capitolo xiv

Gli adolescenti, figli della terra

“Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla”

Lao Tzu

“Gli uomini non nascono nel giorno in cui la loro madre li mette al mondo,
bensì quando la vita li costringe a mettersi al mondo da soli”

Gabriel Garcia Marquez

Quale periodo della vita più negletto, trascurato e misconosciuto dell’adolescenza? Gli adolescenti potrebbero contendere ai neonati il primato del pregiudizio e della incomprensione, e infatti non per nulla Maria Montessori li paragona proprio a loro, definendoli “neonati sociali”.


L’adolescente è come il bruco che sta lavorando per diventare farfalla: per poterlo fare deve uscire dalla crisalide, deve compiere una metamorfosi, trasformare il bambino in uomo. Un compito non certo facile, un’impresa alquanto impegnativa, che trova pochissimo sostegno nell’ambiente esterno perché gli adolescenti, diciamocelo francamente, chi li capisce? In realtà il mondo vede solo bruchi, fa fatica a cogliere la farfalla in quegli esseri ancora informi e poco aggraziati…


Ed ecco che ancora una volta enormi potenzialità vengono sprecate, tesori preziosi sono buttati alle ortiche.

La nostra epoca richiede uomini e donne nuove, muniti di grandi capacità: apertura, flessibilità, adattabilità, volontà di trasformazione. Tutto è in movimento e anche molto velocemente. Vedere da nuove prospettive e punti di vista, trasformare i rettangoli in cerchi, le linee rette in curve ecco che cosa dobbiamo imparare a fare. “La capacità di adattamento è essenziale al giorno d’oggi” scriveva già allora Maria Montessori: “bisogna preparare la personalità umana a tutte le circostanze impreviste, non più soltanto in base alle condizioni che si potrebbero logicamente prevedere. Bisogna sviluppare in essa, evitando ogni rigida specializzazione, una capacità di adattamento duttile e viva. In questa battaglia feroce che è ormai la vita sociale, l’uomo ha bisogno, oltre che del suo coraggio, di un carattere forte e di uno spirito vivace. Bisogna che egli rinsaldi i suoi princìpi e nello stesso tempo acquisti le capacità pratiche necessarie a fronteggiare le difficoltà della vita giacché ‘uomini che hanno braccia ma non hanno testa e uomini che hanno testa ma non hanno braccia sono ugualmente fuori posto nella società moderna.’”608


Oggi più che mai occorre un uomo nuovo, completo, che sappia armonizzare tutte le sue qualità e integrare tutte le sue dimensioni, da quella fisica a quella spirituale.


Ma “Le scuole, come si presentano oggi, non sono adeguate né ai bisogni dell’adolescente né all’epoca in cui viviamo”609 diceva la Dottoressa e noi possiamo confermare le sue parole in quanto tuttora valide e attuali. Allora come oggi, “I giovani sono costretti a lavorare per ‘dovere’, per ‘necessità’, non per interesse. Non viene loro proposto nessun fine concreto, che offrirebbe loro una soddisfazione immediata e rinnoverebbe l’interesse per uno sforzo continuo. Sono diretti da una forza esteriore e illogica e il meglio delle loro energie individuali viene sprecato. Adolescenti e giovani sono trattati fino alla loro maturità come i bambini delle scuole elementari. A quattordici, sedici anni sono ancora soggetti al meschino ricatto del ‘brutto voto’ con cui i professori pesano il loro lavoro”610 proprio come si peserebbero oggetti inanimati per mezzo di una bilancia. “Eppure da questi voti dipende l’avvenire dello studente. In queste condizioni gli studi costituiscono un fardello opprimente, che pesa sulla gioventù, mentre dovrebbero costituire un privilegio: l’iniziazione alla scienza, orgoglio della nostra civiltà. Il giovane, che è l’uomo di domani, viene plasmato in uno stampo angusto e artificiale. Quale vita misera gli offriamo! Quale penitenza senza fine, quale inutile rinuncia alle sue più care aspirazioni!”611


I bisogni dell’adolescente e i suoi desideri vengono per lo più ignorati. Per i giovani si tratta di un periodo difficile, delicato da un punto di vista sia fisico sia emotivo: l’organismo si sviluppa rapidamente e la salute è più cagionevole rispetto all’età precedente, è poi il periodo dei dubbi e delle esitazioni, dello scoraggiamento e delle forti emozioni. È l’età dei grandi ideali ma anche della grande disperazione, dei sogni ma anche delle disillusioni. Da un punto di vista mentale, ricorda Maria Montessori, vi può essere anche una difficoltà di concentrazione che rende più faticoso lo studio: non si tratta di una mancanza di buona volontà ma di una caratteristica tipica di quest’epoca particolare. “La potenza di assimilazione e la memoria che alimentavano nei bambini un così vivo interesse per i particolari e per le cose materiali, sembra che abbiano cambiato natura.”612


L’adolescente è interessato alle interazioni sociali, agli scambi, a tutto ciò che è creativo. Ha bisogno di sviluppare l’autostima, la fiducia in se stesso, è ipersensibile alle critiche, agli atteggiamenti bruschi, alle umiliazioni. “Non si dovranno mai trattare gli adolescenti come dei bambini: ormai hanno superato questo stadio, ed è meglio trattarli come se il loro valore fosse superiore a quello reale, piuttosto che minimizzare i loro meriti e rischiare di ferire in loro il sentimento della dignità”613. È necessario lasciare alla gioventù abbastanza autonomia, perché possa agire secondo l’iniziativa individuale. Prevediamo dunque a fornirle i mezzi, lasciandole la libertà di creare.


Dopo i dodici anni è necessario sviluppare il senso della società, che deve contribuire a portare tra gli uomini più comprensione e, di conseguenza, più amore. A questo scopo coltiviamo l’ammirazione e la comprensione per il lavoro, la vita dell’uomo. Insistiamo sulle attività manuali (con la terra, i gas ecc.), facciamo partecipare il fanciullo a qualche opera sociale”614.


E invece cosa attende l’adolescente sui banchi scolastici? “Ad ogni ora cambia insegnante e materia: cambia, senza uno spirito di continuità” senza riuscire ad adattarsi a questo alternarsi continuo di pensieri. “In questa perpetua agitazione spirituale trascorre il periodo più difficile della vita umana”615. I professori si limitano a impartire nozioni, una grande quantità di nozioni, staccate da qualsiasi realtà concreta. Solo la mente è incentivata: corpo e spirito rimangono inerti e affamati. L’adolescente avrebbe invece bisogno di molto lavoro manuale e di grande nutrimento spirituale per potersi sviluppare in un uomo (o donna) completo. “Si è dato a quest’epoca il nome di ‘rinascita’: e veramente si nasce per la seconda volta. È la nascita a una nuova vita” dice Maria Montessori e perché tale processo avvenga nel migliore dei modi occorre che l’adulto fornisca all’adolescente l’ambiente e le condizioni adatte.

Innanzitutto secondo la Montessori occorre “porre l’adolescente in grado di acquistare l’indipendenza economica” non tanto per motivi pratici legati alla vita materiale, quanto per il suo sviluppo psichico. “Si tratta dunque di porre l’adolescente in grado di guadagnare del denaro col suo lavoro. Il lavoro di cui parliamo dovrebbe costituire una valorizzazione delle qualità dell’individuo, un tirocinio che permetta alle sue doti d’ingegno di rivelarsi al di fuori della specializzazione. Questa concezione implica un principio generale: ossia, ciò che ha importanza è il lavoro in sé, non il genere di lavoro a cui uno si dedica”616, sia esso manuale o intellettuale.

Come i piccoli da tre a sei anni nelle Case dei Bambini imparano a spolverare, apparecchiare la tavola, lavare i piatti ma anche a pettinarsi, vestirsi e svestirsi, lucidare le scarpe ecc., così anche gli adolescenti dovrebbero svolgere “attività di vita pratica” commisurate naturalmente alla loro età e ai loro interessi.


Un altro elemento fondamentale per permettere lo sbocciare degli adolescenti è l’ambiente adatto: “Durante il difficile periodo dell’adolescenza – scrive Maria Montessori – sarebbe desiderabile far vivere il fanciullo fuori del suo ambiente abituale, lontano dalla famiglia, in campagna, in un luogo tranquillo in seno alla natura”617. Qui la vita all’aria aperta appagherebbe le esigenze dello spirito, favorendo la riflessione e la meditazione, mentre una sana alimentazione sarebbe un aiuto prezioso alla delicata salute fisica dell’adolescente.


Non è forse del resto quello che tutti gli adolescenti vorrebbero? Quanti sognano incantati la vita nei college americani? In un ambiente siffatto è “più facile armonizzare il ritmo della vita quotidiana con le esigenze dello studio e del lavoro, mentre l’atmosfera familiare deve piuttosto conformarsi alle esigenze della vita dei genitori.”618 diceva la Montessori e senza dubbio aveva ragione. In un centro residenziale come quello da lei proposto, i giovani avrebbero la possibilità di vivere la loro libertà all’interno di una sorta di famiglia allargata e questa è un’esigenza tipica dei nostri tempi.

Oggi infatti c’è bisogno anche di unire le forze e le energie, i saperi e le competenze, ritrovare la tribù, ricostruire la vita del villaggio.


È di questo che hanno bisogno i bambini, sempre più soli, sempre più abbandonati a se stessi. È di questo che hanno bisogno gli adolescenti, sempre più allo sbando. Occorre ritessere la rete della famiglia estesa, occorre inventare spazi nuovi d’incontro e di condivisione che non siano quelli obsoleti dell’oratorio o dei centri sociali, luoghi questi ultimi per lo più squallidi e anonimi dove comunque i giovani vengono in genere lasciati a se stessi.


Ed ecco allora la necessità di riscoprire la geniale e affascinante proposta montessoriana: una scuola-villaggio per i ragazzi dai dodici ai diciotto anni, ovverossia l’Erdkinder, il progetto di Laren, dei figli della Terra.

Il progetto di Laren

Laren è un piccolo villaggio nelle vicinanze di Amsterdam, dove Maria Montessori visse per diversi periodi a partire dal 1936, dopo la fortunosa fuga dalla Spagna in seguito allo scoppio della guerra civile, e dove aprì una Casa dei Bambini e una Scuola elementare. È lì che ella immaginò la nuova scuola per adolescenti e ne sviluppò il progetto, purtroppo mai potuto portare a termine a causa del conflitto che avrebbe scosso il mondo di lì a pochi anni. “L’idea di Maria era di creare ‘una scuola-modello che avrebbe permesso nuove sperimentazioni’ e che in più potesse essere per lei un tranquillo, sicuro appoggio dal quale spostarsi per conferenze, congressi, visite a scuole in vari Paesi europei”619 .


Tale scuola era stata pensata come “un centro di lavoro e di studio”, una “scuola sperimentale di vita sociale” fondata sul lavoro produttivo dei giovani e sul loro diretto coinvolgimento nei molteplici aspetti della sua gestione. “Il lavoro nei campi e nell’azienda – scrive la Montessori – non è diretto a trasformare gli studenti in contadini ma ha la finalità di aprire ai ragazzi ‘l’accesso a una serie illimitata di studi scientifici e storici’. L’osservazione della natura, oltre ad arricchire lo spirito degli adolescenti, è anche alla base di una quantità di esperienze sociali che alimentano l’interesse per lo studio della civiltà e della vita umana”620.


Il progetto prevedeva, oltre alla scuola propriamente detta a indirizzo unitario, una “locanda”, ovverossia una residenza per gli studenti attrezzata in modo da ospitare per brevi periodi anche le famiglie dei ragazzi; una fattoria come luogo di produzione e opportunità di lavori manuali e scientifici; una “bottega”, cioè un negozio nella città più vicina dove vendere i prodotti del lavoro dei giovani ma che potesse diventare anche un centro di ritrovo e di scambio, dove mettere in mostra i propri talenti artistici e conservare il frutto delle antiche attività artigianali.


Il curriculum scolastico avrebbe dovuto comprendere, oltre alle materie classiche, anche musica (esecuzione di pezzi, canti corali), attività artistiche (disegno, scultura), lingua (dizione, rappresentazioni teatrali, poesia), lingue straniere, matematica, geologia, biologia, botanica, astronomia, anatomia comparata, fisica, chimica, con ampio spazio per gli esperimenti pratici, storia (in particolar modo delle esplorazioni e delle invenzioni e del contatto tra i diversi popoli). Il tutto supportato da una biblioteca specializzata e da un museo di storia e uno “delle macchine” dove i ragazzi avrebbero potuto sperimentare e apprendere l’utilizzo dei diversi macchinari usati ai nostri giorni: macchine fotografiche e per lo sviluppo, cineprese, macchine per la stampa, calcolatrici, microscopi – noi oggi possiamo aggiungere computer – ma anche macchine tessili o elettrodomestici.


Ciò che caratterizzava il progetto di Laren comunque non era tanto un particolare piano di studi – che sarebbe nato poi in seguito e in base all’esperienza diretta sul campo – quanto una diversa metodologia di educazione per gli adolescenti che mirasse a valorizzarne la personalità. Nella visione di Maria Montessori si trattava di “estendere il campo della conoscenza e non di ridurlo” ma a partire dall’interesse degli studenti. “I metodi migliori – ella scriveva – sono quelli che suscitano il massimo interesse nell’allievo, che gli danno la possibilità di lavorare da solo, di fare lui stesso le sue esperienze e che permettono di alternare gli studi con le occupazioni della vita pratica”621. Questo, come abbiamo visto, vale sia per i piccoli sia per i più grandi.


Quindi accanto ai professori che insegnano le materie scolastiche comuni – scrive Maria Montessori – saranno necessari dei tecnici, per esempio per l’agricoltura e il giardinaggio, un commercialista che insegni la conduzione amministrativa della bottega e della locanda, un operaio per la manutenzione e le riparazioni, e maestri per le attività artigianali e artistiche. “Come i bambini più piccoli, nelle nostre scuole, hanno imparato a piegare i loro vestitini, a cucire, a mettere in ordine, anche i ‘fanciulli campestri’ devono imparare ad aggiustare gli oggetti guasti, a riparare una macchina o un mobile, a sostituire un vetro rotto, a sistemare una serratura e così via. Devono essere capaci di tracciare un sentiero, di fare l’impianto di un campanello, di segare la legna e altri piccoli lavori.”622


Inoltre, “partecipando all’amministrazione dell’Istituto, i giovani acquistano esperienza in tutti i rami che un’impresa alberghiera presenta, dallo studio delle soluzioni più confortevoli fino alla organizzazione materiale e sociale e alla sorveglianza e al controllo finanziario.”623


Una grande attenzione andrebbe posta poi alla salute degli adolescenti e al loro sviluppo fisico. Per questo “La vita all’aria aperta e al sole, i bagni, il nuoto devono essere pratiche quotidiane.”624


“Questo istituto, dovendo ospitare insieme giovinetti e ragazze, deve essere diretto da una coppia di coniugi” – scriveva la Montessori – “Sarà una pensione familiare.”625 Ma anche i professori dovrebbero avere la possibilità di vivere nella scuola stessa, perlomeno alcuni di loro, così da partecipare alla conduzione del centro, mentre altri potrebbero venire dall’esterno.


“Un terreno vasto e spazioso, vicino al mare e contemporaneamente anche a una città, costituisce la località più favorevole per stabilirvi una scuola di questo genere.”626 scriveva Maria Montessori. Il suo progetto presenta una certa somiglianza con quello realizzato da Rabindranath Tagore, il poeta indiano, fondatore di scuole rurali, che lei incontrò durante il suo soggiorno in India: “Se si dovesse costruire un scuola modello bisognerebbe farla sorgere in una località tranquilla, lontana dalla città affollata. Se fosse possibile, dovrebbe esserci un pezzetto di terra che gli studenti dovrebbero coltivare e che dovrebbe fornire loro il cibo. Dovrebbero esserci mucche per il latte e anche di questo dovrebbero occuparsi gli studenti. …dovrebbero lavorare in giardino, zappettare la terra attorno alle radici delle piante, annaffiarle e tagliare le siepi. In questo modo si troverebbero con la natura in un contatto fisico oltreché spirituale. Quando il tempo è buono le lezioni si dovrebbero tenere all’ombra di grandi alberi. … La sera gli studenti dovrebbero studiare le stelle, coltivare la musica e ascoltare racconti storici e leggendari.627


Sembra un’utopia ma non lo è perché scuole così esistono in diverse parti del mondo: sono le “schools-farm” americane o le “écoles-ferme” francesi, di cui daremo alcuni esempi nella parte finale di questo volume. Nel nostro Paese purtroppo non ve ne sono ancora, ma il progetto che presentiamo in questo libro potrebbe essere proprio uno stimolo a far rinascere la scuola-modello di Laren…


“Un piano da cui si è oggi tanto lontani non potrà realizzarsi che per gradi”628 diceva giustamente Maria Montessori: ci vorrà tempo e pazienza, ma non è il caso di perdere la speranza…

Non ti auguro tutti i doni possibili

ti auguro solo quello che la maggior parte delle persone non ha

ti auguro tempo per gioire e per ridere

e se lo usi potrai farne qualcosa.

Ti auguro tempo per agire e per pensare

non solo per te, ma anche da regalare.

Non ti auguro tempo per correre e affannarti

ma tempo per essere felice.

Ti auguro tempo non solo da sprecare

ti auguro che te ne possa restare

tempo per stupire e tempo per credere

e non solo per controllare l’ora.

Ti auguro tempo per stendere la mano ad afferrare le stelle

e tempo per crescere, che vuol dire maturare.

Ti auguro tempo per sperare ancora, per amare.

Non ha nessun senso rinviare questo tempo.

Ti auguro tempo per ritrovare te stesso,

per vivere ogni giorno, ogni ora con gioia.

Ti auguro tempo anche per perdonare.

Ti auguro di aver tempo per vivere.

Elli Michler,

tratto da D.C. Kaul, I dieci desideri dei bambini

Una proposta per gli adolescenti: il diario creativo

Ecco un’idea da proporre ai figli adolescenti: un quaderno particolarmente bello, magari fatto a mano con carta riciclata e con una copertina rigida decorata secondo i loro gusti, al cui interno incollare immagini ritagliate da riviste, stampate da internet, dove annotare citazioni, fare disegni o scrivere poesie e frasi importanti, dove fissare esperienze vissute, avvenimenti quotidiani significativi, emozioni e moti dell’animo attraverso il colore, la forma, la parola, in un contesto di bellezza. Sarà come un diario di bordo sensoriale da sfogliare e ripercorrere a ritroso per ricordare i momenti che hanno segnato la loro vita di adolescenti. Sarà uno strumento prezioso per liberare la propria creatività, per raccontarsi e aiutarsi a superare più facilmente i piccoli o grandi momenti di crisi che ogni età di passaggio inevitabilmente comporta. Perché aprirsi a se stessi è il primo passo per aprirsi al mondo.

Libertà e amore
Libertà e amore
Elena Balsamo
L’approccio Montessori per un’educazione secondo natura.ll pensiero Montessori spiegato da una grande scrittrice che è anche medico pediatra: Elena Balsamo, nota esperta in tematiche perinatali e pedagogiche. Per educare un bambino occorre prima di tutto educare se stessi.In Libertà e amore, Elena Balsamo ci conduce in un viaggio attraverso lo spazio e il tempo per riscoprire un nuovo approccio al bambino, dalla vita prenatale all’età evolutiva, prendendo spunto dalla visione di Maria Montessori, donna straordinaria che ha dato vita a un sistema educativo a dir poco rivoluzionario, diffuso in ogni parte del mondo.Scriveva Maria Montessori che i capricci e le disobbedienze del bambino non sono altro che aspetti di un conflitto vitale fra l’impulso creatore e l’amore verso l’adulto, che però non lo comprende.C’è quindi un grosso fraintendimento sulle aspettative dei genitori e degli insegnanti nei confronti dei bambini, che comincia dalla nascita e si manifesta con il confondere il bambino reale con il bambino ideale, esistente soltanto nella mente e nella fantasia degli adulti.Il prezzo da pagare è la perdita dell’autenticità, della libertà, della vera natura del bambino stesso.La scuola montessoriana consiste in un vero e proprio laboratorio creativo nel quale, in un ambiente ricco di amore, rispetto e autentica libertà di scelta, le capacità intellettuali e manuali sono libere di svilupparsi in tutta la loro forza e bellezza.Quello di Maria Montessori non è però solo un metodo educativo, ma molto di più: è un modo di guardare il mondo e gli esseri che lo abitano con gentilezza e amore, nella consapevolezza che siamo tutti parte dello stesso ecosistema.Una nuova chiave di lettura per reinventare la relazione con i nostri figli e i nostri alunni, secondo natura. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.