Appendice

La parola ai ragazzi

Abbiamo parlato di cos’è l’ansia, di come si sviluppa e di come il peso della valutazione influisca sullo sviluppo dell’individuo e sulla sua serenità nel vivere il contesto scolastico. Tuttavia, nessuno riuscirebbe a spiegarlo meglio degli studenti stessi.


Così ci è sembrato interessante, grazie alla collaborazione di alcuni insegnanti, porre ai ragazzi un questionario per farci spiegare da loro come vivono la scuola, il voto e lo stato emotivo su cui vertono quando vengono giudicati.


Le domande sono state sottoposte a una classe quarta della scuola primaria e a una seconda e terza della scuola secondaria di primo grado. A una classe seconda della scuola secondaria di primo grado, invece, è stato proposto di rispondere alla domanda: “Cos’è l’ansia?”, durante un Circle Time1.

Da questi risultati e incrociando le risposte dei vari studenti che hanno risposto al questionario, si è notato come gli studenti i cui genitori hanno reazioni più tranquille a brutti voti, siano anche i più sereni dal punto di vista scolastico e vivano l’ambiente-classe in modo positivo. Al contrario, gli alunni che sono soggetti a punizioni, rimproveri o scarso aiuto da parte di genitori e insegnanti, hanno dato risposte più negative e vivono situazioni di stress come interrogazioni e verifiche con più ansia rispetto ai coetanei.


I dati risultanti non hanno valore statistico, in quanto le domande non sono state somministrate a un campione sufficiente di studenti, ma vogliono comunque essere uno spunto di riflessione per insegnanti e genitori.


Per motivi di privacy e tutela degli studenti, il primo gruppo sarà indicato esclusivamente tramite il sesso e l’età, il secondo con la semplice iniziale del nome.

Questionario sul benessere scolastico

Effettuato sulla classe quarta di una scuola primaria, sulla seconda e terza di una scuola secondaria di primo grado.


1.  PENSI CHE I TUOI INSEGNANTI TI AIUTINO QUANDO HAI BISOGNO?

M., 12 anni

La maggior parte degli insegnanti non aiuta quasi nessuno. Alcuni professori pensano che io sia bravo e che non abbia difficoltà. Il problema è che se ho delle difficoltà, loro non lo notano.


F., 13 anni

Io penso che i miei insegnanti quando ho bisogno mi aiutino, anche se non tutti. Molti dicono che quell’argomento non c’è bisogno di spiegarlo, ma secondo me sì. Devo dire che alcuni, quando non capisci un argomento e chiedi loro di spiegarlo di nuovo, non te lo rispiegano e vanno avanti.


F., 9 anni

Sì, io penso che le mie maestre mi aiutino quando ho bisogno perché quando le chiamo loro vengono ad aiutarmi.


M., 13 anni

Non tutti, ci sono insegnanti che stanno accanto a te se ti serve aiuto, invece altri se ne fregano.


F., 12 anni

Non tutti, alcuni ti aiutano cercando di risolvere il problema, mentre altri rimangono nel loro lavoro di professori e ti insegnano semplicemente la materia.


M., 9 anni

Sì perché le maestre devono aiutare.


F., 12 anni

Non sempre. A volte, magari, hai bisogno che ti rassicurino e ti calmino e invece ti urlano contro facendoti tanta ansia e agitazione.

2.  HAI PAURA DELLE INTERROGAZIONI E DEI COMPITI IN CLASSE? SE SÌ, PERCHÉ?

M., 13 anni

Negli anni precedenti avevo paura perché non conoscevo i professori e questo mi metteva molto in ansia, ma con il passare del tempo mi ci sono abituato, anche se certe volte mi ritorna l’ansia.


M., 9 anni

Sì, perché anche se hai studiato e poi dici non mi sento sicuro mi viene un po’ di ansia.


F., 12 anni

Se prendo un brutto voto sono delusa di me stessa, o mi arrabbio con me stessa perché pensavo di aver studiato. Se prendo un bel voto sono felice e penso che sia stata fortunata. È successo che mi sono arrabbiata con qualche professore perché magari non mi meritavo quel voto e quei professori mi stanno antipatici.


M., 9 anni

Sì, ho paura perché penso di non essere all’altezza.


F., 13 anni

Io ho paura dei compiti in classe perché poi penso che se prendo tante insufficienze posso bocciare, ma magari non è nemmeno così. Alcune delle insegnanti ci fanno pressione durante i compiti ricordandoci che bisogna prendere un bel voto, se no la media si abbassa.


F., 9 anni

Io non ho paura, solo che a volte mi viene un po’ d’ansia.


F., 9 anni

Io non ho paura delle interrogazioni e dei compiti in classe, perché so che qualunque cosa accada a scuola, alla mia famiglia non importerà e con-tinueranno a volermi bene, anche se un po’ d’ansia c’è sempre.


F., 9 anni

Diciamo perché a casa lo studi tranquillamente con delle domande ben precise e a scuola non te le fanno ben precise.


M., 13 anni

Sì, ho paura di tutti e due. Nelle verifiche la tensione è alta. A volte dopo le verifiche sento gli altri che parlano e dicono: “Ma tu nella seconda hai messo A o B?” Il problema è che io non faccio mai commenti come gli altri, quindi poi mi agito. Quando chiedi ai prof che non hai capito una cosa, loro ti rispondono: “Non me ne frega niente, dovevi studiare!” Così prendi 4, 5… voti che potevi evitare perché hai avuto sfortuna.

3.  COME TI SENTI QUANDO PRENDI UN VOTO (BELLO O BRUTTO) CHE NON TI ASPETTAVI?

F., 13 anni

Be’, quando si prende un bel voto ci si sente bene anche proprio come persona, mentre un brutto voto è un po’ deludente però va preso come punto di partenza perché dagli sbagli si impara, perciò va valutato ciò che non si è capito e riaffrontarlo con consapevolezza.


F., 9 anni

Se è brutto mi sento un po’ delusa, perché potevo fare di meglio, se invece è bello mi sento molto contenta.


M., 9 anni

Se è bello mi sento bravo, invece se è brutto mi sento un po’ male perché poi lo vedranno i miei genitori.


M., 9 anni

Quando prendo un buon voto mi sento bene perché mi fa sentire gioioso. Invece quando prendo un brutto voto e mi sono impegnato molto mi sento un po’ male.


F., 9 anni

Quando prendo un voto alto mi sento felice e quando lo prendo basso mi sento male oppure triste.


F., 9 anni

Quando non studio ma prendo un bel voto mi sento in colpa, ma se studio mi sento felice.


M., 13 anni

Quando prendo un bel voto sono felice e so che non devo migliorare. Quando prendo un brutto voto so che devo migliorare.

4.  COME REAGISCONO I TUOI GENITORI QUANDO PRENDI UN BRUTTO VOTO? E QUANDO NE PRENDI UNO BELLO ?

F., 9 anni

Mi dicono che dovevo impegnarmi di più e fare di meglio; però mi dicono che sbagliando s’impara. [Se ne prendo uno bello] Mi dicono che sono stata bravissima.


F., 13 anni

I miei genitori, quando prendo un brutto voto, mi fanno la predica e mi dicono di mettermi subito a studiare per recuperare. Alla fine, però, non mi dicono molto e non mi danno punizioni severe, come togliermi il telefono oppure non farmi uscire.


M., 13 anni

Quando prendo un brutto voto i miei genitori mi proibiscono di fare tutto, invece quando ne prendo uno bello mi dicono che sono stato bravo.


M., 12 anni

Quando prendo un brutto voto mi sgridano o qualche volta mi mettono in punizione e mi chiedono sempre quanto ha preso lui, lei… invece quando prendo un bel voto sono contenti, ma mi chiedono sempre quanto ha preso quell’altro.


F., 9 anni

Male, mi mettono in punizione per tante settimane. [Quando prendo un bel voto] Mi regalano qualche gioco e mi baciano tanto.


F., 9 anni

I miei genitori reagiscono dicendomi: “Non ti preoccupare, la prossima volta andrà meglio. Continua a impegnarti”. I miei genitori quando prendo un voto bello sono fieri di me e mi dicono: “Brava, sono contentissima di te”.


F., 9 anni

Reagiscono per primo sgridandomi, poi mi fanno sentire in colpa. [Se prendo un brutto voto] Prima di tutto mi dicono molti complimenti e mi fanno sentire fiera.


F., 13 anni

Quando prendo un brutto voto i miei genitori non sono tanto contenti e nemmeno io. Quando prendo un’insufficienza mi mettono in punizione e mi tolgono varie cose (le cose a cui tengo e mi piacciono). Esempio: il telefono, uscire con gli amici, andare a danza. Quando prendo un bel voto sono tutti tranquilli e contenti e mi premiano.


M., 12 anni

Se prendo un brutto voto i miei genitori si arrabbiano e alcune volte mi picchiano perché non avevo studiato. Se prendo invece un bel voto mi fanno dei complimenti.


M., 12 anni

Ho sempre paura che i miei compagni e i professori mi giudichino, ma ho anche paura quando prendo un voto alto perché gli altri si potrebbero offendere. Me ne rendo conto, non è colpa mia se si offendono…

5.  HAI PAURA CHE GLI ALTRI TI GIUDICHINO PER I TUOI VOTI?

M., 9 anni

No, perché l’unico giudizio è quello dei genitori.


F., 9 anni

No, io non ho paura perché non mi interessa il giudizio degli altri, io mi sono impegnata e ho fatto quello che potevo.


F., 9 anni

Sì, ho paura che gli altri credano che io non sappia fare quel compito.


F., 9 anni

No, non ho paura perché so di essere intelligente e non mi serve per forza il giudizio degli altri.


F., 9 anni

Sì, perché le mie amiche del cuore prendono voti alti.


F., 13 anni

No, non ho paura che gli altri mi giudichino perché ognuno ha le sue qualità e ognuno studia come sa.


F., 12 anni

Con alcune materie sì, con altre no.


F., 13 anni

Alcune volte ho paura di essere giudicata e mi sento un po’ disorientata.


M., 13 anni

Non ho paura di essere giudicato male perché so di essermi impegnato e di aver dato il massimo di me.


M., 12 anni

Sì, con i miei genitori perché talvolta sono severi.


M., 12 anni

No, perché i miei amici quando prendono un brutto voto io non rido e loro non ridono quando io prendo voti bassi, ma cercano di aiutarmi.

6.  PENSI CHE LA SCUOLA INFLUISCA SULLA TUA AUTOSTIMA? IN MODO POSITIVO O NEGATIVO?

M., 13 anni

Sì, nel mio caso in modo positivo perché quando prendevo un brutto voto ero emotivamente distrutto, invece adesso ho la forza di rialzarmi, mettermi lì e dimostrare alla professoressa che aveva torto.


M., 9 anni

Sì, penso che dipende da quello che pensano le maestre.


F., 12 anni

Sì, penso che la scuola influisca molto nell’autostima perché passiamo tanto tempo a scuola e quindi questo influisce nella nostra vita, ma per me la scuola influisce in modo negativo nella mia autostima.


F., 9 anni

Da quando vado a scuola sono molto più felice (in particolare dalla quarta). In terza odiavo la scuola, ma la mia opinione è cambiata.


F., 12 anni

Sicuramente. Se ho un compito in classe, il giorno prima mi agito e inizio a pensare che prenderò 4. Mi viene molta ansia, ma poi esco e mi distraggo, ma sento comunque il peso di quel compito. Poi alcuni professori mi fanno sentire stupida e ci rimango male. Quindi sì, la scuola influisce sulla mia autostima. Poi passo moltissimo tempo a scuola e divento asociale.


M., 9 anni

Penso che la scuola mi aiuta con le mie conoscenze.


F., 12 anni

Penso che la scuola influenza la mia autostima in modo negativo, perché con tutti i brutti voti che prendo mi fanno sentire male perché non ho studiato o non ho creduto in me.

Circle Time: cos’è l’ansia?

(Classe seconda della scuola secondaria di primo grado)

Quando ho un’interrogazione o una verifica mi viene l’ansia. Anche se ho studiato e sono sicura di me, penso sempre al brutto voto e che ho sbagliato.


Infatti quando mi interrogano mi vengono mille paranoie e mi blocco. Se ho l’ansia penso sempre al giudizio dei professori e dei miei compagni perché mi viene data una valutazione.

N.


L’ansia è un’emozione che ti viene quando non vorresti. Quando devi semplicemente parlare ti arriva questo blocco che ti dice: “E se dico una cosa sbagliata e gli altri pensano che sia stupida?”


Così non sei sicura di te stessa e inizi a essere timida. L’ansia è per la paura che il tuo giudizio sia brutto, ovviamente vuoi essere valutata bene, così tendi a cambiare solo per piacere agli altri e non sei più te stessa.

E.


L’ansia è un momento di agitazione che si verifica quando qualcuno sente di aver sbagliato, di fallire o di aver un giudizio dagli altri. Nella maggior parte dei casi si manifesta prima di un’interrogazione, prima di parlare con un gruppo di persone o durante uno spettacolo.


Io sono molto ansioso nel fare le cose, perché ho paura del giudizio degli altri. Infatti è proprio per il giudizio degli altri che si ha paura di sbagliare, perché non sai mai come reagiranno alla fine. Soprattutto quando hai davanti una persona molto puntigliosa che troverà sempre un errore quando parli. In conclusione volevo parlare dell’ansia a scuola. L’ansia si manifesta sempre a scuola… per dire, prima dei compiti o interrogazioni, durante la lezione di nuovi argomenti, perché hai paura di non ricordare la lezione o quando tutti alzano la mano e tu sei l’unico a non alzarla.

F.


L’ansia per me è quando sei preoccupato per qualcosa perché pensi di non avere fatto bene quella specifica cosa e pensi di non potercela fare. Quando non riesci a dire qualcosa e hai paura di sbagliare.

L.


L’ansia secondo me è quando non sei sicuro di te stesso, oppure quando ti stanno interrogando e se sbagli hai paura del giudizio degli altri.

T.


L’unica cosa per cui sono ansiosa è il giudizio degli altri, visto che non ho molta autostima e sicurezza in me stessa. L’ansia ti porta quasi sempre ad avere paura di una valutazione per un compito, una gara o qualsiasi altra cosa.

S.


Io spesso sono ansiosa e il problema dell’ansia per me è la paura di sbagliare, un’insicurezza che ti dà un ostacolo e ti impedisce di andare avanti.

G.


L’ansia è quando i professori ti mettono pressione. Fai una verifica e ti chiedi se l’hai fatta bene o no e ti prende una sensazione di panico e ti viene un blocco.

A.


L’ansia è un disagio che avviene quando hai un evento importante in cui devi esibirti davanti a tutti. Hai paura di sbagliare e di essere preso in giro e giudicato. L’ansia provoca tanta insicurezza.

F.


L’ansia è la paura che le persone ti giudicano per i tuoi errori o i tuoi voti.

G.


L’ansia è quando una persona ha paura di una cosa e invece la sa e continua a studiarla.

L.


L’ansia è la paura di sbagliare e di essere giudicato male.

G.

La valutazione scolastica
La valutazione scolastica
Giulia Manzi
L’influenza del giudizio sulla motivazione dei nostri figli.Un libro rivolto a genitori e insegnanti, per ripensare la scuola e approcciarsi al mondo degli studenti da un altro punto di vista. La valutazione scolastica affronta lo scomodo tema dei voti e quanto la mala comprensione di essi influenzi la crescita dello studente, non solo a scuola, ma nella vita.Partendo da esperienze personali, Giulia Manzi ripercorre l’analisi dei sistemi e dei criteri di giudizio scolastici, il rapporto tra famiglie e insegnanti e il bisogno di una scuola che ponga al primo posto l’alunno e le sue esigenze d’apprendimento e sviluppo personale.Un libro rivolto agli adulti, genitori o insegnanti che siano, per approcciarsi al mondo degli studenti da un altro punto di vista. Conosci l’autore Giulia Manzi, figlia di Alberto Manzi (il maestro della TV in “Non è mai troppo tardi”), approfondisce tematiche legate alla pedagogia scolastica a partire dagli studi universitari e tiene corsi di formazione per docenti.