prima parte - II

Gioco e giocattoli

Come scegliere i giocattoli

Esistono in commercio numerosi, costosi giocattoli per neonati. Giocattoli che promettono di sviluppare questo o quel senso, questa o quella abilità.


Ma il bambino piccolo non ha bisogno di tutto questo. Non ha bisogno di luci, di suoni, di continue sorprese. Il bambino ha bisogno di braccia, ha bisogno di mani, di un viso. Nessun giocattolo sarà mai altrettanto perfetto e “stimolante” per lui. Ha bisogno di sentire la nostra voce, di far parte della nostra vita. Essa contiene tutti gli stimoli necessari al suo sano sviluppo.


I famosi giochi tutti luci-suoni-musiche possono essere un’alternativa allettante perché, catturando temporaneamente l’attenzione del bambino, offrono ai genitori qualche attimo di calma. Ma se osserviamo con attenzione i nostri figli ci rendiamo conto che in realtà non sono “calmi e tranquilli” ma ipnotizzati, assolutamente passivi. Per non parlare del fatto che in genere le canzoncine o le musichette che caratterizzano questo genere di giochi finiscono con l’esasperarci ancor più delle richieste di attenzione da parte dei nostri bambini.


Un tappeto o un materassino steso sul pavimento e una giostrina appesa a circa un metro di distanza (in modo che non possa afferrarla) contengono stimoli più che sufficienti per un neonato. Potrete creare diversi tipi di giostrina e alternarli regolarmente. Ancora una volta, non c’è bisogno di luci e suoni, né di ingranaggi, motorini e batterie che muovano la giostrina, che oscillerà spontaneamente grazie agli spostamenti d’aria presenti in una casa piena di vita.


Fitzhug Dodson, psicologo e autore di numerosi libri sulla genitorialità tra cui Your child: Birth to age 6 (Fireside, 1986), sostiene che il giocattolo ideale rappresenti 10% del gioco. Il restante 90% deve venire dal bambino.


Più il gioco è rudimentale, più a lungo suscita interesse, e il suo uso può evolvere con la crescita del bambino. Proprio per questo spesso i bambini si interessano più allo scatolone che al contenuto, più all’etichetta che al pupazzo.


Stendete il vostro bambino sul pavimento (su un tappeto o una trapunta) e non legato in sdraiette e seggiolini. Libero di esplorare lo spazio circostante e il proprio corpo, ne acquisirà pian piano il controllo. Imparerà da solo a girarsi, a sollevarsi, poi a gattonare e a camminare. È fondamentale che il bambino abbia libertà di movimento e che l’ambiente che lo circonda sia adatto e sicuro, sgombro da eventuali pericoli.


Imparate a fidarvi del vostro bambino. La natura è meravigliosamente congegnata e le varie tappe dello sviluppo si susseguiranno senza bisogno di forzature. Abbiate l’umiltà di osservarlo e di incoraggiarlo senza intralciarlo con aspettative precise o con interventi non necessari. Siate presenti, non invadenti: saper osservare è una delle cose più importanti e più difficili da imparare per un genitore.


Quando il bambino inizia ad acquisire maggiore autonomia, è bene incoraggiarlo lasciandogli tutta la libertà possibile. E con questo non intendo che bisogna lasciargli tirare giù le tende o giocare con i fili elettrici in nome della libertà, ma che bisognerebbe cercare di organizzare la casa, o almeno la sua cameretta e il soggiorno, perché sia “a misura di bambino”. Il piccolo dovrebbe potersi muovere senza impedimenti, senza rischiare di farsi male o di fare danni, e senza sentirsi dire continuamente “no”. In questo modo potrà sviluppare indipendenza e spirito di iniziativa, senza aver sempre paura di sbagliare e di essere sgridato. Sarebbe opportuno togliere di mezzo oggetti fragili, preziosi e pericolosi finché non avrà imparato a comprenderne il valore. Non è necessario sbarazzarsene; basterà sistemarli in alto, fuori dalla sua portata.


Il bambino che ha una certa libertà di movimento, e che ha a portata di mano pochi oggetti solidi, interessanti e di qualità con i quali sperimentare, inizierà a giocare per conto suo, purché siate comunque nei paraggi. Al contrario, il piccolo al quale è vietato andare là, toccare questo o quello, correre, o saltare, avrà bisogno del vostro aiuto per trovare qualcosa da fare senza essere sgridato.


Il bambino libero di esplorare acquisisce maggiore autonomia, maggiore fiducia in se stesso, e maggiori abilità pratiche. Il bambino che aiuta la mamma a lavare le verdure sviluppa in maggior misura i sensi (che poi sono solo cinque, anche se certe pubblicità promettono di svilupparne molti di più) di quello seduto di fronte alla girandola luminosa. Certo, magari ci sarà un po’ d’acqua sul pavimento, ma indovinate chi sarà felice di asciugare? Proprio lui, il vostro bambino. In questo modo avrà imparato a svolgere un compito, a controllare che tutto sia in ordine, a sistemare eventuali “danni” provocati, rendendosi conto che la responsabilità è sua, ma senza viverla come un peso. Se pensate di insegnare queste cose ai vostri figli quando saranno adolescenti… buona fortuna!


E che dire del riordinare? Se riusciamo a convincere i nostri figli che riordinare fa parte del gioco, eviteremo musi lunghi e discussioni; a tale fine, è importante che il numero dei giocattoli sia limitato e che ognuno abbia un proprio posto ben preciso. L’ordine è molto importante non solo per la mamma, ma anche per il bambino perché se vive nel caos, avrà il caos anche nella sua testa. Fino ai tre anni i bambini amano l’ordine e impareranno senza sforzo i gesti necessari a mantenerlo. Questi poi rimarranno come un’ottima abitudine per il resto della loro vita.


Purtroppo i materiali naturali stanno a poco a poco scomparendo dalle nostre case e dalle nostre vite. Il legno, ad esempio, materiale antico, poetico, carico di storia e di significato, porta in sé la storia dell’albero, il lavoro dell’uomo, la cura e il rispetto per la natura. È un materiale gradevole al tatto, solido e sicuro. I giocattoli in legno durano tutta la vita e possono passare di generazione in generazione, aumentando il loro valore affettivo e la connessione tra genitori e figli e rinforzando le tradizioni familiari e il senso di appartenenza.


Scegliere un gioco di qualità, come una figura intagliata nel legno, ad esempio, è un segno di rispetto nei confronti del bambino. Il cavallo di legno sarà forse più costoso di quello di plastica, ma durerà tutta la vita e sarà trattato con maggiore rispetto, insegnando al bambino il valore delle cose, frutto del duro lavoro dell’uomo. Ce ne sarà uno e non dieci, e grazie alla sua unicità sarà ancora più prezioso.


Educandoli al gusto delle cose belle e di qualità, al rispetto e alla cura delle proprie cose, aiuteremo i nostri figli a cercare e a creare bellezza intorno a sé, nella loro vita, nel mondo.


I giocattoli dovrebbero essere facilmente accessibili, a portata di mano, in soggiorno o nella stanza nella quale la famiglia passa più tempo e non solo nella camera dei bambini. Un piccolo scaffale ordinato o un cestino dei tesori non comprometteranno certo l’aspetto estetico della vostra casa; soprattutto se ogni giocattolo ha un suo posto ben preciso. Questo rende l’ambiente gradevole e ordinato e rassicura il bambino che, perfettamente in grado di riporre ogni oggetto al proprio posto, si sente competente e impara a tenere in ordine. Ovviamente è indispensabile dare l’esempio, mantenendo lo stesso comportamento. Limitare il numero di oggetti presenti in casa e assegnare a ciascuno il proprio posto è un’ottima idea anche per mamma e papà.

Se i giocattoli con finale aperto1 sono preziosi per stimolare la creatività, anche i giochi con un fine preciso hanno la loro utilità e sono per il bambino fonte di piacere. Infilare una determinata forma nel foro corrispondente o comporre un puzzle può essere per il bambino una grande fonte di soddisfazione. Giochi di questo tipo forniscono inoltre quello che Maria Montessori definisce il controllo dell’errore. Il bambino capisce da solo se ha effettuato l’azione corretta o meno. Se il cubo entra nell’apposito foro, l’operazione è corretta. Se invece non ci passa, significa che c’è un errore. Non c’è bisogno di interferire, se non per mostrare al bambino, le prime volte, il corretto funzionamento del gioco. Basterà mostrargli il procedimento e lui vorrà imitarci.

Se poi vuole usare i pezzi del puzzle per costruire una capanna, lasciatelo fare. Quando avrà finito, mostrate l’esempio iniziando a riporre i pezzi nella propria scatola e il vostro bambino vi imiterà.


Quando volete premiare, coccolare o semplicemente far piacere al vostro bambino, sorprendetelo con un pic-nic all’aria aperta, con una passeggiata in riva al mare o con un’uscita “a due” (particolarmente importante se avete due o più figli). In questo modo eviterete di associare la felicità all’acquisto di un nuovo gioco o al cibo.


Pensate anche a creare dei semplici giocattoli per i vostri figli. Quelli fatti a mano con materiali naturali permettono ai bambini di rinforzare il legame con la persona cara che ha lavorato, con passione e amore, per creare l’oggetto in questione e con la natura, nel rispetto della stessa. Essendo in genere giochi semplici e con finale aperto, questi consentono per di più al bambino di esprimere liberamente la propria creatività.


Realizzare giocattoli per i nostri bambini fa bene anche a noi, genitori moderni, sempre occupati e spesso in preda ai sensi di colpa. Lavorare con amore per creare un gioco destinato ai nostri figli può aiutarci a compensare il fatto di non poter trascorrere con loro tutto il tempo che vorremmo.

Creare giocattoli per i nostri bambini ci permette inoltre di avere il massimo controllo sulla qualità di ciò che diamo ai nostri figli, il che non accade con i giocattoli di produzione industriale. Negli ultimi anni milioni di articoli per l’infanzia sono stati ritirati dal commercio per motivi diversi, ad esempio:

  • presenza di sostanze tossiche (piombo, formammide, ftalati…)

  • rischio di soffocamento

  • rischio di strangolamento

  • pericolo di lesioni

  • rischio di bruciature

Gioielli per bambine verniciati al piombo, trucchi contenenti sostanze tossiche, giocattoli con piccole parti calamitate che, se accidentalmente ingerite, potrebbero causare perforazioni intestinali, tappetini da gioco pieni di formammide (sostanza cancerogena). Giocattoli rimasti sul mercato per mesi, in alcuni casi addirittura per anni, prima di essere ritirati per i motivi sopra citati. Sharon Lamb e Lyn Mikel Brown, autrici del libro Packaging Girlhood2 citano alcuni esempi di giocattoli ritirati dal commercio per i motivi sopra elencati negli ultimi anni:

  • Circa 1 milione di giocattoli “Dora l’esploratrice”

  • 683 mila Barbie con il cagnolino Tanner

  • 675 mila accessori vari per Barbie

  • 7 milioni e 300 mila Polly Pocket

  • 30 mila kit “rossetto, ciondolo e braccialetto”

  • 80 mila braccialetti, collanine e ciondoli per telefono cellulare destinati alle bambine

  • 12 mila lettori cd e mp3

  • 71 mila spille

  • 500 mila ciondoli per bambine al piombo rimasti sul mercato per ben cinque anni

Gioco e condizionamenti

Nel suo libro Playful Parenting, Lawrence J. Cohen sottolinea un aspetto importante dei giocattoli ispirati alle serie televisive.


Gormiti, Winx e compagnia, “oltre ad essere un modello di dubbio valore, limitano sensibilmente le possibilità di gioco creativo. I bambini tendono ad attenersi al “copione” ideato dai produttori e a ripetere il gioco così come è stato impacchettato e venduto”. Rafforzati dalle serie televisive nelle quali questi personaggi vanno in scena, questi scenari lasciano poco spazio alla creatività. X combatterà sempre con Y, sarà sempre amico di Z e di rado interverranno nuovi personaggi o nuove situazioni. Un pezzo di legno potrà diventare pistola, ma anche mazza da baseball, personaggio immaginario o cucchiaio. Un Pokémon difficilmente potrà essere altro che un Pokémon.


Nella scelta di un giocattolo per i nostri bambini, è importante chiedersi qual è l’uso che ne potranno fare. Si tratta di un gioco che incoraggia l’immaginazione e la sperimentazione oppure di un turbinio di luci e suoni che il bambino non potrà che osservare in silenzio?


È importante anche prediligere i giocattoli appropriati in base all’età del bambino. Non cedete alla tentazione di acquistare giochi per un’età superiore pensando di stimolarlo maggiormente: non farete che frustrarlo. E nemmeno toglietegli quelli “per bambini piccoli” se vi gioca con piacere, pensando che possano “ritardarlo”.

Creare insieme

Un tempo i giochi erano fatti in casa per necessità. Oggi è soprattutto per piacere che i genitori creano giocattoli per (e con) i loro figli. Un giocattolo realizzato dai genitori, magari con la partecipazione del bambino, ha un significato molto più profondo. A cominciare dai materiali, di solito recuperati in casa tra gli oggetti familiari, passando dall’esperienza condivisa, dal tempo trascorso insieme, dalla trasmissione del sapere e dalle competenze necessarie al processo creativo. Il tempo che il genitore dedica all’attività creativa condivisa o destinata ai propri bambini arricchisce l’oggetto di tutta la carica emotiva della quale un giocattolo acquistato sarebbe privo.


Dando al bambino l’opportunità di creare da sé i propri giochi, gli permettiamo di realizzare ciò che davvero gli sta a cuore; ciò di cui ha realmente bisogno. Quasi mai i giochi già pronti e impacchettati corrispondono al 100% ai bisogni profondi del bambino.


Mostrare al bambino che ciò che desidera può essere creato è infine un modo formidabile per incoraggiare lo spirito di iniziativa e la capacità di affrontare i problemi.

La stanza dei giochi

Ecco alcuni consigli utili per organizzare lo spazio da gioco, sia esso una sala giochi vera e propria, la cameretta dei bambini o un angolo nel salotto.


Per cominciare, ricordate che “meno è meglio”. Passate al vaglio tutti i giocattoli dei vostri figli. Alcuni non vengono mai utilizzati; altri provocano più capricci che divertimento; altri ancora, non adatti all’età del bambino, possono risultare molto frustranti se non addirittura pericolosi.


Un numero eccessivo di giocattoli (e di oggetti, o di stimoli in generale) non fa che confondere il bambino. Scegliete i suoi giocattoli preferiti del momento, a cui potrete affiancare altri giochi il più possibile “aperti” (che si prestano a diversi utilizzi mettendo in gioco la creatività) e sistemateli in ordine su ripiani bassi, che il bambino possa agevolmente raggiungere da solo.


Dai tre anni in su potrete proporre piccoli oggetti come biglie, sassolini, conchiglie, costruzioni, puzzle, che conserverete in piccole ceste disposte in modo da essere accessibili.


La classica cesta dei giocattoli è in genere un pozzo senza fondo. Ci si butta di tutto, senza cura, senza rispetto, senza nemmeno farci caso. La stanza sembra in ordine ma ritrovare un determinato gioco diventa un’impresa. Risultato: disordine e frustrazione.


Selezionare un numero limitato di giochi (che potrete alternare ogni tanto con altri per tenere vivo l’interesse senza per forza doverne acquistare di nuovi), dando a ciascuno il proprio posto, incoraggia il bambino a mantenere l’ordine. Date l’esempio iniziando a riordinare al termine di ciascuna attività. Fatelo cantando, ballando, ridendo; fate in modo che riordinare sia parte integrante del gioco. Il vostro bambino farà altrettanto.


Lasciate spazio al gioco libero. Le dimensioni di questo spazio varieranno in base alle vostre possibilità, ma è importante che i bambini abbiano almeno un’area nella casa nella quale potersi muovere senza impedimenti.


Proprio come voi vi prendete cura di loro, i vostri bambini amano prendersi cura delle bambole. Attraverso l’imitazione imparano i gesti quotidiani e praticano l’empatia. Potrete allora allestire un angolo nel quale riporre le bambole, dare loro da mangiare, coricarle prima di andare a letto. Mettere a nanna le bambole è un gesto che può entrare a far parte del rituale della sera, preparando il bambino al sonno.


Ispirato alla didattica steineriana, il tavolo delle stagioni è un semplice spazio in un angolo della casa nel quale raccogliere elementi naturali legati alla stagione in corso. Fiori, foglie, pigne, castagne, sassi e chi più ne ha più ne metta. I tavoli delle stagioni steineriani sono spesso abitati da folletti, animali e altre creature in legno, lana o tessuto, realizzate insieme ai bambini.


Appendete uno o più cristalli davanti alla finestra. Quando i raggi del sole li attraverseranno, la vostra casa sarà rallegrata da una moltitudine di arcobaleni.


Dopo aver predisposto questo meraviglioso e confortevole spazio di gioco per i vostri bambini, non dimenticate di uscire all’aperto! Se il calore della vostra casa è rassicurante, è là fuori che vivrete le esperienze più straordinarie!

Le armi giocattolo

Quella delle armi giocattolo è una questione delicata. Possiamo vietarne l’uso, ma… che fare quando i nostri figli iniziano a sparare con un pezzetto di legno o con una pistola di legno? O ad assaltare diligenze con il coltello di legno intagliato da papà per poter giocare alla cucina?


Censurare questo tipo di gioco è possibile. Tuttavia, questa soluzione risolve di rado il problema. Un provvedimento del genere creerà senz’altro tensioni e spingerà il bambino a sperimentare questo tipo di gioco di nascosto, quando i genitori non sono presenti o quando sono distratti. E vi priverà di un’occasione di gioco condiviso.


Con un po’ di immaginazione possiamo riuscire a “dirottare” l’aggressività simbolica caratteristica di questo tipo di gioco verso una direzione del tutto inaspettata. Nel suo libro Playful Parenting, Cohen parla della “Pistola dell’amore”:

Quando, durante una delle sue sedute di “gioco-terapia”, il bambino gli puntò addosso una pistola, il dottor Cohen reagì con prontezza: “Ah, hai trovato la pistola dell’amore! Quando vengo colpito da uno dei suoi proiettili non posso resistere: vengo investito dall’amore per la persona che ha sparato”. Il bambino reagisce con un misto di stupore e scetticismo, poi spara. Colpito da quell’arma bizzarra il dottore inizia a rincorrere il bambino per poterlo stringere tra le braccia e riempirlo di coccole.

Dal gioco della pistola nasce un gioco ad alto contatto, senza bisogno di divieti o prediche.


Ancora una volta, la chiave sta nella condivisione. Partecipando al gioco dei vostri figli potrete dargli una direzione differente. Se il vostro bambino vi spara, potete cadere a terra feriti e chiedere aiuto, offrendogli la possibilità di trasformarsi in medico o in soccorritore. Chiudendovi alla comunicazione e imponendo regole rigide, spesso prive di senso agli occhi dei bambini, invece create un muro tra voi e loro.

Anche Bettelheim sdrammatizza l’importanza delle armi giocattolo:

“Così come il fatto che il bambino giochi con i camion o con le costruzioni non significa che il bambino diventerà camionista o architetto, così il fatto che si interessi alle armi giocattolo non significa che farà uso di armi in futuro. Al contrario lo psicologo ritiene che la paura dei genitori che il figlio diventi un violento sia ben più dannosa che qualsiasi tipo di arma giocattolo. Niente è più importante della convinzione, da parte dei genitori, che il loro figlio è una persona buona e che tale resterà. Questo lo aiuterà ad avere fiducia in se stesso evitando che senta il bisogno di agire in modo aggressivo nei confronti degli altri”.3

L’aggressività che il bambino scarica attraverso il gioco non ha nulla a che vedere con un comportamento criminale. Riflette invece ciò che il bambino vive ogni giorno (rivalità tra fratelli, collera nei confronti dei genitori) permettendogli di esprimere le proprie emozioni con conseguenze accettabili. Anche in questo caso, una volta raggiunto l’obiettivo inconscio, una volta espressa l’aggressività suscitata da un evento o da una situazione particolare, il bambino passerà con naturalezza ad altro.


Spesso poi il desiderio del bambino è quello di proteggersi e non di aggredire. Essere privato della possibilità di rassicurarsi proprio da coloro che dovrebbero proteggerlo può essere destabilizzante.


Molto più che una ramanzina sulla brutalità della guerra, presumibilmente troppo astratta per il bambino piccolo, può essere utile, sempre secondo Bettelheim, confrontarlo alle conseguenze di un ipotetico gesto brutale: “E ora [che mi hai sparato] chi scalderà il tuo latte? Chi ti porterà a prendere il gelato?”

I travestimenti

Un gioco senza tempo che diverte i bambini di tutte le età stimolando la creatività e l’immaginazione. Anche in questo caso, non è certo necessario acquistare l’ultimo, costosissimo costume ufficiale del nuovo personaggio proposto dai cartoni animati.


Una scatola contenente quadrati di tessuto, corone intrecciate, vecchi cappelli, cinture fuori moda e scarpe ormai smesse offrirà ai vostri bambini tutto ciò che serve per permettere alla loro fantasia di spiccare il volo. Rovistate nei vostri armadi e cassetti, in soffitta e in cantina. Nei mercatini dell’usato, poi, troverete veri e propri pezzi da collezione.

Giochi con me?
Giochi con me?
Claudia Porta
Tanti modi creativi per accompagnare i nostri figli nella crescita.Tante idee per imparare a giocare con i bambini, creare giochi fai da te e divertirsi nella natura, stimolando la creatività e la fantasia dei nostri figli. Da bambini, tutti sappiamo giocare. Crescendo però smettiamo gradualmente di farlo, per poi accorgerci che non ne siamo più capaci. Ed è qui che ci vengono in aiuto i nostri figli: attraverso il gioco è possibile infatti creare un legame profondo con i bambini e, se restiamo in ascolto, potremo capire molto di più di ciò che riescono a esprimere a parole. Claudia Porta presenta, oltre ad alcune riflessioni sull’importanza del gioco nei suoi diversi aspetti, molti progetti creativi alla portata di tutti, da realizzare con e per i bambini.Giochi con me? diventa, così, anche un libro per trasmettere ai più piccoli il valore del lavoro e il rispetto per ciò che ne risulta, perché comprendano che ciò che non esiste si può sempre inventare. Conosci l’autore Claudia Porta è autrice, blogger e insegnante di yoga e di meditazione. Dal 2007 vive in Provenza e cura il blog lacasanellaprateria.com. Organizza anche corsi di yoga e meditazione guidate.