I ginecologi dicono che sono le donne a volere il cesareo, ma è vero?
Bisogna stare molto attenti. Molti ginecologi lo sostengono, ma per 20 anni non c’è stata nessuna ricerca a proposito. In Brasile c’era un’altissima percentuale di cesarei, in alcuni ospedali superava l’80% e i ginecologi spiegavano che le donne sceglievano il cesareo per tenersi i loro mariti. A San Paolo ho visto per strada enormi cartelloni pubblicitari di un grande ospedale con su scritto “volete conservare la vagina della vostra luna di miele? Venite da noi”. Non sto scherzando. Poi, qualche anno fa, hanno fatto una ricerca estesa su cosa davvero le donne volevano. È risultato che non desideravano il cesareo, ma che lo facevano perché veniva loro detto che altrimenti i loro bambini sarebbero morti. Le donne hanno sempre più paura di partorire. Si aspettano il parto perfetto, il bambino perfetto, perché questo è il messaggio che arriva dalla medicina moderna. Negli Stati Uniti le automobili hanno insegne sulla sicurezza, io sulla mia macchina vorrei metterne una che dice ‘i bambini muoiono’: nel parto non ci sono garanzie, questa è una cognizione che si è andata perdendo negli ultimi anni. C’è chi promette ‘vieni nel mio ospedale e avrai la sicurezza totale’: sono cretinate. Una delle migliori soluzioni è la creazione di punti nascita fuori dall’ospedale, per far sentire sicure le donne fuori dalle regole stabilite dalle strutture ospedaliere.
Nell’ottobre 2006 il governo ha approvato un disegno di legge che inserisce l’epidurale tra i livelli essenziali di assistenza, anche se in realtà nelle strutture ospedaliere questo tipo di anestesia è garantito 24 ore su 24 e gratuitamente solo nel 16% dei casi.
Le donne che chiedono l’epidurale non sono state informate in modo corretto e completo sui dati scientifici. Con l’epidurale il loro corpo viene paralizzato, la pressione sanguigna si abbassa, e quindi bisogna sbrigarsi a mettere in vena sostanze chimiche per farla risalire. In sostanza, si crea un problema e poi si cerca di risolverlo. Pochi dicono, poi, che l’epidurale a volte non funziona. Ai politici non viene detta la verità. Concedere l’epidurale a tutte sarà una catastrofe per l’Italia: le donne saranno danneggiate e anche i loro bambini.
Non le sembra che la nascita nei Paesi industrializzati sia basata sulla filosofia del “tutto e subito”?
Nella società moderna si pensa che tutto debba essere fatto in fretta. Gli Stati Uniti hanno esportato McDonald, il fast food, in tutto il mondo. Alcuni medici americani non informati pensano che anche la nascita debba seguire questa modalità. Ma non bisogna mettere un orologio sul parto. Alla fine del travaglio c’è la cosiddetta seconda fase, quella in cui la donna comincia a spingere. Secondo alcuni ginecologi, questa fase non deve durare più di un’ora o due. È falso. Fino a quando la mamma e il bambino stanno bene, la seconda fase può andare avanti senza problemi per molte ore. Non bisognerebbe imporre alla nascita dei tempi prestabiliti e tuttavia i medici mettono fretta al travaglio, perché così possono finire e andare a fare qualcos’altro. È qualcosa di molto attraente per loro. Forzare la nascita significa dire alla donna, “ok, torna lunedì mattina alle nove e ti faremo l’induzione, il bambino nasce e così la sera sarò a casa per cena”. Ai dottori piace da matti questa cosa! L’induzione fa risparmiare tempo ai medici, e i cesarei elettivi, a parte naturalmente quelli necessari, permettono ai ginecologi di programmare le loro attività. In America si nasce dalle 9 alle 17 perché è molto comodo per i ginecologi. Lì adoperano il Cytotec per indurre il parto, un farmaco molto pericoloso che stanno cominciando a usare anche in Italia. È un disastro. Negli Stati Uniti è stato proibito dalla Food and Drug Administration, non va usato in travaglio e, se sei così stupido da farne uso, devi assolutamente informare la donna. Il Cytotec provoca la rottura dell’utero: è una catastrofe ostetrica. La donna può morire e si possono arrecare danni cerebrali al bambino.