capitolo xvi

Quanto a lungo allattare?

Caro Andrea,

dopo diversi mesi di allattamento è inevitabile porsi la domanda: “ma per quanto tempo è giusto allattare?”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in base alla revisione degli studi scientifici disponibili, risponde con la raccomandazione di allattare al seno in maniera esclusiva fino a 6 mesi e poi di proseguire anche a seguito dell’introduzione degli alimenti complementari fino a 2 anni e oltre, “fino a quando mamma e bambino lo desiderino”.


L’ultima parte della raccomandazione virgolettata è molto importante: non è soltanto una questione di salute e occorre considerare anche gli aspetti più profondi e personali, come appunto il “desiderio” e quindi il “piacere” di allattare. Te l’ho ripetuto fino alla noia che l’allattamento, prima ancora che cibo, è relazione e legame, piacere di stare insieme e di condividere un’esperienza positiva. Dal punto di vista strettamente biologico la questione è molto semplice: il latte materno mantiene per anni i propri valori nutrizionali (non diventa “acqua”….), l’economicità, la praticità e gli aspetti “ecologici” si mantengono nel tempo senza modificarsi. Tra i numerosi benefici, che abbiamo già descritto, ve ne sono alcuni che sono durata-dipendenti, cioè agiscono per il tempo dell’allattamento; il principale di questi è l’effetto protettivo dalle infezioni, legato al passaggio nel latte di anticorpi e di altre sostanze di difesa. È per questo che anche solo 1 o 2 poppate al giorno (o a notte) possono essere molto preziose, anche quando l’alimentazione con altri cibi sia diventata predominante.


Un altro elemento da considerare riguarda le sostanze presenti nel latte materno a nutrimento del sistema nervoso. L’obiettivo, come abbiamo già visto, non è quello di creare bambini super intelligenti, ma permettere di sviluppare appieno il potenziale cognitivo individuale (anche se questo fondamentale risultato non è esclusivo dell’allattamento, ma si ottiene con l’insieme delle esperienze positive dei primi anni di vita; in particolare la lettura dialogica, il contatto fisico, il gioco condiviso, l’ascolto di musica). I motivi per continuare ad allattare anche dopo l’introduzione dei cibi solidi e oltre l’anno di età sono quindi numerosi. Come abbiamo già visto, dopo il sesto mese l’allattamento rimane l’alimento predominante, mentre gli altri cibi hanno soltanto una funzione complementare; nel secondo anno invece la situazione si rovescia e l’allattamento diventa nutrimento di “qualità”, lasciando agli altri alimenti il compito di nutrire in “quantità”.


In passato un allattamento di 2-3 anni era considerato normale e non era definito “prolungato”. Per l’allattamento dopo l’anno qualche genitore può essere colto dal dubbio (spesso provocato da qualche frase sibillina di parenti o amici) che questo possa creare dipendenza al bambino e diventare un “vizio”. La prima osservazione da fare è che il “vizio” è qualcosa che fa male; l’allattamento invece è un’esperienza positiva, con la quale la madre dimostra al figlio affetto e rassicurazione. Caro Andrea, se rifletti con calma e libero da pregiudizi, non ti sarà difficile intuire che Federico non può diventare “mammone” o eccessivamente dipendente da Luisa semplicemente per qualche poppata in intimità. Il tuo bambino nel secondo anno sarà da tempo abituato a passare molto tempo con te, con i nonni, gli zii e le zie; quando sarete con amici parteciperà ai giochi e alle interazioni con altri adulti e bambini. Quando Luisa tornerà al lavoro, Federico resterà diverse ore con la sua tata senza manifestare particolari difficoltà (una volta terminato il necessario periodo di adattamento). Non saranno quindi le brevi poppate serali o di inizio giornata a creare interferenza sulla sua autonomia e sul suo sviluppo; d’altronde Federico sarà “dipendente” da voi ancora per molti anni, e nella nostra specie è normale un lungo periodo di accudimento con gli adulti di riferimento prima di poter correre da soli per il mondo. Federico avrà tante occasioni per imparare a gestire l’attesa, la frustrazione e la rinuncia; le vicende della vita (sia infantile che adulta) non gli risparmieranno momenti nei quali dovrà mettersi alla prova e superare le avversità. Adesso, se possibile, lasciamolo poppare in pace e non creiamogli problemi inutili.


Se non ci sono ostacoli “pedagogici e psicologici” per prolungare l’allattamento ben oltre l’anno, possono invece esserci necessità logistiche che rendono la cosa molto impegnativa o addirittura non praticabile. Non è il caso di Luisa, ma ci sono mamme in difficoltà che possono non riuscire ad allattare a lungo perché hanno altre problematiche importanti da risolvere, come le difficoltà familiari con altri figli o con i genitori anziani, questioni di lavoro complesse incompatibili con l’allattamento. Ci sono madri che a un certo punto sentono di non avere più le risorse necessarie per proseguire; è giusto che in questi casi l’esperienza volga al termine e si utilizzino altre opportunità per stare bene con il bambino e aiutarlo a crescere. La condizione minima sufficiente è che l’allattamento rappresenti un’esperienza piacevole e “desiderabile” per entrambi; non può essere qualcosa di forzato da fare per dovere, perché il bambino ne avrebbe percezione e ne sarebbe disturbato. Così come la madre vuole vedere il suo piccolino contento, lo stesso vale per il bambino, che specchiandosi nella mamma starà bene soltanto se anche lei è felice.

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L'allattamento spiegato ai papà
L'allattamento spiegato ai papà
Alessandro Volta, Ciro Capuano
Il sostegno essenziale per mamma e bambino.Tutto quello che un papà deve sapere per provvedere all’aiuto e al sostegno indispensabili alla coppia madre-figlio durante l’allattamento. In questi ultimi tempi, moltissime mamme si sono riappropriate dell’allattamento al seno, dopo decenni di oblio. Talora però resta da persuadere uno degli attori più importanti affinché si stabilisca e prosegua un buon allattamento: il papà. L’allattamento spiegato ai papà è un agile e simpatico volumetto in cui i pediatri Alessandro Volta e Ciro Capuano raccontano a un immaginario padre tutte le cose che ogni papà deve sapere per provvedere all’aiuto e al sostegno indispensabili alla coppia madre-figlio. La prefazione è firmata dal famoso dottor Sergio Conti Nibali, direttore della rivista UPPA (Un Pediatra Per Amico). Conosci l’autore Alessandro Volta, pediatra e neonatologo, è padre dei tre ragazzi e di una bambina in affido. È responsabile dell'assistenza neonatale negli ospedali di Scandiano e Montecchio Emilia e membro della Commissione Nascita dell'Emilia Romagna. Cura il sito www.vocidibimbi.it Ciro Capuano, nato a Napoli nel 1967, lavora come pediatra presso il Nido dell'U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Montecchio Emilia ed è formatore per il personale sanitario sull'allattamento al seno secondo le linee guida OMS/Unicef. Si interessa di medicina integrata e delle tematiche inerenti il microbioma materno-infantile in epoca perinatale.