Come i piccoli alunni della prima Casa dei Bambini di S. Lorenzo a Roma, pur senza alcuna modifica nella loro dieta abituale crescevano meglio e di più per il solo fatto di frequentare un ambiente a misura del loro corpo e del loro spirito, così anche noi adulti, se frequentiamo ambienti e persone con cui ci sentiamo in sintonia e siamo liberi di coltivare i nostri interessi, ci sentiamo meglio, siamo più felici e meno stressati. “La gioia è in ultima analisi lo stimolante più sicuro e più energico della vita vegetativa”435 diceva Maria e aveva pienamente ragione!
A volte, ciò che ci viene richiesto da momenti di sofferenza, di malattia o di tensione è anche un cambiamento del nostro stile e ambiente di vita: ritmi più rilassati, contatto con la natura e l’aria aperta, con il silenzio e la bellezza, sana alimentazione, un lavoro che dia soddisfazione, passatempi piacevoli come un buon libro o una bella musica e buona compagnia possono rappresentare una parte fondamentale del processo terapeutico.
Il lavoro ha un ruolo fondamentale, come è scritto nella Bhagavad Gita: “Dare il lavoro appropriato è cosa importante. La mente ha continua necessità di lavoro. Tenerla sempre impegnata in sane occupazioni è esercizio spirituale. … Un uomo nell’inerzia non può essere spirituale.”436 Il lavoro, quando è creativo e viene svolto con passione diventa vera e propria meditazione perché consente di andare oltre i confini del proprio piccolo io e raggiungere il grande Sé. Anche l’arte svolge un ruolo fondamentale in questo senso: danza, canto, pittura, scrittura per esempio ci permettono di liberare la nostra parte creativa e ritrovare il contatto con la bellezza e il divino che è in noi.
Essenziali poi sono le nostre relazioni: a volte molte situazioni di sofferenza si sciolgono solo con un cambiamento dei rapporti con le persone con cui ci troviamo a vivere, che sia in famiglia o nell’ambiente di lavoro. Quando ci sentiamo soffocare perché stiamo in un posto non adatto a noi dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e di compiere delle scelte audaci. Sempre però con consapevolezza: non prima cioè di aver lavorato su di noi per comprendere che cosa quella determinata situazione o persona che si è messa sul nostro cammino aveva da insegnarci e da dirci.