Premessa alla nuova edizione

La maternità è un privilegio o una punizione? Vorrei partire da questa provocatoria domanda di Germaine Grier nel suo bellissimo saggio La donna intera, per presentare la nuova edizione di Il parto in casa. Dalla prima uscita del libro, nel 2010, a oggi, mi sono purtroppo resa conto che l’“universo-nascita” in Italia non è molto cambiato. Ma bisogna essere ottimisti. Spulciando tra dati e statistiche, ho scoperto che, rispetto a quattro anni fa, da questo punto di vista in Italia si sta comunque puntando – anche se il processo è molto lento – più sulla qualità che sulla quantità. E così, se da un lato i dati Istat confermano che nel nostro Paese le nascite continuano a diminuire, dall’altro si avverte una tendenza positiva: sempre più donne cercano informazioni alternative al parto medicalizzato e hi-tech. In un mondo super-digitalizzato e social, le future mamme sentono fortemente il bisogno di confrontarsi per trovare una strada nuova, una dimensione più attiva che le motivi e permetta loro di riconquistare una maggiore libertà di scelta. Con l’obiettivo di partorire come veramente desiderano.

D’altro canto, è scoraggiante constatare quanto la politica continui a tradire le sue promesse e non abbia varato provvedimenti per aiutare la famiglia. Prendiamo ad esempio il congedo obbligatorio di paternità. Mentre nel Regno Unito il governo ha di recente approvato la maternità condivisa, con un congedo di un anno per neogenitori da dividere a piacimento tra mamma e papà, in Italia il Governo con mille difficoltà (e in via sperimentale per il triennio 2013-2015, poi si vedrà…) ha concesso addirittura… un giorno! Ma attenzione a richiederlo in tempo: il papà ne può usufruire solo entro i primi 5 giorni dalla nascita. E non parliamo degli asili nido…


Mentre da noi termini come ‘famiglia’, ‘maternità’, ‘paternità’, ‘figli’ sembrano meritevoli di grande considerazione solo nelle chiacchiere dei salotti televisivi e le politiche sociali ad essi legati non siano mai state considerate una priorità – qualunque parte politica sia stata finora al governo – il Parlamento francese ha di recente dato il via libera alla sperimentazione per cinque anni delle maison de naissance – ovvero le Case Maternità – piccole strutture gestite da ostetriche in cui le donne possono partorire nel modo più naturale possibile, senza medicinali, ma con tutte le garanzie di sicurezza sanitaria e con un notevole risparmio per lo Stato.


È triste vedere come ancora troppe italiane in sala parto vengano manipolate, prese in giro, ingannate. L’importante è che non diano fastidio, stiano buone, acconsentano a tutte le procedure previste, anche se non sono necessarie. È la prassi. La pandemia del cesareo non accenna a diminuire, nonostante il Ministero della Salute abbia finalmente ‘scoperto’ (io lo denuncio da anni) che il 43% dei parti cesarei fatti in Italia sono “ingiustificati”.


Per ironia della sorte, apprendiamo invece con una certa sorpresa che in uno dei Paesi più industrializzati e tecnologici del Pianeta, gli Stati Uniti, i parti in casa dal 2004 al 2011 sono raddoppiati. È vero, il fenomeno ha preso piede soprattutto a New York, e in particolare a Brooklyn, uno dei quartieri più trendy della Grande Mela, dove il biologico e il compostaggio sono un must, una sorta di dimostrazione di elevazione sociale. Ma è comunque un segnale importante.


Una cosa è certa: con la violenta crisi economica in atto, il parto in casa e nelle case maternità può essere un’alternativa molto valida, sia dal punto di vista sanitario, sia da quello economico. È stato calcolato che la Sanità italiana ogni anno spreca tra gli 80 e gli 85 milioni di euro in cesarei ingiustificati. Ma nessuno si scompone più di tanto se qualche sfortunato cittadino muore prima di arrivare in sala operatoria perché le strutture regionali di pronto soccorso sono al collasso per mancanza di risorse economiche.


Come sottolinea l’inglese Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, l’attuale gestione pubblica della maternità “non è accettabile, né sostenibile” e le donne non dovrebbero più guardare all’ospedale come al luogo dove dare alla luce i propri bimbi. Quanto ci vorrà ancora per capire che il parto non è un atto medico ma un evento fisiologico? Molte mamme in questi anni mi hanno ringraziato per averle aiutate a scoprirlo. Per aver mostrato una dimensione nuova della gravidanza e del parto, eventi da attraversare senza paura e “senza chiedere il permesso”, esperienze che le accompagneranno per tutta la vita.


L’importante è non arrendersi. E, a giudicare dalle tante lettere e mail che ricevo, c’è qualcuno che questo permesso forse non vuole più chiederlo. Bisogna sostenere le future mamme che vogliono sentirsi vive, vigili, partecipi, protagoniste.


Ringrazio e amo tutte le donne che combattono per difendere il loro diritto a esistere come madri. E come persone.


Buona lettura!


Elisabetta Malvagna

NOTA BENE: l’autrice garantisce la veridicità delle informazioni contenute in questo libro. Le informazioni relative a eventuali fenomeni patologici sono da intendersi come note di tipo culturale e informativo, non finalizzate a promuovere l’utilizzo terapeutico di alcuna prestazione professionale o preparato, farmaco, alimento o integratore alimentare. Il lettore si assume l’intera responsabilità e le conseguenze derivanti dall’aver fatto affidamento su dati o suggerimenti contenuti nel volume. Durante la gravidanza, il parto e il post-parto si raccomanda di avvalersi di una consulenza professionale qualificata.


AVVERTENZA: Tutte le citazioni senza un’esplicita fonte sono frutto di conversazioni o interviste con l’autrice.

Il parto in casa
Il parto in casa
Elisabetta Malvagna
Nascere nell’intimità familiare, secondo natura.Tanti consigli pratici e utili suggerimenti per prepararsi ad affrontare al meglio il parto in casa, in completa sicurezza. Oggi la quasi totalità dei parti avviene in ospedale, e il 40% di questi termina con un taglio cesareo. Negli ultimi tempi, però, l’approccio alla maternità sta cambiando: cresce infatti il numero delle donne che vorrebbe vivere questo momento in modo più naturale, con intorno quanto di più caro.Nel suo libro Il parto in casa, dedicato a una scelta che in Italia è ancora oggetto di resistenze, pregiudizi e tabù, Elisabetta Malvagna, con occhio attento, indaga senza preconcetti su questa pratica e ne sostiene la sicurezza, documentando le sue teorie con un’ampia letteratura scientifica e proponendo un’interessante riflessione sul rapporto tra la donna moderna e la nascita.Partendo dalla propria esperienza di mamma di due bambini nati tra le mura domestiche, l’autrice riporta dati, statistiche e numerose testimonianze di personalità del settore, operatori e mamme che hanno scelto questa opzione. Sono poi forniti numerosi e utili consigli pratici per prepararsi ad affrontare questo straordinario momento al meglio e in completa sicurezza.Non mancano, infine, un decalogo sull’allattamento e un manuale di sopravvivenza per gravidanza, parto e post parto, oltre a capitoli sulla figura dell’ostetrica e sulle Case di Maternità. Conosci l’autore Elisabetta Malvagna, giornalista Ansa, scrittrice e blogger, studia da anni il tema della nascita.Ha fondato e cura i blog partoriresenzapaura.it, ispirato all’omonimo libro uscito nel 2008 e ormai divenuto un classico del settore, e partoincasa.it.