La nostra giornata
Salvo casi eccezionali (ad esempio i figli malati) le scadenze lavorative stanno in cima alla lista delle priorità giornaliere. Mi alzo ogni mattina alle 6 (se occorre anche alle 5,30) per sbrigare il più possibile delle cose urgenti che dovrò consegnare nei giorni successivi. Ne approfitto per vestirmi con calma e per dedicare qualche minuto alla pratica dello yoga.
In genere riesco a lavorare un paio d’ore prima che tutti si sveglino, il che mi permette di iniziare la giornata con una parte (in genere la più urgente) di lavoro già svolta. Questo mi aiuta a dedicarmi alla casa e alla famiglia nelle ore successive senza rimuginare su cosa riuscirò o meno a concludere, lavorativamente parlando, nel corso della giornata.
Alle otto suona la sveglia. In genere i bambini sono già in piedi e hanno iniziato a vestirsi. Nel frattempo mio marito si è alzato e ha iniziato a preparare la colazione. A meno che non ci siano problemi (generalmente individuabili dal tono della conversazione, che posso monitorare stando nel mio studio) lasciamo che i bambini si preparino da soli. Quando sono pronti, ci sediamo tutti a tavola per la colazione.
Terminata la colazione, si va tutti a scuola. Tutti tranne la piccola Chiara, che ha solo due anni e mezzo, che rientra a casa insieme a me e mi aiuta nelle faccende domestiche. No, non è sfruttamento del lavoro minorile. Lei adora farlo e io lo considero un “esercizio di vita pratica”. Senz’altro meglio che assorbire passivamente informazioni inutili e stimolazioni dannose stando seduti davanti alla Tv. Insieme svuotiamo la lavastoviglie e lei conosce il posto di ogni cosa. Io le passo i vari oggetti e lei li sistema al proprio posto. Le dò la possibilità di manipolare anche oggetti fragili. Solo in questo modo può imparare ad averne cura e a maneggiarli con attenzione per evitare di romperli. Ovviamente prima di aver acquisito la competenza, qualcosa è andato in frantumi. Ma cosa è più importante: un bicchiere o una lezione così grande acquisita attraverso l’esperienza diretta?
La mattina è in genere dedicata ai lavori di casa: aspirapolvere, lavastoviglie, lavatrice, panni da piegare o da stirare. Cerco di stendere in modo da non dover stirare o, quando uso l’asciugatrice, tolgo i panni dal cestello non appena è terminato il ciclo. In questo modo, ancora caldi, sono facili da piegare e riporre subito senza bisogno di essere stirati. Naturalmente ci sono capi che devono essere stirati e in questo caso vi è un’apposita cesta, con la quale mi confronto una volta a settimana.
La biancheria da lavare in casa nostra è davvero tanta: siamo in cinque e i bambini sono molto vivaci: giocano all’aperto e di rado rientrano puliti e ordinati. Basta saltare una lavatrice per ritrovarsi con un cumulo di biancheria che sembra inespugnabile. Basta però un carico al giorno per rimanere al passo. Inutile ripromettersi di svuotare l’immenso cesto della biancheria sporca in un solo giorno: sarete sommerse dai panni da piegare e da stirare e non ne uscirete per diversi giorni. Un carico al giorno (faccio eccezione con un carico in più quando ho indumenti in lana o delicati) toglie il mucchio di torno.
Un solo carico al giorno ma lavato, steso bene o tolto subito dall’asciugatrice e piegato immediatamente con cura, e riposto. Insomma, ogni giornata inizia con una lavatrice piena e si conclude con un cassetto riempito ordinatamente. Non vedrò mai il fondo della mia cesta ma non importa: ciò che conta è avere di che vestirsi.
Dopo aver svuotato la lavastoviglie (in questo modo potremmo infilarci direttamente tutto ciò che utilizzeremo durante la giornata, dalle tazze per la colazione alle stoviglie per il pranzo, eccetera) e caricato la lavatrice siamo pronte per una rapida ispezione in giro per la casa.
Le stanze dei bambini di solito sono state sistemate da loro stessi prima di andare a dormire. C’è sempre, comunque, qualcosa da raccogliere in giro. Ci sono i letti da risistemare (loro li fanno da soli ma io li “aggiusto” se necessario) e le finestre da aprire per far circolare l’aria.
Al bagno dò una passata veloce ogni mattina, mentre mi preparo, con un semplice panno di microfibra. Di norma anche lì a questo punto è tutto sotto controllo.
Il mio atelier è perfettamente ordinato o assolutamente inagibile a seconda dei progetti a cui sto lavorando, ma in questo caso rimarrà tale fino al termine del progetto stesso.
La zona più critica della nostra casa è il soggiorno. Proprio la stanza che vorrei vedere sempre in ordine. Si tratta dell’area più “vissuta” della casa, nella quale in genere stazionano 4-5persone più un cane. È anche la stanza in cui mangiamo e questo non contribuisce a mantenerla pulita.
È qui che ci sono ciabatte da raccogliere, lasciate dai bambini nella fretta di prepararsi per la scuola, briciole da aspirare fin dalle prime ore del mattino, giochi lasciati in un angolo e batuffoli di pelo, che si riformano a una velocità impressionante.
Chiara mi aiuta quindi a risistemare questa zona della casa. Nel frattempo è già ora di iniziare a preparare il pranzo. I bambini tornano a casa per mangiare. Insieme li andiamo a prendere e affrontiamo uno dei momenti più difficili della giornata: quello dei pasti. Ma questa è un’altra storia. Se tutto va bene, dopo pranzo ai bambini resta un po’ di tempo per giocare prima di rientrare a scuola.
Ora tocca a Chiara. Questa è l’ora in cui i bambini “normali” fanno il riposino, ma con i miei tre piccoli insonni questa meravigliosa abitudine è durata meno di due anni ciascuno.
Nel primo pomeriggio ne approfittiamo quindi per giocare. Solitamente lascio che sia lei a condurre il gioco. Osservare i bambini e i loro giochi, partecipare senza interferire è molto importante per riuscire a capirli meglio.
Mio marito inizia a lavorare molto presto e, in genere, rientra prima che i bambini escano da scuola. Quando arriva si occupa di Chiara mentre io mi dedico ad altro: al lavoro se ci sono cose urgenti da terminare, alla casa se c’è una stanza che necessita di un particolare intervento, a eventuali commissioni. È quasi sempre lui a occuparsi della spesa, proprio in questa fascia oraria.
Di solito a pranzo cucino qualcosa di veloce. La sera, essendo entrambi a casa, ci alterniamo ai fornelli e riusciamo a preparare piatti un pochino più elaborati. Per abitudine cuciniamo in grande quantità e congeliamo l’eccedenza. Questo permette a papà di poter nutrire i bambini senza troppo sforzo anche la sera in cui mamma è a lezione di yoga, o comunque di avere un piatto pronto quando, per un motivo o per l’altro, non si ha il tempo di cucinare.
La routine della nanna è per noi la cosa più preziosa in assoluto. Un momento importante in cui tutti sono finalmente calmi e rilassati. In cui c’è tempo per leggere una storia, per un esercizio di rilassamento o di visualizzazione creativa. È il momento delle coccole, il momento in cui ripensiamo a tutte le cose belle accadute durante la giornata.
I nostri bambini vanno a dormire presto (verso le otto). Dopo aver dato loro la buonanotte mio marito si occupa di risistemare la cucina mentre io mi dedico al mio blog e a tutto ciò che ruota intorno ad esso.
Stare davanti al computer, nelle ore serali, con la luce puntata in faccia e le idee che si susseguono a raffica, non è certo il modo migliore per conciliare il sonno. È facile cedere alla tentazione di restare incollate al Pc fino a notte fonda ma i risultati sono spesso deludenti. Se non avete problemi di sonno e se siete tipi “notturni” questa può essere la soluzione giusta per voi.
Io invece lavoro meglio al mattino, a mente fresca e riposata. Mi sforzo quindi di andare a dormire al massimo entro mezzanotte, e di staccarmi dal computer un’ora prima di coricarmi, per passare a un buon libro o a un’altra attività.
Prima di andare a dormire, mio marito prepara la tavola per la colazione. Questo semplice accorgimento facilita la vita a tutti la mattina successiva.
Se anche voi siete amanti dell’organizzazione, definire una giornata-tipo potrà aiutarvi a stare dietro a tutti gli impegni quotidiani. Qui di seguito riporto un esempio improntato sulla nostra organizzazione e sulla mia personale propensione a lavorare la mattina presto. Potrete ispirarvene per creare il vostro personale programma quotidiano:
- Sveglia alle 6: vestitevi e concedetevi la vostra piccola abitudine per cominciare la giornata (caffè, yoga o altro).
- Colazione: fatela insieme al resto della famiglia. È un momento gradevole e importante da condividere prima che ciascuno inizi la propria giornata al di fuori del nucleo familiare.
- Biancheria: un carico al giorno, ma parliamo del ciclo completo: dalla cesta al cassetto.
- Sistemata veloce al mattino: lavatrice, lavastoviglie, panni stesi, aspirapolvere… in cucina e nelle zone “critiche”.
- Pasto veloce per pranzo (se i bambini devono tornare a scuola evitate di intestardirvi sugli spinaci, che potrete proporre la sera, e preferite qualcosa che sapete mangeranno senza troppe storie).
- Pomeriggio: se i vostri bambini fanno ancora il riposino potrete occuparvi, a rotazione, di una stanza della casa da risistemare o di eventuali impegni lavorativi.
- Quando i bambini tornano da scuola dimenticate, se possibile, casa, lavoro e quant’altro. Questo dovrebbe essere il loro momento. Siate presenti mentre fanno i compiti ma cercate di interferire il meno possibile. Se ci sono eventuali attività extrascolastiche, saranno probabilmente situate in questa fascia oraria. Se avete più figli approfittate dell’attività dell’uno per trascorrere un po’ di tempo con l’altro (o gli altri). È interessante vedere come il bambino agisce diversamente in presenza dei fratelli/sorelle, ed è meraviglioso poter concedere a ciascuno un po’ di attenzione totale di tanto in tanto. Concedetevi del tempo da trascorrere insieme ai vostri figli. Tra qualche anno questi momenti vi mancheranno…
- La sera è il momento per portare a termine gli obiettivi non raggiunti durante la giornata. Ma attenzione: è anche il momento per ritrovarsi, per riposarsi. Se non vi fermate mai finirete con il crollare. Se non vedete più vostro marito finirete con il rovinare la vostra vita di coppia. Se non mettete più il naso fuori casa finirete col sentirvi isolate. Il mio consiglio è quindi di riservare alla sera solo le cose davvero urgenti, che non possono aspettare l’indomani. Se avete un marito disponibile a sostenervi, svolgendo le mansioni “casalinghe” serali mentre voi vi occupate di quelle lavorative, è molto probabile che riusciate a ritagliarvi uno spazio per voi nel corso della serata. Perché lavorare è bene. Ma vivere è meglio.