CAPITOLO II

Trovare la propria strada

Liberare la creatività

La creatività non è un dono riservato a pochi privilegiati. Da bambini siamo tutti creativi. Crescendo, impariamo ad usare sempre meno il cuore e sempre più la ragione.

Nel suo libro Mozart’s Brain, il dottor Richard Restak (psichiatra e neurologo) descrive il cervello come “plastico” e “malleabile” attraverso esperienze di qualità. Sophie Benini Pietromarchi, autrice di The Book Book parla di “massaggiare l’immaginazione”.


La creatività è come un muscolo: va stimolata, incoraggiata e nutrita. Circondatevi di cose belle, prestate attenzione alle meraviglie che vi circondano. Date voce alle vostre passioni ed esercitatevi, esercitatevi, esercitatevi. Non aspettate di essere pronte per il vostro grande capolavoro. Iniziate subito. Scrivete, disegnate, scarabocchiate. Tirate fuori la vostra vera essenza. E non scoraggiatevi se il risultato non corrisponde alle vostre aspettative. Continuate a “Massaggiare l’immaginazione” e i risultati non si faranno attendere.


Dare voce al bambino interiore

Il piccolo professore

Secondo l’Analisi Transazionale, teoria psicologica ideata da Eric Berne negli anni cinquanta, ciascuno di noi ha in sé tre stati dell’Io: il Genitore, l’Adulto e il Bambino.

Questi tre stati dell’Io sono a loro volta divisi in più parti. Nell’Io bambino si trova il Piccolo Professore: la parte spontanea, intuitiva e creativa che è in ciascuno di noi.


Il Piccolo Professore, capace di creazione originale e libero dalla paura o dal senso di colpa, è poco incline a rispettare i limiti del disegno da colorare. Preferirà tracciare linee nuove e creare il proprio personale disegno.

Quando si associa allo stato dell’Io Adulto, il Piccolo Professore potrà portare a termine grandi imprese. Impariamo ad ascoltarlo!


Nel suo meravigliso libro Fil de Fée (“Filo di Fata, edito in Italia da Donzelli) ufficialmente un libro per bambini, in realtà perfetto anche per qualsiasi adulto che abbia voglia di dare ascolto al proprio “bambino interiore”, Philippe Lechermeier suggerisce alcune idee per ritrovare il proprio “sguardo bambino”:


  • Uscire sotto la pioggia senza ombrello.

  • Saltare nelle pozzanghere.

  • Contare tutte le auto rosse incrociate durante un viaggio. Anche se il viaggio è lungo. Anche se vi hanno detto che non è divertente.

  • Cantare ciò che volete. Anche se siete stonati. Anche se vi chiedono di smettere, per pietà!

  • Rifiutare di indossare una gonna che non fa la ruota.


    E soprattutto, fare un sacco di
    domande che non hanno risposta.


Lavorare con passione

Chiunque può mettersi a tavolino e cercare un’idea per iniziare una nuova attività. Ma la maggior parte delle volte chi decide di mettersi in proprio ha già un’idea in testa. Spesso si tratta di una vera e propria passione. In questo caso il lavoro sarà fonte di soddisfazione anche sul piano personale.


Creare mei tai è meraviglioso. Ricevo moltissime foto di mamme con i loro bambini avvolti nelle mie creazioni. È bello sapere che, attraverso il mio lavoro, contribuisco a facilitare la vita di tante mamme. È bello sapere che tanti bambini si godono il calore della mamma avvolti nel mei tai che io ho confezionato per loro.


A volte ricevo testimonianze toccanti. Come quella mamma che, dopo due piccoli insonni, era rimasta nuovamente incinta in modo accidentale. Mi scrisse piena di dubbi e di paure, incerta sul portare avanti quella gravidanza o meno. Ho tentato di rassicurarla come potevo, cercando però di non influenzarla. La decisione spettava davvero a lei, senza condizionamenti. Ma non nascondo che sono felice di sapere che quel bambino è venuto al mondo e che se ne va a spasso avvolto in uno dei miei mei tai.


Il mei tai è un oggetto bello, positivo, che protegge, abbraccia, coccola, unisce. È bello creare oggetti del genere. Io li faccio con cura e con passione, e a volte i miei clienti mi raccontano delle sensazioni, delle vibrazioni, del profumo che arriva in casa loro insieme al mei tai.


Unire con un abbraccio fatto a mano una mamma (o un papà) e il suo bambino. Aiutare i piccoli prematuri a crescere a contatto con i propri genitori mi dà molta più soddisfazione che vendere yacht di lusso a multimiliardari (ve l’ho già detto? È il lavoro che facevo prima di diventare mamma).


Il mei tai è la mia idea (non che l’abbia inventato io, per carità, ce ne sono in giro da secoli), ma quest’idea mi è venuta incontro nel momento in cui ne avevo bisogno, prima per me stessa e per la mia bambina, poi per gli altri, poi addirittura come fonte di sostentamento per la mia famiglia. Non è meraviglioso?


Stranamente chi ha preso la mia idea, l’ha fotocopiata e riprodotta non ha avuto successo. Nonostante il gran numero di mei tai che si trovano oggi in rete, alcuni creati (illegalmente) con il mio modello, altri con fantasie stranamente simili alle mie, la mia attività non ha risentito della crescente concorrenza.


Non copiate le idee degli altri. L’originale sarà sempre meglio della copia. Inventate qualcosa di nuovo, cercate la soluzione ad un vostro problema, guardatevi intorno in cerca di ispirazione, ma senza sfruttare abusivamente il lavoro altrui.


Lavorare con passione è indispensabile quando si lavora da casa. Il vostro lavoro entra in casa, convive con la vostra famiglia, e non deve influire negativamente sulla la vostra vita familiare.


Non dimenticate di applicare alla vostra vita i princìpi che volete trasmettere: se state scrivendo un libro sull’attachment parenting, state attenti a non trascurare la vostra famiglia nell’intento di aiutare quelle degli altri. Se state cucendo mei tai per le altre mamme mentre il vostro bambino urla nel passeggino reclamando la vostra attenzione, siete sulla strada sbagliata.


Se amate cucire o lavorare a maglia potreste accorgervi che fare un maglione da vendere non è come farne uno per i vostri figli. Se vendete i vostri maglioni fatti a mano non smettete di farne per voi e per i vostri bambini!


Il segreto del successo? Essere felici

Avere successo significa essere felici? Non sempre. Pare invece che, al contrario, essere felici significhi avere successo.

Secondo Sonja Lyubomirsky, psicologa e docente universitaria presso l’Università della California e autrice del libro The How of Happiness: a scientific approach to getting the life you want, chi è felice ha più successo, è più produttivo, guadagna di più, è più apprezzato dagli altri, ha rapporti personali e professionali più solidi e duraturi. Non solo. Le persone felici sono più creative, socievoli, comprensive, generose e disponibili verso gli altri. Sono più inclini a mettersi in gioco, a tentare la fortuna, a buttarsi con entusiasmo in nuove iniziative. La felicità non sarebbe quindi l’effetto ma la causa del successo.


Se è vero che non si può essere felici a comando, è altrettanto vero che ci si può sforzare di essere il più possibile ottimisti. Con il tempo, quest’abitudine si consolida e diventa automatica. Dedicarsi ad attività che ci danno gioia, anche solo temporaneamente, può essere di grande aiuto.


Ancora una volta lo yoga, lo sport o altre attività che praticherete con piacere, possono aiutarvi a migliorare il vostro stato d’animo. Ma anche un buon film, un’ora dedicata al proprio hobby preferito, una passeggiata in mezzo alla natura, una serata tra amici potranno aiutarvi a ritrovare qualche ora di serenità.


cinque minuti al giorno trascorsi in mezzo alla natura (anche solo un parco cittadino) riducono il rischio di depressione e di malattie mentali. La presenza dell’acqua (lago, mare, fiume…), e quindi del colore blu abbinato al verde della vegetazione, amplificherebbe questi effetti positivi. Del resto essere felici è già di per sé un successo. Potreste diventare famose e guadagnare un sacco di soldi senza mai sentirvi felici.


Quando lavoravo nel Principato di Monaco e vendevo yacht di lusso ho conosciuto un signore, proprietario di diverse imbarcazioni (del valore approssimativo di 50 milioni di euro ciascuna). Arricchitosi improvvisamente in seguito a un investimento vantaggioso, si aggirava per le feste più in della Costa Azzurra e invitava tutti a proseguire i festeggiamenti sul suo yacht del momento. Dormiva poi fino a pomeriggio inoltrato e, al suo risveglio, chiedeva ai membri del suo equipaggio di servire cocktail ai suoi amici. Dopo questa particolare prima colazione, scendeva a terra e ricominciava ad andar per feste.


Quest’uomo miliardario non può certo essere considerato una persona di successo, al contrario della mamma imprenditrice che riesce, con il suo lavoro, a pagare il mutuo e a permettersi qualche extra insieme alla sua famiglia.


Chi siete e dove andate

Elencate i ruoli che assumete ogni giorno, o comunque regolarmente, durante la vostra vita. Ad esempio: moglie, mamma, educatrice, lavoratrice.

Cercate di non dimenticare nulla. Scriveteli su un foglio, in ordine di importanza (attenzione: non intendo di importanza sociale o professionale. Ordinateli in base a ciò che conta davvero, per voi).


Alcuni di questi ruoli li avete scelti. Altri sono imposti, ma irrinunciabili. Altri possono essere messi da parte per lasciare spazio a ciò che conta davvero. Se vi sembra di non farcela a gestire tutto, probabilmente avete troppe cose da gestire. Per quanto questo possa essere doloroso, bisognerà riuscire a “potare” qualche ramo secco per permettere alla pianta di crescere sana e rigogliosa.


Per ciascuno dei ruoli descritti (e dopo aver tolto di mezzo il superfluo) scrivete qualche parola che descriva ciò che esso significa per voi e come vorreste lavorarci. Ad esempio:


  • Moglie – essere più disponibile e tollerante. Sostenere e cercare di comprendere l’altro. Camminare insieme, adattando il passo alle condizioni dell’altro. Tenere vivo l’interesse, comunicare in maniera empatica ed efficace.

  • Mamma – fare in modo che i bambini si sentano amati (attenzione alla differenza tra essere amati e sentirsi amati). Tutti amiamo i nostri figli ma non sempre riusciamo a farglielo capire. Educarli a pensare in modo autonomo e creativo, ad essere empatici e compassionevoli, a rispettare se stessi e gli altri. Aiutarli a vivere pienamente e trasmettere loro buone abitudini volte a semplificare la vita e a coltivare la pace interiore ed esteriore. Educarli al rispetto dell’ambiente, coltivare l’ottimismo e la positività. Essere d’esempio.

  • Casalinga – fare della casa un “posto sicuro” nel quale ciascuno può sentirsi tranquillo e sereno. Nel quale ciascuno può trovare il proprio posto e, idealmente, le proprie cose.

  • Lavoratrice – svolgere il proprio lavoro in modo preciso e puntuale, ma anche creativo e innovativo.

Ma non dimenticate che siete anche una persona: concedetevi ogni giorno un po’ di tempo da dedicare a ciò che amate, a ciò che vi fa sentire bene. Siate indulgenti con voi stesse e cercate di vivere il più possibile nel momento presente.


Trovare il tempo

Come fai a fare tutto?


Questa è in assoluto la domanda che mi viene posta più di frequente. La risposta è semplice: non faccio tutto. Non si può fare tutto. Io sono un tipo solitario, amo stare in casa e detesto parlare al telefono. Non guardo quasi mai la TV e già in queste poche frasi ho risparmiato un sacco di tempo che dedico al lavoro o ad altre attività.


La mia casa sembra sempre pulita e in ordine perché ho imparato a fotografare tagliando tutto il superfluo (e più avanti vi svelerò i miei segreti), non perché sia realmente sempre pulita e in ordine. Una casa con tre bambini non può essere sempre pulita e in ordine. È difficile da accettare ma è così. Basta stringere l’inquadratura e tagliar fuori i calzini sul pavimento.


Quando si ama ciò che si fa (che sia il proprio lavoro o il proprio ruolo all’interno della famiglia o della propria comunità) tutto diventa molto più semplice. È più facile rinunciare a una serata davanti alla TV per dedicarsi a un lavoro che si ama piuttosto che essere obbligati a svolgere compiti ingrati.

Il concetto è chiaro: non faccio tutto. O meglio, non faccio sempre tutto. Se un giorno preparo biscotti fatti in casa, un altro mi occuperò della pulizia della cucina. Pazienza se si fa merenda con pane e nutella. Se una sera resto alzata fino a tardi a lavorare, un’altra mi concederò un buon film o un bel bagno rilassante. Se un giorno la mia casa non brilla, un altro giorno… continuerà a non brillare, ma sarà un pochino più presentabile.


Dalle donne ci si aspetta che si occupino della famiglia, dei figli, della casa, del proprio aspetto e possibilmente che abbiano anche una professione. È facile essere perfette, se non si ha nient’altro da fare. Ma noi mamme di cose da fare ne abbiamo tante, e vogliamo farle bene. Allora concediamoci almeno di farle un po’ per volta.


Il “trucco” è semplicemente questo: quando lavoro e passione coincidono le ore trascorse a lavorare ad un progetto non pesano.


No al senso di colpa

Non credo di dovervi incitare ad assumervi le vostre responsabilità. Penso invece che sia utile ricordarvi che non dovete assumervi quelle degli altri.

Sentirsi responsabili di tutto equivale a portare sulle proprie spalle il peso del mondo. Non abbiate paura di dare le dimissioni: in ufficio se la caveranno anche senza di voi. Non sentitevi in colpa se vi ritagliate qualche ora per lavorare: papà e bambini saranno perfettamente in grado di organizzare qualche attività interessante e, in molti casi, questa sarà l’opportunità per creare un legame ancora più profondo.


Non aspettatevi che gli altri capiscano ciò di cui avete bisogno: imparate a chiedere. Se siete troppo stanche e avete bisogno di un’ora di riposo, è molto probabile che i vostri cari non riescano ad indovinarlo. Parlatene apertamente e onestamente ed eviterete malintesi e frustrazione.


Consigli pratici

La cosa più importante, per cominciare, è l’organizzazione.


  • È indispensabile imparare ad accettare i propri limiti: non si può gestire alla perfezione casa, lavoro, famiglia, bambini, attività extrascolastiche ecc. Non si possono accontentare tutti: figli, marito, clienti, se stesse.
  • Inizialmente facevo riassortimenti regolari nel mio negozio online. Poi ho iniziato a ricevere richieste e ho deciso di lavorare su ordinazione. Le ordinazioni erano molte e il tempo a disposizione sempre limitato. Questo era per me fonte di stress. Non volevo lasciarmi sfuggire nessuna opportunità, ma questo mi metteva sotto pressione. Ho così deciso di tornare al metodo iniziale: ora confeziono mei tai a un ritmo per me sostenibile e li inserisco nella mia vetrina virtuale a cadenza più o meno regolare. In questo modo in effetti non riesco ad accontentare tutte le richieste, ma lavoro ad un ritmo umanamente accettabile, orientando i clienti che non riesco a soddisfare verso alcuni stimati concorrenti.
  • Uscire di casa: bastano 5 minuti al giorno immersi nel verde, dedicati ad un’attività fisica o alla vostra vita sociale.
  • Attenzione alla dipendenza. Che sia a causa dell’entusiasmo o delle preoccupazioni, il lavoro può dare dipendenza. Fate attenzione a non diventarne schiave. Lavorate per vivere, non vivete per lavorare.
  • Elencate i vostri obiettivi e priorità. Scriveteli, stampateli, incollateli sul muro di fronte al quale siete sedute mentre lavorate; sullo specchio del bagno, infilatene una copia in borsa, da poter sbirciare al momento del bisogno. Quando vi sembra di non sapere dove state andando.
  • Ogni volta che valutate un nuovo progetto o accettate un nuovo compito, riprendete in mano la vostra lista e chiedetevi se questo compito vi porta o meno verso i vostri obiettivi. Se si concilia o no con le vostre priorità. La lista vi permetterà inoltre di avere una visione globale e sapere dove volete andare vi aiuterà a non perdervi per strada.
  • A costo di sembrare noiosa vorrei porre ancora una volta l’accento sulla flessibilità: la vostra lista andrebbe aggiornata periodicamente in base ai cambiamenti avvenuti nella vostra vita, al feedback fornito dai vostri clienti o dalle nuove esigenze del mercato. Il tutto restando fedele ai vostri obiettivi.
  • Il coraggio dell’incoerenza. Non mi stanco mai di ripeterlo: solo gli idioti non cambiano mai idea. Al punto precedente abbiamo parlato di restare fedeli ai propri obiettivi. Ma che fare se ci rendiamo conto, a metà strada, che la nostra destinazione non è, in realtà, il luogo in cui desideriamo andare? Ebbene, cambiamo direzione. Noi vogliamo guadagnarci da vivere senza uscire di senno (né perdere il sonno!), restando il più possibile disponibili per la nostra famiglia. Non è un compito facile e la realtà può rivelarsi diversa da ciò che ci aspettavamo. Se vi rendete conto che la direzione in cui state puntando non è in realtà il luogo in cui desiderate arrivare, non esitate ad effettuare una deviazione. In fondo volete l’equilibrio e la serenità, non la palma d’oro al più cocciuto della Terra.
  • Ignorate chi vi dirà che avete sbagliato, che avete fallito, che siete state incoerenti (parola tanto di moda quanto insopportabile alle mie orecchie). La vita è un percorso in continua evoluzione, e noi dobbiamo adattarci a ciò che ci troviamo davanti. L’importante non è essere coerenti ma essere fedeli a se stessi. Con le proprie passioni, le proprie aspirazioni, i propri cambi di direzione.
  • Attenzione ai colpi di testa. Ok, abbiamo parlato di cambi di direzione. Detto questo, non è consigliabile buttare all’aria il proprio progetto solo perché un concorrente ha appena aperto i battenti a due passi da voi, o perché vi accorgete che la vostra idea geniale non era poi così originale come pensavate. Prendetevi qualche giorno, se necessario anche qualche settimana, per valutare la situazione. Se non voglio che vi sentiate obbligati a seguire un percorso che non è il vostro solo perché un giorno avete preso la decisione di farlo, non voglio nemmeno che distruggiate tutto ciò su cui avete lavorato finora per un motivo futile o per un problema risolvibile. Di fronte agli imprevisti, cercate di rimanere il più possibile fredde e razionali. Se il problema sta in una errata valutazione degli obiettivi, assicuratevi che quelli attuali siano invece realmente importanti per voi. Se il problema consiste in un ostacolo incontrato per strada, chiedetevi se e come questo sia superabile prima di gettare la spugna.
  • Bisogna saper riconoscere i segnali di allarme (stanchezza, depressione, mancanza di motivazione, insoddisfazione, sia essa vostra o dei vostri familiari) e concedersi una pausa di tanto in tanto.
  • Se la vostra mente non si ferma mai, non lasciate spazio alla creatività. Concedetevi il lusso di un po’ di pigrizia, di tanto in tanto.
  • Inserite nel vostro planning giornaliero o settimanale qualche ora da dedicare allo yoga o a qualsiasi attività che vi faccia sentire bene. Rispettate questi appuntamenti con voi stesse come fareste con qualsiasi impegno lavorativo. La vostra produttività ne trarrà enormi vantaggi.
  • Imparare a delegare tutto ciò che non è importante. Lo so, lo so, nessuno rifà i letti meglio di voi. Ma in fondo è poi così importante che il lenzuolo sia teso come in caserma?
  • Stabilire i limiti: se avete deciso di lavorare da casa per stare con i vostri figli, fate in modo di trovare del tempo da trascorrere con loro.
  • Siate in ascolto: i vostri clienti vi forniranno, con il loro feedback, utili indicazioni sulle direzioni da prendere.

Conciliare casa e lavoro

Gestire la casa quando si ha un lavoro e una famiglia più o meno numerosa è già un’impresa. Ma gestire la casa quando questa è anche il nostro ufficio, senza impazzire e soprattutto senza che questa condizioni troppo il nostro modo e i nostri tempi di lavoro è una vera scommessa.


Ecco alcuni suggerimenti basati sulla mia esperienza i quali, anche se non sono certo adatti ad ogni singola situazione, possono comunque fornire qualche spunto, qualche linea di base per riuscire a organizzarsi al meglio.


  • Un aiuto in casa. Farsi aiutare da una collaboratrice domestica sembra oggi un vero e proprio delitto. Una mamma dovrebbe fare tutto da sola. Se no, che razza di mamma è? Non vergognatevi di assumere qualcuno che passi l’aspirapolvere al posto vostro mentre vi dedicate ai vostri figli e ai vostri interessi. La polvere di casa non si offenderà se non siete proprio voi a raccoglierla. Promesso. Farvi aiutare in casa vi permetterà di poter stabilire le vostre priorità senza dover attraversare ogni mattina la giungla dei piatti da lavare, della biancheria da stirare e così via.
  • Se non potete permettervi una collaboratrice domestica, fatevi comunque aiutare. Da vostro marito, dai vostri figli, da chiunque viva con voi. Quando si lavora da casa si tende a portare da soli tutto il peso della gestione della stessa. Ma fare la cenerentola non è controproducente solo per voi; è anche diseducativo nei confronti dei vostri figli e trasmette un’immagine sbagliata del concetto di famiglia. La famiglia è una squadra e a modo suo, in base alle competenze e all’età, ciascuno deve contribuire al suo successo. I più piccoli potranno apparecchiare e sparecchiare la tavola e imparare a tenere a posto i loro giochi, i più grandicelli potranno dare una mano in cucina o aiutarvi nelle piccole commissioni. Trovate la vostra organizzazione affidando a ciascuno qualche semplice compito adatto alla sua età. I bambini sono in genere felici di collaborare e di sentirsi utili.
  • Organizzatevi. Può essere utile definire in anticipo ciò di cui vi occuperete durante la giornata e buttar giù una sorta di tabella di marcia, stabilendo quali sono le cose più urgenti e quelle che possono essere rimandate a domani. Se lavorate al computer stabilite il numero di ore da dedicare al lavoro e quello da trascorrere sui social network o altre attività di svago. Non mischiate le due cose. Ne guadagnerete in produttività.
  • Siate realiste. Cercate di raggiungere l’equilibrio, non la perfezione. Porvi obiettivi irraggiungibili non potrà che provocare frustrazione.

Nel loro libro1 le sorelle Jones suggeriscono un efficace sistema di organizzazione: si tratta di organizzare tutti – ma proprio tutti – i propri impegni scrivendoli su cartoncini (le dimensioni sono quelle di un biglietto da visita) di colore diverso: gli impegni giornalieri in giallo, quelli settimanali in blu, quelli mensili o stagionali in bianco, quelli strettamente personali (appuntamento dal dottore, lezione di yoga…) in rosa. Volendo potrete aggiungere un colore per gli impegni lavorativi. Tutti i cartoncini vengono quindi riposti in una scatola.


Ogni giorno si prelevano i cartoncini necessari, che vengono messi da parte man mano che i vari compiti sono stati portati a termine. Quelli non conclusi vengono reinseriti nella scatola per essere svolti l’indomani. Veder diminuire i cartoncini nel corso della giornata dà un senso di soddisfazione.


Questo tipo di organizzazione permette anche di avere uno sguardo obiettivo sulle proprie aspettative. Se non riuscite mai a portare a termine tutti i vostri compiti giornalieri, significa che chiedete troppo a voi stesse. Dovrete rivedere la vostra organizzazione e ridimensionare i vostri impegni.


La nostra giornata

Salvo casi eccezionali (ad esempio i figli malati) le scadenze lavorative stanno in cima alla lista delle priorità giornaliere. Mi alzo ogni mattina alle 6 (se occorre anche alle 5,30) per sbrigare il più possibile delle cose urgenti che dovrò consegnare nei giorni successivi. Ne approfitto per vestirmi con calma e per dedicare qualche minuto alla pratica dello yoga.


In genere riesco a lavorare un paio d’ore prima che tutti si sveglino, il che mi permette di iniziare la giornata con una parte (in genere la più urgente) di lavoro già svolta. Questo mi aiuta a dedicarmi alla casa e alla famiglia nelle ore successive senza rimuginare su cosa riuscirò o meno a concludere, lavorativamente parlando, nel corso della giornata.


Alle otto suona la sveglia. In genere i bambini sono già in piedi e hanno iniziato a vestirsi. Nel frattempo mio marito si è alzato e ha iniziato a preparare la colazione. A meno che non ci siano problemi (generalmente individuabili dal tono della conversazione, che posso monitorare stando nel mio studio) lasciamo che i bambini si preparino da soli. Quando sono pronti, ci sediamo tutti a tavola per la colazione.


Terminata la colazione, si va tutti a scuola. Tutti tranne la piccola Chiara, che ha solo due anni e mezzo, che rientra a casa insieme a me e mi aiuta nelle faccende domestiche. No, non è sfruttamento del lavoro minorile. Lei adora farlo e io lo considero un “esercizio di vita pratica”. Senz’altro meglio che assorbire passivamente informazioni inutili e stimolazioni dannose stando seduti davanti alla Tv. Insieme svuotiamo la lavastoviglie e lei conosce il posto di ogni cosa. Io le passo i vari oggetti e lei li sistema al proprio posto. Le dò la possibilità di manipolare anche oggetti fragili. Solo in questo modo può imparare ad averne cura e a maneggiarli con attenzione per evitare di romperli. Ovviamente prima di aver acquisito la competenza, qualcosa è andato in frantumi. Ma cosa è più importante: un bicchiere o una lezione così grande acquisita attraverso l’esperienza diretta?


La mattina è in genere dedicata ai lavori di casa: aspirapolvere, lavastoviglie, lavatrice, panni da piegare o da stirare. Cerco di stendere in modo da non dover stirare o, quando uso l’asciugatrice, tolgo i panni dal cestello non appena è terminato il ciclo. In questo modo, ancora caldi, sono facili da piegare e riporre subito senza bisogno di essere stirati. Naturalmente ci sono capi che devono essere stirati e in questo caso vi è un’apposita cesta, con la quale mi confronto una volta a settimana.


La biancheria da lavare in casa nostra è davvero tanta: siamo in cinque e i bambini sono molto vivaci: giocano all’aperto e di rado rientrano puliti e ordinati. Basta saltare una lavatrice per ritrovarsi con un cumulo di biancheria che sembra inespugnabile. Basta però un carico al giorno per rimanere al passo. Inutile ripromettersi di svuotare l’immenso cesto della biancheria sporca in un solo giorno: sarete sommerse dai panni da piegare e da stirare e non ne uscirete per diversi giorni. Un carico al giorno (faccio eccezione con un carico in più quando ho indumenti in lana o delicati) toglie il mucchio di torno.

Un solo carico al giorno ma lavato, steso bene o tolto subito dall’asciugatrice e piegato immediatamente con cura, e riposto. Insomma, ogni giornata inizia con una lavatrice piena e si conclude con un cassetto riempito ordinatamente. Non vedrò mai il fondo della mia cesta ma non importa: ciò che conta è avere di che vestirsi.


Dopo aver svuotato la lavastoviglie (in questo modo potremmo infilarci direttamente tutto ciò che utilizzeremo durante la giornata, dalle tazze per la colazione alle stoviglie per il pranzo, eccetera) e caricato la lavatrice siamo pronte per una rapida ispezione in giro per la casa.


Le stanze dei bambini di solito sono state sistemate da loro stessi prima di andare a dormire. C’è sempre, comunque, qualcosa da raccogliere in giro. Ci sono i letti da risistemare (loro li fanno da soli ma io li “aggiusto” se necessario) e le finestre da aprire per far circolare l’aria.


Al bagno dò una passata veloce ogni mattina, mentre mi preparo, con un semplice panno di microfibra. Di norma anche lì a questo punto è tutto sotto controllo.

Il mio atelier è perfettamente ordinato o assolutamente inagibile a seconda dei progetti a cui sto lavorando, ma in questo caso rimarrà tale fino al termine del progetto stesso.


La zona più critica della nostra casa è il soggiorno. Proprio la stanza che vorrei vedere sempre in ordine. Si tratta dell’area più “vissuta” della casa, nella quale in genere stazionano 4-5persone più un cane. È anche la stanza in cui mangiamo e questo non contribuisce a mantenerla pulita.


È qui che ci sono ciabatte da raccogliere, lasciate dai bambini nella fretta di prepararsi per la scuola, briciole da aspirare fin dalle prime ore del mattino, giochi lasciati in un angolo e batuffoli di pelo, che si riformano a una velocità impressionante.


Chiara mi aiuta quindi a risistemare questa zona della casa. Nel frattempo è già ora di iniziare a preparare il pranzo. I bambini tornano a casa per mangiare. Insieme li andiamo a prendere e affrontiamo uno dei momenti più difficili della giornata: quello dei pasti. Ma questa è un’altra storia. Se tutto va bene, dopo pranzo ai bambini resta un po’ di tempo per giocare prima di rientrare a scuola.


Ora tocca a Chiara. Questa è l’ora in cui i bambini “normali” fanno il riposino, ma con i miei tre piccoli insonni questa meravigliosa abitudine è durata meno di due anni ciascuno.


Nel primo pomeriggio ne approfittiamo quindi per giocare. Solitamente lascio che sia lei a condurre il gioco. Osservare i bambini e i loro giochi, partecipare senza interferire è molto importante per riuscire a capirli meglio.


Mio marito inizia a lavorare molto presto e, in genere, rientra prima che i bambini escano da scuola. Quando arriva si occupa di Chiara mentre io mi dedico ad altro: al lavoro se ci sono cose urgenti da terminare, alla casa se c’è una stanza che necessita di un particolare intervento, a eventuali commissioni. È quasi sempre lui a occuparsi della spesa, proprio in questa fascia oraria.


Di solito a pranzo cucino qualcosa di veloce. La sera, essendo entrambi a casa, ci alterniamo ai fornelli e riusciamo a preparare piatti un pochino più elaborati. Per abitudine cuciniamo in grande quantità e congeliamo l’eccedenza. Questo permette a papà di poter nutrire i bambini senza troppo sforzo anche la sera in cui mamma è a lezione di yoga, o comunque di avere un piatto pronto quando, per un motivo o per l’altro, non si ha il tempo di cucinare.


La routine della nanna è per noi la cosa più preziosa in assoluto. Un momento importante in cui tutti sono finalmente calmi e rilassati. In cui c’è tempo per leggere una storia, per un esercizio di rilassamento o di visualizzazione creativa. È il momento delle coccole, il momento in cui ripensiamo a tutte le cose belle accadute durante la giornata.


I nostri bambini vanno a dormire presto (verso le otto). Dopo aver dato loro la buonanotte mio marito si occupa di risistemare la cucina mentre io mi dedico al mio blog e a tutto ciò che ruota intorno ad esso.


Stare davanti al computer, nelle ore serali, con la luce puntata in faccia e le idee che si susseguono a raffica, non è certo il modo migliore per conciliare il sonno. È facile cedere alla tentazione di restare incollate al Pc fino a notte fonda ma i risultati sono spesso deludenti. Se non avete problemi di sonno e se siete tipi “notturni” questa può essere la soluzione giusta per voi.


Io invece lavoro meglio al mattino, a mente fresca e riposata. Mi sforzo quindi di andare a dormire al massimo entro mezzanotte, e di staccarmi dal computer un’ora prima di coricarmi, per passare a un buon libro o a un’altra attività.


Prima di andare a dormire, mio marito prepara la tavola per la colazione. Questo semplice accorgimento facilita la vita a tutti la mattina successiva.


Se anche voi siete amanti dell’organizzazione, definire una giornata-tipo potrà aiutarvi a stare dietro a tutti gli impegni quotidiani. Qui di seguito riporto un esempio improntato sulla nostra organizzazione e sulla mia personale propensione a lavorare la mattina presto. Potrete ispirarvene per creare il vostro personale programma quotidiano:


  • Sveglia alle 6: vestitevi e concedetevi la vostra piccola abitudine per cominciare la giornata (caffè, yoga o altro).
  • Colazione: fatela insieme al resto della famiglia. È un momento gradevole e importante da condividere prima che ciascuno inizi la propria giornata al di fuori del nucleo familiare.
  • Biancheria: un carico al giorno, ma parliamo del ciclo completo: dalla cesta al cassetto.
  • Sistemata veloce al mattino: lavatrice, lavastoviglie, panni stesi, aspirapolvere… in cucina e nelle zone “critiche”.
  • Pasto veloce per pranzo (se i bambini devono tornare a scuola evitate di intestardirvi sugli spinaci, che potrete proporre la sera, e preferite qualcosa che sapete mangeranno senza troppe storie).
  • Pomeriggio: se i vostri bambini fanno ancora il riposino potrete occuparvi, a rotazione, di una stanza della casa da risistemare o di eventuali impegni lavorativi.
  • Quando i bambini tornano da scuola dimenticate, se possibile, casa, lavoro e quant’altro. Questo dovrebbe essere il loro momento. Siate presenti mentre fanno i compiti ma cercate di interferire il meno possibile. Se ci sono eventuali attività extrascolastiche, saranno probabilmente situate in questa fascia oraria. Se avete più figli approfittate dell’attività dell’uno per trascorrere un po’ di tempo con l’altro (o gli altri). È interessante vedere come il bambino agisce diversamente in presenza dei fratelli/sorelle, ed è meraviglioso poter concedere a ciascuno un po’ di attenzione totale di tanto in tanto. Concedetevi del tempo da trascorrere insieme ai vostri figli. Tra qualche anno questi momenti vi mancheranno…
  • La sera è il momento per portare a termine gli obiettivi non raggiunti durante la giornata. Ma attenzione: è anche il momento per ritrovarsi, per riposarsi. Se non vi fermate mai finirete con il crollare. Se non vedete più vostro marito finirete con il rovinare la vostra vita di coppia. Se non mettete più il naso fuori casa finirete col sentirvi isolate. Il mio consiglio è quindi di riservare alla sera solo le cose davvero urgenti, che non possono aspettare l’indomani. Se avete un marito disponibile a sostenervi, svolgendo le mansioni “casalinghe” serali mentre voi vi occupate di quelle lavorative, è molto probabile che riusciate a ritagliarvi uno spazio per voi nel corso della serata. Perché lavorare è bene. Ma vivere è meglio.

Obiettivi e priorità

Spesso, mentre stavo chiusa nel mio atelier a lavorare e sentivo i bambini ridere e giocare con il papà, mi chiedevo se stessi facendo la cosa giusta. Ma non avevo fatto questa scelta per stare di più con loro?


È importante fare regolarmente il punto della situazione. In effetti sì, ho scelto di lavorare da casa per potermi prendere cura dei miei figli. Per mio marito, invece, quella di fare il “mammo” è stata una scelta forzata, che non intendeva portare avanti a tempo indefinito. Concentrarmi su questo aspetto mi ha permesso di continuare nonostante i sensi di colpa. Sapevo che si trattava di una fase passeggera, e che in quel momento la mia famiglia aveva bisogno che io mi dedicassi il più possibile al lavoro. Non appena Jean avesse trovato un impiego, la nostra organizzazione sarebbe nuovamente cambiata e io avrei avuto più tempo da trascorrere insieme ai bambini. Loro, del resto, erano in ottime mani e si stavano godendo il papà a tempo pieno. Occasione che avrebbe potuto non ripresentarsi.


È indispensabile stabilire gli obiettivi, sia economici che personali, organizzare la gestione della casa e dei figli, i tempi e gli orari di lavoro, il ruolo di ciascun membro della famiglia e una data entro la quale fare il punto della situazione, per poter stabilire se si sta andando nella direzione giusta o meno.


Vi riporto qui sotto la nostra lista e vi invito a compilare la vostra, secondo le vostre esigenze e i vostri obiettivi.


  • Obiettivi economici

Dal punto di vista economico, il mio obiettivo era guadagnare abbastanza da poter coprire, insieme allo stipendio di mio marito, le spese ordinarie e concederci qualche extra (qualche viaggio, ad esempio).


  • Obiettivi personali

Indipendenza economica e riconoscimento sociale. Desidero avere una fonte di reddito indipendente dallo stipendio di mio marito ed essere considerata una lavoratrice a tutti gli effetti e non una casalinga che occupa il tempo libero.


  • Priorità

La famiglia è la mia priorità assoluta.


  • Rischi

Per un certo periodo il mio lavoro è passato da attività per arrotondare a fonte di sostentamento principale della nostra famiglia. Questa situazione era per noi troppo precaria e non sostenibile a lungo termine. Avendo una famiglia numerosa abbiamo preferito puntare su una fonte di reddito esterna e sicura piuttosto che lavorare entrambi nella piccola azienda che avevamo creato.

Sul piano personale, il rischio era quello di minare la mia autostima e la mia credibilità.


  • Gestione della casa

Ci sono cose che proprio non sono riuscita a delegare: il bucato e la biancheria da stirare restano mio esclusivo appannaggio.

Durante la sua esperienza da “casalingo”, Jean si occupava invece di preparare i bambini al mattino e di portarli a scuola. Poi accudiva la piccola fino a mezzogiorno e andava a prendere gli altri a scuola mentre io preparavo il pranzo. Quando i grandi tornavano a scuola io sbrigavo le faccende domestiche, lui le eventuali commissioni.


Alle 16,30 andavamo a prendere i bambini e a loro dedicavamo il resto del pomeriggio. In casa nostra si cena alle sette e i bambini vanno a letto alle otto. Dopodiché io tornavo ai miei impegni lavorativi mentre Jean si occupa di risistemare la cucina.

Durante il fine settimana i ritmi sono diversi e le ore di lavoro ridotte al minimo indispensabile. Tutto quello che non è urgente viene tranquillamente rimandato alla settimana successiva.


  • Orari di lavoro

Con Jean a casa, riuscivo a lavorare otto ore al giorno senza sconvolgere i ritmi familiari.

Quattro ore al mattino, mentre i bambini erano a scuola, e quattro ore la sera, dopo averli messi a letto.

8,30 - 11,30: tagliare e cucire mei tai. Questo tipo di lavoro va effettuato alla luce del giorno.

20,30 - ?: lavoro al computer (gestione degli ordini, delle e-mail, del blog, collaborazioni freelance)

Ora che mio marito ha ripreso a lavorare fuori casa, il mio è diventato un lavoro part-time. Lavoro dalle sei alle otto del mattino, per poi immergermi nella vita familiare fino alle 20, quando torno al lavoro fino a orario indefinito.

Una volta a settimana Jean si occupa dei documenti e della contabilità.


  • Obiettivi temporali

Ci siamo dati un anno per tentare di fare della nostra azienda l’unica fonte di sostentamento della nostra famiglia. Al termine di questa esperienza e di fronte ad una proposta di lavoro seria e concreta per Jean, abbiamo concluso che sarebbe stato meno rischioso avere due fonti di guadagno indipendenti.


  • Investimenti necessari

Al momento in cui abbiamo avviato la nostra impresa familiare possedevo già una macchina da cucire e un computer. Sono questi gli elementi materiali indispensabili alla nostra attività.


  • Ruolo di ciascun membro della famiglia

La famiglia è una squadra. Ognuno, al suo livello, dà il proprio contributo. Che si tratti di andare alla posta a spedire la merce o di incollare francobolli, tutti possono dare una mano. Quando i bambini mi aiutano nel mio lavoro, li tratto come dei professionisti e li ricompenso con una piccola somma simbolica. La collaborazione alla gestione ordinaria della casa non è invece soggetta a ricompense.


All’inizio può essere difficile e frustrante far capire ai bambini (e non solo) che quando si è al lavoro si ha bisogno del proprio spazio. Ma una volta instaurato un ritmo regolare, tutti i membri della famiglia impareranno non solo ad accettare, ma anche a rispettare la vostra scelta.


Mantenere la concentrazione

Ci sono persone che riescono a rimanere concentrate e motivate senza alcuna difficoltà. Altre hanno tendenza a “perdersi”, senza la figura del capo che si aggira nei paraggi. Se appartenete a questa categoria, dovete imporvi delle regole ferree durante le vostre ore di lavoro. Qualche esempio?


  • Se lavorate al computer, fissatevi degli orari per controllare le vostre e-mail, i feed ai quali siete iscritte e gli ultimi aggiornamenti sui social media.
  • Mentre lavorate, dimenticate tutto il resto. Una veloce occhiata alla casella di posta o alle notizie su Facebook può trascinarvi in giro per la rete per ore, o semplicemente interferire con la vostra concentrazione.
  • Nell’organizzare la vostra lista delle priorità e i vostri orari di lavoro, siate realiste. Non prevedete otto ore filate di lavoro quando i bambini sono a casa malati.
  • Per evitare di ritrovarvi in difficoltà all’ultimo minuto, preparate dei menù settimanali. In questo modo sarà più facile fare la spesa, acquistando ciò che realmente vi serve, e non perderete tempo mentre state lavorando per pensare a cosa farete da mangiare.
  • Un altro trucco salva-tempo consiste nel cucinare il doppio di quel che vi serve, per poter congelare o conservare un pasto pronto in caso di “emergenza”.
  • Preparate ogni giorno una lista di cose da fare, elencate in ordine di importanza. Assicuratevi di iniziare sempre dalle cose più importanti. Quando accendete il Pc la mattina, controllate la vostra casella di posta professionale. Gli aggiornamenti di amici e parenti su Facebook possono aspettare l’ora della pausa caffè.
La vita è troppo breve per sprecare il proprio tempo a cercare in rete la ricetta per la giornata ideale. Meglio viverla.

(Heather Fontenot – www.shivayanaturals.com)


Ottimizzare la produttività

Il mio segreto per essere produttiva e soprattutto di buonumore è alzarmi quando tutti sono ancora a letto. Lo so, può sembrare una tortura ma questo accorgimento ha invece numerosi vantaggi:


  • Tranquillità: iniziare la giornata con lentezza e con calma significa iniziarla bene. Potrete alzarvi con calma, senza urla e pianti e godervi il silenzio che presto sarà riempito da vocine allegre (o urlanti) e passetti vivaci. Potrete fare yoga, meditare, provare gli esercizi di sofrologia e di visualizzazione creativa proposti in questo libro. Potete prepararvi con calma. Leggere, scrivere, lavorare, osservare il sole che sorge. Potrete fare colazione con calma invece di bere un caffè al volo, con grande beneficio per il vostro stomaco e per il vostro umore.
  • Produttività: le prime ore del mattino sono in genere le più produttive; la mente è fresca e riposata, libera dalle distrazioni. Evitate di andare in giro per blog o social network e concentratevi sul lavoro. Questo è un momento privilegiato da sfruttare al massimo: non vi siete alzate presto per sprecare il vostro tempo. Se avete già raggiunto i vostri obiettivi potrete godervi il resto del tempo insieme alla vostra famiglia. E anche se la giornata dovesse diventare frenetica, saprete di aver comunque già concluso qualcosa.
  • Un ritmo salutare: essendovi alzate presto, la sera sarete stanche ad un’ora ragionevole. Trascorrere molte ore davanti al computer in tarda serata inibisce la produzione di melatonina, ormone del sonno, rendendo difficile l’addormentamento. La sera potrete recuperare ciò che non siete riuscite a svolgere durante la giornata ma se avete già concluso buona parte dei vostri compiti potrete trascorrere la serata in famiglia, dedicarvi a un buon libro, concedervi un bagno rilassante prima di abbandonarvi tra le braccia di Morfeo.

Tuttavia ciascuno ha il suo personale ritmo, e se siete tra coloro che lavorano fino a notte fonda sentendovi felici, produttive e riposate non c’è motivo per cambiare. Se invece non avete ancora trovato il vostro ritmo ideale potrete tentare di svegliarvi presto al mattino. È importante però non effettuare cambiamenti troppo drastici:


  • Concedetevi una settimana di transizione. Una settimana durante la quale andrete a letto presto alzandovi alla solita ora. Poi iniziate a puntare la sveglia mezz’ora prima del solito e proseguite così, aggiungendo mezz’ora alla settimana, fino a raggiungere l’orario desiderato.
  • Instaurate una routine del mattino per rendere gradevole l’inizio della giornata, e preparatelo già dalla sera precedente: apparecchiate la tavola per la colazione, stendete il tatami per la vostra seduta di yoga, preparate l’occorrente per un bagno profumato. Iniziare la giornata con una coccola è il modo migliore per partire alla grande.
  • Create delle liste: utilizzate il classico taccuino o il vostro cellulare, iPad o qualsiasi altro strumento utile per semplificarvi la vita. Elencate le cose da fare (in ordine di priorità), gli obiettivi della giornata, eventuali impegni e appuntamenti.
  • Mettetevi in discussione: se il sistema che state attuando non vi rende felici, non esitate a tentare una strada diversa. Non è detto che ciò che funziona per qualcun altro debba funzionare per forza anche per voi.

Quello che da principio vi sembrerà uno sforzo, potrebbe presto trasformarsi nel momento migliore della giornata, del quale non vorrete privarvi nemmeno nel fine settimana!


Le affermazioni positive

Tutti abbiamo aspirazioni, desideri e obiettivi nella nostra vita. Tutti aspiriamo ad ottenere la felicità e ad allontanare le esperienze negative. Eppure è proprio in negativo che, nella maggior parte dei casi, esprimiamo i nostri desideri:


  • Non voglio vivere per lavorare
  • Non voglio più sottostare agli umori del mio capo
  • Non merito di essere pagata così poco
  • Non ne posso più di questo lavoro

Secondo Louise Hay, scrittrice americana, autrice di numerosi libri dedicati allo sviluppo personale, il nostro inconscio assimila ciò che ripetiamo incessantemente a noi stessi: vivere per lavorare, vivere per lavorare, vivere per lavorare…


Che questa frase sia preceduta dal “non”, non è molto rilevante.

Secondo la Hay, per ottenere il cambiamento desiderato bisogna innanzitutto modificare il nostro modo di pensare:


  • Voglio essere libera di gestire i miei impegni lavorativi
  • Merito di guadagnare di più
  • Voglio trovare un nuovo lavoro

Le affermazioni, positive o negative, influenzano la nostra vita. Ripetere come un mantra tutto ciò che non va nella nostra vita non serve ad altro che a rinforzare proprio quell’aspetto che vorremmo debellare.


La routine del mattino

  • Svegliatevi per prime: se non sentite la necessità di un’oretta tutta per voi o se non avete bisogno di portarvi avanti con il lavoro prima che tutti siano in piedi, basteranno 15 minuti. Giusto il tempo di “ingranare” e di prepararsi con tranquillità prima che qualcuno venga a bussare insistentemente alla porta del bagno.
  • Prendetevi cura di voi: forse non sentite il bisogno di un’oretta tutta per voi. O forse sì. In questo caso, ricordate che non si tratta di un lusso ma di una necessità. La vostra ora di meditazione, di stretching, di lettura, di preghiera o qualunque altra cosa vi aiuti a trovare il vostro equilibrio è altrettanto importante che il tempo trascorso a leggere insieme ai vostri bambini, a giocare, a prendervi cura di loro. Ok, i vostri figli prima di tutto. Ma questo non significa che dobbiate dimenticarvi completamente di voi stesse. Del resto non vorreste certo questo per loro. Immaginate i vostri figli, tra qualche anno, presi dalla cura della propria famiglia al punto di trascurare se stessi. È questo che desiderate per loro? Certamente no. Allora iniziate a dare l’esempio e non sentitevi in colpa se ascoltate anche i vostri, di bisogni. Non dovrete trascurare la vostra famiglia per potervi ritagliare un po’ di tempo per voi: fatelo al mattino, quando tutti ancora dormono (o, se siete “gente della notte”, la sera, quando il silenzio regna finalmente sovrano).
  • “Se facciamo sport perché ci fa sentire rilassate e serene, bene; ma se corriamo sul tapis roulant come criceti giganti perché dobbiamo essere magre, toniche, in formissima, pena un senso di disagio quando siamo in mezzo agli altri, allora non lo stiamo facendo per noi, bensì per soddisfare un’aspettativa sociale”. (Anna Talò – Meditazioni per donne sempre di corsa)
  • È importante riuscire a fare la differenza tra ciò di cui abbiamo bisogno e ciò che ci sentiamo obbligate a fare, e riuscire a dare spazio ai nostri bisogni reali. Solo in questo modo ne trarremo beneficio.
  • Fate colazione. Gli esperti non fanno che ripeterlo: è il pasto più importante della giornata. Non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche come tempo condiviso in famiglia. Iniziare la giornata tutti insieme, allegramente, intorno alla tavola, è un’abitudine che resterà impressa nella vostra memoria e in quella dei vostri figli. Pane o cereali integrali, frutta, miele, torta o biscotti fatti in casa, latte o yogurt vi forniranno tutta l’energia necessaria per affrontare la giornata. Approfittatene per esprimere gratitudine per la vostra bella famiglia, per la giornata entusiasmante che vi attende, per la notte di sonno ristoratore appena trascorsa. La positività è contagiosa: iniziare la giornata in questo modo influenzerà positivamente l’atteggiamento dei vostri bambini nei confronti della vita. Recitate una preghiera di ringraziamento o, se non siete credenti, qualche parola che esprima la vostra gratitudine per ciò che la vita vi ha offerto.
  • Stabilite gli obiettivi della giornata: “pulire la casa”, “lavorare due ore” non sono obiettivi abbastanza precisi. Stabilite esattamente che cosa volete raggiungere: lavare il pavimento, spolverare la libreria, spedire gli ordini della settimana, consegnare quella relazione.
  • Siate realiste, o andrete necessariamente incontro alla frustrazione.

La routine della sera


Per limitare il numero di imprevisti che potrebbero influire negativamente sulla vostra nuova organizzazione, instaurate anche una routine della sera:


  • Controllate gli impegni del giorno successivo ed elencate gli obiettivi della giornata.
  • Preparate gli abiti che indosserete il giorno successivo (sì, anche se trascorrerete la giornata in casa) e insegnate ai vostri figli a fare altrettanto (o preparateli voi stessi se sono troppo piccoli).
  • Zaini, zainetti, cartelle. Chiedete ai vostri figli di controllare che tutto sia in ordine prima di andare a dormire. Eviterete di ricordarvi all’ultimo momento che è il giorno in cui vanno in piscina o che c’è da restituire il libro (in genere introvabile la mattina stessa) preso in prestito in biblioteca. Controllate insieme anche eventuali borse e accessori per attività extrascolastiche o impegni diversi che vi aspettano il giorno successivo.
  • Apparecchiate la tavola per la colazione. Un piccolo gesto che renderà il vostro inizio di giornata più semplice e piacevole. Un modo per coccolare voi stesse e tutta la famiglia.
  • Prevedete il menu della giornata. Stabilendo in anticipo che cosa preparerete per pranzo e per cena, eviterete di trovarvi in difficoltà e senza idee all’ultimo momento. In questo modo potrete anche controllare per tempo di avere in casa tutti gli ingredienti necessari.
  • Andate a letto presto. C’è chi ha bisogno di otto-nove ore di sonno e chi, invece, si sente in forma anche “solo” (per molte mamme con bimbi piccoli sarebbe un grande traguardo!) con sei. Stabilite il numero di ore di sonno di cui avete bisogno per sentirvi bene, e coricatevi di conseguenza. Ricordate che andare a letto ad un orario regolare aiuta a dormire meglio.
  • Instaurate una routine della buonanotte. Meditazione, preghiera, lettura… quello che volete. Purché vi rilassi e vi predisponga ad una nottata di riposo.

Questi semplici accorgimenti vi porteranno via solo qualche minuto e vi permetteranno di cominciare la giornata con il piede giusto. Per non parlare di quei giorni (capita a tutti, no?) in cui ci si sveglia in ritardo, o in cui i bambini proprio non ne vogliono sapere di collaborare. In queste occasioni sarete ancora più felici di aver sbrigato questi impegni per tempo.


Coinvolgendo i vostri bambini in questi compiti serali (ad esempio la preparazione degli abiti per il giorno successivo o il controllo del materiale scolastico) trasmettete loro questa sana abitudine che li accompagnerà, facilitando le loro giornate, anche quando saranno grandi e autonomi.


Gli esperti sostengono che ci vogliono 21 giorni per instaurare una nuova abitudine (o per perderne una cattiva). Tre settimane mi sembrano un periodo di tempo ragionevole per fare il punto della situazione e stabilire se siete civette o allodole. Se vi sentite stanche e frustrate, forse questo sistema non fa per voi. Se siete felici di poter contemplare l’alba ogni mattina, proseguite su questa strada.


Ancora una volta: siate flessibili. Non esistono due persone identiche, né tantomeno due famiglie identiche. La vostra personale organizzazione dovrà essere adattata non a ciò che leggete su queste pagine, ma alle esigenze reali della vostra famiglia. Non dimenticate di modificarla, all’occorrenza, in base ad eventuali cambiamenti di situazione.


Quelli riportati qui sopra sono solo degli esempi. Pensate a cosa potrebbe rendere la vostra vita più semplice. Preparate una lista personalizzata e cercate di distribuire i vari obiettivi nel corso della giornata, o di inserirli nella vostra routine del mattino o della sera.


Se volete cambiare completamente l’organizzazione delle vostre giornate, non tentate di farlo in un colpo solo: incontrerete le resistenze di tutta la famiglia e andrete incontro alla frustrazione che deriva dal mancato raggiungimento dei propri obiettivi (per quanto questi siano irrealistici). Cercate di introdurre un cambiamento alla volta, e passate al successivo solo dopo aver “metabolizzato” il precedente.


Conciliare il sonno

Siamo sempre di corsa. Spesso lo siamo al punto che, anche quando arriva il momento in cui possiamo fermarci, non riusciamo a farlo. La nostra mente continua a correre e il nostro corpo si prepara per l’azione. Eppure siamo nel letto e dovremmo riposare.


  • Muovetevi. Una cosa molto importante è che per dormire bene bisogna essere stanchi: non dal punto di vista mentale o emotivo, ma fisicamente stanchi. Le nostre abitudini e i nostri impegni ci portano spesso ad essere sedentari ma è indispensabile per il nostro corpo spendere quotidianamente le proprie energie. Se non volete ritrovarvi per ore a fissare il soffitto, dovete muovervi.
  • Spegnete il computer. Al calar del sole, il corpo inizia a produrre la melatonina, ormone del sonno. Se ci esponiamo a luci artificiali come quelle emesse dal computer o da altri dispositivi elettronici, inibiamo il rilascio di questo ormone. Conseguenza: l’insonnia. Spegnete il computer mezz’ora prima di andare a dormire. Sbrigate eventuali faccende (ad esempio preparare il necessario per il giorno dopo) e infilatevi a letto, se necessario con un buon libro. Attenzione, niente che abbia a che fare con il lavoro!
  • Praticate un’attività rilassante. Yoga, meditazione, tisane, fiori di Bach, omeopatia possono aiutarvi a conciliare il sonno. Ma a volte anche solo un buon libro è sufficiente a “staccare”, liberare la mente e predisporci ad un riposo ristoratore.

La mia mamma sta con me
La mia mamma sta con me
Claudia Porta
Conciliare famiglia e lavoro grazie a Internet.Come conciliare lavoro e famiglia? Spunti e riflessioni per chi volesse riaffacciarsi al mondo del lavoro in modo creativo dopo la maternità. Per molte donne, l’arrivo di un figlio coincide con la fine della propria vita professionale.Altre, non potendo rinunciare allo stipendio, sono costrette a delegare ad altri la cura dei propri bambini. Ma conciliare lavoro e famiglia oggi si può, anche grazie alle numerose risorse che Internet mette a disposizione. Claudia Porta nel suo libro La mia mamma sta con me condivide la sua esperienza personale e fornisce utili spunti a chi volesse riaffacciarsi al mondo del lavoro in modo creativo dopo la maternità. Conosci l’autore Claudia Porta è autrice, blogger e insegnante di yoga e di meditazione. Dal 2007 vive in Provenza e cura il blog lacasanellaprateria.com. Organizza anche corsi di yoga e meditazione guidate.