capitolo xviii

Ospedali e comunità
“amici dei bambini”

Caro Andrea,

fino ad ora abbiamo parlato di quanto sia importante l’allattamento e del supporto necessario a Luisa per allattare Federico in maniera efficace e piacevole. C’è però un altro aspetto che ritengo utile farti conoscere: la protezione dell’allattamento al seno. Sento già la tua domanda: “protezione da cosa?”. La risposta è nei tassi di allattamento al seno nei paesi occidentali tra gli anni ’60 e ’80 del secolo scorso. In quel periodo allattare al seno era diventata l’eccezione e non la norma; il latte in polvere del commercio veniva considerato equivalente o addirittura migliore di quello materno. Negli anni del boom economico si riteneva che i moderni prodotti industriali e tecnologici fossero migliori di quelli tradizionali. Il marketing e la pubblicità iniziavano a essere molto pervasivi, sia sul grande pubblico che sul personale sanitario.


La scarsa regolamentazione di quegli anni ha permesso la diffusione di pratiche che oggi definiamo del tutto scorrette, ma che allora venivano tollerate e sottovalutate. Mi riferisco al conflitto di interessi che coinvolgeva una parte (molto minoritaria) dei medici, che accettavano campioni omaggio e regali dalle ditte produttrici di latte artificiale; in molti casi venivano accettate donazioni di strumentazioni sanitarie che l’ospedale aveva difficoltà ad acquistare o sponsorizzazioni per organizzare convegni. Questa pratica aveva molti rischi e si prestava a un pericoloso conflitto di interessi.


All’inizio degli anni ’80 era ormai palese che il sistema aveva bisogno di regole e che il condizionamento dell’industria (in molti casi multinazionali con grande disponibilità economica) rappresentava ormai il principale ostacolo alla promozione dell’allattamento al seno. Nel 1981 l’Organizzazione Mondiale della Sanità emanava un Codice di regolamentazione per la commercializzazione dei sostituti del latte materno e dei cibi per la prima infanzia. Nel 1989 la stessa organizzazione assieme all’UNICEF promosse un decalogo di comportamento rivolto agli ospedali dove nascevano bambini, i famosi “dieci passi”; alcuni anni dopo si definirono regole (in questo caso i “sette passi”) per le organizzazioni territoriali e i consultori.


Nel 1992, per dare maggior forza e diffusione all’applicazione delle buone pratiche (i “dieci passi” che trovi nella specifica scheda a pag. 90), OMS e UNICEF hanno promosso l’iniziativa BFHI, Baby Friendly Hospital Initiative (Ospedale Amico dei Bambini), che prevede una puntuale valutazione dell’applicazione del decalogo. In pratica si tratta di tre livelli di verifica dei requisiti, riguardanti la formazione del personale, l’ispezione diretta dell’organizzazione di reparto e interviste specifiche ai genitori; al termine di questo impegnativo percorso si ottiene la certificazione BFHI, che occorre rinnovare periodicamente. In Italia sono ancora una minoranza gli ospedali BFHI, però tieni presente che ormai i “dieci passi” sono universalmente considerati il riferimento per ogni organizzazione che si occupa di maternità e infanzia, e anche senza certificazione è molto diffuso lo sforzo per adeguare le pratiche assistenziali alle indicazioni dell’OMS/UNICEF.


Il Codice sulla commercializzazione dei sostituti del latte del 1981 (e le successive sei risoluzioni per aggiornarlo e specificarlo) vieta la pubblicità del latte artificiale, la donazione gratuita o a basso costo di forniture agli ospedali o di campioni ai genitori, regali di ogni natura agli operatori sanitari, indicazioni di marche specifiche di latte commerciale nelle lettere di dimissione, qualunque forma promozionale che rappresenti il latte artificiale equivalente o migliore di quello materno. Sembrano norme scontate, ma purtroppo non lo sono, e ancora oggi assistiamo a violazioni del Codice (più o meno palesi), al punto da doverle segnalare agli organi di controllo nazionali e internazionali.


Caro Andrea, tieni presente che lo Stato italiano ha sottoscritto tutti questi documenti e impegni. Dal 2000 il Ministero della Salute ha emanato circolari e regolamenti per promuovere e proteggere l’allattamento e nel 2005 è stato approvato un Decreto Legge specifico per vincolare le strutture pubbliche e private al rispetto delle norme internazionali. Quello che ti ho descritto riguarda soprattutto gli operatori sanitari e i responsabili dei reparti di maternità, oltre che i politici e i decisori, ma la vigilanza (e l’eventuale segnalazione) rimane un compito diffuso che coinvolge ognuno di noi. I cittadini, soprattutto se organizzati in gruppi e associazioni, rappresentano una grande risorsa per promuovere il rispetto dei diritti e l’applicazione di norme che tutelano la collettività. Anche tu, nel tuo piccolo, puoi fare molto per proteggere l’allattamento di Luisa, e attraverso lei sostenere tutte le altre mamme e i loro bambini.


L’elenco aggiornato degli ospedali BFHI è visionabile sul sito italiano dell’UNICEF: www.unicef.it/ospedaliamici.

Report periodici che documentano le violazioni del Codice in Italia sono scaricabili dal sito dell’IBFAN (International Baby Food Action Network): www.ibfanitalia.org.

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L'allattamento spiegato ai papà
L'allattamento spiegato ai papà
Alessandro Volta, Ciro Capuano
Il sostegno essenziale per mamma e bambino.Tutto quello che un papà deve sapere per provvedere all’aiuto e al sostegno indispensabili alla coppia madre-figlio durante l’allattamento. In questi ultimi tempi, moltissime mamme si sono riappropriate dell’allattamento al seno, dopo decenni di oblio. Talora però resta da persuadere uno degli attori più importanti affinché si stabilisca e prosegua un buon allattamento: il papà. L’allattamento spiegato ai papà è un agile e simpatico volumetto in cui i pediatri Alessandro Volta e Ciro Capuano raccontano a un immaginario padre tutte le cose che ogni papà deve sapere per provvedere all’aiuto e al sostegno indispensabili alla coppia madre-figlio. La prefazione è firmata dal famoso dottor Sergio Conti Nibali, direttore della rivista UPPA (Un Pediatra Per Amico). Conosci l’autore Alessandro Volta, pediatra e neonatologo, è padre dei tre ragazzi e di una bambina in affido. È responsabile dell'assistenza neonatale negli ospedali di Scandiano e Montecchio Emilia e membro della Commissione Nascita dell'Emilia Romagna. Cura il sito www.vocidibimbi.it Ciro Capuano, nato a Napoli nel 1967, lavora come pediatra presso il Nido dell'U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Montecchio Emilia ed è formatore per il personale sanitario sull'allattamento al seno secondo le linee guida OMS/Unicef. Si interessa di medicina integrata e delle tematiche inerenti il microbioma materno-infantile in epoca perinatale.