TERZA PARTE

L’alba del nuovo bambino

Quando ci siamo smarriti? In che punto del suo percorso l’umanità ha imboccato la strada dell’incoerenza e della disconnessione?


Siamo a un bivio: se vogliamo che l’umanità, e il suo ambiente, si risanino, dobbiamo riconnetterci al nostro potenziale evolutivo, abbandonando le divisioni fra gli uomini, e fra l’umanità e la terra che la ospita insieme a tutta la varietà delle creature viventi. Siamo parte di una fitta rete. Una farfalla che batte le ali a Tokyo, si dice, può causare un uragano a New York… e noi uomini facciamo ben più di un battito d’ali… noi siamo l’uragano!

Le interferenze sistematiche a tutti i processi che coinvolgono l’asse della calma e della connessione, orchestrata dall’ossitocina, e in particolare di quei processi che proteggono la fisiologia del periodo perinatale, sono presenti nella storia umana fin dall’inizio della sua civilizzazione. Ma solo in tempi recenti gli enormi progressi della medicina e della farmacologia hanno permesso il controllo di questi processi a un livello biologico, cellulare, espropriando totalmente parto, nascita e allattamento ai loro attori protagonisti: la madre e il bambino. Osserva Odent:


Oggi il numero di madri umane che si affida ai propri ormoni sia per la nascita del bambino che per il secondamento della placenta sta diventando trascurabile. A un simile punto di svolta nella storia del genere umano, chiunque si interessi al futuro della nostra specie può comprendere l’importanza di una domanda semplice: “per quanto tempo potrà sopravvivere la specie umana senza amore?”1


Di pari passo, però, sin dagli anni ’70 si è fatta strada una crescente consapevolezza dell’importanza della salute primale e della riappropriazione di questi processi da parte della madre e del bambino. L’idea di un parto dapprima definito umanizzato, poi senza violenza, poi attivo e infine indisturbato si è fatta strada, assieme ai concetti di empowerment e di sacralità del processo di formazione del legame fra la madre e il suo neonato.

Gli esseri umani hanno tutto il potenziale biologico, intellettivo e affettivo per realizzare la pace e la connessione. Ma come creare il ponte, trovare la strada perché questo potenziale possa venire alla luce, trasformarsi in realtà?

L’antropologo Ashley Montagu offre un interessante punto di vista sulla specie umana, osservando come una delle sue caratteristiche più eclatanti sia la neotenia, ovvero quel fenomeno per cui una specie conserva in età adulta caratteristiche che sono tipiche del suo periodo fetale, neonatale o infantile2. Il nostro stesso aspetto fisico adulto è molto più vicino a quello infantile di quanto non avvenga per altre specie di mammiferi; e bisogna dire che anche dal punto di vista psicologico gli esseri umani, se non vengono bloccati da un’educazione mortificante, mantengono molto a lungo nella vita caratteristiche che sono tipiche dell’infanzia: giocosità, curiosità, flessibilità mentale, pensiero divergente, creatività, e anche l’energia, lo slancio ad apprendere ed esplorare, la sincerità, l’apertura all’amore incondizionato. Le qualità infantili, che una certa cultura disconnessa dalla vita considera puerilità da abbandonare al più presto per entrare nell’età adulta, sono invece il nostro asso nella manica, una preziosa versatilità che dovremmo proteggere e conservare (o recuperare) in noi stessi il più a lungo possibile nella vita, perché è proprio la nostra maggiore occasione per evolverci e prosperare.


Da questo punto di vista, i bambini possono diventare i nostri maestri; le guide per condurci fuori dal labirinto di condizionamenti e paure che ci impediscono di realizzarci pienamente. Diventare genitori ci offre una seconda opportunità di maturare e sbocciare.


In quest’ottica, nulla diviene più importante del modo in cui trattiamo i nostri bambini, come li accogliamo alla nascita, come li accompagniamo nella loro crescita. L’accudimento prossimale e la guida gentile sono davvero la chiave di volta per generare una nuova umanità, capace di cooperare, risanare, prendersi cura, permeando la rete viva di cui facciamo parte di empatia e di amore.

La rivoluzione della tenerezza
La rivoluzione della tenerezza
Antonella Sagone
Crescere i figli con una guida gentile.Scegliere la via della gentilezza per accompagnare i bambini a diventare individui integri e capaci di empatia, attraverso la presenza affettuosa, l’ascolto dei loro sentimenti e bisogni, il dialogo. La guida gentile non è essere sempre perfetti e nemmeno essere sempre accondiscendenti: è porsi ai nostri bambini con onestà e rispetto della loro integrità, è scegliere di saper essere piuttosto che di saper fare, di avventurarsi nel mare tempestoso delle emozioni e attraversarlo, insieme a loro, con empatia, e usare queste emozioni come guida per comprendere e conciliare i bisogni di tutti.Confermare il bambino nei suoi sentimenti e nelle sue sensazioni, accogliere la sua percezione anche quando non collima con la nostra, aiutandolo ad ampliare la sua visione delle cose e includere quella più vasta della società, è la strada per crescere individui integri, capaci di valutare in modo critico ciò che la vita propone loro, e quindi in grado di esprimere al massimo il loro potenziale.Al di là della falsa scelta fra autoritarismo e lassismo, nell’educazione dei bambini c’è una terza via, quella della gentilezza, che Antonella Sagone presenta nel suo libro La rivoluzione della tenerezza.Attraverso la presenza affettuosa, l’ascolto dei loro sentimenti e bisogni, il dialogo onesto e rispettoso, gli adulti possono, senza rinunciare al loro ruolo di guida, accompagnare i bambini a diventare individui integri e capaci di empatia, con una base affettiva sicura e la capacità di connettersi con gli altri e con l’ambiente intorno a loro, cambiando in meglio il mondo. L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Antonella Sagone, psicologa in area perinatale e consulente professionale in allattamento materno IBCLC e formatrice; da 40 anni si occupa dei processi fisiologici della maternità e paternità, e delle pratiche di assistenza e sostegno che promuovono la salute e l’empowerment della madre e di tutte le persone coinvolte nell’accudimento e nella crescita del bambino.