CAPITOLO XIX

Il decalogo dell'allattamento perfetto

a cura di Gabriella Pacini1

  1. Il momento più adatto per cominciare ad allattare è nelle prime 2 ore di vita: i neonati sono molto reattivi e riescono ad attaccarsi con maggior facilità ed energia. Poppando il bimbo prende poche preziose gocce di uno speciale tipo di latte, il colostro, che rappresenta un concentrato di anticorpi. Adesso non è più dentro di te e deve difendersi da solo da virus e batteri, ma il suo sistema immunitario non è ancora sviluppato e, con il tuo latte, puoi ancora aiutarlo.
  2. Lo stomaco di un neonato il giorno della nascita è ancora piccolo come una biglia e per questo il seno produce inizialmente solo una piccola quantità di latte, quantità che andrà via via aumentando con il passare dei giorni. Non servono acqua o tisane. Allattalo spesso, dalle 8 alle 12 volte al giorno, e comunque tutte le volte che tuo figlio lo chiede: lo aiuterai a crescere e sarà più semplice per te produrre la giusta quantità di latte. Ricorda che solo il 2% delle donne ha veramente poco latte, per le altre basta stimolare il seno attaccando il bambino per aumentare la produzione. Questa infatti si basa sul meccanismo di feedback positivo: più il bambino succhia più latte viene prodotto e questo meccanismo è efficace per tutta le durata dell’allattamento. Nelle prime settimane dopo il parto in particolare puoi aumentare il latte con grande rapidità ed efficacia.
  3. Meglio non dare a tuo figlio, almeno per le prime 4 o 5 settimane di vita, il biberon e il ciuccio perché il rischio è di confonderlo e rendere più difficile l’attacco al seno. La modalità di suzione dal seno o dal biberon sono molto diverse e il bambino potrebbe trovarsi in difficoltà.
  4. Ad alcune mamme piace molto allattare e sentire il proprio cucciolo caldo e morbido sul seno. Per altre questo contatto fisico, ripetuto più e più volte al giorno, non è altrettanto gratificante, ma in ogni caso ricorda che allattare non è doloroso. Puoi sentire una sensazione più forte, a volte perfino fastidiosa nei primi 10-20 secondi della poppata, ma con il passare dei giorni non la avvertirai più. Se invece la poppata è sempre dolorosa o se sono comparsi dei piccoli taglietti sul seno (le ragadi) osserva bene come si attacca: la bocca deve essere spalancata a formare una K e le labbra rivolte verso l’esterno come una ventosa; se il bimbo tende a prendere solo una parte dell’areola o non apre bene la bocca, aiutalo a prendere un bel “boccone” di seno e, come per incanto, il dolore scomparirà. Facendo così, il capezzolo sarà poggiato sul palato del bambino e non stretto tra le gengive e non verrà danneggiato.
  5. Dopo la poppata, spremi un po’ di latte e spargilo bene sull’areola: è un’ottima crema emolliente e disinfettante (il latte contiene dei macrofagi che uccidono i batteri); non lavarlo con acqua più di una volta al giorno, la pelle potrebbe seccarsi troppo.
  6. Seguire il ritmo del bambino in un primo momento può essere difficile: alcuni piccoli preferiscono fare molte piccole poppate, altri mangiano più a lungo ma meno spesso; imparerai così a conoscere tuo figlio e aiutarlo a trovare un suo ritmo. Nel primo periodo è normale che non sia ancora regolare negli orari dei pasti e sarà ancora difficile per te prevederli. Fai però attenzione che poppi almeno 8 volte al giorno nelle prime settimane e ricorda che non è necessario dargli acqua o altri liquidi: nel latte è già contenuto tutto quello di cui ha bisogno.
  7. Nei primi 3 giorni il peso dei neonati scende mediamente dell’8% ma a 10-14 giorni di vita lo hanno già recuperato. Se bagna di pipì almeno 6 pannolini al giorno ed evacua 2 o più volte, puoi essere sicura che stai allattando bene. Ma comunque nel primo mese può essere utile pesarlo nudo prima della poppata una volta alla settimana per valutare la crescita. Viene considerata adeguata una crescita di 150 grammi a settimana. Alcuni crescono di più, ma se la crescita è inferiore è meglio osservare bene il modo in cui tuo figlio si attacca al seno: spesso si tratta solo di aiutarlo a prendere meglio il capezzolo e l’areola in bocca.
  8. Ti sembra che dorma troppo e si attacchi poco al seno? Non c’è niente di sbagliato nello svegliarlo e cercare di stimolarlo a poppare di più, perlomeno fino a che non ricomincia a crescere adeguatamente.
  9. Riguardo l’alimentazione materna, non è necessario privarsi di nulla, anche fino a 2 caffè o 3 tè al giorno sono ammessi e non ci sono cibi che rendono cattivo il sapore del latte. Il consiglio è di mantenere una dieta varia ed equilibrata come abbiamo fatto in gravidanza: cereali, frutta, verdura, cotta o fresca, pesce, carne e anche le spezie se siete abituati ad usarle vanno benissimo. Il latte cambia un poco il sapore ma questo aiuterà il bambino ad abituarsi ad altri gusti. Evitate di fumare in questo periodo; se proprio non se ne può fare a meno, meglio fumare dopo la poppata, all’aperto e cambiando i vestiti perché molte sostanze tossiche rimangono sugli indumenti.
  10. Fino a quando è meglio allattare? La risposta è molto semplice: fino a quando la mamma e il bambino lo desiderano! L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di allattare esclusivamente al seno fino a 6 mesi compiuti e poi cominciare gradualmente lo svezzamento, sempre seguendo i gusti e il ritmo del piccolo. L’allattamento può continuare, accompagnato da altri alimenti, anche dopo i 2 anni. In Italia di rado vediamo bambini un po’ più grandi, che già camminano o corrono, prendere ancora il latte dal seno e le mamme che allattano dopo l’anno si espongono spesso alle critiche di amici e parenti. Ma non dimentichiamo che è stata una pratica molto comune fino a poco più di 50 anni fa e non c’è niente di sbagliato se la mamma e il bambino lo desiderano.

Il parto in casa
Il parto in casa
Elisabetta Malvagna
Nascere nell’intimità familiare, secondo natura.Tanti consigli pratici e utili suggerimenti per prepararsi ad affrontare al meglio il parto in casa, in completa sicurezza. Oggi la quasi totalità dei parti avviene in ospedale, e il 40% di questi termina con un taglio cesareo. Negli ultimi tempi, però, l’approccio alla maternità sta cambiando: cresce infatti il numero delle donne che vorrebbe vivere questo momento in modo più naturale, con intorno quanto di più caro.Nel suo libro Il parto in casa, dedicato a una scelta che in Italia è ancora oggetto di resistenze, pregiudizi e tabù, Elisabetta Malvagna, con occhio attento, indaga senza preconcetti su questa pratica e ne sostiene la sicurezza, documentando le sue teorie con un’ampia letteratura scientifica e proponendo un’interessante riflessione sul rapporto tra la donna moderna e la nascita.Partendo dalla propria esperienza di mamma di due bambini nati tra le mura domestiche, l’autrice riporta dati, statistiche e numerose testimonianze di personalità del settore, operatori e mamme che hanno scelto questa opzione. Sono poi forniti numerosi e utili consigli pratici per prepararsi ad affrontare questo straordinario momento al meglio e in completa sicurezza.Non mancano, infine, un decalogo sull’allattamento e un manuale di sopravvivenza per gravidanza, parto e post parto, oltre a capitoli sulla figura dell’ostetrica e sulle Case di Maternità. Conosci l’autore Elisabetta Malvagna, giornalista Ansa, scrittrice e blogger, studia da anni il tema della nascita.Ha fondato e cura i blog partoriresenzapaura.it, ispirato all’omonimo libro uscito nel 2008 e ormai divenuto un classico del settore, e partoincasa.it.