La mia bimba nata sanissima benchè leggermente prematura è stata ricoverata nel reparto di sub-intensiva, per una lunga interminabile settimana. Per allattarla c’erano gli orari, non si poteva attaccarla quando aveva fame, le davano la glucosata (zucchero) per farla stare buona, perché la mia bimba piangeva tanto.
Le davano il latte artificiale, però prima potevo provare io ad attaccarla al seno, pesandola prima e dopo ovviamente (tanto per rendere più naturale e tranquillo il momento!), ma come mi dicevano loro: “Cosa vuoi che ti venga ora… e poi lei è debole, lascia stare, ci sarà tempo, l’importante è che mangi, non ti fissare che poi non ti viene il latte!” e “Vedi che allattare è una schiavitù, lascia fare a noi, le diamo gli orari così quando andate a casa non ti stressa… Vuoi mettere la comodità?”.
Un giorno l’ho trovata che piangeva, le avevano dato il ciuccio (io sapevo che se si vuole allattare almeno per il primo mese non si dà, ma non ho detto niente, perché almeno si consolava con quello quando io non c’ero), ero sola, e l’ho attaccata. Subito ha smesso di piangere, mi ha guardata con quello sguardo intenso che hanno solo i neonati, il mio respiro si è regolarizzato, il mio corpo rilassato, ci eravamo trovate. Peccato che non fosse orario e appena se ne sono accorti me l’hanno fatta staccare. È stato lì dopo cinque giorni di battaglie e sensi di colpa, che mi sono messa a piangere. Piangevo come non avevo mai fatto, le lacrime a flumi, inarrestabili.
Hanno chiamato un pediatra, che mi ha spiegato che sì, lì cercavano di seguire l’allattamento a richiesta ma in sub-intensiva era difficile, la bimba era piccolina (2 chili e 700!). Insomma non potevo mettere a repentaglio la sua crescita per un mio egoismo, però potevo tirarmi il latte e portarlo, glielo avrebbero dato.
Una notte per fare 40 grammi me lo sono tirato per ore, e il giorno dopo tra il cambio turno se ne sono scordati. Quando me ne sono accorta, perché il mio latte era ancora giallastro di colostro e quello invece bianchissimo, mi hanno risposto: “Ma tanto basta che mangi no?”
Giulia