CAPITOLO IV

Il bagnetto

Il bagnetto, sotto diversi aspetti, è uno dei momenti più importanti nella vita di un bambino: il neonato si rilassa, entra in contatto con il proprio corpo, ricorda l'esperienza della gestazione, viene coccolato dai genitori e, se il bagnetto si trasforma in un'occasione di gioco, si diverte con loro. Talvolta, però, il bambino può sviluppare un deciso rifiuto dell'acqua, specie se il momento della nascita è stato particolarmente duro. Infatti, dopo aver vissuto per nove mesi completamente immerso nel liquido amniotico, appena nato il bambino si trova per la prima volta a contatto con l'aria, in un ambiente soggetto a sbalzi termici. Ciononostante, è importante mantenere il contatto del bimbo con l'acqua, aiutandolo a sentirsi sicuro. Di seguito vedremo in che modo.

I primi giorni

Quando il cordone ombelicale è ancora attaccato, è il caso di evitare di fare il bagnetto, perché si rischia di ostacolare il processo di cicatrizzazione. Meglio eseguire solo spugnature con un panno di cotone o di lino imbevuto di acqua tiepida o con una spugna naturale. Si possono lavare il viso e le mani del bambino direttamente con le proprie mani. Non occorre lavare il bimbo in bagno, è sufficiente poggiarlo su un asciugamano sul letto matrimoniale e usare una ciotola d'acqua tiepida. Così il bambino viene rinfrescato e il suo corpo mantiene la sensazione di contatto con l'acqua, ma senza ripercussioni sul processo di mummificazione del cordone. Anche se si tratta di una procedura semplice e veloce, non vuol dire che non possa essere un'occasione per far sentire il bimbo amato e coccolato e per farlo rilassare. Si può quindi nel frattempo mettere un po' di musica classica, o intonare delle ninne nanne, guardandolo e sorridendogli. Dopo le spugnature, è possibile applicare sul corpo del bimbo qualche goccia di olio d'oliva e massaggiarlo delicatamente. In questi giorni, il massaggio è davvero un evento speciale, ed è importante che avvenga nella maniera più leggera e delicata possibile.

Dopo la caduta del cordone

Una volta che il cordone è caduto, invece, si può iniziare a fare il bagnetto al neonato all'incirca ogni due o tre giorni. Come accennato, più che detergere, lo scopo di questo rituale è di dare sollievo, rilassamento e sicurezza al bambino. Perché non la detersione? Perché, nei primi mesi di vita, il neonato non è sporco, dal momento che i pori della sua pelle non producono abbastanza sebo da rendere necessaria una pulizia quotidiana. Anche per questa ragione, il bagnetto potrà essere fatto con semplice acqua o con ingredienti che mirino puramente a coccolarlo.


In genere il bagnetto viene fatto la sera, a chiusura della giornata, in modo tale che il bambino possa addormentarsi serenamente subito dopo. Per evitare che il piccolo risponda violentemente, rifiutando il contatto con l'acqua, si può iniziare con dei bagnetti molto brevi e, se si rasserena, la durata si può prolungare di volta in volta. Alcuni bambini si rilassano appena li si immerge nella vaschetta, altri invece piangono dall'inizio alla fine. Questo non deve spaventare, ma è utile assecondare il desiderio del bambino mostrandogli, al contempo, quanto possa essere piacevole il bagnetto. È poi molto utile che ci siano, se possibile, entrambi i genitori: questo è di grande aiuto sia per il bambino, che in questo modo si sente protetto da entrambi, in continuità con il periodo della gravidanza, sia per i genitori, che possono aiutarsi e sostenersi a vicenda, sia dal punto di vista psicologico che da quello logistico.


Un neogenitore, infatti, può sentirsi a disagio di fronte ai primi bagnetti, e può pensare di non essere in grado di tenere il bambino nella maniera corretta. In realtà, si tratta solo di impratichirsi e adottare qualche semplice abitudine, in modo che la paura lasci finalmente spazio all'istinto. Alcune precauzioni sono nondimeno fondamentali, soprattutto perché il bambino avverte molto chiaramente se la persona che ha di fronte è sicura di ciò che sta facendo o è spaventata, e reagisce di conseguenza. I primi giorni, di conseguenza, rappresentano una scuola importante sia per il neonato sia per i nuovi genitori, e ogni passo può essere portato avanti gradualmente e senza fretta.

La vaschetta

In commercio esistono decine e decine di tipi diversi di vaschette e contenitori per il bagnetto. Niente che possa durare per più di qualche mese: la vasca deve essere cambiata di continuo man mano che il bimbo cresce! Ci sono vaschette più o meno grandi, profonde e sagomate specifiche per bimbi da 0 a 3 mesi, da 3 a 9 mesi, da 9 a 18 mesi. Se dovessimo seguire il marketing, dovremmo avere il bagno pieno di vasche!


Per quanto riguarda le vaschette che si trovano nei fasciatoi si può fare un discorso simile: oltre che costose, sono poco funzionali, poco profonde, e quindi adatte solo a bimbi molto piccoli. In queste vaschette entra poca acqua, e nel giro di pochi mesi il bambino non riuscirà più a stare perfettamente immerso, e rischierà di avere freddo. L'acqua troppo bassa, come suggerisce la pedagogista Grazia Honegger Fresco, rischia peraltro di sviluppare, analogamente alla temperatura troppo alta, una certa diffidenza da parte del bambino. Dopo poco tempo, difatti, i bimbi inizieranno a muoversi e a far schizzare l'acqua per terra, e sarà molto difficile riuscire a tenerli fermi e a farli sentire sicuri nella vaschetta. Spesso poi questi fasciatoi hanno delle rotelle e non sono ben stabili; questo ne aumenta incredibilmente la pericolosità, soprattutto se il bagnetto viene fatto da una sola persona.


In realtà, la soluzione può essere molto più semplice ed economica. Secondo Grazia Honegger Fresco l'ideale è la semplice vaschetta per panni, lunga 70 centimetri e profonda 35. In questo modo, il bambino può rimanere immerso completamente e, quando sarà più grande, il contenitore potrà servire per molteplici altri usi (cosa che, all'opposto, è impossibile con le vaschette ergonomiche e dalle forme particolari pensate esclusivamente per il bagnetto).


Oltre alla vaschetta, sono stati brevettati di recente anche una serie di accessori, come il collarino per proteggere la testa del bimbo dagli schizzi d'acqua. Inutile dire quanto simili attrezzi siano superflui, e quanto possano contribuire all'insicurezza del neonato. Senza dubbio qualche goccia d'acqua finirà sul viso del bimbo, e lui potrebbe lamentarsi per questo, ma è meglio un imprevisto di questo tipo o un'imbracatura che non gli permette di sentirsi libero?

Tutto a portata di mano

Per evitare di allontanarsi dal bambino (che non deve mai essere lasciato solo!) e in generale di distogliere lo sguardo, bisognerebbe avere sempre tutto a portata di mano. Una soluzione può essere quella di appendere alla parete del bagno o della doccia un portaoggetti con diverse tasche, in cui tenere i prodotti utili, gli asciugamani e tutto quello che può, anche in casi eccezionali, essere necessario durante il bagno.

La temperatura dell'acqua

Quando era nell'utero, il bambino viveva a una temperatura costante di 37 gradi. Per questo motivo, di norma si consiglia di fare il bagnetto più o meno a questa temperatura. Spesso, però, per paura che il bambino prenda freddo, si tende ad aumentarla. In realtà, quest'abitudine può avere qualche piccola ripercussione sulla salute attuale e futura del bambino. L'acqua calda porta a un abbassamento della pressione e a una dilatazione dei vasi sanguigni, e in genere porta il neonato a essere molto più sensibile agli sbalzi termici. Molte ostetriche e puericultrici, al contrario, consigliano di far abituare il piccolo, un po' per volta, a una temperatura un po' più bassa (diciamo intorno ai 34 gradi), in modo che la sua pelle venga tonificata dal bagnetto e che la sua salute generale ne benefici. Non si tratta di un abbassamento di temperatura significativo, ma di una diminuzione leggera che può dare la possibilità al bambino di avere una circolazione sanguigna più fluida e una reazione meno sensibile agli sbalzi termici.


Per monitorare la temperatura dell'acqua del bagnetto, ci sono in commercio moltissimi termometri specifici. Ovviamente, basta usare un qualunque misuratore. Dopo i primi bagnetti, peraltro, mamma e papà saranno in grado di misurare la temperatura autonomamente (e non è escluso che possano farlo da subito).

Prima del bagnetto

Innanzitutto, mettete la vaschetta nel box doccia o nella vasca (è consigliabile poggiarla su un tappetino antiscivolo) e iniziate a far scorrere l'acqua. Se potete, controllate la temperatura, in modo che non diventi troppo calda o troppo fredda. Quando la vaschetta è piena per metà, chiudete l'acqua e versate una manciata di amido di riso o crusca d'avena. Anche in questa occasione, potete mettere una musica che aiuti il bimbo a rilassarsi. A questo punto, spogliate completamente il piccolo (in camera da letto, preferibilmente sul lettone), avvolgetelo nell'accappatoio (o nell'asciugamano) e portatelo in bagno. Sedetevi sulle ginocchia o su uno sgabello, trovate una posizione che vi permetta di stare sempre a contatto col bambino senza troppo sforzo e liberate il bimbo dall'accappatoio (che terrete comunque sempre a portata di mano, magari appoggiato a un gancio proprio vicino a voi o in una delle tasche del portaoggetti). Stringetelo a voi affinché non abbia freddo. Assicuratevi che la stanza non sia troppo fredda e, se serve, tenete accesa una stufetta per tutta la durata del bagnetto.


Tenete il bambino sulle gambe e iniziate piano piano a bagnarlo, passando una mano bagnata sulla sua pelle, e quando vi sentite sicuri cominciate a immergerlo nella vaschetta poco per volta, ma con decisione. Con una mano tenete la parte bassa del suo corpo, mentre con l'altra sostenete la nuca e la testa. Quando sarà completamente in acqua, fate scivolare la mano che sostiene la testa (ovvero quella con la quale scrivete) fino al sedere, in modo che il braccio arrivi a sorreggere completamente la schiena del bimbo, e la sua testa sia vicina al vostro petto, in modo che si senta protetto e che voi possiate effettivamente tenere i suoi movimenti sotto controllo. In alternativa, se non vi sentite sicuri, potete continuare a sorreggere solo la testa e la nuca con la mano. È fondamentale mantenere il controllo del collo e della testa del piccolo, più che di ogni altra parte del corpo. Ad ogni modo, se riuscite, con l'altra mano versategli l'acqua su tutto il corpo, sussurrando delle parole che lo facciano sentire sicuro e lo tranquillizzino.


Durante il bagnetto, è molto importante avere una buona presa. Il neonato infatti non ha ancora il pieno controllo delle sue articolazioni, e potrebbe reagire a qualche stimolo esterno in modo brusco, rischiando di sfuggire alle braccia del genitore. Per questo motivo, occorre avere una buona presa ed essere decisi. Non abbiate timore di far male al bambino (la presa sarà comunque delicata!), e sappiate che in questo modo gli infonderete sicurezza.


I movimenti che sto descrivendo diventano, dopo un po', semplici e istintivi, ma per un genitore alle prime armi o per una donna che ha partorito da pochi giorni possono risultare difficoltosi. Per questo, lo ribadisco, è consigliabile fare il bagnetto sempre in due, ed eventualmente farsi aiutare da un esperto (una nonna, per esempio). Molte mamme, dopo il parto, avvertono una grande energia, e possono provare il desiderio di fare tutto da sole, di provvedere al proprio bambino in completa autonomia. Allo stesso tempo, però, durante il periodo puerperale l'organismo ha bisogno di un grande riposo, per cui è sempre importante che la mamma si lasci aiutare in queste operazioni.

Le parole e i gesti

Se il bambino si lamenta o appare spaventato quando è immerso in acqua, cercate di rasserenarlo con parole dolci, di conforto, per fargli sentire che la mamma e il papà sono con lui e non c'è da aver paura. Fategli sentire l'acqua in ogni zona del corpo, in particolare sul viso, accarezzandolo dolcemente. Mantenete sempre il contatto con il suo corpo e cercate il suo sguardo, sorridetegli e, se volete, fategli ascoltare della musica classica o delle ninne nanne. Sono suggerimenti semplici, ma spesso non vengono adottati per fretta o per paura da parte dei genitori. Questa educazione all'acqua, lo ricordo, è importantissima nei primi mesi sotto tanti punti di vista, non ultimo quello psicologico.

I prodotti per la detersione

Per il bagnetto dei primi mesi, è sufficiente versare nell'acqua della vasca dell'amido di riso o della crusca d'avena che, oltre a un blando potere detergente, sono anche incredibilmente lenitivi ed efficaci in caso di irritazioni e arrossamenti da pannolino.


Solo a svezzamento iniziato, cioè quando il bambino inizia a produrre più sebo, più “sporcizia”, perché comincia a ingerire cibi solidi e diversi dal puro latte di mamma, si può cominciare a usare un prodotto detergente vero e proprio. L'ideale è usare un sapone vegetale, meglio se composto da puro olio d'oliva, oppure da olio di mandorle o di riso, e privo di oli essenziali. Il sapone può essere massaggiato direttamente sulla pelle del bambino, e poi emulsionato e sciacquato via con una spugna naturale. Il sapone ha un pH molto basico, e se usato in grandi quantità rischia di seccare la pelle del bambino. Usatelo, quindi, con parsimonia.


Per quanto riguarda i capelli, almeno per i primi anni, è sufficiente (a meno che non ci siano disturbi o esigenze particolari) un lavaggio a settimana. Dal momento che la cute ha un pH acido, sarebbe meglio usare un prodotto specifico per non stressarla. Se i capelli sono radi e dopo il lavaggio appaiono lucidi e puliti, potete comunque utilizzare una saponetta a base di olio d'oliva.

La conclusione del bagnetto

Quando sentite che il bambino non ha più voglia di stare in acqua (in genere, i primi bagnetti non durano che una manciata di minuti) prendete l'accappatoio, appoggiatelo sul vostro petto e avvertite il bambino che state per tirarlo fuori dalla vasca. Sciacquatelo un'ultima volta e sollevatelo (sempre delicatamente, ma con decisione), sostenendo con una mano la nuca e la testa e con l'altra il sederino e i genitali, e appoggiatelo sul vostro cuore. A questo punto, avvolgetelo con l'accappatoio o con l'asciugamano. È importante, qui, che il bambino venga coperto subito, in modo che non prenda freddo, e che la presa sia sicura.


Ora riportatelo sul letto, asciugatelo e, se necessario, idratate la sua pelle con dell'olio o una crema, continuando a parlargli dolcemente e a sorridergli. Se vedete che ne ha voglia, fategli un piccolo massaggio e rivestitelo.

Il massaggio

Fin dai primi giorni di vita, massaggiare il bambino può essere un buon modo per calmarlo e condividere con lui un momento di intimità. Esistono diverse tecniche di massaggio, che agiscono a livelli diversi. Qualcuno suggerisce di fare un massaggio con olio di mandorle prima del bagnetto, per rilassare le articolazioni, mentre altri invitano a farlo subito dopo.


Ad ogni modo, il massaggio favorisce il sonno, allevia le coliche addominali, rafforza il sistema immunitario e ha un effetto incredibile sulla crescita dei bimbi nati prematuri.


Una pratica semplice può consistere in leggeri movimenti circolari su addome, spalle, gambe e braccia. Ricordatevi di andare sempre in direzione del cuore e di evitare di massaggiare il petto e il viso. Se al bambino piace, mettetelo a pancia in giù e massaggiate anche la schiena, evitando la colonna vertebrale. Anche qui, è importante tenere una buona temperatura della stanza e parlare o cantare al bambino. Quando il massaggio sta per finire, avvertite il bambino e continuate ad accarezzarlo per qualche minuto con movimenti sempre più leggeri e delicati, e dopo aver tolto le mani avvolgetelo con un asciugamano e poi rivestitelo con calma.


Esistono altre tecniche di massaggio che vanno ad agire a un livello più sottile. Una di queste è il massaggio bioenergetico dolce di Eva Reich, ostetrica di origine austriaca che sostenne strenuamente il parto naturale e l'allattamento negli Stati Uniti degli anni '50. Nella bioenergetica dolce, al contrario che nel massaggio classico, il principio è quello del minimo stimolo. Eva Reich faceva quest'esempio chiarissimo: se un'ostrica viene colpita si chiude, se invece viene sfiorata si apre. Il massaggio deve essere quindi qualcosa che permetta al bambino di aprirsi, per cui più sarà leggero più sarà penetrante. Sembra solo una bella metafora, ma in realtà si rifà alla legge fisica di Weber-Fechner, che sostiene una relazione inversa tra la percezione e la reale intensità di uno stimolo: in pratica, se si imprime un tocco leggero sulla superficie di un corpo, l'influenza di questa pressione sarà percepita molto in profondità nel corpo stesso. Quando la madre massaggia il suo bambino è un po' come se condividesse con lui le stesse fluttuazioni, così come succedeva in gravidanza: quindi dopo un parto doloroso o una separazione forzata, questo massaggio può servire a riconnetterli. È una pratica assai utile laddove la separazione tra mamma e bambino sia stata difficile e, soprattutto in questo caso, è molto importante che a farlo siano sempre insieme la mamma e il papà1.


La gravidanza può essere il momento perfetto per approfondire questi e altri tipi di massaggio, e in generale per indagare più a fondo le tecniche che aiutino mamma e bambino a creare e a mantenere il loro legame d'amore.

Igiene e cosmesi naturali
Igiene e cosmesi naturali
Maura Gancitano
Idee e ricette per il bambino, la famiglia e la casa.Come scegliere i prodotti di cura per il proprio bambino, pulirlo e idratarlo con dolcezza e nel pieno rispetto della natura. Da alcuni anni l’attenzione nei confronti dell’igiene naturale non solo è in crescita, ma sempre più aziende di detergenti e cosmetici si professano “naturali” ed “ecologiche”, sebbene spesso i loro prodotti non si discostino in nulla da quelli ordinari. Igiene e cosmesi naturali di Maura Gancitano vuole offrire le informazioni necessarie per comprendere davvero come vengano prodotti i cosmetici e perché vengano scelte componenti dannose, per orientarsi nella scelta dei prodotti migliori (evitando trappole e trucchi di marketing), per prendersi cura del proprio corpo e di quello dei bimbi senza ansie e paure e iniziare a produrre da sé tutto ciò che serve all’igiene della casa e della persona. Il libro propone moltissimi suggerimenti utili, insegnando a leggere l’elenco degli ingredienti di un cosmetico, a pulire, idratare e curare il bimbo con dolcezza e a igienizzare l’ambiente in maniera veloce, economica e nel pieno rispetto della natura. Contiene anche numerose ricette per produrre cosmetici e detersivi eco-biologici in casa con pochi e semplici ingredienti. Conosci l’autore Maura Gancitano, mamma, scrittrice, ufficio stampa ed editor, è una grande appassionata di cosmesi e salute naturale.Ha pubblicato racconti su antologie e scritto sceneggiature per lungometraggi e booktrailers.