capitolo viii

Giochi utili

La parte dei giochi utili – non sostituibile ai training – diventa un prezioso completamento del protocollo abilitativo. Il bambino svolge compiti che hanno lo scopo di centrare il fuoco attentivo e di allenare il sistema attentivo, partendo da schede con sillabe, per poi arrivare a frasi illustrate, attività creative e favole intrecciate.


Le attività proposte in questo capitolo non rappresentano una scorciatoia, ma un ulteriore “allenamento” con risvolto ludico e ricreativo. Sappiamo che non esiste un dislessico uguale a un altro (ciascuno ha risorse attentive, visuo-percettive e linguistiche differenti) dunque risulta impossibile creare attività o giochi di parole che rispondano alle caratteristiche di ciascun dislessico. Il fuoco dell’attenzione (vedere glossario) in alcuni soggetti può essere rigido, tendenzialmente ristretto o spostato lateralmente – circa il 40% dei dislessici – o anche allargato.


Lavori manuali di “bricolage fine”, come Geiger e Lettvin (1987) ci insegnano, aiutano a centrare il fuoco dell’attenzione, in particolare a migliorare la coordinazione oculo-manuale. Ritagliare un disegno lungo i bordi, incollarlo nel punto indicato e accorpare le varie parti di un oggetto senza l’aiuto di un genitore o di un insegnante (che dovranno comunque supervisionare, invogliare e mediare le difficoltà) affinano ed “educano” il centramento del fuoco dell’attenzione. La comprensione del testo è facilitata dall’uso di illustrazioni che spiegano le varie fasi dell’attività manuale.

Le attività proposte

Le attività proposte sono cinque:

  1. Cerca la sillaba
  2. Scambia le iniziali
  3. Frasi illustrate
  4. Attività manuali
  5. Favole intrecciate


Ogni attività, toccando abilità diverse, si prefigge di allenare il sistema attentivo, la memoria a breve termine (di lavoro), la capacità di pianificazione, la gestione dell’interferenza e dei doppi compiti, e di centrare il fuoco dell’attenzione. “Cerca la sillaba”, ad esempio, allena l’attenzione spaziale, “Scambia l’iniziale” la memoria di lavoro, le attività di bricolage fine sono utili al centramento del fuoco attentivo.


Le cinque attività proposte, qui di seguito illustrate, sono ordinate in maniera graduale: si parte dalle sillabe, per poi passare alle parole, alle frasi e infine ai testi brevi.


Scoprire l’utilità di questi piccoli esercizi ci permette di reiterarli per conto proprio, creandone di nuovi. Conoscendo la teoria, basta sfogliare libri per bambini o riviste per notare giochi e attività utili anche ai nostri scopi. Per la lettura di frasi illustrate (attività 3) vi sono in edicola numerose pubblicazioni a cui attingere, nate per avvicinare alla lettura i più piccoli, ma che possono essere usate per invogliare i DSA.

1) Cerca la sillaba

Ogni scheda è costituita da un insieme di parole, disegni e figure geometriche. Lo scopo del gioco è quello di cercare una determinata sillaba, ad esempio “CA” (indicata nella pagina in alto a sinistra da una freccia),all’interno di tutte le parole presenti. Bisogna individuarle tutte, o un buon numero, anche attraverso una lettura segmentata o insicura, che sarà affinata in un secondo momento. Tra le sillabe proposte vi sono quelle che per molti soggetti risultano ambigue perché contengono lettere come: b, d, p, q (a causa dell’effetto della costanza di forma); la ricerca di tali lettere (con l’ausilio del metodo nel capitolo VII) e di altri gruppi (come “gl” o “gn”) permette di aumentare la consapevolezza fonologica. In generale, questo esercizio allena l’attenzione spaziale, che da distribuita (quando l’intero foglio viene scansito) diventa focalizzata (quando si concentra sui dettagli, la singola sillaba).

2) Scambia l’iniziale

Questo gioco prende spunto dal test chiamato “Spoonerismo”. Quest’ultimo nasce per valutare i disturbi del linguaggio, ma negli ultimi anni viene utilizzato anche per i disturbi dell’attenzione, in quanto è molto forte il coinvolgimento di tale sistema durante lo svolgimento della prova. Il test, tradotto in gioco, consiste nello scambiare l’iniziale di due parole creandone due nuove (ad esempio, “duna” e “lente” diventano “luna” e “dente”). Questo scambio di lettere, apparentemente banale, necessita di risorse attentive, mette in gioco la rielaborazione in memoria di lavoro, la capacità di rappresentazione della forma delle parole.


Il gioco prevede che l’adulto legga le due parole e mostri al bambino i disegni corrispondenti; poi il bambino, senza più guardare, dovrà mentalmente sostituire le due lettere, dare la risposta e illustrarla. Somministrare due o tre coppie per volta.

3) Frasi illustrate

Un primo passo per invogliare la lettura può essere quello di proporre testi molto brevi, illustrati, con parole sostituite da disegnini. Il gioco prevede che sia poi il bambino a inventare alcune frasi costruite con lo stesso principio.

4) Attività manuale

Altro modo per avvicinare alla lettura un soggetto con poca voglia è quello di dare alla lettura un valore funzionale. In questo caso le righe da leggere rappresentano le istruzioni per realizzare un simpatico manufatto.


Le illustrazioni rendono l’approccio al testo meno pesante e ne aiutano la comprensione.


Oltre al puro e semplice invito alla lettura, nelle attività manuali vi è un altro fattore importante: il centramento del fuoco attentivo determinato dalla coordinazione oculo-manuale. Lavori di precisione come l’incollaggio di parti combacianti, il collage, il ritaglio preciso di una forma aiutano e sviluppano il centramento del fuoco attentivo. Ciò permette una maggiore “disciplina” nella visione e nella gestione dell’effetto affollamento (vedere Glossario).

- Consigli pratici

In generale il materiale occorrente varia poco da quello scolastico: carta colorata, matite, scotch, colla, tempere.


Per la colla si consiglia quella stick e per una maggiore resistenza quella vinilica.


È bene che sia il bambino a realizzare in tutte le sue parti il manufatto attraverso la sopra citata mediazione da parte di un adulto. Quindi disporre di un arco di tempo congruo, affinché il bambino possa destreggiarsi nelle varie operazioni, senza la pressione e l’intervento di un adulto che, “per fare più in fretta”, si sente spesso in dovere di intervenire.


La presenza dell’adulto consisterà nel verificare la correttezza della lettura, la comprensione del compito e poco più. Il manufatto potrà subire varianti nei colori, decorazioni, lunghezza dei pezzi, ma l’importante è che venga realizzato con cura. Il risultato finale porta a una doppia soddisfazione: aver letto e compreso un testo scritto, seppur aiutati dalle figure, e aver realizzato un gioco, premio per la fatica!

 

- Tempi

Proporre un’attività per volta, una volta a settimana. È consigliabile che l’attività venga svolta tutta in un’unica giornata (a parte quelle che necessitano di un tempo tecnico maggiore) per fornire al bambino l’abitudine a portare a termine (con soddisfazione) un compito.

5) Favole intrecciate

La lettura, considerata una tortura quando si hanno delle difficoltà, è in questa parte del libro proposta con diversi accorgimenti:

  • i testi evitano strutture sintattiche troppo lunghe;
  • le normali procedure di giustificazione del testo e di sillabazione sono state escluse: le parole non vengono mai spezzate andando a capo, per non interrompere il flusso della lettura;
  • l’interlinea è doppio o triplo;
  • la difficoltà dei testi aumenta in maniera graduale.

Ogni pagina raccoglie due favole allegoriche di Esopo, storie di animali molto brevi e incisive, differenziate dal colore (rosso/verde).

Per leggere la fiaba verde si consiglia di sovrapporre al testo un foglio da lucido rosso, che renderà neutre le scritte rosse e più scure e leggibili le scritte verdi. Visivamente la quantità di testo da leggere viene ridotta della metà e le parole risultano molto spaziate. Il famoso “effetto affollamento” che crea confusione e tensione emotiva viene così abbassato.

Per leggere la fiaba rossa non si utilizza un foglio da lucido, il compito è sempre quello di leggere un brano alla volta, senza farsi catturare dalle parole vicine: ciò aiuta a gestire meglio e ad abituarsi all’effetto affollamento, data la densità del testo (distrattori), e a tenere l’attenzione concentrata sullo scopo di saltare una parola sino alla fine del foglio.


Una volta finite le schede, esse possono essere rilette utilizando anche fogli da lucido di altri colori. Insieme al bambino scoprirete un testo poco disinguibile con i colori alterati. Anche in questo caso si allena la focalizzazione dell’attenzione e la gestione dei distrattori.

- Consigli pratici

L’intervento da parte dell’adulto sarà paziente e si limiterà alla correzione delle parole sbagliate, non al suggerimento. Non verranno fatte rileggere frasi lette male; piuttosto, dopo alcuni giorni, sarà riproposto il brano.

 

- Tempi

Proporre un foglio per volta (quindi 2 favole) una volta a settimana. Successivamente anche due fogli per volta (4 fiabe).

Cerca la sillaba

Tra i disegni cerca le parole che contengono le seguenti sillabe (accanto hanno il numero di volte che si ripetono nella pagina)




Scambio di iniziale (spoonerismo)

L'operatore deve leggere la coppia di parole ad alta voce al bambino, che amente, senza guardare, dovrà scambiarne le iniziali, formando altre due parole di senso compiuto. Poi potrà scriverle e illustrarle. Mostrare l'esempio prima di iniziare



Frasi illustrate

Leggi le frasi fatte di parole e disegni. Poi, capito come funziona, potrai inventarne tu di nuove.







La dislessia
La dislessia
Eva Benso
Una guida per genitori e insegnanti: teoria, trattamenti e giochi.Come riconoscere in tempo i sintomi della dislessia e quali strumenti adottare per farvi fronte. Un manuale teorico e pratico per genitori e insegnanti. La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento, in particolare della lettura, vissuta ancora oggi come un grave handicap cognitivo e sociale. Da qui, l’esigenza imperativa di pubblicare un libro che spieghi come riconoscerne velocemente i sintomi, quali strumenti adottare per farvi fronte (sia in ambito clinico che scolastico) e quale sia la corretta interpretazione da dare ad una condizione troppo spesso sottovalutata. La dislessia si pone l’obiettivo di inquadrare l’argomento in maniera divulgativa, secondo il punto di vista neuropsicologico, affinché possa essere uno strumento utile per insegnanti, genitori e chiunque voglia approfondire la materia, attraverso numerosi grafici, schemi esplicativi e un glossario finale.Etichette e luoghi comuni vengono aboliti, fornendo al lettore una prospettiva strutturata sul problema e illustrando il funzionamento della lettura nei suoi aspetti sottostanti: visuo-percettivo, linguistico e attentivo.Nella parte teorica del testo l’autrice Eva Benso affronta anche il momento diagnostico e quello dei trattamenti abilitativi, le cause del disturbo e i principali luoghi comuni e miti da sfatare, perché non esiste un dislessico uguale a un altro. Infine, la sezione riservata agli esercizi ludici e ricreativi permette di allenare il bambino dislessico divertendolo e interessandolo alla lettura, agevolata con l’uso di illustrazioni, fiabe o attività manuali, tutte tappe di un preciso percorso propedeutico di rinforzo cognitivo. La parola chiave del metodo proposto è “allenamento”, una vera e propria palestra per la mente. Conosci l’autore Eva Benso è Psicologa, Trainer Attentivo 3° livello formatore del Metodo Benso e Applicatore SMAART del Metodo Feuerstein.Opera privatamente a Torino (studio Tigmo) presso enti pubblici e privati, svolgendo attività di valutazione neuropsicologica, supporto psicologico, (ri)abilitazione cognitiva per disturbi delle funzioni esecutive-attentive, della memoria e dell’apprendimento.È socio fondatore e Presidente di ANCCRI. Sul territorio nazionale è docente in corsi per insegnanti, in Master e Seminari Universitari, in corsi di Alta Formazione e sul Metodo Benso.