prima parte - capitolo iii

Trenta grammi di n***1

Ok, ci hanno dimesso. Il mio latte non era abbastanza per Bimbo. Ad ogni poppata riceveva solo venti grammi. Qualche volta venticinque. Qualche volta dieci… No. Non andava proprio bene. Eppure io l’ho allattato tutte le volte che me lo hanno portato. E anche quando non me lo portavano, qualche “incursione” al nido per prendermi la creatura e attaccarla al seno l’ho fatta. Ma i risultati sono lì da vedere… sulla bilancia.


E poi il mio bimbo è nato grandino, ha fame, deve mangiare. Io lo allatto, ma se il latte non c’è… Non posso far morire di fame il mio bambino!


Non so. Credevo fosse più semplice allattare. E da ieri sono comparse le ragadi. Dei tagli – sì, non screpolature, tagli veri e propri, diciamolo, – che fanno un male terribile. Il personale mi ha dato il nome di una pomata disinfettante, e mio marito è corso a comprarla, ma il dolore è sempre uguale. No, anzi, è sempre di più. Fa un male terribile ogni volta che attacco Bimbo (e dato che spesso perde la presa e si riattacca, ad ogni poppata ci sono più giri di giostra) e anche quando lavo il seno prima della poppata. D’altronde devo rimuovere la pomata, non posso rischiare che Bimbo si ciucci il disinfettante.


Ora stiamo tornando a casa. È un’emozione immensa, essere noi con il nostro bambino. Pensare che sia proprio nostro, che possiamo portarcelo a casa!


Nella borsa ho l’appunto per il latte artificiale. Sì, perché nel libretto pediatrico che ci hanno consegnato al momento delle dimissioni, compilato con i dati di Bimbo, c’era l’indicazione per l’aggiunta: trenta grammi di N***1.


Quindi ora ci fermiamo in farmacia.

E ha inizio per noi, l’avventura dell’allattamento misto.

Un’avventura decisamente complicata.


Se non sapevo praticamente nulla di allattamento al seno, meno ancora so dell’allattamento misto, strano mix di seno e biberon, che di naturale non ha proprio niente.


Ecco come funziona il nostro allattamento: Bimbo piange, lo peso (così piange ancora di più dato che non voleva essere pesato, ma essere allattato, e penserà che la mamma non capisce niente), lo attacco al seno (con dolore), lui si rilassa, magari si addormenta e io… anziché posarlo sul letto e approfittarne per riposare, lo metto sulla bilancia. Al che lui si sveglia giustamente fuori di sé, sconvolto dal fatto che sua madre non capisca neppure che quando si addormenta vorrebbe dormire, e a quel punto per fargli riprendere sonno si balla, si culla, si canta, si dispera… E pensate che, stento a confessarlo, ma tutto questo lo abbiamo fatto anche di notte. Ebbene sì. Pazzi furiosi.


In tutto questo il responso della bilancia qual è? Venti grammi, signori miei. In questo seno, di latte non ce n’è. Non per un bambino così grosso. E dato che a volte il responso è cinque grammi, direi che non ce n’è neanche per un bambino molto piccolo.


Ma non è tutto. È capitato anche che Bimbo, dopo la poppata, pesasse MENO di prima!


A corollario di cotanto pasticcio, ci sono pomate, gel, disinfettanti da mettere e togliere prima e dopo la poppata. Paracapezzoli in silicone e caucciù per provare (inutilmente) a ridurre il dolore delle ragadi. L’agenda dove annotare gli orari delle poppate, i grammi di latte ricevuti, il peso, il numero dei pannolini bagnati nelle ventiquattro ore. Numeri su numeri. Proprio io che con i numeri non sono mai andata d’accordo.


E poi c’è il latte in polvere. A me non piace dare a Bimbo il biberon. Io volevo allattarlo al seno e basta. Volevo per lui il latte migliore, il latte materno che fa bene alla salute ed è ricco di anticorpi. Questo volevo per lui. Così cerco di limitare l’aggiunta, gli dò i famosi trenta grammi prescritti alla dimissione solo tre volte al giorno, mattino, pomeriggio e sera. Spero sempre che possa trovare al mio seno il nutrimento che gli serve, spero che a un certo punto, finalmente, tutto si sistemi e il mio latte diventi sufficiente.


Tra l’altro il latte artificiale lo ha fatto diventare stitico, fa fatica a fare pupù, ha spesso mal di pancia.


Ma d’altronde cosa posso fare? All’ospedale hanno detto di dare l’aggiunta. Lo ha detto il pediatra, io non sono un medico, mi fido del pediatra. E comunque lo vedo anche da me, che al seno Bimbo riceve pochissimo latte. Mio marito ne sa quanto me, ci sentiamo parecchio impotenti entrambi.


E così, dopo la poppata, dopo la pesata, dopo gli appunti sull’agenda, dopo la pomata sul seno, è il momento del biberon. Quindi vai in cucina, con Bimbo arrabbiato nero perché si è addormentato tra le braccia della mamma e due minuti dopo si è svegliato sul vassoio di una bilancia, che piange e forse vorrebbe ciucciare ancora (forse, io non so molto bene per cosa piange, o almeno di sicuro non lo so tutte le volte in cui piange); dicevamo… vai in cucina, e cominci a trafficare con acqua da bollire, mestolini di latte in polvere, biberon. Intanto, com’è ovvio, lui piange. Sempre di più.


Il biberon è pronto, ma il latte è caldo, troppo caldo. E allora via, sotto il getto dell’acqua fredda per ottenere la temperatura giusta. E alla fine, dopo quello che sembra un tempo infinito (quando i bimbi piangono, due minuti suonano come dieci e cinque minuti come un’ora), gli dài il biberon.


Bimbo riceve i suoi trenta grammi e si addormenta. La mamma sviene. No, non sviene, non può, non ancora. Si alza e torna in cucina, lava il biberon, poi fa partire lo sterilizzatore. Controlla di aver steso bene la pomata anti-ragadi. Si siede sul divano. Fa per posare la testa sul cuscino (e svenire), quando un sospiro… No, un piccolo gemito, un movimento nella cullina… Bimbo è sveglio. Piange.


Non gli avevo fatto fare il ruttino? Ha ancora fame? Non posso dargli altro latte artificiale, ha appena mangiato. Non posso dargli neanche il seno, ho appena messo la pomata. Ma lui piange. Facciamo che laviamo bene il seno e togliamo la pomata. Potrei attaccarlo per una ciucciatina? Ma il pediatra dice che tra una poppata e l’altra devono trascorrere tre ore. Qui, tra seno, bilancia, biberon, è passata un’ora. Però l’ostetrica aveva detto che l’allattamento è a richiesta, quindi il bimbo si attacca quando vuole. Ma lei parlava di allattamento esclusivo. Io a Bimbo ho appena dato anche il biberon. Che si fa?


Questa storia dell’allattamento misto sta diventando un incubo.


In tutto questo non possiamo trascurare l’apporto di parenti, amici, conoscenti e sconosciuti incontrati per strada. Ognuno con una perla di saggezza diversa. Da una parte i sostenitori del “falla finita e dàgli il biberon”, dall’altra i sostenitori del “latte di mamma sempre e comunque e se il latte non arriva è colpa della mamma”.


“Fattene una ragione, se il latte non c’è, non c’è”.

“Non è che puoi farlo morire di fame per la tua fissa dell’allattamento” (questa frase in particolare, il riferimento al “morire di fame” fa un male terribile, credo smuova paure ataviche nelle madri).


“Crescono bene anche con il latte artificiale, con cosa siamo cresciuti noi?”.


“Non vedi che non hai latte? Ha appena poppato e piange!”.


“Sì, è vero che un po’ di latte lo vedi, ma il problema è che non è nutriente, è come acqua, non l’hai fatto analizzare?”.

“Ovvio che ha le coliche, al tuo seno ciuccia solo aria!”.


“Sei troppo magra per allattare, non trova niente!”.


“Tu non mangi/dormi/bevi/cammini abbastanza. Ecco perché non hai latte”.

“Devi attaccarlo di più, è colpa tua se non ti viene il latte, non lo allatti abbastanza!”.


Non fosse vero e non stesse capitando a me, quasi riderei. Ma qui l’ultima cosa che posso fare è sorridere. Perché questo è il mio bambino, il mio preziosissimo, amatissimo bambino. E lui deve mangiare e deve crescere. La mamma c’è per questo, no? Per garantire la sopravvivenza del suo bambino.


Non era vero che tutte le mamme hanno il latte. E non era vero che allattare è un gesto naturale. E a dirla tutta, non è che neanche bello. O almeno, non è bello così.

Con il senno di poi

Che fatica un allattamento che parte male! La prescrizione di un’aggiunta, (con tanto di marca della formula artificiale, nonostante sia vietato specificare quale latte acquistare1), ha compromesso del tutto la fiducia nelle mie capacità di nutrire al meglio il mio bambino. Un’aggiunta, che non era neppure giustificata, dato che non c’era stato un calo fisiologico così importante da richiedere un’integrazione. Ma io allora questo non lo sapevo, e mi fidavo ciecamente delle direttive dei medici.

È scontato che non stiamo dicendo di non fidarsi dei medici; nel mio caso però sarebbe stato molto utile sentire un secondo parere, rivolgendosi ad una figura esperta di allattamento (ostetrica, consulente de La Leche League, consulente professionale in allattamento, pediatra che sostiene l’allattamento…).


Nelle prime 6-7 settimane di vita del bebè, mamma e bambino prendono confidenza con le poppate e il seno “impara” quanto latte deve produrre per il bimbo che è nato. Poiché la produzione si basa su un meccanismo di domanda e offerta – più il bimbo succhia e più latte viene prodotto – è fondamentale che le poppate avvengano a richiesta e che l’allattamento sia esclusivo. Eventuali aggiunte di formula artificiale offerte senza aver prima messo in atto tutti gli accorgimenti necessari per aumentare la produzione, vanno a interferire con questo meccanismo di domanda e offerta, con il rischio che il seno non produca più una quantità adeguata di latte.


L’altra nota dolente per noi è stata la doppia pesata. Una consuetudine che un tempo era la norma, ma ora è assolutamente sconsigliata, in quanto spesso fonte di preoccupazioni ingiustificate e non offre alcuna informazione utile. Non solo il responso della bilancia non è preciso, ma ogni poppata è diversa (il bimbo può aver voglia di succhiare più o meno a lungo), e il latte della mamma è sempre diverso poiché si modifica continuamente nelle 24 ore e nel corso della stessa poppata. Così può capitare che durante una poppata il bebè assuma molti millilitri di un latte ricco di lattosio (più dissetante e meno nutriente) e in un’altra riceva solo pochi millilitri ma di un latte particolarmente grasso e proteico.


È evidente quindi che la doppia pesata non era affatto significativa! Quanta fatica per nulla!


A me nessuno lo aveva detto, ma per verificare che tutto proceda bene è sufficiente contare i pannolini (il bimbo deve bagnare 5-7 pannolini al giorno, l’urina deve essere trasparente) e pesare il bimbo una volta alla settimana.

Non è vero che…

Ci sono donne che producono un latte meno buono o meno nutriente. La composizione del latte materno è semplicemente perfetta per rispondere al fabbisogno nutrizionale del bambino e garantirgli anticorpi e sostanze protettive.

I commenti degli altri

Quando nasce un bimbo piovono consigli, commenti e pareri non richiesti. Uno degli argomenti più ricorrenti è proprio l’allattamento al seno. Il bebè piange? Vuole poppare spesso? Fa poppate lunghe? Ecco che subito vengono messe in dubbio quantità e qualità del latte di mamma. Ignorare i commenti altrui, soprattutto quando vanno ad alimentare dubbi e incertezze che sono comuni in questo primo periodo, non è facile, ma si dovrebbe proprio imparare a fare orecchie da mercanti. Chi mette in dubbio le potenzialità della donna di nutrire il suo bimbo o la bontà del suo latte non fa che ripetere vecchi luoghi comuni di cui la scienza stessa ha dimostrato l’infondatezza. Insomma… non sanno quello che dicono, non vale la pena angustiarsi!

Latte di mamma... tutte tranne me!
Latte di mamma... tutte tranne me!
Giorgia Cozza
Quando l’allattamento non funziona: riflessioni, testimonianze e consigli pratici.Un libro per tutte le donne che non sono riuscite ad allattare, ma avrebbero voluto. Un aiuto prezioso per superare la frustrazione e il senso di colpa. Latte di mamma… tutte tranne me! racconta la storia di “non allattamento” dell’autrice Giorgia Cozza, ma anche quella di molte madri che potranno ritrovarsi nelle situazioni e nelle emozioni descritte; una storia di ragadi e poppate dolorose, latte che non arriva, bimbi che crescono troppo poco, mamme stanchissime, tentativi frustranti e commenti poco gentili, scritta per rielaborare un’esperienza, nutrire di coccole e tenerezza il proprio bambino e, perché no, allattare felicemente eventuali fratellini che verranno. In questo libro si trovano informazioni scientifiche utili a comprendere la fisiologia dell’allattamento, grazie al contributo di esperti, neonatologi, pediatri e psicologi, chiarendo quali siano le più frequenti cause di abbandono della poppata. È consigliato anche alle mamme che hanno avuto un’esperienza positiva di allattamento e che vogliono coltivare la propria solidarietà femminile, preziosa alleata di tutte le madri, che allattino o meno. Conosci l’autore Giorgia Cozza è una mamma-giornalista, specializzata nel settore materno-infantile, autrice di libri per bambini e numerosi manuali per genitori, divenuti un importante punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all’estero.È stata relatrice in numerosi congressi per genitori e operatori del settore e ospite di trasmissioni televisive per rispondere a quesiti legati all’accudimento dei bimbi e a uno stile genitoriale ecocompatibile.