La serenità delle madri
E così arriviamo ad oggi. Oggi nessun professionista della salute può ancora dire che la formula artificiale è l’equivalente del latte materno, a meno che sia gravemente disinformato o in mala fede, e molto viene fatto in termini di promozione dell’allattamento materno. Associazioni scientifiche ed esperti internazionali esaltano le virtù del latte materno e i tanti benefici di salute a breve e lungo termine che le poppate garantiscono al bambino e anche alla mamma.
Bene, è cosa buona e giusta. Lo è davvero, ma non basta.
Non basta perché noi oggi non sappiamo più allattare. Non ci viene spontaneo, non ci viene istintivo, non lo abbiamo mai visto fare, non possiamo contare sui suggerimenti e sul sostegno delle donne della nostra famiglia, perché le nonne e le zie non hanno allattato.
La trasmissione di sapere, che avrebbe reso l’allattamento un gesto semplice e naturale anche per noi, si è interrotta bruscamente. E ora a pagarne le conseguenze siamo noi.
Ebbene sì.
Noi siamo la prima generazione di madri per cui l’allattamento è diventato un problema.
Pensiamoci. Fino alla metà del secolo scorso, le madri italiane allattavano. Non leggevano manuali sull’argomento, non lo facevano per gli anticorpi contenuti nel loro latte, non lo facevano per essere brave mamme; lo facevano perché era normale. I bambini piccoli bevevano il latte della mamma. E se una donna aveva problemi di salute, non aveva latte a sufficienza o, disgraziatamente, veniva a mancare, il neonato veniva allattato da un’altra mamma: una zia, una cugina, una vicina di casa. Quello era. E quello si faceva. Senza tanti ragionamenti, senza sentirsi mamme in gamba o mamme inadeguate. Per quanto riguardava l’allattamento, le mamme erano serene.
Poi è arrivato il biberon. Alle donne hanno insegnato a nutrire i bimbi con la formula artificiale, secondo schemi e tabelle che regolamentavano questo tipo di alimentazione. Il latte in polvere è stato presentato ai genitori come un toccasana per il bambino e come un rimedio eccezionale per tutte quelle donne che – secondo le errate convinzioni di quel periodo – non potevano allattare (perché erano miopi, perché avevano partorito con il cesareo, perché avevano i capezzoli piatti e così via). E anche queste mamme erano serene. Perché non avrebbero dovuto? Stavano facendo il meglio per i loro bambini. Non avevano niente da rimproverarsi. Anzi!
Ed eccoci a noi. Noi siamo diventate madri in un momento storico in cui tutti sanno che il latte materno è il meglio (e ricordiamo che le madri sono naturalmente predisposte per voler dare tutto il meglio ai propri figli), in cui tutti si aspettano che noi allattiamo al seno, ma in cui praticamente nessuno sa dirci come fare, nessuno sa restituirci il patrimonio di sapere che non ci è stato trasmesso. E così noi vorremmo allattare. Ma non sappiamo bene come fare. Tanti allattamenti non funzionano. E qui viene il brutto. La mamma del duemila che non ha allattato, non è serena! Perché a differenza della generazione che l’ha preceduta, conosce le incredibili caratteristiche del latte materno. E ci sta male. Tanto male. E per la prima volta nella storia allattare è diventato un problema. Un motivo di orgoglio per chi ce la fa, una sconfitta per chi non ce la fa.