CAPITOLO III

Un prezioso alleato: la rete

Creare un blog

Se amate scrivere, avete qualcosa da dire, da condividere, da raccontare, un’attività da promuovere, se volete farvi conoscere, se avete tempo da dedicare a questa attività e la determinazione di portarla avanti pazientemente prima di poter vedere risultati concreti, se non avete paura di esporvi (ricevendo l’approvazione ma anche le critiche dei vostri lettori), se siete pronti a mettervi in discussione attraverso il confronto con gli altri, se avete qualcosa da insegnare ma avete l’umiltà che deriva dalla consapevolezza di avere anche molto da imparare, se avete voglia di lavorare sodo per raggiungere i vostri obiettivi, allora un blog può fare al caso vostro.


Aprire un blog è molto semplice. La maggior parte delle piattaforme propone procedure guidate per iniziare in pochi clic. Quando ho aperto il mio ho semplicemente digitato “come aprire un blog” su google e ho seguito le istruzioni. Ho utilizzato blogspot che mi sembra essere ancora oggi, tra le piattaforme gratuite, quella migliore.


La prima decisione importante è la scelta del nome. Dovrete trovare un nome che caratterizzi voi e l’argomento di cui vorrete parlare. Che sia semplice, chiaro, e facile da ricordare. Nel mio caso, stavo per trasferirmi dalla città alla campagna. “La Casa nella Prateria” rappresentava lo stile di vita al quale aspiravo. Solo con il tempo mi sono accorta di quanto la serie televisiva che portava questo nome fosse cara non solo a me ma a moltissime persone della mia generazione. Questo titolo evocava ed evoca tuttora forti emozioni. Scegliendo ciò che emozionava me, ho involontariamente fatto breccia nel cuore di molti dei miei futuri lettori.


Sono certa infatti che i primi visitatori del mio blog vi siano approdati per sbaglio, cercando informazioni su Laura Ingalls e sulla sua famiglia. Oggi se digitate “La Casa Nella Prateria” su google il mio blog compare prima della serie televisiva.


A questo punto potrete considerare l’eventualità di acquistare un dominio. Io l’ho fatto dopo qualche tempo, più che altro per sfizio. Così www.lacasanellaprateria.blogspot.com è diventato www.lacasanellaprateria.com. È un’operazione abbastanza semplice che si può sempre effettuare in seguito. Il reindirizzamento verrà effettuato automaticamente.


Ora dovrete decidere di cosa parlare. Se avete una passione o un argomento che vi sta a cuore, saprete senz’altro da che cosa cominciare. Se avete o intendete avviare un’attività commerciale, sarà attorno ad essa che ruoteranno i vostri post.


Ovviamente non è necessario scegliere una nicchia, ma se volete poter trasformare il vostro blog in un lavoro è meglio che questo abbia una direzione chiara e precisa. Avere un tema e un target ben definito può essere la chiave per il successo del blog stesso. Permette di costruirsi una reputazione e di diventare una voce autorevole riguardo all’argomento in questione.


È importante scegliere un argomento che vi sta davvero a cuore. Questo vi permetterà di lavorare con passione e di rimanere sempre aggiornati senza alcuno sforzo.


Per quanto riguarda la monetizzazione del blog, un blog di nicchia sarà più appetibile per gli eventuali inserzionisti e otterrà annunci Ad Sense particolarmente pertinenti (quindi più redditizi). Lo stesso vale se volete vendere sul blog le vostre creazioni: un blog di nicchia sarà più facilmente reperibile dai motori di ricerca e vi permetterà quindi di vendere di più.


Se i vostri interessi sono molteplici, scegliere una nicchia potrebbe non essere facile. Stabilita una lista di argomenti che vi interessano, che vi appassionano e che conoscete molto bene, potete provare a fare una ricerca in rete per determinare se e quanto l’argomento stesso sia inflazionato, se ci siano già altri blog più o meno autorevoli in merito e, se così fosse, quanto e come sarebbe diversa la vostra interpretazione dell’argomento. Seguire la scia di un blog molto popolare può sembrare una strada facile ma probabilmente porterà a restare sempre “in coda”.


Se scegliete una nicchia non temete di andare ogni tanto fuori tema o di diversificarvi. Non siate troppo rigidi. Lasciate spazio alla creatività. Da un post su un nuovo argomento può nascere un intero filone, una nuova passione, e chissà, magari anche una professione.


Se invece avete voglia di aprire un blog ma non sapete ancora bene dove questo vi porterà, nessun problema. Potrete iniziare parlando di voi. Certo che se aprite un blog con lo scopo di farne una professione, parlare solo di voi stesse e della vostra vita potrebbe non essere la strada più rapida verso il successo.


Ci sono però molte eccezioni che confermano la regola. Io stessa ho attirato l’attenzione di numerosi lettori raccontando semplicemente le avventure della mia famiglia. Il motivo è molto semplice. Noi rappresentavamo ciò che molte di quelle persone avrebbero desiderato fare. Attraverso i miei racconti, molte di queste persone vivevano indirettamente le nostre esperienze. Altre vedevano in noi la prova che cambiare vita, seguire le proprie aspirazioni, è possibile.


Parlare dei fatti vostri può funzionare se i lettori si identificano in voi, nelle vostre scelte, nelle vostre aspirazioni. Il vantaggio del blog personale è che non sarete mai a corto di argomenti. Ogni giorno vivrete qualcosa di diverso e avrete sempre nuove esperienze da condividere.


Un altro modo per riuscire a farsi largo nell’immensità della blogosfera è rendersi utili. Aiutare gli altri, facilitare loro la vita, fornire consigli su argomenti di interesse grazie alla vostra esperienza o al vostro savoir-faire.

Avendo ad esempio un target di mamme, può essere utile condividere ogni giorno idee su cosa cucinare, come organizzare la propria casa, come passare il tempo insieme ai bambini, eccetera.


Ancora una volta ho applicato questo principio senza volerlo, parlando di portare i bambini e in particolar modo dei mei tai. Ho permesso a molte persone di conoscere questo supporto, di realizzarlo da sé o di procurarselo facilmente.


Ma adesso è ora di cominciare a scrivere. Possiamo conoscere tutte le strategie possibili, ma non arriveremo da nessuna parte se non forniamo contenuti di qualità. Per questo è necessario conoscere l’argomento che avete scelto. Ma anche accostarsi gradualmente a qualcosa di nuovo e condividere man mano le proprie esperienze può essere un’idea vincente.


Supponiamo ad esempio che abbiate deciso di iniziare a praticare uno sport. Non siete abbastanza esperte da scrivere articoli tecnici sull’argomento ma potrete condividere il vostro percorso, i vostri eventuali dubbi e difficoltà, e percorrere il vostro cammino verso una conoscenza più approfondita insieme al lettore.


Scrivete in italiano corretto e fornite contenuti di qualità. Se poi riuscite anche a risolvere un problema per i vostri potenziali lettori, avrete fatto centro.

Scrivete regolarmente (che sia una, due volte alla settimana o tutti i giorni), cercate di mantenere un ritmo costante. I vostri lettori inizieranno ad aspettare (e anticipare) i vostri post, e anche i motori di ricerca apprezzano gli aggiornamenti regolari. In ogni caso privilegiate la qualità rispetto alla quantità. E abbiate pazienza. Se è vero che esistono casi rari ed eccezionali di blog che hanno avuto un successo immediato, nella maggior parte dei casi è necessario perseverare nel tempo per potersi affermare.


Ma non è tutto. Non basta scrivere. Se volete che il vostro blog venga visitato, cliccato, commentato e magari anche linkato dovrete andare là fuori e buttarvi nella mischia.


Visitate altri blog, seguite quelli che ritenete interessanti, lasciate commenti. In questo modo vi creerete una rete di amicizie virtuali e vi farete notare. Prima o poi qualcuno passerà anche da voi. Utilizzate i social network: sono un potente e (se ben utilizzati) meraviglioso mezzo di comunicazione.


Molto importante è anche l’interazione con i lettori. I vostri lettori sono il vostro pubblico. È grazie a loro che arriverete dove arriverete. Sono loro che vi sosterranno nei momenti “no” e che vi daranno un sacco di idee e di spunti interessanti. Rispondete sempre ai commenti e alle e-mail. Fateli sentire a casa. Fateli sentire importanti. Non è questo in fondo che loro fanno con voi, incoraggiandovi con i loro commenti? Queste persone che credono in voi, vi sostengono e vi incoraggiano meritano tutta la vostra attenzione. Ringraziateli, coinvolgeteli, ricambiateli come potete. Da queste relazioni virtuali possono nascere amicizie vere, profonde e durature.


Non esitate a citarli quando i loro commenti e suggerimenti vi sono di aiuto. Questo non potrà che arricchire i vostri contenuti e, come effetto collaterale, aumentare il vostro seguito.


Non scoraggiatevi di fronte allo stile o all’autorevolezza dei vostri blogger preferiti. Tutto si impara. Lo stile si migliora cammin facendo, a fare belle foto si impara (anche) osservando attentamente quelle altrui. Le nozioni tecniche le potrete scovare tranquillamente in giro per il web. Se siete alle prime armi puntate sulla semplicità: c’è sempre tempo per arricchire, organizzare, migliorare.


Se i vostri post vi sembrano tristi e scarni rispetto a quelli di altri blogger, cercate di cogliere il loro segreto, di imparare da quello che fanno e di ispirarvi al loro lavoro.


Se al contrario i vostri post vi sembrano perfetti e le vostre foto opere d’arte, sappiate che rileggendoli fra un anno vi verrà da ridere. Anche se a prima vista non sembra, questo è un segno molto positivo: significa che siete in continua evoluzione e che il vostro stile migliora grazie al tempo e all’esperienza.


La cosa più importante resta comunque il piacere e la soddisfazione che trarrete dal vostro blog. Potrebbe portarvi nuove conoscenze, aprirvi nuovi orizzonti, permettervi di guadagnare. Ma potrebbe non decollare come vorreste. In questo caso, come vi sentireste? Se siete arrivate ad un punto nel quale avete deciso di cambiare vita e tentare una nuova strada, è possibile che non sia il momento migliore della vostra vita. Aggiungere un nuovo motivo di frustrazione (“il mio blog riceve poche visite, non viene linkato, non è abbastanza appetibile per gli inserzionisti”) non è certo quello che vi ci vuole.


Il segreto è creare un blog che vi dia comunque soddisfazione. Sia che vi permetta di guadagnare e di diventare una voce autorevole riguardo all’argomento che trattate, sia che vi permetta semplicemente di scambiare quattro chiacchiere con altre mamme (e non), e di imparare nuove cose (di clic in clic, si finisce spesso in luoghi nemmeno immaginati al momento di accendere il computer).


Non siate ossessionate dal successo del vostro blog, o meglio non siate troppo rigide sulla definizione di “successo”. C’è chi tramite il blog ha trovato l’anima gemella, chi la socia in affari, chi sostegno in un momento difficile. Tutti questi sono motivi più che validi per iniziare a bloggare. Se il vostro blog vi permette di ottenere di più, tanto meglio. Ma siate pronte a riconoscere e apprezzare ogni piccolo beneficio che questo meraviglioso strumento di espressione vi apporterà quotidianamente.


Scegliete uno stile, un’impronta da dare al vostro blog. Ovviamente deve essere il “vostro” stile, ma può essere utile sottolineare un aspetto del vostro carattere per dare un’impronta più marcata al vostro blog, come ha fatto Chiara Cecilia Santamaria nel suo “ma che davvero”. Un blog altamente ironico che riflette certamente la personalità dell’autrice mettendone in risalto soprattutto un aspetto. Chiara non manca però di sorprendere i suoi lettori con post talora profondi e toccanti, pieni di emozioni.


Possiamo prendere esempio da lei e uscire di tanto in tanto dagli schemi con articoli che si differenziano dai nostri contenuti abituali: ironici, provocatori (sempre con moderazione però), sentimentali eccetera.


Trovare l’ispirazione

Se Dio ci ha dato due orecchie e una sola bocca
è perché ascoltiamo il doppio di quanto parliamo.


Forse non avete un blog e, visitando quelli degli altri, vi chiedete dove trovino ogni giorno tanti argomenti interessanti di cui parlare.


Forse invece ne avete uno e vi trovate a un punto morto. Un periodo di stanchezza, qualche preoccupazione, i risultati che tardano ad arrivare. La motivazione cala e con essa anche l’ispirazione.


Niente paura: si tratta di un fenomeno passeggero e assolutamente reversibile. Ecco qualche consiglio per non rimanere a corto di idee, o per non lasciarsi sfuggire quelle avute nei momenti più improbabili.


  • Portate sempre con voi un taccuino. Io adoro le Moleskine. Ne ho uno tascabile, con fogli bianchi, sempre in borsa e ne tengo uno anche sul comodino. Sì, perché è sempre quando cerco di addormentarmi che mi vengono le idee migliori. Annotate la vostra idea non appena si presenta e, se non avete il tempo di svilupparla, potrete tranquillamente passare ad altro. Intanto avrete lasciato una traccia che potrete riprendere in qualsiasi momento. Il vostro taccuino sarà uno strumento utilissimo nei momenti di “blackout”.
  • Andate a caccia di immagini. Su Flickr, su Etsy, o semplicemente su Google, digitando una parola chiave specifica. Copiate quelle che vi ispirano maggiormente e organizzatele in cartelle nel vostro computer. Potrete anche stamparne alcune e affiggerle nel vostro spazio lavorativo. Lo stesso vale per giornali o riviste. Conservate le immagini che vi colpiscono maggiormente e appendetele o archiviatele in modo da poterle scorrere quando siete a caccia di ispirazione. A volte basta davvero poco per reinizializzare la creatività.
  • Cambiate aria. Dedicatevi a qualcosa di completamente nuovo. Diverso da ciò che trattate per lavoro o sul vostro blog. Visitate una mostra o assistete a uno spettacolo diverso da ciò che seguite abitualmente. Andate in biblioteca e immergetevi in una sezione non ancora esplorata: sfogliate libri di giardinaggio o riviste di arredamento. O semplicemente spegnete il computer e uscite a fare una passeggiata. L’ispirazione è ovunque: basta essere pronti a coglierla.
  • Fate brainstorming. Sul vostro taccuino, buttate giù le idee a caso. Anche se non c’è un nesso logico. Anche se il risultato sembra non portare a nulla. Scrivete di getto, senza ragionarci troppo su. Potrete sempre “scremare” in seguito. È incredibile quanto la semplice associazione tra due parole o due concetti apparentemente lontani possa essere produttiva.
  • Risvegliate l’artista che è in voi. Poco importa se non sapete disegnare, scrivere, cantare. L’aspetto benefico dell’arte non sta nel risultato ma nel processo. A volte proprio il fatto di misurarsi con qualcosa che non si padroneggia alla perfezione permette di ritrovarsi e getta le basi per nuove, incredibili avventure. È comodo e rassicurante misurarsi sempre con ciò in cui si eccelle. Ma una nuova sfida è sempre uno stimolo per la nostra mente.
  • Prendete esempio dai bambini. Abbiamo molto da imparare da loro. Loro sono liberi, spontanei, credono nei loro sogni. Non hanno paura di misurarsi con ciò che non conoscono o di cimentarsi in ciò che li incuriosisce. Giocando con i vostri figli, o semplicemente osservandoli mentre svolgono le loro importantissime faccende, potreste trovare proprio ciò che state cercando.
  • Lasciatevi trasportare dalla corrente. Forse le cose non stanno andando come avevate previsto, come desideravate. Attenzione a non intestardirvi nel raggiungimento del vostro obiettivo al punto da non vedere le eventuali alternative che si dovessero presentare. Non raggiungere i propri obiettivi non è necessariamente un fallimento: potrebbe esserci qualcosa di meglio in serbo per voi.
  • State in ascolto: ascoltate i vostri lettori, le loro necessità, i loro problemi, i loro sogni, i loro desideri. Da questo ascolto potrebbe nascere la vostra futura professione!
  • Date spazio alle vostre passioni: optate per un argomento che vi appassiona, non uno scelto a tavolino perché va di moda al momento. Solo così potrete mantenere sul lungo termine la motivazione e l’entusiasmo necessario per portare avanti il vostro progetto. Se trattate un argomento che non vi interessa, scrivere non sarà un piacere per voi, e leggere ciò che vi sarete forzati a scrivere non sarà un piacere per i lettori. Con queste premesse, è molto difficile che il vostro diventi un blog di successo. Semmai, cercate un compromesso tra l’argomento che vi appassiona e quello che suscita interesse. Se il vostro argomento è troppo di nicchia il pubblico rimarrà limitato. Questo va benissimo se bloggate per il vostro piacere e la vostra soddisfazione personale, ma è una scelta discutibile se contate di farne un lavoro.
  • Il coraggio dell’incoerenza. La vita, gli anni, le esperienze ci cambiano, ci permettono di crescere e di evolvere. A volte ci rendiamo conto di aver sbagliato, altre semplicemente prendiamo una nuova direzione. Il fatto di aver dichiarato apertamente le nostre convinzioni davanti al mondo non significa che non possiamo crescere, cambiare, migliorare. Non abbiate paura di contraddirvi o di essere colti in fallo. Siate fedeli a voi stessi e non a ciò che avete detto in un tempo, in un luogo, in una situazione diversa da quella attuale. Se ci sono evidenti cambiamenti nella vostra vita, nel vostro orientamento e nelle vostre convinzioni, condividete il vostro percorso. La vostra esperienza potrà essere utile ad altre persone. Quanto a chi verrà a “bacchettarvi” dandovi dell’incoerente… la sua rigidità non è un vostro problema.

Come iniziare

  • Il titolo e nickname

Ora che avete le idee ben chiare dovrete trovare un nickname (cioè uno pseudonimo) e un titolo per il vostro blog. Il titolo deve essere pertinente con l’argomento che andrete a trattare e facile da ricordare.


A meno che non decidiate di scrivere in modo anonimo, potrete approfittare del blog per costruirvi una reputazione in rete che potrà tornarvi utile in caso di opportunità di lavoro. Ovviamente tutto questo è possibile anche con un blog anonimo ma per i contatti professionali è senz’altro preferibile utilizzare nome e cognome. Se optate per uno pseudonimo fate in modo che sia calzante e che vi rispecchi.


Anche il titolo del vostro blog è molto importante. Sceglietelo con cura. Sceglietene uno che non sia troppo in voga (che rischi quindi di “passare” velocemente di moda) e che non rispecchi una vostra passione o inclinazione passeggera. Tra qualche anno, potreste trovarlo ridicolo o sorpassato. Sceglietelo semplice, perché possa essere ricordato con facilità. Sceglietelo pertinente perché chi clicca sul vostro blog capisca subito di cosa state parlando. Se possibile, fate in modo che titolo e “url” corrispondano.


Molti blog di mamme hanno la parola “mamma” nel titolo. Agli inizi della mia “carriera” il fatto di non avere nel mio questa magica parolina mi ha esclusa da diversi articoli giornalistici a favore di blog meno popolari. Il motivo? I giornalisti non erano frequentatori abituali della blogosfera e cercavano i blog da segnalare in giro per la rete soltanto attraverso i motori di ricerca, con parole chiave come “mamma” o “mamma blogger” o roba del genere.


Ci è voluto un po’ più di tempo (e forse qualche segnalazione) prima che arrivassero a “La Casa nella Prateria”. Detto questo, essendo il mio in origine un blog personale, trovo che il titolo sia assolutamente calzante e che rispecchi fedelmente la nostra “mission” familiare.


  • Il vostro motto

Quando ho creato il mio blog, l’ho aperto con una frasetta che mi ronzava per la testa:


Questa è la storia della nostra fuga dalla città.
La storia di una famiglia in cerca della felicità


Senza saperlo, senza volerlo, senza nemmeno accorgermene, credo di aver “partorito” un piccolo gioiello. Molti dei miei lettori mi hanno infatti raccontato in seguito di essere stati colpiti da questa frase. Sono molte le persone che aspirano a un cambiamento radicale. Molte quelle che vorrebbero una vita più rispettosa dei ritmi naturali. E tutti senza eccezione ricercano la felicità. Questo statement ne promette in qualche modo una fetta.


In genere la promessa viene mantenuta. Certo non intendo dire che chi legge il mio blog diventa automaticamente felice, ma spesso i miei lettori mi scrivono ringraziandomi per aver fatto riemergere dolci ricordi, per averli avvicinati allo yoga, disciplina che può letteralmente cambiare le nostre vite (in meglio), per aver affrontato un argomento che stava loro molto a cuore e così via. Sono fiera di poter dire che regalo regolarmente ai miei lettori piccoli momenti di felicità.


  • La vostra pagina personale

Tutte le piattaforme forniscono una pagina denominata “profilo”. Si tratta di pagine standard e piuttosto fredde, che raccolgono informazioni di base. Se volete accogliere i vostri visitatori nel modo migliore nella vostra casa (o nel vostro ufficio) virtuale, potete creare una pagina personale nella quale presentate voi stessi e il vostro blog. In questo modo sarà più semplice per i vostri lettori capire chi c’è dietro al vostro blog, e avrete una possibilità in più di fare breccia nel cuore di quelli più affini a voi e al vostro stile.


Vedere concretamente chi sta dietro a un blog rende la comunicazione più gradevole e ispira maggiore fiducia. Non dimenticate di inserire un indirizzo e-mail valido al quale i vostri lettori possano contattarvi.


  • FAQ – Domande Frequenti

Se ricevete spesso commenti o messaggi privati che vi pongono le stesse domande, potete creare una pagina “FAQ” (Frequently Asked Questions). Elencate ciascuna domanda e rispondete per ordine. Segnalate la pagina in home page in modo che i lettori possano darvi un’occhiata prima di contattarvi direttamente.


  • Scegliere la piattaforma giusta

Non esiste “la piattaforma giusta”. Esistono però piattaforme più popolari, più facili da gestire, più adatte a un determinato tipo di argomento. Una piattaforma gratuita è senz’altro un’ottima scelta per iniziare e presenta innegabili vantaggi ma anche qualche rischio: se il vostro blog dovesse scomparire misteriosamente (sono cose che succedono, anche se di rado) non avreste modo di recuperarne i contenuti.


Blogger.com è un’ottima piattaforma gratuita per cominciare ed è assolutamente compatibile con wordpress.org, verso il quale potreste “traslocare” in seguito se il vostro blog dovesse decollare. Se desiderate fare del vostro blog un mestiere sarà preferibile avere un dominio e un hosting personalizzato, in modo da poter avere il controllo assoluto della situazione.

Ovviamente anche la blogosfera è piena di eccezioni, e ci sono blog molto popolari e autorevoli ospitati tranquillamente su piattaforme gratuite. Dominio e hosting personalizzato presentano comunque i seguenti vantaggi:


  • immagine più seria e professionale
  • pieno controllo della situazione (se come me non siete esperti in materia potrete affidarvi a qualcuno del mestiere che gestisca la parte tecnica per voi, o imparare a farlo voi stessi)
  • possibilità di personalizzazione sia dal punto di vista estetico sia da quello delle funzionalità e di utilizzo di plugin (come quello per l’e-commerce che utilizzo sul mio blog)

È possibile cambiare piattaforma in un secondo momento ma c’è sempre il rischio di perdere qualcosa per strada, a seconda dei casi: l’indicizzazione dei post, i commenti, gli aggiornamenti tramite feed, eccetera…


  • Mettersi all’opera

Avete scelto la vostra piattaforma, individuato la vostra nicchia, trovato un nome per il vostro blog. Ora non vi resta che personalizzarlo. Navigando all’interno del pannello di amministrazione troverete facilmente tutte le opzioni che desiderate. Basterà “giocarci” un pochino ogni giorno (attenzione: non tutto il giorno!) per prendervi facilmente dimestichezza. Ispiratevi ai vostri blog preferiti senza però copiarli.


  • L’immagine di testata (o header)

L’immagine di testata è il vostro biglietto da visita. Alcuni blogger la cambiano regolarmente, altri sono fedeli a una sola. I template di base propongono testate predefinite che potrete poi modificare in seguito.

Deve essere chiara e luminosa, amichevole, accogliente. Deve convincere il lettore di passaggio a restare sul vostro blog. Ad approfondire la vostra conoscenza. Può essere un’immagine creata al computer o una fotografia. Se siete artiste o creative potrete scegliere un vostro disegno o uno dei vostri lavori. Qualcosa che faccia capire subito chi siete.


Potete utilizzare una semplice foto o aggiungere al suo interno una scritta o altri elementi decorativi. Queste operazioni sono realizzabili senza troppa difficoltà con Photoshop o con gli altri programmi gratuiti segnalati nella sezione “fotografie” al termine del libro. Se però non avete le competenze necessarie potete sempre rivolgervi ad un professionista; ma non mi sembra un investimento fondamentale da affrontare all’inizio. Potrete sempre pensarci in seguito.


Attenzione ai colori: devono essere in armonia con il resto del vostro blog (sfondo, caratteri, titoli, eccetera). Devono essere gradevoli e accesi in modo da attirare l’attenzione ma non troppo per non risultare “pesanti”. Procuratevi un’immagine con una buona risoluzione, in modo che non risulti sfocata quando la inserirete.


  • La sidebar

La sidebar è la colonna laterale del vostro blog, accanto a quella nella quale compare il contenuto. Possono essercene anche due o tre, a seconda del template prescelto. Anche qui è necessario inserire elementi che siano in grado di catturare l’attenzione dei lettori, possibilmente invogliandoli ad approfondire la lettura del vostro blog. Potrete quindi inserire liste dei vostri post più recenti, di quelli più cliccati, gli archivi per categoria o gli ultimi commenti (in modo da mettere in evidenza un’eventuale discussione nata su un post più vecchio) e un sacco di altri gadget.


Altri elementi da inserire in sidebar sono gli eventuali banner pubblicitari. Posizionateli accuratamente e ricordate che il loro valore può variare a seconda delle dimensioni e della posizione che assegnerete loro (più il banner è grande, più è posizionato in alto, maggiore sarà la sua visibilità).

Nella sidebar potrete posizionare anche elementi come pulsanti per seguirvi sui social media, il vostro indirizzo e-mail eccetera.


  • Scrivere un post

Se avete optato per un blog personale, potrete inaugurarlo semplicemente presentandovi. Se invece avete scelto una nicchia e avete un argomento da trattare, è consigliabile inserire almeno una decina di post prima di aprire il vostro blog al pubblico. In questo modo i primi lettori avranno già una buona dose di contenuti da esplorare e avrete più possibilità che si iscrivano ai vostri feed per non perdersi gli articoli che scriverete in futuro.


Aprite ogni post con un’immagine. Le immagini hanno il potere di catturare l’attenzione.


Usate i paragrafi. Un testo troppo compatto può scoraggiare e affaticare il lettore. Se il testo è molto lungo il lettore potrebbe voler andare subito al sodo scorrendo i paragrafi per trovare il punto di suo interesse. Non riuscendovi, potrebbe semplicemente cliccare altrove e abbandonare il vostro blog. Ovviamente esistono illustri eccezioni ma rendere il blog leggibile ed esteticamente gradevole mi sembra, se non altro, un atto di cortesia nei confronti dei propri lettori. Scegliete un carattere standard per il corpo dei post: sarà più facile da leggere. Se proprio vi piacciono i caratteri fantasiosi, potrete utilizzarli per i titoli. Le dimensioni ideali sono 10 – 12.


Fate attenzione a combinare il colore dello sfondo con quello del carattere per non affaticare troppo la vista. In linea generale il testo nero su fondo bianco o comunque chiaro garantisce una leggibilità ottimale. Se optate per un testo chiaro su fondo scuro potrete migliorare la leggibilità aumentando l’interlinea.


La lunghezza del post è ovviamente soggettiva. Non esistono regole in tal senso e spesso i vostri post avranno, naturalmente, lunghezze diverse a seconda dell’argomento che affrontate e del tempo che avete da dedicarvi. Un post può anche essere costituito da una sola parola o da una fotografia.

Di sicuro, a meno che non decidiate di usarlo come stile caratteristico e abbiate molte idee originali in merito, è bene evitare che il vostro blog sia costituito da soli post ermetici. Altrettanto consigliabile è evitare di scrivere sempre post molto lunghi. Oggi tutti vanno di fretta e il tempo da dedicare alla lettura dei blog di solito non è molto. Meglio quindi non superare, come regola generale, le mille parole. Se il vostro argomento è molto più lungo potrete dividerlo in più “puntate” giocando anche sull’attesa e sull’anticipazione per tenere vivo l’interesse dei vostri lettori.


  • I commenti

Ci sono blog molto frequentati che ricevono però pochi commenti. Oppure ci sono post molto graditi ma poco commentati. Dipende molto dall’argomento e da quanto questo provochi reazioni e interazioni.


Non è il numero di commenti a determinare il successo di un blog. I commenti però sono la voce dei lettori, della vostra community. Forniscono feedback, incoraggiamenti, suggerimenti per gli argomenti da trattare in futuro.

Forse penserete che quest’area del vostro blog non sia di vostra competenza. Potete invece incoraggiare i vostri lettori a commentare spiazzandoli con un post fuori dalle righe, facendo delle domande o addirittura chiedendo apertamente.


Dopo circa un anno e mezzo dalla nascita del mio blog, ad esempio, ho pubblicato un post nel quale invitavo i miei lettori a manifestarsi, a presentarsi, a commentare. Come ho già detto in passato, quando ho aperto il blog non pensavo che potesse attirare persone al di fuori della mia cerchia personale. Ero curiosa di sapere chi erano i miei lettori e perché mi seguivano. Così l’ho chiesto. Ho ricevuto 94 commenti e tante belle parole di incoraggiamento.

In questo modo ho spinto parecchi lurker1 ad uscire dall’anonimato e a scambiare due parole con me. Alcuni di essi, dopo aver rotto il ghiaccio, sono diventati commentatori abituali.


Purtroppo il numero di detrattori è in genere direttamente proporzionale a quello dei sostenitori. Se il vostro blog ha successo attirerà molte persone. Tra queste ci sarà chi saprà gioire dei vostri successi e trarre ispirazione dal vostro percorso e chi invece avrà da ridire qualunque cosa voi facciate.


Non sempre è così facile ignorare critiche e attacchi personali. In questo caso può essere utile pensare come un individuo che spreca il proprio tempo scrivendo a qualcuno che non apprezza non è senz’altro il tipo di persona che vorremmo nella nostra vita. Le critiche nate dall’invidia esprimono un problema della persona che prova invidia, non di quella che ne è oggetto.


Che sia sul vostro blog o su quelli altrui, evitate le provocazioni, le polemiche e le discussioni non costruttive. Ci sono persone (in gergo vengono definiti troll) che girano per la rete con lo scopo preciso di molestare o infastidire gli altri, di creare discussioni accese e polemiche o anche solo contraddire tutto ciò che possono. Di fronte a questo tipo di comportamento l’unica soluzione è ignorare il molestatore, aspettando che si stufi del proprio giochetto. In casi estremi potrete ricorrere alla moderazione dei commenti, in modo da filtrare tutto ciò che verrà pubblicato sul vostro blog.


Il blog non è uno spazio pubblico. È uno spazio privato che voi mettete a disposizione del vostro pubblico. Così come in casa vostra accompagnereste alla porta un ospite molesto, non abbiate paura di escludere, a vostro insindacabile giudizio, chiunque turbi la vostra serenità o l’atmosfera del vostro blog.


Se una stessa persona torna regolarmente ad infastidirvi potrete inserire il suo nickname, indirizzo e-mail e indirizzo IP nell’apposita “lista nera” (cercate nel pannello di amministrazione del vostro blog) in modo che i suoi commenti vengano bloccati automaticamente.


Non cadete nella trappola e non rispondete alla provocazione. Rovinereste l’atmosfera e dareste al disturbatore proprio ciò che cercava. Sforzatevi di non prendere sul personale le eventuali offese che vi potrebbero essere rivolte. I più subdoli usano un tono educato, in modo da non poter essere (secondo loro) accusati di nulla. Quando li bloccherete, accuseranno VOI di scorrettezza, immaturità, incapacità di accettare le critiche. Non perdete tempo in discussioni. Non ne vale la pena.


Se il troll continua a presentarsi, magari eludendo il filtro antispam con indirizzi e identità diverse, inserite la moderazione di tutti i commenti, in modo da filtrare alla fonte finché il molestatore non si sarà stancato.


Come sottolinea Chris Guillebeau, autore del libro The Art of non-conformity e del sito chrisguillebeau.com “Il riconoscimento da parte dei critici non è un obiettivo che vale la pena di perseguire”. L’autore puntualizza inoltre come questo genere di persone abbiano spesso un’attitudine alla critica, indipendentemente dalle circostanze: “Gli stessi che oggi dicono “non ce la farai mai”, quando ce l’avrai fatta diranno che le tue conquiste non valgono nulla, o che ci sei arrivato per vie traverse quindi il tuo successo non conta”.


Guillebeau consiglia agli apprendisti blogger di preparare una strategia per far fronte alle critiche e di attenervisi, evitando di lasciarsi trasportare dall’impulsività. Quando veniamo criticati pesantemente ci sentiamo soli, impotenti. In alcuni casi arriviamo a dubitare seriamente di noi stessi. Se ci lasciamo travolgere e cediamo alla provocazione, la nostra reazione potrebbe influire in modo negativo sulla nostra reputazione.


A me è successo un paio di volte di voler giustificare le mie scelte di fronte a chi insinuava che queste fossero poco oneste e trasparenti, per poi accorgermi che si trattava appunto di una “trappola” e che tutto ciò che avrei detto sarebbe stato interpretato in modo da avvalorare la tesi del critico di turno.


Il consiglio di Guillebeau è dunque il seguente: 


Nel rispondere alle critiche, è bene essere sempre ragionevolmente educati. Sforzatevi di sorridere, e ringraziate la persona in questione per aver condiviso con voi la sua opinione. Poi continuate tranquillamente per la vostra strada.


  • Filtrare lo spam

Moderazione commenti: per impedire agli spammer di pubblicare commenti indesiderati sul vostro blog, potete applicare la moderazione. Significa che ogni commento dovrà essere da voi approvato prima di essere pubblicato.

Lista nera: nella lista nera potrete inserire una serie di parole chiave, indirizzi e-mail, IP o url. Tutti i commenti contenenti tali elementi verranno automaticamente bloccati in attesa di moderazione.


  • Promuovere i vostri post

Se utilizzate i social media, abituatevi a condividere i vostri post perché possano, di like in like, di tweet in tweet, spiccare il volo. Esistono appositi strumenti che permettono di condividere in modo automatico gli articoli. A meno che non siate in vacanza e abbiate programmato una serie di post che verranno pubblicati in vostra assenza, il mio consiglio è di condividere manualmente i post sui vari social media. Un’operazione che vi impegnerà solo pochi minuti ma vi permetterà di condividere in modo mirato e personalizzato.


Quando pubblicate un post che ritenete particolarmente utile o interessante per i vostri potenziali lettori, potete promuoverlo anche in altri modi:


  • segnalarlo ad altri blogger della vostra nicchia (ricordate di inserire link nei commenti ai post altrui solo se pertinenti e utili per approfondire l’argomento, o verrete considerati come spammer)
  • partecipare a discussioni (su forum o social media) che trattano l’argomento. Ad esempio “come realizzare un mei tai” è stato segnalato molte volte dai miei lettori in diversi forum sul portare i bambini. Se non avete ancora un pubblico affezionato ed entusiasta che svolga questo “lavoro” per voi, potete sempre promuovere voi stesse i vostri articoli.

Ma veniamo ora al contenuto. Su questo ovviamente non ho molto da dirvi, perché è qui che dovrete esprimere la vostra unicità, la vostra originalità. Forse avete compiuto imprese straordinarie che avete voglia di raccontare. Magari avete raggiunto un obiettivo che sembrava impossibile (perdere peso, ottenere il lavoro dei vostri sogni…), superato ostacoli che sembravano insormontabili. Raccontare la vostra esperienza può essere di sostegno e conforto per chi si trova in situazioni simili. Forse avete semplicemente studiato e lavorato sodo per ottenere una conoscenza approfondita dell’argomento che ora desiderate condividere. Oppure avete sempre desiderato raccontare qualcosa ma non avete trovato nessuno che volesse ascoltarvi.


Ebbene, questo è il vostro momento: ora tocca a voi. Riempite quelle pagine di tutto ciò che vi sta a cuore. Che quest’avventura vi porti dove avevate previsto o altrove, una cosa è certa: non sarà tempo sprecato. La blogosfera offre innumerevoli opportunità di scambio e di confronto che non potranno non arricchirvi.


Il tocco personale rende il vostro blog unico. La concorrenza è grande. Tutti (o quasi) possono parlare di mei tai, di yoga, di educazione o di qualsiasi altro argomento abbiate scelto. Solo voi potete raccontare la vostra storia, la vostra esperienza.


Un ultimo accorgimento per promuovere i propri post è quello di inserire nel vostro blog un pulsante per la condivisione sui vari social media. In questo modo chiunque trovi il vostro articolo interessante potrà condividerlo (e quindi contribuire a diffonderlo) con un semplice clic.


Feed e feed reader

I feed sono gli aggiornamenti di contenuti pubblicati su siti o blog ai quali si è iscritti. Invece di visitare continuamente i blog preferiti per vedere se ci sono eventuali aggiornamenti, è possibile consultare il proprio aggregatore e visualizzare i contenuti non ancora letti di tutti i blog ai quali si è iscritti.


L’aggregatore di feed (o feed reader) è uno strumento che permette di consultare nello stesso momento gli aggiornamenti di tutti i siti o blog ai quali si è iscritti. I più popolari sono Google Reader, Bloglines, My Yahoo, Netvibes, RSSOwl, FeedDemon, FeedReader.


HTML, CSS, XML

Queste strane sigle stanno per HyperText Markup Language, Cascading Style Sheets, eXtensible Markup Language. Si tratta di diversi linguaggi di programmazione.


Potete aprire un blog anche se non avete alcuna conoscenza riguardo alla tecnologia. Se volete però svilupparlo nel migliore dei modi senza l’aiuto di un professionista, è consigliabile acquisire almeno le nozioni di base. Queste possono essere tranquillamente apprese in modo autonomo attraverso libri o risorse online.


Basterà digitare “Imparare HTML/CSS” o “Corso online” + l’argomento che vi interessa per trovare libri sull’argomento o risorse gratuite.


Farsi conoscere

Frequentate i blog che trattano argomenti simili al vostro, quelli che vi interessano per i motivi più svariati, quelli delle persone che conoscete… insomma, andate in giro per blog. Non siate timide, non esitate a commentare. In questo modo dimostrerete interesse verso i vostri colleghi blogger e vi farete conoscere. Se possibile, frequentate i BarCamp, Mom Camp e altri raduni per blogger.


Gli aggregatori

Gli aggregatori sono siti-contenitore che raccolgono i feed dei blog iscritti. Permettono ai blog emergenti di ottenere una maggiore visibilità e, con un po’ di fortuna, anche un po’ di traffico.


Alcuni permettono agli utenti di votare i post preferiti offrendo ai più votati la possibilità di comparire nell’ambita home page dell’aggregatore stesso. Altri stilano classifiche in base a precisi algoritmi.


Gli aggregatori permettono ai lettori di trovare nuovi contenuti e ai blogger di ottenere una maggiore esposizione, oltre che di confrontarsi con altri “colleghi” e scoprire a loro volta nuove e interessanti fonti di ispirazione.


I più popolari aggregatori ai quali potrebbe essere utile iscriversi sono Liquida, Wikio, Blogbabel, Bloghissimo. Si tratta di aggregatori generici che presentano al loro interno una serie di categorie. Esistono anche aggregatori specifici a tema (informatica, cucina, gossip, business online, moda, salute, eccetera). Potrete reperire quelli più adatti a voi attraverso una semplice ricerca in rete.


Essere mamme: una marcia in più

Spesso si pensa che carriera e maternità siano inconciliabili. Com’è ovvio, non condivido questa tesi. Essere madre, proprio come essere manager, richiede alcune doti fondamentali. Organizzazione, spirito d’iniziativa, capacità di comunicare in modo efficace e di trasmettere le proprie conoscenze. Entrambi i ruoli ci spingono a tirar fuori risorse che non credevamo nemmeno di avere. Versatilità, pazienza, flessibilità, costanza, determinazione.


Una mamma sa fare almeno due cose alla volta. E farle bene. I bambini ci obbligano a mantenere il cervello allenato costringendoci a confrontarci con i nostri limiti. Le domande dei nostri bambini ci spingono inoltre a pensare in modo creativo. A volte ci troviamo a dover spiegare cose che per noi sono ovvie ma che non sono semplici da descrivere a parole. A volte dobbiamo invece trovare un modo adatto per spiegare ai bambini cose serie, importanti, senza turbarli. Altre volte si tratta soltanto di stare al gioco. In ogni caso la nostra elasticità mentale è stimolata senza tregua dalla compagnia di uno o più bambini. Questi ci tempestano di domande, e non cedono finché non ottengono una risposta soddisfacente. La loro memoria è spesso sorprendente e la nostra è messa a dura prova. Se vogliamo tenere loro testa dobbiamo darci da fare.


Secondo K. Ellison, autrice del libro The Mommy Brain2, l’ossitocina, ormone prodotto durante la gravidanza che ha la funzione di indurre il travaglio e il parto, stimola la socialità, migliora la memoria e facilita l’apprendimento, modificando il cervello in maniera permanente. Questo ormone, che favorisce l’istinto materno, inibisce lo stress proteggendo l’ippocampo dai danni causati dai glucocorticoidi e aiuta il cervello a far fronte alle situazioni d’emergenza.


Sono molte le donne che, dopo essere diventate madri, si sentono più competenti, più sicure di sé, hanno una maggiore autostima. La maternità ci obbliga ad assumerci grandi responsabilità e a prendere decisioni importanti. Decisioni paragonabili a quelle che un poliziotto deve prendere durante il proprio servizio. Decisioni dalle quali può dipendere la vita di qualcun altro.

Un altro ormone responsabile dei cambiamenti che avvengono nelle neomamme è la prolattina. Questo ormone, che stimola la produzione del latte materno, ha anche altri importanti effetti sul cervello. Combattendo la paura rende le madri più coraggiose, pronte a difendere la loro progenitura da eventuali pericoli, anche a rischio della propria vita.


La maternità sarebbe quindi, secondo la Ellison, un grandissimo esercizio di assertività. Anche la più timida delle donne, trovandosi di fronte alla necessità di farsi rispettare, saprà farsi rispettare dai propri figli. La sicurezza acquisita nella vita familiare si rifletterà in tutti gli altri campi, provocando di regola un cambiamento definitivo.


Anche dal punto di vista professionale, quindi, le madri diventano più assertive e più efficaci. Contrariamente al luogo comune che vuole le mamme disinteressate alla carriera per occuparsi dei figli o disinteressate ai figli se scelgono di proseguire la propria carriera, Katherine Ellison ci fa notare quanto il fatto di essere madri possa stimolare ragionamenti tipo 


voglio svolgere al meglio il mio lavoro perché i miei figli siano fieri di me


oppure 


voglio un mondo migliore per i miei figli e lavoro per ottenerlo.


Crescere dei figli richiede empatia. Chi non è dotato di questa caratteristica sarà obbligato a svilupparla, con grandi benefici non solo sul piano familiare, ma anche su quello personale e professionale. Imparare a controllarsi, a risolvere i conflitti, a vedere il lato positivo delle cose. Tutte caratteristiche che, esercitate durante la cura dei figli, si ripercuotono positivamente su tutti gli aspetti della vita.


Mamma blogger: hobby o professione?

Guadagnare bloggando? Un sogno. Essere pagati per fare ciò che si ama, scrivere di argomenti che ci appassionano, confrontarci con persone che condividono i nostri stessi interessi, poter lavorare ovunque. Non sembra neanche vero. E infatti non lo è. Nel senso che non è semplice come sembra. Perché il blog diventi una fonte di reddito bisogna prenderlo molto, molto sul serio e dedicargli moltissimo del vostro tempo e delle vostre energie.


Dovrete produrre contenuti di qualità, promuoverli, costruirvi una rete di conoscenze e una buona reputazione online, tenervi aggiornati sui temi che trattate e approfondirli continuamente, se non volete restare a corto di argomenti.


Dovrete prepararvi a ricevere critiche e ad essere bersagliati dai troll, dai polemici e dagli invidiosi. Dovrete imparare a non prendere questi (inevitabili?) attacchi come qualcosa di personale perché essi non influiscano negativamente sulla vostra vita privata. Questa è stata, per me, la parte più difficile.


Sono in molti a non vedere di buon occhio la monetizzazione dei blog. Queste persone non sanno che, oltre una certa soglia di traffico, mantenere un blog ha un costo in termini di hosting, assistenza, manutenzione, dominio e così via. Nessuno è disposto a pagare per lavorare. E nessuno può permettersi di pretendere che siate voi a farlo. Non c’è niente di male a cercare un modo onesto per coprire le proprie spese e, perché no, ottenere qualche entrata extra. Sarebbe stupido lasciarsi sfuggire l’opportunità di guadagnare restando a casa con i propri figli e scegliere invece di lasciarli al nido per andare in ufficio, magari sentendosi in colpa. Dal momento che svolgete il vostro lavoro (sì, quello del blogger, se svolto seriamente è un lavoro a tutti gli effetti) in modo onesto e trasparente, nessuno ha il diritto di giudicare le vostre scelte e il vostro operato.


Se trascorrete ore davanti al computer aiutando i vostri lettori a risolvere i loro problemi, a sentirsi meno soli, a farsi una bella risata, meritate un compenso per questo. Meritate una retribuzione per il lavoro che svolgete, per il tempo che gli dedicate e per il servizio che offrite. Nessuno ha il diritto di chiedervi di andare a servire ai tavolini di un bar, per poi passare le nottate a curare il vostro blog o addirittura smettere di aggiornarlo.


Se il vostro blog è inutile e noioso nessuno verrà a leggerlo. Se invece è pieno di idee interessanti, di spunti originali e di idee divertenti, sarà senz’altro molto cliccato. Se i vostri lettori traggono vantaggio dal vostro lavoro, è giusto che lo facciate anche voi.


Quello delle mamme blogger è ormai un fenomeno sociale, oggetto di studi antropologici ed etnografici. Negli USA le mamme blogger sono ormai vere e proprie opinion leader e vengono corteggiate dalle aziende per pubblicizzare i loro prodotti. Anche in Italia le mamme blogger sono sempre più numerose. E se, fino a qualche tempo fa, il blog era semplicemente una sorta di diario condiviso, che permetteva alle mamme di confrontarsi con altre mamme, oggi molte donne aprono un blog avendo in mente un obiettivo ben preciso: diventare blogger di professione. Tuttavia, sono davvero pochi quelli che riescono a vivere della loro attività di blogger.


Bisogna riuscire a trovare una nicchia non ancora sfruttata, un’idea vincente, e saper cogliere l’attimo. Ma anche avere un bel po’ di fortuna.


Un blog può anche essere un ottimo biglietto da visita. Un trampolino di lancio, un curriculum in continuo aggiornamento. Un mezzo gratuito (o quasi) per farsi conoscere, far parlare di sé, interagire con potenziali clienti. Attenzione a non collegare la vostra pagina professionale a quella delle foto delle vacanze nel campo naturista, però!


Un modo per guadagnare grazie al proprio blog è la pubblicità.

La pubblicità sui blog funziona quando è sincera, quando è in linea con le proprie scelte personali, professionali ed editoriali, quando è chiaramente segnalata come tale.


I blogger in generale e le mamme blogger in particolare sono oggi bersagliati da offerte di ogni genere.

Ognuno è libero di scegliere come crede; personalmente la mia linea di condotta è la seguente:


  • Accetto di testare prodotti che mi interessano in cambio di una recensione. Ad una, importantissima condizione: devo essere libera di esprimere un parere positivo o negativo. Non accetto che mi si chieda di “parlare bene” di un prodotto. In realtà non ho nemmeno intenzione di “parlare male” sul mio blog. Mi piace che “La Casa nella Prateria” sia un posto gradevole e tranquillo, e preferisco evitare, nella misura del possibile, critiche e polemiche. Se dovessi testare un prodotto davvero pessimo, mi limiterei a informare l’azienda ma non credo che la screditerei pubblicamente. Del resto le aziende che inviano prodotti da recensire sono in genere certe della qualità di ciò che offrono.
  • Accetto di pubblicizzare prodotti che consiglierei ad un’amica. Fin dai primi giorni ho segnalato prodotti che ritenevo validi sulle pagine del mio blog, senza avere niente in cambio. Se posso anche guadagnarci qualcosa, perché no?

Personalmente, mi sono affacciata alla blogosfera in modo del tutto casuale e senza conoscerne il funzionamento, le dinamiche, le regole, le potenzialità. Il mio blog è cresciuto unicamente grazie ai contenuti. I “trucchetti del mestiere” (come ottimizzare i titoli, utilizzare le parole chiave eccetera) li ho imparati solo in un secondo momento, quando fare la blogger è diventato anche una professione.


Anche questo è avvenuto per caso. Sono passati due anni prima che qualcuno si accorgesse di me. Prima che il mio blog fosse citato su giornali e riviste, prima che alcune aziende mi proponessero collaborazioni di vario tipo.

Forse, se avessi iniziato con lo scopo preciso di farne un business, ci avrei impiegato meno tempo. O forse no. Non so se sarei riuscita a studiare a tavolino una strategia per scalare le classifiche, come invece è avvenuto grazie alla condivisione spontanea e disinteressata.


Oggi vedo blog che spuntano come funghi, di persone intelligenti che sanno scrivere ma hanno troppa fretta. Mettono in palio premi in cambio di sottoscrizioni. Questo comportamento infastidisce, è invadente e viene spesso considerato come spam. Bisogna avere pazienza e perseveranza, nutrire il proprio blog ogni giorno con amore come se fosse un bambino (forse è per questo che i blog di mamme hanno tanto successo, loro sanno bene come fare!).


Bisogna avere un’idea fresca e originale. Un blog “clone” non sarà mai all’altezza dell’originale. Ci sono invece mamme che hanno raggiunto flussi di traffico da record con un’idea semplice ma geniale. Come “Shit my kids ruined”, il blog nel quale una mamma raccoglie foto dei danni causati da tutte le piccole pesti in giro per il mondo.


Se in America le mamme blogger professioniste sono ormai una realtà, in Italia abbiamo ancora molta strada da fare. La concorrenza è grande: sono tante le mamme determinate a realizzare il loro sogno. I modi possono essere diversi: c’è chi trasforma il suo blog in un libro, chi usa il blog per farsi conoscere e ottenere collaborazioni con altri siti web o riviste, chi guadagna con la pubblicità e chi vende i propri prodotti o servizi. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.


Se tutto va bene, ciò che condividete con i vostri lettori, sia esso la vostra vita o il vostro lavoro, susciterà interesse e curiosità. I vostri lettori vi chiederanno chiarimenti e approfondimenti. Dopo aver risposto a decine di e-mail su “come ho fatto”, “come lavorare da casa”, “come avviare un’attività online” ho deciso di scrivere questo libro. L’idea nasce dalla domanda. Soddisfo una richiesta dei miei lettori e nel contempo aggiungo un altro tassello al puzzle dei miei traguardi. Ora posso raccontarvi “come ho fatto a pubblicare un libro”: grazie a voi e all’interesse che avete dimostrato nei confronti della mia esperienza.


Restate in ascolto, interagite con i vostri lettori: potranno fornirvi spunti e idee interessanti, proprio come voi li offrite a loro.


Monetizzare il proprio blog

Al contrario di ciò che molti pensano, un blog non è un modo semplice e veloce per guadagnare standosene comodi a casa. Perché un blog sia redditizio è necessario dedicargli molto tempo. È necessario prenderlo sul serio, proprio come un lavoro. Bisogna essere pazienti: potrebbero passare uno o due anni prima di vedere i risultati. Potreste passare un anno a parlare da soli. Se il vostro obiettivo è un generico “guadagnare online” non resisterete per un anno. Se invece amate scrivere, avete qualcosa da condividere, se cercate il confronto con persone che hanno esperienze/problemi simili ai vostri il blog sarà per voi, innanzitutto, una grande soddisfazione. Sarà un mezzo meraviglioso per coltivare lo scambio e il confronto, per offrire e ricevere sostegno. Per affacciarvi ad un mondo completamente nuovo e aprirvi a numerose opportunità.


Salvo casi particolari e decisamente ingegnosi o fortunati, la strada per arrivare a guadagnare attraverso il vostro blog sarà lunga e tortuosa. Aprire un blog con il solo scopo di guadagnare non è una mossa intelligente: esistono senz’altro modi più rapidi ed efficaci.


Aprire un blog per i motivi sopra citati, dedicargli il proprio tempo ed essere infine ricompensati per gli sforzi effettuati è tutt’altra cosa. Se amate ciò che fate, il giorno in cui sarete pagati per farlo sarà un giorno memorabile. Se quel giorno non dovesse arrivare, godrete comunque di tutti i vantaggi che l’esperienza del blog apporta alla vostra vita.


In caso contrario, il blog potrà essere comunque un modo per farsi conoscere, per costruire una solida reputazione online e quindi aumentare le probabilità di trovare un lavoro adatto al vostro profilo. Se decidete di prenderlo sul serio, il vostro blog vi porterà via parecchio tempo. Fate in modo che ne valga la pena.


Molti blogger esitano ad ammettere di guadagnare attraverso il proprio blog. Il denaro viene purtroppo considerato come qualcosa di “sporco”. Sono in molti a puntare il dito accusando i blogger di “guadagnare”. Ma guadagnare non è quello che tutti abbiamo bisogno di fare? Forse qualcuno accusa la cameriera, al ristorante, di servirlo al solo scopo di guadagnare? Certamente no. I blogger mangiano, si vestono e pagano le tasse come tutti gli altri. Quelli seri dedicano molto tempo ai propri lettori e forniscono contenuti di qualità per i quali meritano una retribuzione. Com’è ovvio, le persone disoneste esistono in tutti gli ambienti ma nella blogosfera hanno vita breve. Le informazioni viaggiano di corsa e se ci vogliono anni per costruirsi una reputazione, possono bastare pochi giorni per rovinarla.


Ma ora vediamo alcuni dei metodi più comuni per guadagnare attraverso il proprio blog.


  • Ad Sense

Gli annunci Ad Sense di Google sono alla portata di tutti e il guadagno è basato sul numero di clic che i vostri lettori effettueranno sull’annuncio stesso. Questo tipo di pubblicità funziona abbastanza bene sui blog di tipo informativo (il lettore clicca per approfondire l’argomento) ma molto meno in quelli personali. Ad Sense ha il vantaggio di essere accessibile a chiunque. L’altra faccia della medaglia è che non sapete con precisione quale tipo di contenuto verrà pubblicizzato sul vostro sito (esistono comunque una serie di filtri) e che cliccando sui vostri Ad Sense i lettori lasceranno il vostro blog.


  • Buzz marketing

Quando il blog acquista una certa visibilità si può tentare la strada del buzz marketing: articoli sponsorizzati o campagne pubblicitarie sotto forma di video (Ebuzzing, Liquida, ecc). Eventuali contenuti sponsorizzati devono sempre essere segnalati come tali. Il rischio, in caso contrario, è quello di rovinarsi la reputazione. Spesso la pubblicità è mal vista dal lettore, che la sopporta solo a condizione che questa sia assolutamente onesta e trasparente. Accettate di sponsorizzare prodotti in linea con le vostre idee e con il vostro stile editoriale. Evitate di pubblicizzare prodotti che non avete testato e siate onesti nel recensire quelli che invece avete provato, o perderete la fiducia dei vostri lettori.


In alcuni casi sarà possibile trattare direttamente con le aziende, o con società che si occupano di fare da tramite tra queste e i blogger (come ad esempio Fattore Mamma), alle quali è possibile vendere spazi pubblicitari sul proprio blog.

Volendo potrete creare sul vostro blog una pagina contenente tutte le informazioni che potrebbero interessare gli eventuali inserzionisti:


  • dati sul traffico
  • tipo di pubblico
  • come acquistare uno spazio pubblicitario sul vostro blog
  • tipo di inserzione disponibile (banner, video, post sponsorizzato) ed, eventualmente, prezzo
  • le vostre politiche in materia di pubblicità

Inserite un banner nella vostra sidebar che punti verso questa pagina in modo che sia ben visibile. In questo modo eviterete di dover rispondere ogni volta alle e-mail e di dover rifiutare eventuali proposte che non rientrino nei vostri criteri.


Come calcolare il prezzo di un’inserzione: non ci sono regole precise in merito. Dipende molto dal mercato, dal tipo di inserzione, dal tipo di inserzionista e dal tipo di blog. Esistono inoltre diversi tipi di tariffe:


  • Pay per click: si basa sulle parole chiave. Il compenso è legato al numero di clic che i lettori effettuano sull’inserzione.
  • CPM (costo per mille): la retribuzione si basa sul numero di visualizzazioni della pagina contenente l’inserzione pubblicitaria. Viene calcolato un tot ogni mille visualizzazioni. Davide Pozzi, autore del blog Tagliaerbe, indica la somma di 1€ ogni mille visualizzazioni per un banner da 125x125 pixel come “standard”.
  • Tariffa forfettaria: blogger e inserzionista determinano insieme una tariffa concordata.
  • Affiliazioni

I programmi di affiliazione consistono nell’indirizzare potenziali clienti verso un’azienda in cambio di una commissione sugli eventuali acquisti. Anche in questo caso la parola d’ordine è trasparenza: i link affiliati vanno sempre segnalati come tali, e i prodotti raccomandati devono essere scelti con il cuore: se raccomandate un prodotto scadente state dando via i vostri lettori per pochi (pochissimi) euro.


Salvo casi particolari o quantità di traffico eccezionali, banner pubblicitari e affiliazioni vi frutteranno di che acquistare qualche libro, o poco più. Un’idea senz’altro più interessante per monetizzare il proprio blog è utilizzarlo per vendere qualcosa. Sul mio blog potete acquistare le mie creazioni, il mio e-book (“Come realizzare una bambola Waldorf”) o la pasta da modellare che ho scovato in Francia e che ho deciso di distribuire in Italia.


Tre idee diverse, tutte da copiare.

  • Se siete abili con le vostre mani e amate creare, potrete raggiungere una clientela molto ampia attraverso il web. Su www.etsy.com potrete aprire un negozio online per vendere le vostre creazioni, pagando una piccola commissione sulle vendite.
  • Se invece avete delle competenze specifiche che desiderate trasmettere agli altri, potrete pubblicare un e-book.
  • Se siete un libero professionista potrete farvi conoscere e offrire i vostri servizi attraverso il web.
  • Un’altra soluzione è quella di distribuire un prodotto non ancora conosciuto, magari di un’azienda locale.


Ricordate: Tutti i link, i post, le recensioni, insomma tutti i contenuti affiliati o sponsorizzati vanno chiaramente indicati come tali.

Non temete di perdere la fiducia dei vostri lettori ammettendo di guadagnare grazie al vostro blog. Se fornite regolarmente contenuti di valore, nessuno avrà da obiettare (tranne chi lo fa per mestiere, per sport o per vocazione, e avrebbe da ridire comunque) se traete profitto dalla vostra attività in modo chiaro, onesto e trasparente.


Blog e pubblicità

L’argomento è molto discusso e ci sono, in merito, diverse scuole di pensiero:


  • Ad Free: Sono i blogger che dicono no alla pubblicità. Si tratta di blog poco trafficati che non presentano spese di gestione o gestiti da persone che hanno una fonte di reddito consistente, che permette loro di finanziare i costi del proprio blog.
  • Pubblicità in linea con il blog: consiste nel pubblicizzare prodotti accuratamente selezionati, che il blogger segnalerebbe anche senza la sponsorizzazione.
  • Pubblicità volutamente NON in linea con il blog: alcuni blogger ritengono di poter conciliare pubblicità e pensiero indipendente pubblicizzando prodotti o servizi non corrispondenti alla propria nicchia (in questo caso una mamma che racconta il suo quotidiano non pubblicizzerà sul blog pannolini o stampi per dolci ma automobili o telefoni cellulari).
  • Pubblicità indipendente dal blog: c’è poi chi vede la pubblicità come semplice fonte di finanziamento, assolutamente non legata al proprio blog e vende il proprio spazio pubblicitario al miglior offerente, senza badare al tipo di prodotto che verrà promosso sulle proprie pagine.

Sta ovviamente a voi decidere se dare o non dare spazio a iniziative pubblicitarie sui vostri blog, e con quali modalità.


Mamme e marketing

Ormai è risaputo: le mamme sono responsabili dell’85% degli acquisti di ogni famiglia. Non solo: le mamme parlano tra loro e “passano parola”. Questo fa di loro, secondo Fattore Mamma, agenzia di comunicazione dedicata alle mamme, il “target dei target”. Per questo motivo molte aziende stanno puntando proprio sulle mamme per far parlare di sé.


Ma se tutti si fidano del consiglio di una mamma, sono in molti a non vedere di buon occhio il connubio tra mamme e pubblicità. L’argomento suscita infuocate polemiche nella blogosfera.


C’è chi si fa paladino delle mamme, povere sprovvedute che si “svendono” per un pacco di pannolini. Tutt’altro che sprovvedute, le mamme che accettano di parlare di un prodotto ottenendo non una retribuzione ma una fornitura dello stesso, ribattono che il denaro risparmiato è denaro guadagnato.


C’è poi chi dubita della buona fede delle mamme che, alla vista del suddetto pacco di pannolini, si trasformerebbero in corrotte venditrici senza scrupoli, tradendo impunemente i lettori che le seguono fedelmente. Questo approccio è poco lusinghiero non solo nei confronti delle mamme blogger che scelgono di promuovere determinati prodotti ma anche nei confronti del loro pubblico. È importante sottolineare che le raccomandazioni pubblicate sui nostri blog influiscono sulla nostra immagine. Chi non crede nell’onestà delle mamme, creda almeno nella loro intelligenza. Detto questo, il messaggio è semplice: se decidete di pubblicizzare o recensire prodotti o servizi sul vostro blog, sceglieteli con cura.


Ho pubblicato recensioni e post “promozionali” fin dalle prime settimane dopo aver aperto il mio blog. Perché per me è naturale parlare di un oggetto, di un prodotto o di un servizio che mi piace e che ritengo utile anche per gli altri. Oggi vengo pagata per fare quello che ho sempre fatto gratis. Continuo a segnalare solo ed soltanto prodotti che conosco e che apprezzo. Sono perfettamente cosciente del fatto che i miei lettori hanno fiducia in me e non intendo tradirli. Per onestà, certo, ma anche nel mio interesse: so bene che se raccomandassi prodotti scadenti i miei lettori non si fiderebbero più di me e smetterebbero di seguirmi. La pubblicità funziona solo se c’è un rapporto di fiducia tra il blogger e i suoi lettori. Altrimenti si potrà vendere qualche pezzo ma il prezzo da pagare sarà molto alto: il proprio pubblico. È quindi nell’interesse di tutti procedere in modo chiaro, onesto e trasparente. Certo, il marketing può essere un’operazione spietata e interessata, finalizzata esclusivamente alla vendita. Ma fare marketing significa anche favorire l’incontro tra domanda e offerta. Nel caso delle mamme blogger significa non solo raccomandare un prodotto ma raccontare la propria esperienza.


Quando avrete preso dimestichezza con la rete potrete scrivere, oltre che sul vostro blog, anche su quelli altrui. Se oltre che brave siete anche fortunate, qualcuno vi contatterà per proporvi una collaborazione. In caso contrario, starà a voi tenere gli occhi bene aperti per cogliere al volo eventuali opportunità lavorative che si presenteranno. Le aziende cercano oggi web editor per i loro siti e blog, social media manager che gestiscano i loro account Facebook, Twitter eccetera. Nuovi mestieri per i quali potrete formarvi semplicemente “bazzicando” in rete e seguendo i consigli degli esperti (come quelli elencati alla voce “Per capire le dinamiche della rete” nella sezione “Link utili”). I social network, e in particolar modo Linkedin, sono in genere il posto migliore per scovare questo genere di offerta.


I social network

Interagendo sul web vi create una rete di contatti, un nome e una reputazione. L’uso dei social network vi aiuterà a rafforzare la vostra presenza in rete e a promuovere il vostro lavoro, i vostri contenuti, il vostro messaggio. I social network vi permetteranno inoltre di interagire con i vostri clienti in modo più o meno informale, a seconda delle vostre esigenze.


Prestate particolare attenzione alla creazione del vostro profilo. Non siate pigri e compilate tutti i campi. Questo permetterà agli altri utenti di capire subito chi siete, e di decidere se connettersi o meno con voi. Sarete inoltre più facilmente reperibili da chi cerca il prodotto o il servizio che offrite.

I social network sono tantissimi, sono in continuo aumento e in continua evoluzione, e c’è chi ritiene che siano la naturale evoluzione dei blog. Non è necessario essere degli esperti per vedere l’enorme potenziale che questi strumenti di comunicazione racchiudono. Non abbiate paura dei social network. Leggete bene le condizioni d’uso e impostate le opzioni di privacy secondo le vostre esigenze, e non avrete nulla da temere. Al contrario, potrete godere di tutti i benefici di questo potente mezzo di comunicazione.

Fate attenzione a ciò che pubblicate, tenendo presente che immagini o dichiarazioni compromettenti potrebbero nuocere alla vostra immagine (in ambito lavorativo, ad esempio). Sono sempre più numerose le aziende che controllano la reputazione virtuale dei candidati prima di assumerli.

  • Facebook

È il primo social network al quale mi sono iscritta. Su Facebook ho ritrovato vecchi amici ed ex compagni di scuola. Grazie a facebook rimango in contatto con parenti geograficamente lontani. Tramite Facebook chiacchiero in maniera informale con i lettori del mio blog. Spesso le discussioni avviate sul blog proseguono su Facebook o, viceversa, conversazioni iniziate su Facebook sono lo spunto per un post. Fondato nel 2004 da Mark Zuckerberg, allora diciannovenne studente universitario, allo scopo di connettere gli studenti della facoltà di Harvard, fu in seguito esteso ad altre università fino a raggiungere, gradualmente, le proporzioni attuali e diventare il secondo sito più cliccato al mondo. L’iscrizione avviene in pochi clic tramite una procedura guidata. È possibile creare un profilo, pubblicare fotografie, comunicare con i propri contatti (detti “amici”) attraverso messaggi pubblici o privati o addirittura in chat, creare gruppi riunendo persone con un interesse comune o pagine per promuovere la propria attività. Ecco un paio di cose importanti da sapere quando decidete di iscrivervi a Facebook:


  • Se siete una persona fisica potete creare un profilo (personale). Al momento della registrazione è necessario indicare il proprio vero nome. Non tutti lo fanno ma questo può causare la cancellazione dell’account.
  • Se siete un’azienda, un marchio, un blog ecc. dovrete creare una pagina (professionale) e non un profilo. Anche in questo caso, il mancato rispetto di queste regole può comportare la cancellazione.
  • Facebook permette anche di creare dei gruppi, all’interno dei quali i membri, accomunati da un interesse condiviso, possono esprimersi, interagire, condividere.
  • Attraverso la chat si può conversare in tempo reale con i propri contatti.
  • Nell’area “discussioni” è possibile dare vita ad una sorta di forum.

Leggete bene le condizioni d’uso. Non tutti sanno, ad esempio, che tutte le foto pubblicate su Facebook diventano di proprietà dello stesso. Non potrete più reclamare i diritti sulle vostre immagini o su quelle dei vostri figli dopo averle condivise.


Se avete un blog potete pubblicare gli aggiornamenti sul vostro profilo o sulla vostra pagina Facebook per fare in modo che vengano visualizzati dai vostri contatti. Esistono strumenti (come networked blogs) che permettono di pubblicare automaticamente gli aggiornamenti del blog sulla pagina Facebook collegata.


Il profilo personale serve per interagire con i vostri amici/lettori/sostenitori/clienti. Attraverso il vostro profilo costruite una rete sociale. Potrete aggiungere altre persone alla vostra lista di contatti. Queste saranno libere di accettare o meno la vostra proposta, scegliendo se connettersi con voi oppure no. La pagina è invece una sorta di vetrina che potrete utilizzare per far conoscere la vostra attività. A differenza del profilo personale, la pagina non può richiedere adesioni. Sono gli utenti a decidere se iscriversi o meno, cliccando su “mi piace”. Ecco alcuni consigli di Caz Makepeace, autore di “y Travel Blog” (www.ytravelblog.com), tratti da Problogger.net, uno dei siti più autorevoli in assoluto in materia di blogging, per sfruttare al meglio le potenzialità della vostra pagina Facebook:


  • Invitare e accogliere calorosamente i propri visitatori. Caz paragona la pagina Facebook a una festa: nessuno verrà alla vostra festa se non l’avete invitato. Potrete invitare i vostri lettori a seguirvi sulla vostra pagina Facebook attraverso il vostro blog. Parlandone in un post o inserendo un apposito pulsante nella vostra sidebar, ad esempio. Quando un nuovo sostenitore si iscrive alla vostra pagina, dategli il benvenuto. Se avete perso il conto state all’erta e “festeggiate” ogni 50-100 visitatori. Y Travel Blog elegge ogni mese il “fan del mese”, facendo onore alla persona che ha maggiormente contribuito alla community negli ultimi 30 giorni.
  • Interagire e rispondere. Si chiamano social media, no? La chiave è appunto la socialità, l’interazione. “La vostra festa non durerà a lungo se non parlate ai vostri ospiti. O, peggio ancora, se non rispondete quando sono loro a parlarvi”. Interagite con i vostri lettori e rispondete ai loro commenti. Certo, questo è un vero e proprio lavoro, ma i vostri sostenitori sono lì per voi. Siate presenti per loro.
  • Chiedete e condividete. “Per essere interessanti, dovete essere interessati”. Il modo migliore per conoscere nuove persone è fare domande. Tutti amano parlare di sé. Lasciate che i vostri lettori parlino di sé. Non incentrate la vostra pagina solo su di voi.
  • Ditelo con le foto. A volte un’immagine vale più di mille parole. Una fotografia può scuscitare emozioni e reazioni forti. Condividete immagini della vostra vita di tutti i giorni, di eventi eccezionali ai quali avete assistito, condividete il backstage del vostro lavoro o un progetto in corso di realizzazione. I vostri lettori si sentiranno maggiormente coinvolti e, con tutta probabilità, vi sosterranno ancora di più.
  • Organizzate giochi e competizioni. Tutti amano giocare. Organizzate giochi, indovinelli, sfide per i vostri lettori. Incoraggiateli a interagire e offrite loro qualcosa in cambio (sia esso un premio o la semplice soddisfazione di aver vinto).
  • Puntate al divertimento. Quando aprite una pagina Facebook non chiedetevi “come farò a renderla redditizia?” ma “come posso trasformarla in un posto gradevole da frequentare?”. Andate oltre la pagina Facebook. Create un posto accogliente nel quale trascorrere il tempo insieme ai vostri sostenitori. Create una community con un cuore pulsante.

  • Twitter

Creato nel 2006 sulla scia del successo di Facebook dalla Obvious Corporation di San Francisco, Twitter è un servizio di social network (anche definito micro-blogging) che permette agli utenti di pubblicare messaggi (tweet) di una lunghezza massima di 140 caratteri e di visualizzare quelli delle persone con le quali sono connessi. I principali vantaggi di Twitter sono la velocità e l’estrema semplicità di utilizzo.


Tramite gli hashtag (parole chiave precedute dal cancelletto, esempio #allattamento) è possibile creare dei veri e propri tag che raggruppano tutti i tweet nei quali compare quella determinata parola chiave.


I tweet particolarmente interessanti vengono spesso retwittati dagli altri utenti attraverso l’apposita opzione, permettendo una diffusione sempre più capillare.


Anche in questo caso, non trascurate il vostro profilo. Scrivete una breve presentazione di voi stessi e della vostra attività, in modo che chi visualizza il vostro profilo possa capire con precisione chi siete e di cosa vi occupate, e sia invogliato ad aggiungervi alla propria rete se l’argomento è di suo interesse.

Potete utilizzare il vostro nome e cognome come nickname, ma anche il nome del vostro sito o della vostra azienda. In questo mondo otterrete una url facilmente rintracciabile nei motori di ricerca (es. www.twitter.com/meitaifattiamano). Un’opportunità da non sottovalutare.

Anche l’immagine di fondo può essere personalizzata, non solo per rendere la vostra pagina più accattivante, ma anche per fornire agli utenti maggiori informazioni su di voi e sulla vostra attività.


  • Google plus

Lanciato il 28 giugno 2011, il social network di Google è l’ultimo nato in ordine di tempo. Mentre scriviamo, a pochi mesi dal lancio, Google + conta già milioni di iscritti. E se è vero che nessuno sentiva il bisogno di un nuovo social network, questo presenta senz’altro alcuni vantaggi:


Tanto per cominciare, l’opportunità di ripartire da zero, rimettendo ordine tra i propri contatti.


L’interfaccia semplice, intuitiva e pulita, senza pubblicità (almeno per il momento), e senza (troppe) distrazioni, è estremamente gradevole.

Le cerchie: i contatti possono essere suddivisi in “cerchie”. Ogni volta che pubblichiamo un contenuto possiamo decidere con chi condividerlo. Un modo utile per condividere contenuti professionali con gli addetti al mestiere e contenuti personali con amici e familiari. Questa funzione è in realtà esistente anche su Facebook, grazie alle liste, ma in maniera meno evidente e di più difficile gestione.


Anche grazie alle cerchie, la privacy di ciascun utente viene maggiormente tutelata.


Ma la ciliegina sulla torta sono senz’altro gli hangouts, ovvero le chat di gruppo: questa funzionalità permette di svolgere videoconferenze in diretta con i propri contatti. Utilissima per presenziare alle riunioni di lavoro senza muoversi da casa.


  • Altri social network

Ma social network non significa solo Facebook e Twitter. Ne esistono moltissimi altri, e offrono infinite possibilità. Ecco qualche esempio:


  • Linkedin: si tratta di un social network professionale, volto a creare una rete di contatti utili in ambito lavorativo. Gli utenti possono creare un profilo, gestire la propria rete di contatti, pubblicare il proprio Curriculum Vitae. Uno strumento utilissimo per trovare lavoro ai tempi del web.
  • Quora: si tratta di un social network finalizzato alla condivisione della conoscenza. Creato nel 2009 ma aperto al pubblico nel 2010, raccoglie domande e risposte su svariati argomenti e consente agli utenti di partecipare ponendo nuove domande e rispondendo a quelle altrui.
  • My Space: è un social network molto completo, che offre ai suoi utenti, oltre a un profilo personale e alla possibilità di pubblicare foto, musica e video, anche l’opportunità di creare un vero e proprio blog. Molti artisti noti e musicisti di fama internazionale sono riusciti a farsi conoscere proprio attraverso a My Space.
  • Deviant Art: social network completamente dedicato agli artisti. Ogni utente può creare una pagina nella quale esporre le proprie creazioni. È anche possibile metterle in vendita ma il sito trattiene una elevata percentuale.
  • Iqons: si tratta di un social network dedicato al mondo della moda. Permette ai talenti emergenti di confrontarsi con nomi noti e di esporre le proprie creazioni.
  • Nomadwork: Una rete sociale dedicata ai coworker.

La netiquette

La netiquette è una sorta di galateo digitale. Una serie di regole di comportamento da osservare nelle relazioni virtuali che si instaurano sul web. Le regole possono variare da un sito all’altro. Ecco però alcune linee guida generali alle quali è bene attenersi:


  • Nel digitare il proprio testo, evitare i caratteri TUTTI MAIUSCOLI. Scrivere in maiuscolo sul web equivale a urlare.
  • Nel partecipare a una discussione, attenersi all’argomento trattato. Divagare verrebbe considerato OT (Off Topic) e non necessariamente apprezzato dagli altri utenti.
  • Rivolgersi agli altri in maniera rispettosa ed educata.
  • Rispettare la privacy altrui evitando di pubblicare informazioni riservate o immagini imbarazzanti.

Prima di utilizzare un’immagine trovata sul web, assicuratevi che non sia coperta da copyright. Molti pensano che se una foto è online è a disposizione di tutti. Questo è sbagliato. Ogni immagine ha un suo legittimo proprietario e non possiamo appropriarcene senza chiedere il permesso.


Se, dopo esservi assicurate di essere in regola (ne parleremo più approfonditamente nella parte dedicata alle fotografie) pubblicate sul vostro blog una fotografia appartenente a qualcun altro, non dimenticate di citare e linkare la fonte.


Lo stesso vale per idee, tutorial, ricette eccetera. Se vi ispirate a un argomento trattato da qualcun altro, non cercate di farlo passare per vostro. Il fatto di citare la fonte non sminuirà il vostro talento. Dare alle vostre fonti d’ispirazione il riconoscimento che meritano non potrà che giovare alla vostra immagine, aumentando la vostra autorevolezza e credibilità. Inserire un link a un blog interessante non allontanerà i vostri lettori. Al contrario, vi confermerà come fonte di notizie e informazioni utili. Del resto è probabile che non siate i soli a seguire il blog in questione, ed essere colti “con le mani nel sacco” mentre sfruttate un’idea altrui non è certo favorevole per la vostra reputazione.


Non solo: se segnalate a un blogger più o meno conosciuto il vostro lavoro ispirato al suo e opportunamente etichettato come tale, è molto probabile che il blogger in questione lo condivida a sua volta, promuovendo in questo modo il vostro blog e i vostri lavori.


Detto questo, a meno che non stiate inventando cose straordinarie, ci sono idee che, per quanto originali, non hanno nulla di trascendentale. Mi è capitato di vedere creazioni molto simili alle mie su altri blog di fama internazionale. Di sicuro non credo che le persone in questione si siano ispirate (o peggio abbiano copiato il mio lavoro). Molte idee possono venire in mente a più persone e questo non toglie nulla alla loro originalità.


Per finire, non copiate mai per intero un post, un tutorial o una ricetta sul vostro blog, nemmeno citando la fonte. Citate invece un passaggio significativo e linkate al post originale per eventuali approfondimenti.


Se trovate un’idea o un tutorial interessante su un blog straniero e desiderate tradurlo, contattate l’autore del blog in questione per chiedere il permesso. La maggior parte delle persone ne saranno felici. Alcuni invece sono particolarmente diffidenti e vi diranno di no. In ogni caso, sono le stesse persone che vi avrebbero denunciato se non aveste chiesto il permesso.


Quando si tratta di web, spesso non esistono regole precise e specifiche né organismi ufficiali volti a farle rispettare. Il mio consiglio è quindi di agire in buona fede, e di non fare agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi. Cercate di essere sempre rispettose ed educate, e se vi accorgete di aver fatto un errore scusatevi e rimediate. Se invece scoprite che qualcuno si è impadronito di un vostro testo o di una vostra immagine, concedetegli il beneficio del dubbio e contattatelo informandolo del fatto che siete i proprietari dell’opera in questione. Spesso chi pubblica i vostri lavori lo fa pensando di farvi un favore.


In caso contrario potrete inviare una segnalazione all’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) che potrà intervenire con la rimozione del file o, se necessario, con adeguate sanzioni.


Le statistiche

Il mezzo più diffuso per monitorare il traffico del proprio blog è Google Analytics. Registrandovi gratuitamente potrete avere accesso alle statistiche e sapere quante persone hanno visitato il vostro blog in un determinato periodo di tempo, quante pagine sono state visualizzate, quanto tempo i visitatori trascorrono in media sul sito, quanti nuovi visitatori sono approdati sulle vostre pagine ma anche come ci sono arrivati e come ne sono usciti. Potrete avere una panoramica dei visitatori e addirittura una mappa geografica che vi indicherà la provenienza dei vostri lettori. Scoprirete quali sono le parole chiave che portano al vostro sito e potrete lavorarci su per migliorarne l’indicizzazione.


Tutti questi dati vi saranno utili se deciderete di monetizzare il vostro blog: vi verranno richiesti al momento di firmare un accordo.


Le statistiche sono uno strumento utile e divertente ma non devono diventare un’ossessione. Non serve a niente controllarle più volte al giorno né stare alzati fino a mezzanotte per poter controllare i risultati della giornata in anteprima. Controllateli una volta alla settimana e utilizzateli per migliorare ulteriormente le vostre prestazioni: quali post hanno maggiore successo? Forse è il caso di puntare su quel genere o quell’argomento.


Sul mio blog ospito regolarmente meravigliosi giveaway: creazioni artigianali ma anche macchine fotografiche e premi di un certo valore. Nonostante tutto i post più cliccati in assoluto sono quelli più personali. Quelli in cui mostro, una alla volta, le varie stanze della mia casa, sono tra i più gettonati in assoluto.


Il posizionamento

Come ottimizzare il posizionamento del vostro sito o blog nella vastità del web? Ce lo spiega Sylvie Damey, mamma blogger creativa e ideatrice del sito www.monescapade.fr.


Quando un utente cerca una parola chiave nei motori di ricerca, è probabile che clicchi sui primi risultati che compaiono. Raramente la ricerca si spinge oltre le prime due-tre pagine. Per avere successo con una determinata parola chiave è quindi indispensabile comparire tra i primi risultati.


1 – Cosa determina l’ordine di apparizione nei risultati di ricerca?

Per ogni ricerca, l’ordine di presentazione dei risultati dipende da tre fattori:

  • La pertinenza della pagina web con le parole chiave ricercate. Il motore di ricerca stabilisce la pertinenza in base al numero di volte che la parola chiave compare nella pagina stessa.
  • La notorietà del sito o della pagina (la “Page Rank o indice di popolarità). Si tratta di un valore intrinseco, non legato alle parole chiave ricercate. Compreso tra 1e 10, è legato al numero di Link esterni verso il sito.
  • La concorrenza riguardo alle parole chiave: ogni ricerca può produrre decine, centinaia, migliaia di risultati. Il numero di risultati costituisce il livello di concorrenza. Più la concorrenza è grande, più sarà difficile posizionarsi per quelle determinate parole chiave.

Ricapitolando: ordine di apparizione = (pertinenza x notorietà) / concorrenza

Per migliorare il posizionamento del vostro sito l’obiettivo è quindi ottimizzare le vostre pagine per le parole chiave prescelte, e cercare di aumentare la visibilità del vostro sito. Un’altra strategia, più veloce ma più costosa è l’acquisto di parole chiave sui motori di ricerca (come Google Ads).


2 – Ottimizzare il vostro sito (o blog) per le vostre parole chiave


La visibilità di una pagina web è determinata da:

  • Ottimizzazione delle zone di testo più importanti. La presenza della parola chiave all’interno della vostra pagina avrà un peso maggiore o minore a seconda che questa si trovi nel titolo, nell’url o nel corpo del testo.
  • La densità. Il numero di volte in cui la parola chiave compare nel testo, rispetto al numero totale di parole di cui è composto lo stesso.
  • L’evidenza della parola chiave. Una parola chiave inserita nel titolo avrà un peso maggiore di una inserita nel corpo del testo. Per evidenziare quelle inserite nel corpo dell’articolo è consigliabile utilizzare il grassetto.

  • Dominio e Url

Nell’ottica di un buon posizionamento, un’url ben concepito dovrebbe contenere la principale parola chiave sulla quale il sito web è ottimizzato. Un dominio personalizzato sarà più efficace di uno fornito da un operatore.


  • Link

Per ottenere un buon posizionamento sono importanti i link provenienti da terzi ma anche quelli interni, cioè quelli che collegano due diverse pagine del vostro sito (o blog). Il testo del link (cioè il testo cliccabile) è molto importante ai fini del posizionamento e deve contenere la parola chiave. Ad esempio:


  • Scoprite qui come realizzare un mei tai. (Il link è inserito nella parola “qui”)
  • Scoprite qui come realizzare un mei tai. (Il link è inserito nella frase “come realizzare un mei tai”)

Nel secondo caso il link sarà più efficace.


3 – Aumentare la popolarità del vostro sito


Ai fini del posizionamento, è molto importante avere il maggior numero possibile di link che puntino verso il vostro sito. Non cedete alla tentazione dello “scambio di link” (io pubblico un link verso il tuo blog se tu ne pubblichi uno verso il mio).


Se pubblicate un link altrui solo per ricambiare, rischiate di avere un blogroll poco interessante e di perdere la fiducia dei vostri lettori. Linkate solo a siti e blog che ritenete realmente validi e, se volete essere linkati a vostra volta, pubblicate contenuti interessanti, degni di essere linkati e condivisi.


4 – I Link sponsorizzati


Per migliorare il vostro posizionamento, soprattutto all’inizio, potrete ricorrere a una campagna di link sponsorizzati. Questi funzionano come una sorta di asta: più la parola chiave è richiesta e popolare, maggiore sarà il prezzo da pagare. In questo caso può essere utile scegliere una serie di parole chiave da associare.


Invece di Mei Tai, Mei Tai Fatti a Mano, ad esempio.


I giveaway

I giveaway sono una sorta di gioco a premi (ospitato occasionalmente o regolarmente) su un sito o un blog. Per il mio primo giveaway ho regalato a una lettrice uno dei miei mei tai. Dopo due anni, siamo ancora in contatto.

Per il secondo, in occasione del Natale, ho regalato un libro sulla pedagogia Waldorf che avevo erroneamente ordinato due volte su Amazon.


Qualche tempo dopo, una nota casa editrice mi ha mandato in regalo alcuni libri per bambini. Non mi hanno chiesto di recensirli né di pubblicizzarli. Non mi hanno chiesto nulla in cambio. Quando si riceve una cortesia, però, si ha voglia di ricambiare.


Ho apprezzato moltissimo i libri ricevuti ma mi sono sentita un po’ in imbarazzo perché non sapevo che l’editore in questione si occupasse anche di letteratura per l’infanzia. Ho così deciso di dare un’occhiata al suo catalogo online. Il sito era probabilmente piuttosto datato e senz’altro poco intuitivo. Ho faticato molto per trovare ciò che cercavo. Ne ho parlato con l’editore che mi ha risposto che si trattava in effetti di una collana poco conosciuta.


Così ho proposto un giveaway sul mio blog per dare a questi bei libri la visibilità che meritavano. L’idea è piaciuta molto ai miei lettori, all’editore e a un sacco di altre persone. Ho iniziato a ricevere tante proposte da poter ospitare un giveaway a settimana per mesi. Ho quindi stabilito un giorno dedicato a questo genere di iniziativa.


Il funzionamento è questo: un autore/editore/azienda offre un determinato prodotto da assegnare a uno dei miei lettori. Io metto a disposizione uno spazio sul mio blog e i lettori partecipano al gioco.

In molti si chiedono quale sia lo scopo, l’utilità dei giveaway. A me questo genere di iniziativa piace perché, secondo me, ci guadagnano tutti:

  • L’azienda (o l’autore, o l’editore) ottiene una considerevole pubblicità con un investimento molto contenuto.
  • Il blogger ottiene molti clic, perché il giveaway viene segnalato sugli altri blog e condiviso sui social network.
  • Il lettore (o meglio, uno dei lettori, in qualche caso anche più di uno) vince qualcosa.

I giveaway sono un modo meraviglioso per ricambiare i vostri lettori della loro fedeltà, ma anche per attirarne di nuovi, grazie al passaparola.

Se siete delle creative potrete utilizzare questa formula per promuovere i vostri prodotti. Ovviamente è bene non accettare qualsiasi tipo di collaborazione ma selezionarle in base alle proprie idee e alla propria linea editoriale.


Se la maggior parte delle mie lettrici hanno apprezzato l’idea dei giveaway e partecipano regolarmente, alcune ritenevano che si stesse perdendo lo “spirito” del blog.


In effetti nel giro di poche settimane avevo recensito un paio di prodotti diversi e lanciato i giveaway settimanali, e io stessa ritenevo che ci fossero un po’ troppi elementi “estranei”. Ho così seguito il consiglio di una cara (ed esperta) amica, e ho inserito tutte le recensioni, le sponsorizzazioni e i giveaway in un’apposita sezione, in modo che non interferissero con i post personali e/o informativi che da sempre caratterizzano il mio blog. Questo mi ha permesso anche di separare in modo chiaro e netto tutti i link sponsorizzati dalle segnalazioni spontanee e disinteressate, evitando di confondere il lettore.


Se il vostro blog decolla, sarete probabilmente contattati da aziende o agenzie di comunicazione che vi proporranno collaborazioni di vario tipo. Prodotti da testare o giveaway sono i più frequenti. Potete anche tentare voi stessi di contattare un’azienda per proporre un’iniziativa di questo genere. Non deve per forza essere una multinazionale. Se il vostro blog è molto cliccato anche il negozio sotto casa potrebbe trarre vantaggio dalla visibilità che gli offrireste.


Come organizzare un giveaway:

  • Scegliere il premio.
  • Stabilire le modalità di partecipazione (commento, commento + condivisone sui social network, altro).
  • Stabilire una durata (in genere una settimana). Pubblicare il nome del vincitore durante il fine settimana può essere una mossa strategica per attirare traffico in giorni di solito abbastanza calmi.
  • Stabilire la modalità di assegnazione (number generator, estrazione manuale, miglior foto, commento più divertente, suggerimento più utile, eccetera).
  • Annunciarlo sul proprio blog elencando chiaramente tutti i punti sopra citati.
  • Condividerlo il più possibile (Facebook, twitter e qualsiasi altro social media utilizziate).

Attenzione: i giveaway non sono attualmente regolamentati. Non esiste al momento una legislazione in merito ma è bene restare informati per non rischiare di infrangere la legge.


I guest post

Come il giveaway, anche il guest post fa contenti tutti: al lettore viene offerto un contenuto originale e interessante – attinente al tema del blog ma con un’ottica diversa, un punto di vista nuovo. Al blog che ospita, che viene investito da un’”ondata d’aria fresca”, senza contare i visitatori provenienti dal blog che viene ospitato. Al blogger-ospite che ha la possibilità di esporsi ad un nuovo pubblico, acquisendo nuovi potenziali sostenitori.


Potete offrirvi per un guest post su un sito o blog popolare se avete qualcosa da apportare ai suoi lettori. Potete invece intervistare o ospitare un blogger (popolare o meno, l’unione fa sempre la forza) che tratta un argomento interessante per il vostro pubblico.


Il guest post è un eccellente trampolino di lancio. Che voi siate il più o il meno conosciuto dei due, verrete comunque esposti al pubblico dell’altro: un’opportunità imperdibile per conquistarlo.


Se volete farvi notare, contattate un blogger che stimate e apprezzate (meglio se frequentate attivamente il suo blog già da un po’) e proponete di scrivere un guest post per lui/lei. Se avete un blog molto popolare, potrete “lanciare nuovi talenti” o semplicemente fornire ai vostri lettori contenuti di qualità offerti da vostri colleghi, magari durante una vostra assenza o mentre vi dedicate ad altri impegni, lavorativi e non.


Le interviste

Se il vostro è un blog a tema potete intervistare persone che possano aiutare voi e i vostri lettori ad approfondire l’argomento trattato.


Ma le interviste possono inserirsi tranquillamente anche in un blog personale. Io ad esempio, mamma di tre bambini bilingue, ho intervistato con piacere Letizia, autrice del blog “Bilingue per gioco”. Avevo alcune domande da porle per motivi del tutto personali, legati all’educazione dei miei figli, ma l’argomento mi sembrava abbastanza interessante da poter essere condiviso: le famiglie bilingue sono sempre più numerose.


Potete intervistare specialisti del settore in cui operate, altre mamme, blogger più esperti di voi… chiunque possa essere fonte d’ispirazione e/o dare consigli utili a voi e ai vostri lettori.


Se il personaggio intervistato è un blogger molto cliccato e se riuscite a fare breccia nel suo cuore, potrebbe condividere il link dell’intervista procurandovi un bel po’ di traffico. Siate pronti con contenuti interessanti in home page per catturare l’attenzione dei lettori di passaggio e convincerli a tornare o ad iscriversi ai vostri feed.


Le immagini

Le immagini sono estremamente importanti e hanno un ruolo determinante nella decisione del lettore di restare sul vostro blog o di cliccare altrove. È consigliabile inserire un’immagine all’inizio di ogni post per catturare maggiormente l’attenzione del lettore.


Se avete un blog personale potrete utilizzare le vostre fotografie. Se lo desiderate, potrete limitare il rischio di plagio aggiungendo alle immagini la vostra firma o il vostro url. Questo accorgimento non protegge dal plagio ma può essere un deterrente.


Un’altra soluzione può essere quella di cercare delle immagini in rete. Un errore molto comune tra i neo-blogger è quello di attingere liberamente dalla rete per procurarsi le proprie immagini.

Non è consentito utilizzare le immagini altrui, a meno che queste non siano pubblicate con una licenza Creative Commons.


Trovate questo genere di immagini su Flickr, su wikimedia commons o su www.creativecommons.it/immagini. Potrete utilizzarle a condizione di citare e linkare debitamente l’autore delle stesse. Attenzione: la maggior parte delle fotografie pubblicate su flickr sono soggette a copyright. Troverete quelle disponibili con licenza Creative Commons alla voce “The Commons”.

  • Licenza Creative Commons

Esistono diversi tipi di licenza Creative Commons. Eccone alcuni tra i più frequenti:

  • Attribuzione: È possibile riprodurre l’opera e modificarla, attribuendone la paternità al legittimo proprietario.
  • Attribuzione – non opere derivate: È possibile riprodurre l’opera attribuendone la paternità al legittimo proprietario, ma non è permesso modificarla o utilizzarla per creare qualcos’altro.
  • Attribuzione – non commerciale: È possibile riprodurre l’opera attribuendone la paternità. L’opera non può essere utilizzata a fini commerciali.

Maggiori dettagli sul sito www.creativecommons.it.


Quando utilizzate delle immagini condivise con una licenza Creative Commons indicatelo con chiarezza precisando nome e cognome (o nickname) dell’autore e Url del sito di provenienza. Volendo potete menzionare il fatto che si tratta di un’opera coperta da licenza Creative Commons. Se la licenza è per uso non commerciale, sarà bene precisarlo.


Un’alternativa per procurarsi delle immagini di qualità, soprattutto se il vostro è un blog professionale, è la banca di immagini. Si tratta di siti che propongono, a pagamento, una vasta gamma di immagini dalla quale potrete attingere liberamente senza bisogno di citare la fonte.


Quando le immagini che pubblicate sono le vostre, potete scegliere a vostra volta di utilizzare una licenza Creative Commons oppure optare per una licenza full copyright (tutti i diritti riservati). In questo caso, pur essendo pubblicate in rete, le immagini rimangono di vostra proprietà. Potranno essere riprodotte sotto forma di miniatura citando appropriatamente la fonte. Potrete però far valere i vostri diritti in caso di utilizzo improprio.


Se non scegliete alcun tipo di licenza, le vostre immagini vi appartengono comunque e non possono essere utilizzate da altri senza il vostro consenso. Per dimostrarne la paternità basterà conservare il file originale (possibilmente in formato .raw).


Queste sono le regole. Purtroppo però il web è grande ed è possibile che le vostre fotografie vengano utilizzate da terzi senza che voi veniate mai a saperlo. Sarà bene tenerlo a mente quando scegliete le immagini da pubblicare.


Come scattare belle foto

Un’immagine può valere più di mille parole. Se scegliete di illustrare il vostro blog con le vostre immagini personali, state per iniziare una meravigliosa avventura nel mondo della fotografia. Non è necessario avere una macchina fotografica professionale (i nuovi smarthpone sono in grado di scattare ottime fotografie e persino di rielaborarle attraverso apposite applicazioni) ma molti blogger sviluppano una passione sempre più dirompente per l’arte della fotografia e finiscono con il procurarsi materiali sempre più sofisticati.


Tanto per cominciare, portate sempre la vostra macchina fotografica con voi. Non sapete quando l’occasione perfetta si presenterà. Meglio essere sempre pronti. Gli scatti migliori sono spesso quelli spontanei.


La risoluzione dovrebbe essere abbastanza alta da evitare che la foto venga rovinata espandendola ma non troppo alta per non rallentarne l’apertura. L’ideale è scegliere la misura esatta che verrà pubblicata (ad esempio 400-600 pixel di larghezza sul blog, 430 su Etsy, eccetera). Ogni fotografia è composta da tre elementi essenziali: il soggetto, la luce, la composizione. Nella foto ideale, tutti questi elementi sono in perfetta armonia. Potrete tuttavia ottenere ottimi risultati anche concentrandovi su uno di essi alla volta.


  • Il soggetto

Scegliete con il cuore. Fotografate ciò che amate, ciò che vi colpisce, vi emoziona. Di solito è consigliabile scattare seguendo il senso del soggetto (in verticale per palazzi, persone o altri soggetti che si sviluppano prevalentemente in altezza; in orizzontale per paesaggi o altri soggetti che si estendono lateralmente). Ricordate che la fotografia è un’arte e che, se per imparare è utile conoscere alcune regole di base, chi si distingue è, in genere, chi le regole le sa infrangere.


  • La luce

Se scattate in un ambiente chiuso, verificate che ci sia luce a sufficienza. Se molti fotografi consigliano l’uso del flash per attenuare le ombre, io preferisco le fotografie “al naturale” ed evito il più possibile l’uso del flash. Le macchine fotografiche recenti permettono in genere di ottimizzare l’esposizione per poter evitare il flash. Si tratta comunque di una questione assolutamente personale e ci sono fotografi che riescono ad ottenere immagini meravigliose utilizzando il flash nel modo adeguato.


Se scattate all’aperto, evitate che il soggetto abbia la luce alle sue spalle: otterrete un’immagine troppo scura. Anche in questo caso, però, è bene conoscere la regola per saperla infrangere ad arte: otterrete meravigliose silhouette sfruttando l’effetto controluce per dare risalto alla sagoma del vostro soggetto in contrasto con lo sfondo.


Anche la luce diretta negli occhi non produrrà un risultato gradevole. Cercate la giusta via di mezzo o una soluzione originale (ad esempio la luce laterale proveniente da una lampada posta accanto al vostro soggetto).

Per fotografare le vostre creazioni ottimizzando la luce anche all’interno potete creare una light box.

Come creare una Light Box


Occorrente:

- uno scatolone, carta velina o tessuto leggero, colla o nastro adesivo, forbici o taglierina.


Procedimento:

Rimuovere una delle facce dello scatolone. Questa sarà l’apertura della vostra light box. Determinate un lato (non quello posteriore, cioè di fronte a quello che avete rimosso) che sarà lo sfondo della vostra light box e un altro che ne sarà la base. A tutte le altre facce, rimuovete il quadrato centrale, lasciando solo un bordo di un paio di centimetri. Queste facce verranno ricoperte con carta velina (potrete ritagliare dei quadrati di carta da applicare sullo scatolone) o da un telo (bianco) molto leggero. In questo caso potrete procedere come sopra oppure disporre il velo sopra la scatola in modo che vada a coprire tutte e tre le facce. Non è necessario che aderisca perfettamente.


All’interno della vostra light box, posizionate lo sfondo. Potrà essere un foglio bianco, un pezzo di feltro colorato o un tessuto fantasia, a seconda delle vostre esigenze. Dovrete posizionarlo in modo che non ci siano pieghe visibili.

Fissatelo perciò (in modo invisibile, con nastro biadesivo ad esempio) alla base della vostra lightbox, dalla parte dell’apertura. L’altra estremità andrà fissata al lato che si trova in diagonale rispetto al primo: in alto, quindi, sul fondo della vostra scatola. Lasciate che il vostro sfondo ricopra sia la base che la parete posteriore, senza dovervi aderire perfettamente, in particolar modo nell’angolo, che andrà “mimetizzato” con una dolce incurvatura.


Ora ponete il vostro soggetto all’interno della scatola e la vostra lampada (o le vostre lampade) al di sopra di essa. La luce dovrà passare attraverso il velo o la velina.


In questo modo otterrete una buona illuminazione senza ombre troppo marcate sul vostro soggetto.

Un’altra idea, ancora più semplice e veloce da realizzare, è quella di utilizzare una scatola di plastica (perfette quelle bianche opache dell’Ikea). In questo caso basterà togliere il coperchio, appoggiarla su un lato, posizionare lo sfondo e il gioco è fatto.

  • La composizione

Molti di noi tendono semplicemente a centrare il proprio soggetto, con un risultato corretto ma spesso banale. Il mio consiglio è invece di sperimentare inquadrature diverse e soluzioni insolite. Le macchine fotografiche digitali vi permettono di scattare tutte le fotografie che volete. Dopo aver scattato la “solita” foto senza rifletterci troppo, provate a realizzare qualche scatto ulteriore allargando o stringendo l’inquadratura, includendo un elemento inatteso, mettendo a fuoco un punto diverso. Il risultato potrebbe essere sorprendente.

  • La prospettiva

Avvicinarsi il più possibile, senza avere paura di “tagliare”. Posizionarsi in alto, in basso, sperimentare nuovi punti di vista. Utilizzate la funzione “macro” (generalmente rappresentata da un fiorellino) per scattare da vicino e catturare i dettagli. Oppure salite su una sedia o sdraiatevi per terra. Vi si aprirà un mondo affatto nuovo.

  • Lo sfondo

A meno che non si tratti di una componente essenziale e scelta apposta per ottenere una composizione originale, lo sfondo dovrebbe essere il più possibile neutro. Se possibile in tinta unita e in contrasto con i colori del soggetto che state fotografando (quindi fondo chiaro per oggetti scuri e fondo scuro per oggetti chiari).


Cercate di tagliare fuori tutto ciò che è superfluo o, al contrario, di includere nella vostra composizione un elemento inatteso. Lo sfondo può rendere unica un’immagine ordinaria, ma uno sfondo poco azzeccato può anche rovinare una bella fotografia, distraendo dal soggetto o creando sgradevoli effetti visivi.


Spesso uno sfondo sgradevole può essere “neutralizzato” cambiando inquadratura. Nelle foto dei bambini, il caos dei giocattoli sparsi per la casa può essere tagliato fotografando dal basso oppure dall’alto, o ancora con uno scatto molto ravvicinato.


Un altro “trucco” per evitare di includere nelle vostre foto uno sfondo che potrebbe essere di disturbo è di aumentare l’apertura in modo da ottenere l’effetto sfocato. Il vostro soggetto sarà messo in risalto e lo sfondo attenuato. Questo accorgimento è possibile se utilizzate una reflex, ma molte delle macchine compatte recenti hanno opzioni che permettono di ottenere lo stesso risultato. Lo stesso effetto verrà ottenuto scattando da lontano con una focale lunga.


  • Sperimentare

Se è bene conoscere alcune regole di base, la cosa più importante è sperimentare. Fotografate, sperimentate, divertitevi. Con i bambini, il divertimento sarà doppio. E, a proposito di bambini, non chiedete loro di restare fermi, di sorridere, di guardare l’obiettivo. Non costringeteli a posare per voi. Le foto più belle sono quelle spontanee. Quelle che li ritraggono immersi in una delle loro attività. Se proprio volete che guardino l’obiettivo, chiamateli e scattate nel momento stesso in cui si voltano verso di voi. Otterrete uno scatto intenso, spontaneo e naturale che rifletterà la personalità del vostro bambino.


  • La regola dei terzi

La regola dei terzi è una delle basi della fotografia. Una regola fatta apposta per essere infranta, ma che vale la pena di conoscere per poter sperimentare e uscire dallo stereotipo della foto diligentemente (e, spesso, banalmente) centrata. Si tratta di visualizzare una griglia immaginaria (due linee orizzontali e due verticali, come se giocaste a tris) che divida la vostra immagine in nove parti. Secondo la regola dei terzi, gli elementi più interessanti della vostra immagine dovrebbero trovarsi nei punti in cui le linee si intersecano.


Se non l’avete mai fatto, provate a scattare seguendo la regola dei terzi e confrontate le nuove immagini con quelle scattate in precedenza. È molto probabile che risultino più vivaci e originali. Ora siete pronti per infrangere di proposito la regola dei terzi!


L’importanza del conoscere questa regola non è infatti di attenervisi ma di individuare i punti di interesse e di decidere dove situarli invece di affidarsi al caso. Osservate anche le immagini pubblicate su riviste o siti web dedicati alla fotografia. Quali sono quelle che vi colpiscono maggiormente e perché? Cercate di imparare dal lavoro degli altri.


Può sembrare un consiglio banale ma una cosa molto importante per chi desidera scattare belle foto è leggere il manuale di istruzioni della propria macchina fotografica. Contiene tutte le informazioni tecniche che dovete conoscere e vi permetterà di scoprire funzioni e possibilità che non avreste nemmeno immaginato.


Se la vostra macchina fotografica non è nuovissima e avete perso il manuale potrete trovarlo facilmente online (esistono interi siti che raccolgono questo genere di materiale) o contattare un centro di assistenza del marchio per richiederne uno.


  • Il tocco finale

Le macchine fotografiche digitali permettono di scattare un gran numero di fotografie, che potrete selezionare in seguito. Non abbiate paura di scattare “a raffica”. Per una bella foto pubblicata sul mio blog ce ne sono almeno 10 che vengono cestinate.


Una volta scattate le vostre fotografie potrete utilizzare alcuni strumenti per ridimensionarle o ritoccarle in modo da renderle più originali, per migliorarne l’esposizione o ravvivare i colori. Potrete ad esempio creare un motivo, un bordo, una “firma” che diventerà una sorta di marchio da apporre a tutte le vostre immagini per renderle non solo uniche ma anche facilmente riconoscibili.


  • Post Produzione

Siti come Flickr, Picnick, Picasa o programmi come Gimp, che potrete scaricare gratuitamente sull’omonimo sito, o iPhoto (per mac) offrono gratuitamente gli strumenti di base per un primo approccio al fotoritocco.

Questi programmi permettono, tra le altre cose, di:


  • ritagliare l’immagine per eliminare tutto ciò che potrebbe distrarre dal soggetto.
  • migliorare l’esposizione: se la vostra immagine è troppo scura (spesso quando scattiamo all’interno non ci rendiamo conto che la luce non è sufficiente) o, al contrario, sovraesposta, potrete rimediare con un semplice clic.

Per quanto le immagini possano essere ritoccate e migliorate in un secondo momento, il risultato sarà migliore se la foto originale era di buona qualità. Non impigritevi pensando che ritoccherete le vostre immagini in fase di post-produzione. Cercate di imparare dai vostri errori e di migliorarvi continuamente.


Sperimentate, sperimentate, sperimentate. Confrontando le vecchie foto con le nuove, vi renderete conto di quanto avete imparato senza nemmeno accorgervene!


  • Metterci la faccia

Secondo Darren Rowse, autore di Problogger.net, le immagini che attirano maggiormente l’attenzione, invogliando i lettori ad approfondire la lettura, sono quelle che raffigurano un volto.


Se bloggate anonimamente potrete decidere di pubblicare fotografie prese di sfuggita. Se invece volete mettervi in gioco e “guardare in faccia” i vostri lettori e/o potenziali clienti, mostrare chi siete non farà che aumentare il gradimento, infondendo fiducia nei vostri lettori.


I video

Un video inserito all’interno di un post attira l’attenzione e mantiene gli utenti sul vostro blog più a lungo. Potete prelevare il codice del video che vi interessa direttamente da siti come youtube e vimeo o girare voi stesse i vostri video.


I video prelevati da queste piattaforme puntano automaticamente alla fonte originale ma questo non significa che non si debba valorizzare l’autore citandolo e linkandolo appropriatamente nel testo. Un atto di cortesia che permetterà ai vostri lettori di consultare un maggior numero di contenuti dello stesso autore e a voi di essere conosciute come persone corrette e cordiali. Quando si tratta di attribuzione, è sempre meglio abbondare: nessuno vi rimprovererà mai di averlo troppo citato. Qualcuno potrebbe invece lamentarsi di non essere stato adeguatamente segnalato.


Le regole “ufficiali” sono molto vaghe ma, ancora una volta, cordialità e buone maniere sono universalmente apprezzate.


  • Girare un video

Non è necessario avere un’attrezzatura da professionisti per girare un video da pubblicare in rete. Molti smartphone offrono oggi eccellenti possibilità per cominciare. Man mano che la vostra attività cresce potrete, se lo desiderate, procurarvi strumenti via via più sofisticati e performanti. Inutile investire in una costosa telecamera HD prima ancora di sapere se i video saranno apprezzati dai vostri lettori o meno.


Perché se i video (e i video blog) sembrano essere la moda del momento, hanno anche un grosso limite: richiedono attenzione e disponibilità totale da parte dell’utente. Mentre il blog si può sbirciare di nascosto dall’ufficio o dal cellulare; riprendere la lettura di un articolo lasciato in sospeso per cause di forza maggiore (che in una famiglia con bambini sono all’ordine del giorno), il video richiede senz’altro più tempo e una maggiore disponibilità. Questo strumento non è quindi adatto a tutti i settori.


Si tratta comunque di uno strumento potentissimo che vale la pena di sperimentare, se non altro per il proprio personale bagaglio professionale. Sarà una cosa in più che saprete fare.

Ecco alcuni suggerimenti per iniziare a “giocare” con la videocamera (o con lo smartphone):


  • Esplorate la vostra telecamera. Portatela con voi in più occasioni “informali”. Imparerete a conoscerla e ad utilizzarla con disinvoltura.
  • Il manuale d’istruzioni: per quanto possa essere noioso, vi sarà estremamente utile. Leggetelo!
  • Assicuratevi che la batteria sia carica: controllatela regolarmente.
  • Assicuratevi che la memory card sia inserita (mi è già successo di dimenticarla!).
  • Controllate le impostazioni (se avete filmato in modalità notte la sera prima, potreste non ottenere i migliori risultati con la stessa impostazione la mattina successiva).
  • Ripercorrete a mente la storia che state per documentare. Sarà più facile accompagnarla con i vostri commenti.
  • Inquadratura: ripensate ai suggerimenti forniti nella sezione “foto”. Questi semplici accorgimenti si applicano in modo efficace anche ai video.
  • Anche se avete una videocamera superleggera e supercompatta, tenetela con due mani. In questo modo avrete una maggiore stabilità. Se la ripresa è statica potrete anche usare un cavalletto o altro punto d’appoggio. Le oscillazioni impercettibili per chi filma, sono invece molto fastidiose quando si guarda il video.
  • Assicuratevi che ci sia luce a sufficienza, e che la fonte di luce si trovi alle vostre spalle.
  • Attenzione alle ombre: se avete la luce alle spalle, come consigliato sopra, è possibile che proiettiate la vostra ombra proprio sul vostro soggetto. Cambiate posizione, spostatevi di lato o abbassatevi per evitare questo inconveniente.
  • La musica di sottofondo può essere molto gradevole. Ma attenzione: i brani musicali sono in genere coperti da copyright. Per ovviare a questo inconveniente potrete cercare brani “royalty free” in rete. Alcuni programmi di film editing (come pinnacle, la cui versione di base è accessibile a tutte le tasche) permettono di aggiungere la musica di sottofondo in un secondo momento, e addirittura di creare una musica ad hoc. Se ne avete la possibilità è comunque sempre meglio aggiungere la musica in un secondo momento che direttamente durante la ripresa.
  • Ricontrollate subito le scene filmate. Se queste non vi soddisfano, potrete girarle di nuovo. Sarebbe un peccato accorgersene solo in fase di post-produzione.
  • Dimenticate la perfezione: per quanto tutti amiamo le cose belle e fatte bene, è probabile che non abbiate una troupe composta da cameraman, truccatrice e suggeritore. Il vostro sarà un video amatoriale (a meno che non siate voi stessi dei professionisti del settore) e questa sarà proprio la sua forza. Permetterete ai vostri lettori (clienti, sostenitori) di vedere la persona che sta dietro al vostro lavoro. Una persona vera, reale, proprio come loro. Questo li aiuterà a conoscervi ancora meglio e ad apprezzarvi ancora di più (sì, anche se la pettinatura lasciava un po’ a desiderare…)


Al momento di condividere il vostro video (che sia su Youtube, su Vimeo, su Facebook o sul vostro blog, non dimenticate di compilare tutti i campi: Titolo, descrizione, tag. In questo modo lo renderete più facilmente reperibile. Non lasciate campi vuoti, a meno che non si tratti di una precisa scelta (ad esempio non fornire la geolocalizzazione per motivi di privacy). Ciascuno di essi è un’opportunità in più perché gli utenti trovino il vostro video nell’immensità della rete.


Le principali piattaforme di video-condivisione permettono agli utenti di copiare il video e di incollarlo sui propri siti, blog, profili eccetera. In alcuni casi è possibile disattivare questa funzione, e alcuni lo fanno per essere certi che chi vuole vedere il video venga per forza sul proprio sito.


Una scelta che ritengo sbagliata perché impedisce al video di “prendere il volo”. Forse non riceverete tutti i clic che volevate ma il vostro messaggio verrà diffuso in modo molto più capillare. Il successo di un sito, di un blog, di un marchio non si misura attraverso il numero di clic, ma attraverso la maggiore o minore presenza in rete, nonché alla reputazione dello stesso. Da che parte iniziare?


  • Cominciate da voi stesse. Un video nel quale vi presentate e vi raccontate sarà una bellissima sorpresa per i vostri lettori fedeli. Vedere in carne e ossa una persona che già seguono, stimano e apprezzano è assai gradevole e aiuta a sentirsi ancora più connessi.
  • I vostri prodotti. Perché non filmare i vostri prodotti? Riprendeteli da tutte le angolazioni. In bella posa ma anche in uso. Raccontate come è nata la vostra idea e perché pensate che possa essere utile agli altri. Condividete anche il vostro percorso. Raccontate dei dubbi e degli ostacoli che avete incontrato lungo il cammino. Permetterete ai vostri sostenitori e potenziali clienti di identificarsi con voi, e di apprezzarvi ancora di più, grazie alla consapevolezza del lavoro che svolgete.
  • Eventi speciali. Partecipate all’ultimo incontro tra mamme blogger? Non dimenticate la vostra telecamera! Potrete presentare ai vostri lettori anche altre “colleghe”, promuovendo magari i loro blog se non sono ancora conosciuti. Non dimenticate di domandare il permesso prima di pubblicare un video nel quale compaiono altre persone.
  • Dietro le quinte. Documentate una vostra giornata tipo, o il backstage delle vostre creazioni, o altri momenti della vostra giornata. Chi vi segue vuole sapere tutto su di voi.
  • Condividete il vostro savoir-faire. Sapete fare qualcosa di speciale? Insegnatelo agli altri. I video tutorial sono in genere molto apprezzati.

Dal blog alla carta stampata

In genere chi decide di tenere un blog ama scrivere. E chi ama scrivere ha desiderato, almeno una volta nella vita, fare di questa passione una professione. Dal blog alla carta stampata il passo è breve, ma non per tutti. Si dice che in Italia ci siano più scrittori che lettori, e che il 70% dei libri pubblicati non venda nemmeno una copia.


Se amate scrivere e avete un romanzo nel cassetto, aprire un blog può essere un ottimo modo per farvi conoscere. Lo sa bene Chiara Cecilia Santamaria, in arte Wonderland, autrice del blog machedavvero.it e del libro Quello che le mamme non dicono3.


Il suo stile unico e irriverente ha colpito un editor della nota casa editrice che l’ha contattata proponendole un contratto editoriale. L’esperienza di Chiara è la prova che tutto è possibile, ma si tratta di una vera e propria storia alla Cenerentola. I casi come questi si contano sulle dita di una mano.


Ovviamente è possibile che un editore venga a bussare alla vostra porta. Ma è molto più probabile che ce ne sia uno disposto ad aprirvi se andate voi a bussare nel posto giusto al momento giusto.


Fino a qualche anno fa gli scrittori aprivano un blog per promuovere il proprio libro. Oggi la tendenza è quella opposta: sono sempre più numerosi i blogger che diventano scrittori. La reputazione acquisita grazie al blog può essere un argomento in più a vostro favore.


Il mondo dell’editoria è comunque una vera e propria giungla, con tanto di predatori e belve feroci. Per quanto mi riguarda, sono finita tra le grinfie di personaggi poco seri e ho ricevuto proposte di pubblicazione in cambio di denaro, anche da editori noti e assolutamente insospettabili.


Ho sempre rifiutato questo genere di proposta e vi invito a fare altrettanto. Se un editore vi chiede denaro, significa che non crede nel vostro progetto. Pensa che possa essere un fiasco e quindi lascia che siate voi assumervi il rischio. Quando vi chiedono un “contributo” in realtà state pagando tutta la tiratura, se non di più.


Un editore di solito è un professionista del settore, e se pensa che un prodotto non meriti, purtroppo, è molto probabile che la previsione sia corretta. Ma un editore è anche un essere umano e, come tutti, può sbagliare. Per questo il fatto che il vostro lavoro non venga riconosciuto all’istante non significa che non sia valido. Cercate di essere obiettivi, chiedete più opinioni e fate tesoro delle osservazioni e delle eventuali critiche provenienti da persone nelle quali avete fiducia. Se credete nel vostro progetto non scoraggiatevi, non fatevi ricattare e non cedete alla tentazione di pubblicare a pagamento.


Ecco alcuni consigli per chi desidera trovare un editore:


  • Innanzitutto è necessario selezionare una serie di editori che siano in linea con l’argomento che trattate. Date un’occhiata in rete o in libreria e individuate quelli che pubblicano argomenti simili al vostro.
  • Sui siti web delle varie case editrici trovate spesso indicazioni sulle modalità di invio dei manoscritti. Alcuni preferiscono ricevere un file digitale, altri richiedono una copia cartacea. Alcuni desiderano visionare l’intero lavoro, altri preferiscono cominciare con il primo capitolo. Attenetevi alle istruzioni fornite e inviate il tutto all’attenzione del direttore editoriale. Meglio ancora se riuscite a procurarvi il suo nome e cognome. Alcuni editori vi risponderanno, altri no. Pochissimi vi restituiranno il materiale inviato. Tenete presente che possono volerci dai tre ai sei mesi prima di ricevere una risposta. Concedetevi quindi un lasso di tempo abbastanza lungo prima di tentare altre strade.
  • Un altro modo per riuscire a pubblicare il proprio lavoro è partecipare ai concorsi letterari. Basterà digitare “concorsi letterari” su google per trovare numerosi siti che raccolgono tutti i bandi.
  • Un’altra opzione è quella di affidarsi a un’agenzia letteraria. L’agenzia valuterà la vostra opera e, se la riterrà valida, vi aiuterà ad apportare eventuali correzioni prima di proporla agli editori che ritiene più adatti. Ovviamente le agenzie letterarie comunicano con gli editori attraverso canali preferenziali, il che può essere un vantaggio.

Concorrenti o alleati?


La situazione attuale del mercato italiano è cambiata rispetto al giorno in cui ho deciso di avviare la mia attività. Ora ci sono molti più concorrenti e anche a prezzi decisamente competitivi.


Di fronte a tutta questa concorrenza, la mia arma è l’unicità del mio prodotto. Chi si innamora di uno dei miei mei tai, non lo troverà da nessun’altra parte. Non solo: farà meglio a sbrigarsi, perché nel giro di poche ore potrebbe non trovarlo più.


Quando non riesco a soddisfare tutte le richieste, oriento i miei clienti verso un altro produttore. Si tratta di un marchio italiano che conosco personalmente e che ritengo di ottima qualità. In molti sono stupiti dal fatto che io mandi clienti “alla concorrenza”.


Io non ritengo invece che siamo concorrenti. Produciamo lo stesso prodotto, è vero. Ma con caratteristiche diverse. E comunque ritengo che al momento sul mercato ci sia posto per entrambi.


Certo mi piacerebbe poter accontentare tutti i clienti che si rivolgono a me, senza doverli orientare verso qualcun altro. Ma visto che questo, al momento, non è possibile, preferisco un cliente soddisfatto per aver trovato, grazie a me, quello che cercava, piuttosto che uno con l’amaro in bocca, lasciato solo a girare per la rete, che potrebbe incappare in un prodotto scadente, giungendo alla conclusione che il mei tai non è un buon prodotto.


Ritengo che questo comportamento, oltre ad essere d’aiuto a chi si rivolge a me, giovi alla mia immagine.

Anche il fatto di condividere modello e istruzioni per realizzare il mei tai può essere visto come un controsenso, visto che io i mei tai li vendo. Perché insegnare alle mamme a cucirsi il proprio mei tai invece che cercare di venderglielo?


All’epoca la questione non si poneva, perché quando ho pubblicato le istruzioni non vendevo ancora mei tai, né immaginavo che l’avrei fatto. Ma ripensandoci oggi, con il senno di poi, è stata un’inconsapevole quanto fruttuosa operazione di marketing.


Il motivo è semplice. Il mio tutorial è stato il primo in assoluto in lingua italiana, ed è stato cliccatissimo fin dall’inizio. Questo ha fatto sì che, digitando “mei tai” su google o altri motori di ricerca, il mio blog risultasse al primo posto.


Ecco quindi cosa accade. Una persona cerca un mei tai. Digita “mei tai” su google e arriva sul mio blog, dove può trovare le istruzioni per farselo da sé. Se ne ha tempo, voglia e se ne è capace si cucirà il suo bel mei tai, sarà molto felice di aver trovato il tutorial e forse continuerà a seguire il mio blog, magari anche facendomi pubblicità.


In caso contrario, darà un’occhiata al mio negozio online diventando un potenziale cliente. È possibile che la persona in questione non trovi da me quello che cerca e continui a navigare altrove. Ma io avrò avuto comunque la mia possibilità.


E questo, soltanto grazie al fatto di aver condiviso la mia idea. Le idee hanno le ali: non tenetele in gabbia!


  • Attenti al lupo

Proprio come il “mondo reale”, anche quello virtuale è pieno di insidie. Non è necessario rimanere anonimi per proteggersi da eventuali molestatori. Se abbiamo già parlato dei troll e del modo di sbarazzarsene, il fatto di esporvi pubblicamente potrebbe anche portarvi degli ammiratori troppo invadenti, dei contestatori troppo accesi, dei giudici troppo impietosi o degli invidiosi desiderosi di sabotarvi. Tutto questo può avvenire online come offline.


Per evitare di trovarvi il contestatore (o l’ammiratore indesiderato) sotto casa, evitate di fornire dettagli troppo precisi sulla vostra vita privata, o di segnalare ogni minimo spostamento. Evitate di incontrare persone conosciute in rete in luoghi poco frequentati. Non sapete mai chi si cela dietro uno pseudonimo.


Nel caso di blogger o internauti che si divertano a minare la vostra reputazione in giro per la rete, il miglior modo di agire è, in molti casi, quello adottato con i troll. Vi accorgerete che in genere chi si dedica a questo tipo di attività non ha un grande séguito. Da questo potrete dedurre (non solo voi, ma anche i vostri lettori) le ragioni dell’astio nei vostri confronti. Spesso e volentieri questi personaggi finiscono nel dimenticatoio o rovinano da sé la propria reputazione senza bisogno di interventi da parte vostra.


Se invece vi siete inimicate un personaggio autorevole, potrebbe essere utile cercare un confronto privato. Potrebbe trattarsi di un grosso malinteso e dall’incomprensione potrebbe nascere un’amicizia o una collaborazione.

Per quanto mi riguarda, cerco questo tipo di confronto quando vedo dall’altra parte un barlume di speranza (e, lasciatemelo dire, d’intelligenza). Quando mi accorgo che tutto quel che dico viene subdolamente posto sotto una diversa angolazione in modo da essere considerato come un’evidenza della tesi altrui, chiudo definitivamente la comunicazione. 


Come dice il detto popolare: 


Nessuno è più sordo di chi non vuol sentire.


Se qualcuno per ragioni di invidia, di insoddisfazione personale o per semplice noia ha deciso che darvi contro sarà la sua mission, non c’è comunicazione che tenga. Queste persone vanno cancellate, evitate, ignorate.


Attenzione alla dipendenza da computer

Molti genitori evitano che i loro figli passino troppo tempo davanti alla tv o al computer, ma poi non riescono a staccarsi dal portatile o dal cellulare. Complici i nostri smartphone e i vari social network, molti di noi si comportano come adolescenti. Capita che i ruoli si invertano e che siano i figli a invitare i genitori a staccarsi dal piccolo schermo. Il tempo trascorso insieme ai nostri figli ne risente. I bambini si sentono trascurati e i genitori, pur essendo presenti, hanno la testa altrove.


Controllare la propria casella di posta o gli aggiornamenti su facebook diventa una sorta di tic, una vera e propria ossessione. Quando siamo davanti a uno di quei piccoli schermi (cellulare, palmare, portatile, ipad…) siamo completamente fuori dal mondo.


La dottoressa Turkle, direttrice del Massachusetts Institute of Technology, paragona questo genere di dipendenza all’alcolismo. “Sì, solo un attimo, rispondo ancora a questo messaggio e poi basta” suona un po’ come “solo un ultimo bicchierino”…


In casi estremi, la mamma che ha scelto di stare a casa per trascorrere più tempo con i propri figli, potrebbe ritrovarsi prigioniera del proprio lavoro se non impara a stabilire dei limiti.


Quando siete al lavoro, fate in modo di non essere disturbate. Ma quando siete con i vostri figli, spegnete il computer, staccate il cellulare e godetevi la vostra famiglia.


Lo stesso vale per il vostro blog. Se non fate altro che bloggare, presto non avrete più nulla da raccontare. Non dimenticate di spegnere il computer e di vivere la vostra vita!


Autopromozione

Per farvi conoscere, definite il vostro target, poi individuate qualcuno che possa dare visibilità al vostro prodotto. Se avete scritto un libro sulla fotografia digitale, inviatelo alla redazione di qualche rivista specializzata. Se si può, a una persona ben precisa. Non è detto che questa vi citi, ma se il vostro libro arriva nelle mani della persona giusta al momento giusto, il gioco è fatto. Se non tentate, non otterrete nulla.


Lavorando come Web Editor mi sono resa conto di quanto sia difficile sfornare idee nuove e originali o scovare notizie interessanti a ritmo sostenuto. Che sollievo quando arrivava un comunicato stampa interessante da cui attingere, o una mail di qualche associazione che voleva farsi conoscere.


Redattori e giornalisti sono a caccia di idee. Non abbiate paura di presentare la vostra, prima o poi troverete chi non ha ancora deciso l’argomento del suo prossimo articolo. Se riuscite a ottenere un’intervista o uno spazio su una rivista o su un sito internet di rilievo, fornite una vostra presentazione e una o più fotografie per corredare l’articolo: eviterete che il giornalista, che magari ha una conoscenza solo parziale della vostra attività, metta in luce aspetti che ritenete secondari, tralasciando il messaggio che invece volete davvero trasmettere.


Spiegate chi siete, cosa fate, e perché lo fate. Nel caso, anche dove, come e quando. Per quanto riguarda le foto, meglio che siate voi a scegliere quelle che meglio rappresentano voi e la vostra attività.


Se seguite riviste specializzate nel vostro settore, potete cercare di entrare in contatto con i giornalisti che vi sembrano più affini al vostro stile. Spesso sono reperibili su Facebook, LinkedIn o altri social media. Aggiungeteli alla vostra lista di contatti. Se non li conoscete di persona, includete un messaggio personale con una breve presentazione e il motivo per cui desiderate aggiungerli ai vostri contatti.


In rete, l’unione fa la forza

Per diventare popolari in rete è importante essere “linkati” da più siti possibili. Se scrivete cose interessanti, i vostri lettori le condivideranno e le citeranno. La vostra popolarità crescerà come cerchi nell’acqua. Interagite, lasciate commenti pertinenti sui blog appartenenti alla vostra stessa nicchia, linkando (con moderazione) ai vostri post per eventuali approfondimenti.


Attraverso il mio blog ho avuto modo di conoscere persone meravigliose, ciascuna con competenze diverse. Alcune mi hanno aiutata in modo del tutto disinteressato. Con il passare del tempo ho avuto occasione di restituire alcuni dei favori ricevuti.


C’è chi mi ha aiutata a risolvere problemi tecnici con il mio blog, chi mi ha formata via chat all’uso di Wordpress, chi mi ha insegnato a scrivere in maniera più efficace per il web. Ho avuto la possibilità di ricambiare alcune di queste cortesie. Per le altre non mancherò, non appena si presenterà l’occasione.


Aiutate gli altri in modo disinteressato quando potete. Domani potreste essere voi ad avere bisogno del loro aiuto.

Il bene che si fa torna sempre indietro. Sostenete e promuovete le iniziative che ritenete valide. Quando se ne presenterà l’opportunità, gli altri faranno lo stesso con voi. Ricordate: il passaparola è il mezzo di pubblicità più efficace in assoluto!


Si possono accendere decine di candele a partire da una sola,
senza abbreviarne la vita.
La felicità, come la fiamma della candela,
non diminuisce quando viene condivisa


(Buddha)


Conclusione

La correttezza è fondamentale: non fare torti a nessuno, non parlare male di nessuno (non sapete mai con esattezza che tipo di relazione esiste tra la persona che avete di fronte e quella che state criticando).


Cercate di creare una rete di conoscenze che potrebbe esservi utile. Ma non frequentate nessuno per semplice opportunismo. Scegliete con cura i vostri interlocutori e collaboratori. Circondatevi di persone che non solo possono aiutarvi, ma che apprezzate. Non scendete a compromessi. Prima o poi tutto viene fuori e i rapporti basati soltanto sull’interesse non reggono.


Sforzarvi di mantenere i legami con una persona che può esservi utile, di ricordare la data del suo compleanno o i nomi dei suoi figli, va bene, se tra voi e quella persona c’è simpatia e affinità.


Un biglietto d’auguri, una telefonata in occasione di una ricorrenza, un’e-mail nella quale segnalate un link che vi sembra possa essere utile all’altro vi permetterà di dimostrare il vostro apprezzamento e contribuirà a rafforzare il legame. La persona in questione se ne ricorderà di certo.


“Leccare i piedi” a qualcuno che non sopportate nella speranza che vi possa aiutare, invece, non serve a nulla: sarà per voi uno sforzo enorme e non produrrà risultati. Quella persona preferirà senz’altro, dovendo scegliere, appoggiare le iniziative di qualcuno con cui ha un legame vero e sincero.


La mia mamma sta con me
La mia mamma sta con me
Claudia Porta
Conciliare famiglia e lavoro grazie a Internet.Come conciliare lavoro e famiglia? Spunti e riflessioni per chi volesse riaffacciarsi al mondo del lavoro in modo creativo dopo la maternità. Per molte donne, l’arrivo di un figlio coincide con la fine della propria vita professionale.Altre, non potendo rinunciare allo stipendio, sono costrette a delegare ad altri la cura dei propri bambini. Ma conciliare lavoro e famiglia oggi si può, anche grazie alle numerose risorse che Internet mette a disposizione. Claudia Porta nel suo libro La mia mamma sta con me condivide la sua esperienza personale e fornisce utili spunti a chi volesse riaffacciarsi al mondo del lavoro in modo creativo dopo la maternità. Conosci l’autore Claudia Porta è autrice, blogger e insegnante di yoga e di meditazione. Dal 2007 vive in Provenza e cura il blog lacasanellaprateria.com. Organizza anche corsi di yoga e meditazione guidate.