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Presentazione dell’Osservatorio della Violenza Educativa Ordinaria
(OVEO) http://www.oveo.org/

L’Osservatorio della Violenza Educativa Ordinaria è sia un’associazione che un sito, creati con lo scopo di informare nel modo più ampio possibile l’opinione pubblica e i responsabili politici sulla pratica della violenza educativa ordinaria, cioè sulle diverse forme di violenza utilizzate quotidianamente nelle famiglie e a scuola per educare i bambini.


Infatti risulta ovunque del tutto normale picchiare i bambini per farli obbedire, mentre questo metodo educativo espone a gravi pericoli i bambini, gli adulti che diventeranno e la società nel suo insieme.


Oggi d’altronde i bambini sono, in quasi tutti i Paesi, la sola categoria di esseri umani che è permesso picchiare legalmente, quando sono invece gli esseri umani più fragili, più vulnerabili e coloro sui quali la violenza ha le conseguenze più gravi. Mentre nelle società antiche esisteva il diritto legale di picchiare gli schiavi, i domestici, i soldati e i marinai, i prigionieri, le donne, oggi, quasi ovunque, solo i bambini possono ancora essere picchiati legalmente.


Questa anomalia non ci appare come tale perché praticamente tutti noi abbiamo subìto, in diversi gradi, la violenza educativa e abbiamo acquisito sotto alle botte, fin dalla più tenera età, la convinzione che sia normale privilegio dei genitori.


Ma non è più possibile al giorno d’oggi accettare una tale pratica. Da circa 50 anni, un gran numero di studi ha mostrato in modo indubitabile che la violenza educativa ha conseguenze gravi sullo sviluppo degli individui e delle società. Essa infatti è la causa di un gran numero di manifestazioni di violenza contro sé e contro gli altri, sia sul piano individuale che su quello collettivo. Gli studi dei neurobiologi sulla formazione e il funzionamento del cervello confermano sempre più l’importanza di questi pericoli.


Questo metodo educativo è di certo molto antico, e si pratica da millenni. Ma anche altre usanze, come la schiavitù, l’infibulazione o l’usanza di picchiare le donne sono durate per millenni o durano ancora, senza che ciò li renda in alcun modo più accettabili.


È giunto il tempo quindi di mettere fine a questa pratica. Gli Stati firmatari della Convenzione relativa ai diritti del bambino, ossia tutti gli Stati del pianeta tranne due (USA e Somalia), l’hanno già riconosciuto. L’articolo 19 di questa Convenzione fa obbligo agli Stati di vigilare per proteggere i bambini contro qualsiasi forma di violenza. Il Comitato dei diritti del bambino dell’ONU ricorda costantemente agli Stati che essi devono interdire la pratica di qualsiasi forma di violenza, anche leggera, nei riguardi dei bambini, sia in famiglia che a scuola. Il Consiglio d’Europa ha vivamente invitato gli Stati europei a imitare i dodici Paesi che hanno avuto il coraggio di votare una legge per vietare qualsiasi forma di violenza educativa.


Ma uno dei principali ostacoli a un’evoluzione in tal senso è l’ignoranza, l’indifferenza e la sottostima con le quali consideriamo la violenza educativa. Ignoriamo sia il grado di intensità che tale violenza riveste nella maggior parte dei Paesi, sia i pericoli che presentano le manifestazioni anche minime di questa violenza.


Questa ignoranza ci porta a non preoccuparcene e a considerarla come normale. E così la vediamo come un fenomeno ridicolo che riguarda una tappa della vita che abbiamo passato, e dunque senza una reale importanza, mentre è probabilmente una delle principali cause della violenza degli adulti e dei loro comportamenti suicidiari sul piano individuale così come sul piano planetario. Ecco perché abbiamo ritenuto necessario creare questo Osservatorio, il cui scopo è di rivelare lo scandalo nascosto della violenza educativa che legittima, sotto le mentite spoglie di educazione, delle crudeltà appena immaginabili. Tale scandalo deve diventare evidente agli occhi di tutti perché si produca la presa di coscienza necessaria al suo sradicamento.


L’Osservatorio della Violenza Educativa Ordinaria sarà essenzialmente in un primo tempo un sito Internet in cui verranno presentate, continente per continente, Paese per Paese, i diversi gradi e aspetti che la violenza educativa riveste ovunque nel mondo.


Questo sito presenterà via via durante il suo sviluppo:

  • una geografia della violenza educativa;
  • una storia di questa violenza;
  • un riassunto degli studi che ne hanno rivelato i pericoli;
  • una pagina sulla violenza verbale e la violenza psicologica;
  • una pagina sul modo in cui la violenza educativa ordinaria si assicura da sé la propria immunità;
  • una presentazione della legislazione dei Paesi che hanno vietato qualsiasi forma di violenza educativa;
  • un forum;
  • una antologia di testi che richiamano la violenza educativa;
  • una newsletter alla quale i visitatori del sito potranno abbonarsi;
  • un rapporto annuale sullo stato del mondo in materia di VEO;
  • una pagina di suggerimenti per una educazione senza violenza accompagnata da una bibliografia.

Anche l’atteggiamento dell’opinione pubblica nei confronti della violenza educativa sarà oggetto di studio dell’Osservatorio.


L’OVEO avrà inoltre lo scopo di far pressione sugli Stati, in base ai propri mezzi, perché facciano applicare l’articolo 19 della Convenzione relativa ai diritti del bambino che tutti loro hanno sottoscritto, ad eccezione dei due sopraddetti, e che faccia sì che diventi per essi un dovere “proteggere i bambini contro qualsiasi forma di violenza”. Secondo il Comitato dei diritti del bambino dell’ONU, organismo davanti al quale gli Stati devono, ogni cinque anni, presentare un rapporto sulla propria politica dell’infanzia, si tratta per loro “di adottare misure e politiche appropriate (in particolare, divieto delle punizioni corporali)”, di promuovere “un’etica della non-violenza” e di aiutare i genitori “ad allevare i propri figli senza violenza e in uno spirito di comunicazione e di rispetto reciproco”.


L’Osservatorio mira a diventare internazionale, cioè a creare una rete di corrispondenti e di siti in tutti i Paesi e nelle diverse lingue del mondo.


L’azione militante dell’Osservatorio non lo oppone, per principio, né ai genitori né agli insegnanti. Ma al contrario, è sua convinzione che l’azione in favore dei diritti dei bambini raggiunga il desiderio profondo dei genitori e degli insegnanti di vedere i bambini rispettati come lo devono essere degli individui umani in formazione.


La speranza dei membri dell’Osservatorio è che, dato che chiamiamo crudeltà il fatto di picchiare un animale e aggressione il fatto di picchiare un adulto, si smetta di chiamare educazione il fatto di picchiare un bambino.


L’autore di questo libro sarà lieto di rispondere a qualsiasi osservazione, obiezione o domanda. Scrivergli alla seguente email: omaurel@wanadoo.fr

La sculacciata
La sculacciata
Olivier Maurel
Perché farne a meno: domande e riflessioni.Le punizioni corporali sono dannose per il corpo e la psiche del bambino. Ma è possibile educare senza picchiare? Se sì, come? Le punizioni corporali sono pericolose per i bambini, in quanto le conseguenze della violenza rimangono permanenti sul corpo e nella psiche.Nel più lungo periodo, inoltre, molti studi dimostrano come questa pratica sia un fattore importante nello sviluppo di comportamenti violenti e sia associata ad altri problemi durante l’infanzia e nella vita. Come possiamo educare i bambini che mostrano un temperamento più aggressivi?Del resto, è stato forse dimostrato che schiaffi e sculacciate rendono più obbedienti i bambiniMigliorano forse l’apprendimento?La sculacciata di Olivier Maurel è una guida che ci permette di aprire gli occhi senza colpevolizzarci, rispondendo con chiarezza a queste e a molte altre domande. La prefazione è curata dalla celebre psicologa e psicanalista Alice Miller. Conosci l’autore Olivier Maurel è nato a Toulon nel 1937. Professore di Lettere al liceo Dumont d’Urville dal 1965 al 1997, è padre di cinque figli.Cresciuto in una famiglia numerosa, le letture dei libri di Alice Miller hanno accresciuto il suo interesse per il tema della violenza educativa, portandolo ad approfondirne le numerose ripercussioni sulla salute psico-fisica dei bambini e sul loro sviluppo. A partire dagli anni ’60, poi, si è fatto promotore di numerose battaglie sociali contro la violenza nel mondo e il traffico di armi.Ha fondato l’associazione Oveo (Osservatorio sulla violenza educativa ordinaria), con lo scopo di descrivere tutte le forme di violenza comunemente accettate in tutto il mondo, a scuola e in famiglia.