Sessualità e fuga dalla vulnerabilità
Nella misura in cui il sesso unisce e lega, spinge anche i partecipanti in un territorio di estrema vulnerabilità, un luogo dove i sentimenti possono essere feriti e i cuori spezzati. Quello che il sesso ha unito, non può essere separato senza dolore. Dopo che il sesso ha fatto il suo lavoro e creato un legame, qualsiasi separazione comporterà una lacerazione importante e uno sconvolgimento psicologico, un’esperienza con cui molti adulti hanno sin troppa familiarità. Ripetute esperienze di separazione o rifiuto, dopo il formidabile attaccamento creato dal sesso, possono dar luogo a una vulnerabilità troppo dolorosa da sostenere, inducendo pertanto la paura e l’irrigidimento emotivo.
Tanto è vero che più gli adolescenti sono attivi dal punto di vista sessuale, più si induriscono emotivamente. Questa desensibilizzazione potrebbe sembrare una benedizione, permettendo loro di giocare col fuoco senza bruciarsi ma, come abbiamo detto nei precedenti capitoli, il costo della fuga dalla vulnerabilità è l’inganno ai danni del loro potenziale umano e della libertà e profondità emotiva che li farebbe sentire davvero vivi.
Dedicarsi al sesso non lascerà incolumi gli adolescenti emotivamente induriti neppure nel breve termine. Solo perché non mostrano la propria sofferenza, non vuol dire che non ne patiscano le conseguenze. Meno consapevole è il danno, più profonde potrebbero essere le ferite a livello inconscio. Heather mi disse di essere stata violentata durante uno dei suoi appuntamenti, ma lo fece con un tono noncurante, mostrando che l’evento non aveva avuto alcun impatto su di lei. Non era difficile intravvedere la vulnerabilità che questo atteggiamento smargiasso intendeva coprire, né predire che un tale indurimento superficiale, a meno che non si invertisse la rotta, avrebbe condotto questa ragazza in un territorio pericoloso. Il contatto sessuale che non è in grado di indurre una maggiore vulnerabilità nell’adolescente, porta all’intensificarsi delle difese contro la vulnerabilità stessa. Quando domandai a una giovane cliente perché lei e le sue amiche bevevano così tanto alle feste, ella replicò senza esitare: “Così non fa tanto male quando ti sbattono”.
Uno dei costi estremi dell’indurimento emotivo è che il sesso perde il suo potere di unione. L’effetto a lungo termine è la paralisi dell’anima, mutilando la capacità del giovane di addentrarsi in relazioni nelle quali siano possibile il vero contatto e una genuina intimità. Alla fine il sesso diventa un’attività di attaccamento non vulnerabile; può generare anche dipendenza perché calma momentaneamente la fame di attaccamento senza mai saziarla. La separazione del sesso dalla vulnerabilità può avere un effetto liberatorio sul comportamento sessuale, ma trae origine da un luogo oscuro di desensibilizzazione emotiva.
Per quanto Heather fosse brillante, attraente, trascinante e loquace, non vi era un briciolo di vulnerabilità in niente di ciò che diceva o sentiva. Non sentiva la paura, non ammetteva che qualcuno le mancasse, non era in contatto con la propria insicurezza, e non si sentiva a disagio per niente di ciò che aveva fatto. Anche Nicholas era in fuga dalla vulnerabilità, e questo lo rendeva annoiato, critico, arrogante e sprezzante. Anch’egli era senza timori e libero dai sentimenti di insicurezza, disprezzava i deboli ed era nauseato dai perdenti. Né lui né Heather erano capaci di commuoversi profondamente ed erano entrambi immuni al lavoro di attaccamento del sesso. Tutti e due si erano difesi contro la vulnerabilità già prima di coinvolgersi sessualmente, ma la loro attività sessuale aveva portato il loro indurimento emotivo ad un altro livello.
Heather e Nicholas non erano particolarmente timidi nel parlare delle proprie esperienze sessuali, né con gli amici e neppure con me. Una tale facilità è un interessante ma ingannevole effetto collaterale della fuga dalla vulnerabilità – la perdita del senso del proprio esporsi quando si condividono informazioni personali che di solito vengono considerate intime. Molti adulti restano impressionati dall’apparente apertura dei giovani moderni riguardo al sesso, e lo ritengono un indice di progresso rispetto alla segretezza e alla timidezza del passato. “Non avremmo mai parlato tanto candidamente di certe cose”, disse entusiasta la madre di un quindicenne fortemente orientato ai coetanei. “Alla sua età, saremmo stati troppo in imbarazzo a parlare di sesso”. Ciò che questa madre non vede è che la sfacciataggine e l’assenza di vergogna nel parlare di sesso non hanno niente a che vedere con il coraggio o la trasparenza, ma al contrario con la difesa contro la vulnerabilità. Ci vuole poco coraggio a rivelare qualcosa che non è affatto intimo. Non c’è nulla su cui essere riservati se non ci si sente esposti. Quando il sesso è separato dalla vulnerabilità, non riesce a toccarci abbastanza a fondo da ferirci. Ciò che dovrebbe essere estremamente intimo e personale può essere trasmesso al mondo intero – e spesso è proprio ciò che accade nei programmi spazzatura della televisione.
Per quei ragazzi che ancora sentono abbastanza profondamente e sono vulnerabili a sufficienza da permettere al sesso di compiere il proprio lavoro, fare sesso è come fare un tuffo in emozioni potenti, in un attaccamento inesplicabile e spesso inestricabile, in una vulnerabilità talmente intensa che può a stento essere toccata. Sebbene di solito gli adolescenti facciano sesso per sentirsi più vicini, non fanno conto di restare avvinti l’uno all’altro nel corso del processo. Il tuffo nel mondo della coppia è probabile che li colga di sorpresa, travolgendoli. Alcuni si ritroveranno a cercare di evitare l’inevitabile dolore della separazione aggrappandosi disperatamente all’altro, inseguendolo senza tregua, tenendolo stretto accanitamente. Altri si sentiranno in trappola, soffocati da una intimità a cui non erano preparati, e cercheranno di districarsi il più in fretta possibile. Se entrambe le parti accettano l’effetto coppia, per alcuni adolescenti questo significherà che la propria esitante individualità si ritroverà strangolata dalle forze della fusione, e il senso emergente della propria personalità verrà fagocitato dalla coppia. Non saranno più in grado di riconoscere le proprie preferenze o scegliere senza prima consultarsi con il partner. “Ancora non so se stiamo insieme oppure no”, disse una diciassettenne parlando del suo ultimo partner sessuale, “lui non me l’ha ancora detto”.
Il sesso viene praticato da ragazzini che non hanno il minimo sentore di ciò in cui si stanno cacciando. I più insensibili fra loro sembrano cavarsela perché non possono più affezionarsi e non percepiscono il proprio dolore; la loro invulnerabilità fa sembrare il sesso talmente spontaneo, facile e divertente. Coloro che sentono profondamente la propria vulnerabilità devono aspettarsi una serie di guai: innanzi tutto restare avvinti all’altro, che lo vogliano oppure no, e poi sentirsi lacerare quando la relazione non tiene più.
Visto l’effetto cementante, la vulnerabilità necessaria perché funzioni, e quella evocata nel caso in cui funzioni davvero, a me sembra che dovremmo essere molto più preoccupati per la salvaguardia del sesso. Non si tratta di una cautela dettata da considerazioni morali, ma direttamente dalla comprensione delle conseguenze negative che la sessualità precoce ha sulla salute emotiva dei nostri figli: la supercolla umana non è un gioco per ragazzini.
Visto attraverso la lente della vulnerabilità, il concetto di sesso sicuro acquista un significato completamente diverso – non sicuro rispetto alle malattie o alle gravidanze indesiderate, ma sicuro dal pericolo di essere feriti o induriti emotivamente. Non vi è mai garanzia di sicurezza, in nessun attaccamento, neppure in quelli fra adulti maturi. Non possiamo proteggere a tal punto i nostri ragazzi, però possiamo ridurre il rischio che vengano coinvolti sessualmente in relazioni insoddisfacenti e fugaci. Il sesso degli adolescenti quasi mai si accompagna alla protezione dell’impegno, alla promessa di esclusività, alla tenerezza della considerazione o al sostegno della comunità. È il sesso stesso a non essere protetto, nel senso più profondo – quello psicologico. Una persona non può continuamente “sposarsi” e “divorziare” senza irrigidirsi e desensibilizzarsi, almeno non senza provare molto dolore. La separazione post-coitale è troppo dolorosa. Gli adolescenti non sono più immuni di altri rispetto a queste dinamiche naturali. Di fatto, vista la loro tenera età, la loro mancanza di prospettiva, e la loro naturale immaturità, sono ancor più predisposti degli adulti a essere feriti dalle proprie esperienze sessuali.