di Francesco Benso

Prefazione

Non sono rimasto meravigliato quando l’autrice mi ha chiesto di poter stendere una versione divulgativa, più inerente alla dislessia, del mio libro sulle funzioni esecutive. Innumerevoli discussioni ci hanno impegnato in questi anni, per le sue volontarie riflessioni nel campo delle neuroscienze, della neuropsicologia e dei disturbi di apprendimento. Per timore di influenzarla o addirittura di privilegiarla, la mia severità nei suoi confronti è stata perfino eccessiva, tanto da sconsigliarle di percorrere la mia strada. Se svolgi attività di ricerca senza vera passione, le giornate e le ore in eccesso dedicate allo studio e al laboratorio (e spesso senza copertura finanziaria) divengono penosa sofferenza, invece che fonte di realizzazione personale. Nonostante queste considerazioni, ho il sospetto di averla contagiata. Come mia abitudine nei laboratori, con preziosi colleghi di ricerca, prediligo un metodo fondato sul dubbio, suffragato da domande puntigliose e incalzanti. Così abbiamo proceduto nel confronto serrato dal quale è nato questo testo, soprattutto per definire alcuni dei “modelli” qui pubblicati.


Il secondo aspetto che vorrei sottolineare riguarda i trattamenti cognitivi, in particolare gli operatori che li mettono in atto. Agli estremi troviamo due tipologie errate: l’operatore passivo, che non si pone domande ed esegue il compito trasmettendo poco entusiasmo, nonostante anni di esperienza sul campo e, all’estremo opposto, quello eccessivamente creativo, che non riesce ad attenersi a una linea di condotta e perde di vista i modelli teorici. L’operatore ideale invece sa adattare la sua conoscenza ai diversi casi, ed è quindi creativo, attivo, ma nel contempo del tutto rispettoso delle regole sottostanti il proprio lavoro. Tali figure professionali sono psicologi, neuropsicomotricisti, logopedisti, psicopedagogisti, educatori, ma, pur nella varietà delle specializzazioni, non si differenziano di molto tra loro. Ciò che più li accomuna, oltre alla preparazione, è il modo flessibile, entusiasta, e pur sempre rigoroso, di porsi di fronte alle novità. La stessa autrice – che come operatrice formata ha affrontato con eccellenti risultati casi diversi di DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) – ha dimostrato sul campo di possedere queste importanti caratteristiche.


Ritengo perciò molto utile, e giudico con estremo favore, la nascita di questo libro, che si avvale inoltre di un particolare, prezioso atout: una serie di esercitazioni, appositamente pensate e preparate dall’autrice, sulla scorta dell’esperienza professionale maturata.

 

Prof. Francesco Benso
Docente di Psicologia fisiologica, Psicobiologia e Psicologia dell’attenzione presso l’Università di Genova

La dislessia
La dislessia
Eva Benso
Una guida per genitori e insegnanti: teoria, trattamenti e giochi.Come riconoscere in tempo i sintomi della dislessia e quali strumenti adottare per farvi fronte. Un manuale teorico e pratico per genitori e insegnanti. La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento, in particolare della lettura, vissuta ancora oggi come un grave handicap cognitivo e sociale. Da qui, l’esigenza imperativa di pubblicare un libro che spieghi come riconoscerne velocemente i sintomi, quali strumenti adottare per farvi fronte (sia in ambito clinico che scolastico) e quale sia la corretta interpretazione da dare ad una condizione troppo spesso sottovalutata. La dislessia si pone l’obiettivo di inquadrare l’argomento in maniera divulgativa, secondo il punto di vista neuropsicologico, affinché possa essere uno strumento utile per insegnanti, genitori e chiunque voglia approfondire la materia, attraverso numerosi grafici, schemi esplicativi e un glossario finale.Etichette e luoghi comuni vengono aboliti, fornendo al lettore una prospettiva strutturata sul problema e illustrando il funzionamento della lettura nei suoi aspetti sottostanti: visuo-percettivo, linguistico e attentivo.Nella parte teorica del testo l’autrice Eva Benso affronta anche il momento diagnostico e quello dei trattamenti abilitativi, le cause del disturbo e i principali luoghi comuni e miti da sfatare, perché non esiste un dislessico uguale a un altro. Infine, la sezione riservata agli esercizi ludici e ricreativi permette di allenare il bambino dislessico divertendolo e interessandolo alla lettura, agevolata con l’uso di illustrazioni, fiabe o attività manuali, tutte tappe di un preciso percorso propedeutico di rinforzo cognitivo. La parola chiave del metodo proposto è “allenamento”, una vera e propria palestra per la mente. Conosci l’autore Eva Benso è Psicologa, Trainer Attentivo 3° livello formatore del Metodo Benso e Applicatore SMAART del Metodo Feuerstein.Opera privatamente a Torino (studio Tigmo) presso enti pubblici e privati, svolgendo attività di valutazione neuropsicologica, supporto psicologico, (ri)abilitazione cognitiva per disturbi delle funzioni esecutive-attentive, della memoria e dell’apprendimento.È socio fondatore e Presidente di ANCCRI. Sul territorio nazionale è docente in corsi per insegnanti, in Master e Seminari Universitari, in corsi di Alta Formazione e sul Metodo Benso.