Poi “il neonato è subito vestito. … Eppure – dice Maria Montessori – non è necessario vestire il neonato… il bambino dovrebbe rimanere nudo. Infatti il bambino ha bisogno di essere riscaldato dall’ambiente e non dai vestiti.”479 E il primo ambiente per il neonato è il corpo della sua mamma. Un ambiente ecocompatibile, perfettamente su misura per lui. Alla temperatura ottimale, migliore, come abbiamo visto, di qualsiasi termoculla.
Maria Montessori, in un’epoca in cui non si aveva ancora alcuna idea della sensibilità fetale e neonatale, insiste quindi sul fatto che le cure al neonato non devono attenersi solo a criteri igienici e limitarsi alla protezione nei confronti delle infezioni ma devono tener conto degli aspetti psichici: “Il bambino va curato dalla nascita soprattutto come un essere dotato di vita psichica. … Se dunque essa esiste nel neonato, deve essersi formata previamente, altrimenti non potrebbe esistere come dimostra il bambino che nasce a sette mesi. Lo svolgimento psichico è legato solo a un mistero: al segreto delle potenzialità latenti, che sono diverse in ogni individuo”480. Per cui a ogni bambino una risposta.
Il principale compito dell’adulto dovrebbe essere facilitare l’adattamento del neonato al mondo esterno. Maria Montessori propone, ad esempio, per spostare il piccolo di utilizzare “un sostegno leggero e cedevole come un’amaca di rete delicatamente imbottita, la quale sostenga tutto il corpo del bambino, raccolto in una posizione simile a quella dell’attitudine prenatale”481 . Esattamente il tipo di culla che viene usato nei Paesi del Sud America. Quanto di più simile può esserci in effetti alla struttura del sacco amniotico…
Ricorda poi quanto sia importante limitare al massimo gli spostamenti, in senso verticale e orizzontale e compiere sempre movimenti molto dolci, lenti e graduali. Le prime esperienze di paura di un bambino possono derivare a volte proprio da gesti troppo rapidi per esempio di discesa, di abbassamento improvviso, avvertito come sensazione di caduta.
Ma l’attenzione principale va rivolta a preservare l’intimità e il legame mamma-bambino: “Il dramma del neonato – ella scrive – è il totale distacco dalla madre.” “La madre e il bambino si dovrebbero considerare come due organi di uno stesso corpo, ancora vitalmente connessi dal magnetismo animale, che hanno bisogno per un certo tempo di isolamento e di attente cure sotto ogni aspetto. Parenti e amici non dovrebbero baciare o coccolare il bambino, né le infermiere dovrebbero toglierlo dal fianco della madre”482. Sulla porta della camera dove puerpera e bambino riposano bisognerebbe appendere un cartello come quello che ho regalato alle mamme del mio gruppo di preparazione al parto con scritto: “SPAZIO SACRO: NON INTERFERITE! Sappiamo ciò di cui abbiamo bisogno.” E invece quante volte puerpera e neonato vengono letteralmente storditi dalle continue visite di amici, parenti e conoscenti, tutti curiosi di conoscere il nuovo arrivato e di somministrare consigli non richiesti…
“Subito dopo la nascita il bambino deve stare il più possibile con la madre e l’ambiente non deve presentare ostacoli al suo adattamento: tali ostacoli sono soprattutto la differenza di temperatura in confronto a quella a cui era abituato nel periodo prenatale, l’eccesso di luce e di rumore…”483
L’importanza dell’ambiente nel periodo neonatale è massima: in nessuno dei periodi di sviluppo psichico – dice Maria Montessori – “esso assume l’importanza che ha immediatamente dopo la nascita.”484
“Di qui la grande cura che si dovrebbe avere dell’ambiente che circonda il neonato per facilitargliene l’assorbimento, affinché il bambino non sviluppi attitudini di regressione e si senta attratto invece che respinto dal mondo in cui è entrato”485. Le regressioni psichiche sono caratterizzate da “un atteggiamento di rifiuto della vita: sembra quasi che questi esseri rimangano attaccati a qualcosa che esisteva prima della nascita e provino repulsione per il mondo. Lunghe ore di sonno per il neonato si considerano normali ma possono risultare troppo lunghe per essere normali se rivelano un fenomeno di regressione.”486
“Il fatto è – dice Maria Montessori – che nella storia della civiltà esiste una lacuna per la prima epoca della vita; vi è una pagina bianca, dove ancora nessuno scrisse perché nessuno scrutò i primi bisogni dell’uomo”487. “Dappertutto manca ancora la nobiltà necessaria per accogliere degnamente l’uomo che nasce. … Il bambino non è compreso degnamente in nessuna parte del mondo”488. “Il neonato noi non lo sentiamo… Quando arriva nel mondo nostro, non lo sappiamo ricevere.”489 e ci preoccupiamo solo che “non deturpi, non insudici e non infastidisca”490. Che non intralci la nostra vita, che non sconvolga le nostre abitudini, che non limiti la nostra libertà. E invece il neonato arriva proprio per questo: per portare il cambiamento che trasforma, che muove e che ci induce a rivedere programmi, obiettivi e priorità, che ci chiama a eliminare tutto ciò che non serve e a ricercare sempre più ciò che conta davvero: l’essenziale.
La Montessori parlava del neonato come di un “embrione spirituale” introducendo in ambito scientifico concetti tipici della sfera metafisica. Ella considerava il neonato “come uno spirito che si è racchiuso nella carne per venire a vivere nel mondo”491. “L’incarnazione – scriveva – avviene attraverso occulte fatiche: tutto attorno a questo lavoro creativo sta un dramma sconosciuto, che non fu ancora scritto”492. Ed è proprio così, c’è ancora molto da dire sulla fatica del neonato a farsi uomo…
E ancora diceva “questo embrione spirituale ha bisogno di essere protetto da un ambiente esterno animato, caldo d’amore, ricco di nutrimento: dove tutto è fatto per accogliere e niente per ostacolare. Una volta che si sia compresa questa realtà, l’attitudine dell’adulto verso il bambino deve cambiare. … Quel corpicciuolo tenero e grazioso che adoriamo ricolmandolo di cure soltanto fisiche e che è quasi un giocattolo nelle nostre mani, assume un altro aspetto e incute riverenza.”493
Queste parole ci ricordano quelle di Deepak Chopra, grande pensatore e divulgatore della medicina ayurvedica in Occidente: “Il neonato è puro oro spirituale. Avere cura della sua innocenza è il modo di ritrovare il sentiero per la nostra. Quindi, significativamente, è il genitore a porsi ai piedi del figlio appena nato. Il legame spirituale con lui viene dal toccarlo, tenerlo fra le braccia, offrigli sicurezza, giocare con lui e prestargli attenzione. Senza queste risposte ‘primitive’ che arrivano dall’ambiente circostante, l’organismo umano non è in grado di prosperare; languirà e avvizzirà, proprio come un fiore a cui manchi la luce del sole.”494
Maria Montessori precorse i tempi anche per quanto riguarda l’allattamento. La sua biografa Kramer ricorda un episodio in cui la Dottoressa, recatasi in visita a Vienna da una sua allieva che aveva da poco partorito, dopo aver a lungo osservato la bimba nella culla, volle assistere a una poppata. Rimasta inorridita dalla pratica della doppia pesata e dall’interruzione dell’allattamento dopo l’assunzione dei prescritti 80 grammi di latte, disse con tono di rimprovero alla giovane madre: “Non pensi che la bimba sappia quando ha mangiato abbastanza?” e le consigliò di gettare via gli schemi forniti dai pediatri e di seguire piuttosto l’istinto della sua piccolina, anticipando così l’idea dell’allattamento a richiesta.495