Il vostro bambino è ipersensibile se…
- Tende a preoccuparsi per situazioni nuove, in maggior misura rispetto ai coetanei, sussulta facilmente, non affronta bene i grossi cambiamenti e in genere non apprezza le grandi sorprese.
- Preferisce giochi tranquilli, spesso solitari e a volte ripetitivi (“giochi o libri preferiti”), esamina se è sicuro prima di fare giochi “pericolosi”.
- Tende a mostrare interesse e attenzione verso gli altri, soprattutto rispetto agli stati d’animo e ai bambini più deboli.
- Reagisce con forza a quelle che percepisce come ingiustizie, verso se stesso ma a volte anche verso altri.
- È un perfezionista, ha elevate aspettative rispetto alle proprie prestazioni, si innervosisce facilmente se non riesce in qualcosa o perde in un gioco.
- In tali occasioni può manifestare un comportamento molto più esplosivo e rabbioso del solito, rimugina molto tempo dopo i possibili fallimenti e risulta difficile tranquillizzarlo.
- Rimugina inoltre su ogni forma di critica o presa in giro che riceve, soprattutto dai pari, e ne soffre particolarmente, faticando a “lasciarsele scivolare di dosso”.
- Sembra molto intuitivo, fino a sembrare a volte saper leggere nella mente.
- È molto attento anche ai minimi cambiamenti dell’ambiente, nota i minimi dettagli, soprattutto di tipo sociale, e percepisce e assorbe facilmente le tensioni familiari.
- Per questo motivo può capitare che si ponga come mediatore o che trattenga le sue emozioni per non peggiorare la situazione.
- Riesce ad immedesimarsi negli stati d’animo di altri, anche al di fuori della famiglia; è molto attento ai bisogni altrui, e si accorge facilmente del loro disagio.
- Non è incline a prese in giro o offese verso altri bambini, anzi a volte può risultare protettivo.
- Tende a rispettare le regole generali in modo coscienzioso, quasi troppo rigido.
- A volte appare più grande della sua età, per la sua capacità di intuire anche ciò che non è espresso. È molto curioso di approfondire, anche su argomenti complessi e può sorprendere la sua capacità di associazione a situazioni e concetti, anche se nessuno glieli ha mai spiegati prima.
- Sente intensamente le cose e pone spesso domande profonde, ragionate e provocatorie.
- Prende alla lettera le promesse dei genitori e impara in fretta se queste vengono rispettate oppure no, e in questo secondo caso manifesta molto fastidio.
- Ama il contatto con l’arte, la musica, la fantasia e la natura, in particolare gli animali.
- È disturbato dai posti rumorosi, non ama le situazioni caotiche e le situazioni sociali in cui deve confrontarsi con ambienti e persone sconosciuti, o affrontare prove e compiti nuovi in cui verrà giudicato.
- Quando viene sottoposto a situazioni eccessivamente stimolanti può manifestare all’improvviso comportamenti molto oppositivi e provocatori, fino a diventare aggressivo e poco riguardoso per gli altri. Fatica inoltre ad addormentarsi dopo un giorno particolarmente stimolante/eccitante.
- È molto sensibile al dolore anche nel corpo, e ha la tendenza a somatizzare i disagi e le paure, ad esempio in mal di testa o mal di pancia, e in un generale abbassamento del sistema immunitario.
- Protesta contro i vestiti stretti o fruscianti, le cuciture delle scarpe o le etichette degli abiti, sente urgenza di cambiarsi i vestiti, ad esempio quando sono bagnati o insabbiati.
- Apprende meglio da una gentile correzione che da una forte punizione, e in generale fatica a condividere regole e punizioni se non ne capisce appieno il significato.
Ipersensibili si nasce. Non si diventa. È un tratto genetico che si eredita, tra gli altri, e che con e come gli altri costituisce la base della personalità con cui ci affacciamo al mondo.
Interagendo con le influenze del contesto ambientale, contribuisce a creare quella sacra diversità che contraddistingue ognuno di noi e che, se ci facilita in certe situazioni, certo ci ostacola in altre.
È ereditario, quindi se avete un bambino ipersensibile è molto probabile che anche voi lo siate, o lo sia il vostro partner, e, a prescindere dalle influenze dell’ambiente che lungo il corso della vita vi hanno permesso o meno di coltivare questo tratto, potrebbe essere utile farvi la domanda “Io che bambino ero? Cosa mi infastidiva? Come percepivo le cose? Come vivevo le situazioni?”. Nella mia esperienza professionale – tra clinica, progetti nelle scuole e seminari sull’ipersensibilità – ad oggi ho incontrato molti adulti, molti genitori, e molti bambini che si sono riconosciuti in questa caratteristica e che grazie a questa consapevolezza sono riusciti a comprendere e gestire aspetti propri o del proprio figlio in modo completamente nuovo. Citando una delle mail che ricevo a tal proposito:
“Buonasera!
Oggi è uno dei giorni più belli della mia vita. Stamattina sul vostro sito mi sono imbattuta nell’articolo che parlava delle Highly Sensitive People, ho capito che c’era qualcosa in cui mi riconoscevo. Sono finalmente riuscita a mettere in fila molte cose di me che non capivo, di cui mi vergognavo, per cui mi sono sempre sentita sbagliata, per cui mi sentivo incompresa e per cui non riuscivo a capire gli altri. I motivi per cui le mie relazioni sono finite e la ripresa era così lunga, i motivi per cui piango così facilmente, la necessità di stare da sola dopo una lunga giornata di lavoro, perché vedevo cose chiaramente quando le persone interessate ci avrebbero messo mesi o anni per capirlo, il motivo per cui con alcune persone ho un’intesa immediata sebbene difficile da portare avanti ecc. ecc.
Grazie perché mi avete permesso di capirmi, e di capire che non c’è niente di sbagliato, da correggere, da sistemare, solamente qualcosa con cui imparare a convivere.” M.
Il bambino ipersensibile si trova a percepire molti più stimoli e in modo molto più intenso degli altri, e questo gli provoca subito disagi e suscettibilità che possono non essere comprese e accettate dal contesto familiare. Noterà ogni minima differenza nei sapori, ogni cambiamento nella temperatura, si lamenterà della confusione e piangerà quando verrà abbagliato dalla luce. Crescendo piangerà con facilità, si preoccuperà per cose di poco conto, ma sarà anche incredibilmente gioioso per altre; avrà ritmi più lenti perché tenderà a riflettere molto e a fare molte domande, ma anche momenti frenetici e scoppi di irritabilità. Potrà essere sovente timido o intimorito dal giudizio degli atri e si accorgerà delle situazioni emotive che lo circonderanno senza che ve ne rendiate conto. In questi frangenti, se ci si rivolge a lui dicendogli “non è come senti”, “non provare ciò che stai provando”, “smettila di essere così sensibile/emotivo” e se in generale viene sminuita o negata la sua percezione sottile di ciò che accade nel suo contesto, allora il bambino ipersensibile giunge alla conclusione che il suo modo di percepire è scomodo e sbagliato e inizia a lottare contro la propria natura. Per garantirsi l’amore dei genitori e il senso di sicurezza e appartenenza, la prima cosa a cui rinuncia di sé è la percezione del proprio corpo, perché le sensazioni che questo gli comunica sembrano essere solo di disturbo. Non essendo più in contatto con il proprio corpo e la propria pancia perde la conferma che gli serviva per confidare nelle proprie valutazioni e sensazioni. E senza la risonanza del suo corpo è in balìa degli interessi altrui.
All’opposto, quando gli adulti di riferimento del bambino, informati e consapevoli, riescono ad accogliere i suoi bisogni rispettando la sua percezione e visione del mondo, compiendo gli sforzi necessari per gestire le sue particolari esigenze, allora l’accettazione e la comprensione che egli sperimenterà renderanno possibile una crescita armonica di questo tratto, che diviene quindi un vantaggio e un dono. Secondo gli studi che citerò, solo un terzo di questi bambini riferisce un infanzia infelice e quindi un adattamento faticoso della propria specificità all’ambiente; la maggioranza riferisce un’infanzia positiva e non si distingue in termini di adattamento dal resto della popolazione. Il contesto familiare, come anche quello scolastico e culturale, giocano quindi un ruolo preponderante nello sviluppo di questa caratteristica come vantaggio o svantaggio.
I bambini sensibili per funzionare al meglio hanno bisogno di un’ambiente particolarmente “calibrato”, in senso materiale ed emotivo, di ripetute rassicurazioni rispetto alle loro paure, anche se apparentemente “infondate” o non comprese dall’adulto, di ambienti non competitivi e di aspettative ragionevoli rispetto ai loro risultati. Hanno bisogno di soglie adeguate di stimolazione, che tengano conto della loro curiosità e nel contempo dei loro limiti di sovraccarico, necessitano di grande attenzione anche agli aspetti non verbali e al rispetto dei loro ritmi naturali.
Se accolti, ascoltati e valorizzati, mostreranno aspetti assai efficaci della loro sensibilità, come l’abilità di percepire le emozioni altrui e la naturale tendenza a farvi fronte, anche occupandosi dei loro bisogni e rivelandosi mediatori naturali, oppure la capacità di trovare soluzioni creative ai problemi, e di entrare in sintonia con ambienti, animali, persone in modo molto profondo.
Mi auguro che questo libro possa essere utile a voi, ai vostri bambini e alle vostre famiglie, o nel vostro lavoro di educatori, per comprendere, conoscere, e coltivare questa caratteristica.
L’obiettivo è di fare luce sul tratto dell’ipersensibilità, credo lo troverete importante per la vostra vita, forse per voi, per i vostri compagni o i vostri bambini altamente sensibili. Non riguarda solo il 20 per cento, riguarda tutti noi.
Diana Harper, Sensitive – The untold story