggi i momenti di lettura ad alta voce fanno parte delle attività abituali sia dell’asilo nido, sia e ancor di più, della scuola materna. I bimbi hanno a disposizione vari libretti da sfogliare e le insegnanti spesso leggono per tutti i piccoli, seduti in cerchio intorno alla maestra.


Alla scuola primaria i momenti dedicati alla lettura di storie e racconti si fanno, purtroppo, meno frequenti. C’è l’urgenza del programma da portare a termine e il tempo a disposizione per la lettura di puro piacere – seppur con grandi differenze tra varie scuole – diminuisce. Alcune insegnanti organizzano dei laboratori (che sono proprio delle belle opportunità) dedicati alla fiaba, ai racconti, ai libri e alla lettura. Ma in generale, in età scolare, il compito di coltivare e far crescere l’amore per la lettura è affidato prevalentemente alla famiglia. È a casa che il bambino ha la possibilità di leggere storie magnifiche e incredibili avventure per il ‘solo’ piacere di viaggiare con la fantasia. E sono i genitori, i nonni, i fratelli maggiori che possono nutrire e incentivare questa passione!

CONSIGLI DI LETTURA

  • Volta A., Mi è nato un papà! Anche i padri aspettano un figlio, Urra Edizioni, 2010

  • Pellai A., Nella pancia del papà. Padre e figlio: una relazione emotiva, Franco Angeli, 2009

  • Honneger Fresco G., Essere nonni. Giochi, ricette e racconti per vivere con gioia accanto a un nipotino, Red Edizioni, 2003

  • Vegetti Finzi S., Nuovi nonni per nuovi nipoti, Mondadori, 2008

  • Smeraldi E., L’arte di essere nonni, Editrice San Raffaele, 2008

Me lo leggi?
Me lo leggi?
Giorgia Cozza
Racconti, fiabe e filastrocche per un dialogo d’amore con il nostro bambino.Idee e suggerimenti per favorire la pratica della lettura condivisa, strumento prezioso per rafforzare il legame con il bambino nei primi anni di vita. La voce della mamma è capace di produrre effetti significativi già durante la gravidanza: il bambino nella pancia si sviluppa immerso nel liquido, ma anche nei suoni, che dopo la nascita sono fortemente ricercati. La parola che diventa voce è la base della comunicazione e della relazione umana, e per il bambino rappresenta un’esperienza che dà ordine e senso alla realtà. Leggere è anche il migliore antidoto alla televisione, principale fonte di “comunicazione” passiva e unidirezionale della nostra epoca. Me lo leggi? parla di fiabe, filastrocche, storie e leggende, lette e rilette migliaia di volte o inventate sul momento, raccontate, intonate, sognate, cantate, con la voce e con il cuore per narrare a nostro figlio la storia più importante, quella del nostro amore per lui. Gli articoli scientifici, i pareri degli esperti (psicologi, pediatri, pedagogisti) e i tantissimi suggerimenti pratici proposti da Giorgia Cozza rispondono a tutti quegli interrogativi che spesso i futuri e i neo-genitori si pongono: cosa sente il bimbo nel pancione? perché è importante leggere e raccontare storie sin dai primi mesi di vita? possiamo favorire l’amore per la lettura in età scolare? Le coppie di genitori intervistati raccontano l’importanza che le storie e i racconti hanno avuto nella crescita serena e felice dei propri figli, perché quando un papà o una mamma legge o racconta, quella che si crea è una situazione di intenso benessere: il bambino, infatti, non assapora solo la storia narrata, ma anche l’attenzione esclusiva che in quei frangenti gli riserva il genitore.Inoltre, le fiabe e i racconti lo aiutano a comprendere meglio la realtà che lo circonda e i suoi stessi sentimenti, le sue emozioni e le sue paure. Questi momenti di lettura e di racconto non dovrebbero avere alcuno scopo didattico, ma semplicemente quello di vivere momenti felici insieme con i nostri figli e di tessere legami forti con loro.La lettura condivisa è parte integrante di uno stile di accudimento basato sul contatto e sulla prossimità, in grado di favorire serenità e sicurezza nei complessi e delicati primi anni di vita. Una ricca raccolta di filastrocche e ninne-nanne rende questo libro uno strumento ancor più completo e prezioso per tutti i genitori per mettere a fuoco importanti concetti che riguardano la relazione con il bambino, il suo sviluppo emotivo e cognitivo, la costruzione della sua personalità e di conseguenza del suo futuro. Conosci l’autore Giorgia Cozza è una mamma-giornalista, specializzata nel settore materno-infantile, autrice di libri per bambini e numerosi manuali per genitori, divenuti un importante punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all’estero.È stata relatrice in numerosi congressi per genitori e operatori del settore e ospite di trasmissioni televisive per rispondere a quesiti legati all’accudimento dei bimbi e a uno stile genitoriale ecocompatibile.