Come è cambiato
Con l’apertura dell’anno 2018/2019, gli studenti sembrano essersi liberati dell’incubo delle Prove Nazionali, sia sul piano della loro influenza sul voto finale, sia, a dichiarazione del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) in quanto sbarramento per l’ammissione agli esami17.
Ora, scrolliamoci di dosso questi dati e questi numeri e riflettiamo: gli studenti, già soggetti a uno stress da prestazione durante l’anno scolastico, si trovano ad affrontare, oltre alle normali incombenze scolastiche, una prova che valuta la loro preparazione generale. Prova che, oltretutto, serve a dare una buona immagine della scuola che frequentano e dimostrare la preparazione che essa è in grado di fornire.
Sulle loro spalle non grava più solo il loro valore personale, ma addirittura quello dell’Istituto. Una votazione scarsa agli INVALSI non implica solo che gli alunni non sono “bravi”, ma anche che i loro docenti non sono stati in grado di fornire gli strumenti necessari ad affrontare una Prova Nazionale.
Come influisce tutto ciò nell’ambito scolastico? In maniera molto semplice: gli insegnanti si sentono sotto pressione perché il loro lavoro verrà giudicato in base a risultati di terzi (gli studenti) e, per non rischiare, finiscono col concentrarsi in maggior misura sulla preparazione alla Prova Nazionale.
Dal 2017 il ridimensionamento del test INVALSI pare aver alleggerito tali aspettative, non solo per i docenti, ma anche per genitori e ragazzi che non devono più preoccuparsi di come i risultati vadano a interferire nella valutazione finale dell’Esame di Stato. Un primo grande cambiamento si ha nel 2015/2016 quando le Prove Nazionali cominciano a essere accompagnate da un questionario sulle famiglie; si raccolgono così le proteste dei docenti sull’irrilevanza della situazione personale degli alunni, cosa che invece influisce sull’esito scolastico18.
Con il decreto 62/2017, le prove cominciano ad acquisire ancora più valore. Difatti esse dal 2018 rilasceranno “una certificazione del livello raggiunto in italiano, matematica e inglese”19, decisione che “sottolinea una volta di più l’importanza dell’acquisizione delle competenze”20.
Per spiegare appieno questo mutamento ed evitare fraintendimenti con scuola e famiglie, gli INVALSI hanno divulgato un opuscolo, Le prove INVALSI secondo l’INVALSI, dove spiegano che: “Le prove INVALSI sono uno strumento prezioso per la valutazione del sistema scolastico, ma misurano solo alcune competenze fra quelle legate a tre discipline, alle quali si aggiungono quelle legate alle altre discipline e quelle che riguardano la formazione della persona e del cittadino. La certificazione dunque si affianca alla valutazione fatta dagli insegnanti, la completa, ma non la sostituisce in alcun modo”21.