capitolo vi

Papà, vigile di famiglia

Caro Andrea,

oggi ti propongo un nuovo compito: il vigile di famiglia. Nella stanza n. 12 c’è troppo traffico. Sono arrivati gli zii, con due cuginetti un po’ troppo vivaci, ma c’erano già due nonni e l’amica del cuore di Luisa. C’è molto amore e l’aria della stanza è satura di felicità, però c’è anche un gran caldo e quasi non si respira. Così non va bene. Se aprite la finestra il piccolo Federico potrebbe prendere freddo, è nato solo da 8 ore e la sua temperatura, dopo nove mesi a 37 gradi costanti, ancora non è capace di stabilizzarsi regolarmente.


Il tuo Federico, nel salto dalla vita nella pancia alla stanza n.12, è in totale confusione. Luci, suoni, odori sono del tutto cambiati. Era nel liquido in assenza di gravità e adesso si sente perso nello spazio, solo i vestiti e il lenzuolino lo fanno sentire parzialmente protetto. Le voci dei parenti sono allegre e squillanti, ma per lui sono troppo forti, e poi non riesce a comprendere tutte queste presenze nuove. Per lui è tutto decisamente incomprensibile. Per difendersi da questa confusione ha una sola possibilità, staccare la spina e addormentarsi profondamente, in questo modo riesce a isolarsi e a resistere all’assalto. L’amica di Luisa è molto stupita di come Federico riesca a dormire con tanto rumore.


Ma anche la tua leonessa non è messa bene. Sono due giorni che lotta, l’induzione, il travaglio che è partito è poi si è interrotto, poi finalmente la nascita esplosiva di Federico. Tanta fatica e tanta paura, poche ore di sonno spezzato, mangiando e bevendo poche essenziali calorie. Adesso Luisa è raggiante, guarda estasiata il suo bambino, ma i suoi occhi sono spossati. Sorride ai parenti con sincerità, ma si capisce che vorrebbe starsene tranquilla, in penombra, gli occhi chiusi e una mano sulla culla del suo tesoro.


È adesso che entri in scena tu, perché solo tu sei in grado di capire cosa sta succedendo. È da ieri che vivi ogni secondo a fianco di Luisa, condividendo dolori e paure, speranze e certezze. Anche tu sei stanco, ma non come lei. Ora sei tu la forza di Luisa e di Federico, sei tu il filtro tra loro e il resto del mondo, da soli non potrebbero farcela. Dopo le prime battute di rito, l’ennesimo racconto dell’evento e un’ultima serie di foto con lo smartphone, capisci che è il momento di intervenire, che occorre prendere in mano la situazione. La decisione non è sul “cosa”, ma sul “come”; bisogna evitare di offendere qualcuno, trovando le giuste strategie. La zia Lina, che parla a voce troppo alta, potresti mandarla a prendere una bottiglietta d’acqua per la mamma, mentre gli altri zii è meglio accompagnarli nella saletta d’attesa dove potranno rivedere le foto di Federico appena scattate.


Con un po’ di esercizio, caro Andrea, puoi diventare un abile vigile, capace di creare uno spazio di sicurezza intorno ai tuoi due preziosi tesori, permettendo il loro essenziale riposo e favorendo il loro incontro. Tu avrai tempo più avanti; soprattutto durante il sonno di Luisa sarai libero di studiarti il tuo bambino e di allenarti a cambiarlo e a cullarlo. Adesso è Luisa che deve ritrovarlo, capire la trasformazione dal sentirlo scalciare nella pancia a stringerselo tra le braccia. Ora finalmente può vederlo, annusarlo, baciarlo, e certe cose non si riescono a fare in pubblico. Davanti a tutta quella gente, anche se si tratta di parenti stretti, lei deve comportarsi in base alle regole sociali, per guardarsi negli occhi e dichiararsi invece bisogna essere soli.


Federico per attaccarsi bene al seno non deve essere distratto; questa è un’operazione impegnativa anche se a guidarlo è un istinto antico. Come sai, lui deve usare molti piccoli muscoli per succhiare efficacemente e senza fare danni al capezzolo. Anche Luisa si sente molto inesperta, è la prima volta che si cimenta in questo compito; sa che è quanto di più naturale possa esserci, eppure per lei è ancora un’azione straordinaria e inusuale. Hanno entrambi bisogno di tempo e di tranquillità, di infermiere e ostetriche attente e capaci di sostenere e incoraggiare. Tu sei lì vicino, a un metro, pronto a intervenire per difenderli dai pericoli e dai disturbatori troppo affettuosi. A volte potresti aver bisogno di difenderli dallo stesso personale ospedaliero, ad esempio da qualcuno che ha la brillante idea di misurare la pressione a Luisa quando finalmente è riuscita ad addormentarsi; in questi casi devono prima chiedere il permesso al vigile Andrea e negoziare con lui cosa è possibile fare e cosa invece è da posticipare.


Ricordati che questi primi giorni di ospedale per te sono un semplice allenamento, il bello viene quando tornate a casa. A quel punto potresti dover resistere a un vero e proprio assedio, e la tua resistenza potrebbe vacillare. Per alcune settimane i vostri nuovi orari molto difficilmente riusciranno a coincidere con quelli del resto del mondo. Per Federico non c’è una domenica pomeriggio e un martedì notte, nel senso che lui non guarda in faccia nessuno, mangia quando ne sente il bisogno, urla quando occorre, scarica nel pannolino di tutto anche nei momenti meno opportuni. Luisa per un po’ deve cercare di riposare quando dorme Federico, sia di giorno che di notte. Anche farsi la doccia può richiedere un minimo di pianificazione.


Una volta a casa, caro Andrea, devi affinare tecnica e strategie. Potresti selezionare gli aspiranti visitatori in base al valore e al diritto… accesso più libero (ma mai completamente) ai nonni e all’amica del cuore di Luisa, ingresso controllato alle zie e agli amici più intimi, prenotazione per tutti gli altri (per i quali puoi anche predisporre una pagina web ad accesso riservato con notizie e immagini aggiornate di Federico). Per le visite domiciliari è importante spiegare bene il momento migliore in cui farle, ma anche la loro durata; per chi non riesce ad autolimitarsi è meglio prevedere una scadenza, spiegando fin da subito le esigenze di mamma e bambino. Quando il bel tempo lo permette perché non proporre di uscire in compagnia, trasformando faticose visite in casa in piacevoli incontri all’aperto?


Ricordati che dopo i primi mesi durante la poppata Federico potrebbe essere distratto dalla presenza di figure nuove o non ben conosciute, al punto da non riuscire a succhiare bene; in questo caso è meglio che Luisa possa ritirarsi ad allattare in una stanza tranquilla. Con il passare dei mesi e il progredire della crescita del bambino modulerai interventi e strategie, fino a quando la socializzazione di Federico e la competenza di Luisa non renderanno superfluo questo tuo compito.

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L'allattamento spiegato ai papà
L'allattamento spiegato ai papà
Alessandro Volta, Ciro Capuano
Il sostegno essenziale per mamma e bambino.Tutto quello che un papà deve sapere per provvedere all’aiuto e al sostegno indispensabili alla coppia madre-figlio durante l’allattamento. In questi ultimi tempi, moltissime mamme si sono riappropriate dell’allattamento al seno, dopo decenni di oblio. Talora però resta da persuadere uno degli attori più importanti affinché si stabilisca e prosegua un buon allattamento: il papà. L’allattamento spiegato ai papà è un agile e simpatico volumetto in cui i pediatri Alessandro Volta e Ciro Capuano raccontano a un immaginario padre tutte le cose che ogni papà deve sapere per provvedere all’aiuto e al sostegno indispensabili alla coppia madre-figlio. La prefazione è firmata dal famoso dottor Sergio Conti Nibali, direttore della rivista UPPA (Un Pediatra Per Amico). Conosci l’autore Alessandro Volta, pediatra e neonatologo, è padre dei tre ragazzi e di una bambina in affido. È responsabile dell'assistenza neonatale negli ospedali di Scandiano e Montecchio Emilia e membro della Commissione Nascita dell'Emilia Romagna. Cura il sito www.vocidibimbi.it Ciro Capuano, nato a Napoli nel 1967, lavora come pediatra presso il Nido dell'U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Montecchio Emilia ed è formatore per il personale sanitario sull'allattamento al seno secondo le linee guida OMS/Unicef. Si interessa di medicina integrata e delle tematiche inerenti il microbioma materno-infantile in epoca perinatale.