“Sembra quasi che in un certo periodo della vita, un individuo cessi di esistere e ne nasca un altro.”443
Maria Montessori, durante le sue lezioni, ha illustrato graficamente in un cartellone i quattro piani di sviluppo mediante quattro triangoli identici, suddivisi in due parti: quella sinistra rappresenta lo sbocciare, il nascere di una fase della vita, cioè l’inizio di una serie di esperienze, acquisizioni e conquiste, mentre la parte destra rappresenta la conclusione di una fase vitale che permette e prepara l’aprirsi di una nuova fase di sviluppo. Non è altro che la rappresentazione grafica dei periodi sensitivi.
Il primo di questi periodi è il piano dell’infanzia – colorato in rosso –, che va dalla nascita ai sette anni di vita del bambino e a sua volta è suddiviso in altre due fasi: una dalla nascita ai tre anni e una dai tre anni ai sette.
“Nella prima fase il bambino presenta una mentalità inaccessibile per l’adulto, che non può esercitarvi alcuna influenza”444: è il periodo del creatore inconscio, che apprende grazie alla mente assorbente o dell’embrione spirituale che lavora per costruire l’uomo, l’uomo del suo tempo e della sua cultura. È il periodo in assoluto più importante e delicato dello sviluppo.
Nella seconda fase, dai tre ai sette anni, “l’entità psichica del bambino comincia a diventare accessibile, ma solo in un modo speciale”445. Il bambino diventa un lavoratore cosciente che vuole conquistarsi l’ambiente e con esso i mezzi per il suo sviluppo.
In questo periodo “lo sviluppo del bambino raggiunge una tappa cruciale, segnata da notevoli cambiamenti fisiologici, per esempio la perdita dei primi dentini”446. Il bambino impara attraverso esperienze nell’ambiente. È un periodo di perfezionamento costruttivo: tutte le funzioni create prima dei tre anni vengono ora sviluppate mediante esperienze coscienti ed esercizio della volontà e allo stesso tempo perfezionate e arricchite. È anche un periodo di formazione del carattere.
Il periodo successivo dai sette ai dodici anni, ovverossia il secondo piano dello sviluppo, colorato in blu, è sì “un periodo di crescita ma non di trasformazioni, ed è normalmente caratterizzato da un atteggiamento di serenità e docilità.”447 È il periodo di acquisizione della cultura. È una fase calma di crescita uniforme, in cui “si organizza il piano astratto dello spirito umano”. È il periodo dell’esplorazione, in cui si schiudono orizzonti fisici e mentali senza limiti. In questo momento più che mai il bambino ha bisogno di un’educazione dilatatrice, di vastità, che spazi attraverso i confini del mondo intero e dell’universo. Il bambino da sei a dodici anni ha fame di cultura ed è fornito di tutte le capacità necessarie per acquisirla: vigoria e salute, capacità di astrarre e ragionare, potere d’immaginazione. L’educazione cosmica è la risposta migliore che si possa fornire ai bisogni e alle aspirazioni di un bambino di questa età.
“Il terzo periodo, dai dodici ai diciotto anni, presenta di nuovo profonde trasformazioni, sia psichiche sia fisiche. Durante questo periodo si osserva una certa instabilità nel carattere, con una tendenza all’indisciplina e a varie forme di ribellione”448: siamo di fronte all’età critica dell’adolescenza. Questo terzo piano, rosso come il primo, è un piano creativo: il bambino crea l’adulto, l’uomo sociale. È il momento in cui dovrebbero svilupparsi i sentimenti di giustizia e dignità personale, è il periodo sensitivo degli scambi e delle interazioni sociali.
Il quarto piano blu della maturità, quello compreso dai diciotto ai 24 anni, corrisponde pressappoco al periodo della vita universitaria: è la fase in cui l’individuo dovrebbe sviluppare forza spirituale e indipendenza per compiere la sua missione personale e offrire il suo contributo all’umanità.
Tutti i piani dello sviluppo sono necessariamente interdipendenti tra loro: il piano che precede prepara sempre quello che segue, ne costituisce la base, nutre le energie che spingono l’individuo verso il periodo successivo.
Questo modello di sviluppo, che nasce dall’osservazione di bambini in diverse culture e in molti Paesi del mondo,viene confrontato dalla Montessori a quello sottinteso nel sistema educativo previsto dalla società. Nella seconda parte del suo cartellone, infatti, Maria Montessori illustra con un altro schema la sua critica al sistema educativo in atto che “è la conseguenza del considerare l’educazione dal punto di vista della società o dell’organizzazione sociale piuttosto che dal punto di vista dei bisogni fisici e psichici propri della crescita umana e dello sviluppo.”449
Il sistema scolastico convenzionale prevede un percorso in ascesa che parte dai sei anni (in quanto età dell’istruzione obbligatoria) per arrivare ai ventiquattro in un continuo progredire di difficoltà, materie, insegnanti. Tutto aumenta parallelamente al livello di istruzione secondo il pregiudizio che intelligenza e capacità di acquisizione aumentino in modo costante con l’età dell’individuo. Nel primo schema il bambino tende a una finalità che è quella prevista dalla natura per lui, nel secondo schema invece l’educazione tradizionale mira a riempire il bambino come un vaso vuoto: in questo caso l’insegnante è causa e l’alunno effetto. Un’altra differenza sta nel colore del secondo schema che è uniformemente grigio: “un grigiore squallido che simboleggia totale uniformità e monotonia di concezione e della sua attuazione da parte della società”450.