seconda parte

Tradizioni dal mondo

Il Koinobori

Il 5 maggio in Giappone si celebra la festa dei bambini. In occasione di questa ricorrenza, i giapponesi confezionano i Koinobori: carpe di stoffa che, come bandiere, vengono issate in cima a un’asta e lasciate fluttuare nell’aria.

Su Stopar’s Mansion22 ci raccontano che:

Ogni famiglia che vanti uno o più figli maschi, per l’occasione segnala orgogliosamente al mondo la propria ricchezza issando sul tetto, per mezzo di corde, in cima a una lunga asta di bambù, tante carpe quanti sono i bambini in casa.

La prima carpa, la più grande, è nera e rappresenta il padre. La seconda, rossa, la madre. Le altre (blu, verde, viola, arancione) in ordine decrescente, gli altri figli. In origine venivano rappresentati solo i figli maschi. Oggi la tradizione si è estesa a tutti i bambini della famiglia.


Se volete creare dei koinobori di carta come i nostri, troverete in fondo a questo libro il cartamodello da fotocopiare in quattro diverse dimensioni.

Il Kamishibai23

Il Kamishibai è un po’ teatrino un po’ televisione, anche se la sua origine, giapponese, è antica. Kami in giapponese vuol dire carta e shibai storia.


Dagli anni ’20 agli anni ’50, anno dell’avvento della TV, nella sola Tokyo ci sono stati più di 25.000 narratori ambulanti, gaito kamishibaya… E ancora oggi è usato nelle scuole del Giappone, nell’ambito di programmi didattici specifici.


Si tratta di una specie di cornice a cui sono applicate due ante come quelle delle finestre, che fanno da sipario. Il Kamishibai chiuso, quello che si compra già fatto, è dotato di manico, sembra una valigetta, da qui la suggestiva definizione di “valigia di storie”, o “racconti in valigia”.


Il narratore infila i disegni da un lato della cornice e li sfila dall’altro, mentre ne legge sul retro le rispettive didascalie, cioè i testi della storia, suddivisi nei diversi momenti rappresentati ognuno da un disegno.


In genere una storia è fatta di 12-14 disegni numerati in sequenza.

Con questo strumento la storia si dinamizza più che se fosse scritta in un libro. I bambini sono sensibilizzati a un rapporto più vivo tra immagine e parola. La presenza del Kamishibai in una stanza, preferibilmente in un ambiente piccolo e raccolto, crea magicamente la giusta condizione di attenzione e di ascolto, indispensabile per un coinvolgimento del bambino a tutti i livelli di percezione. Questo effetto è ancora più forte se il narratore riesce a mantenere costante e vivace il contatto visivo con i bambini. È utile inoltre caratterizzare i personaggi della storia con voci diverse: questa tipizzazione permette l’empatia tra i bambini e i personaggi, e le conseguenti identificazioni.


Il bello del Kamishibai è che possiamo farcelo da soli con l’aiuto dei bambini; non deve essere necessariamente di legno, può essere costruito in cartone utilizzando delle scatole.

Possiamo poi inventare insieme le storie e realizzare i disegni su semplici fogli A4, quelli della stampante, per intenderci, o utilizzare delle fotografie stampate, che i bambini contribuiranno a mettere in sequenza e a manovrare nel Kamishibai.


Occorrente:

  • uno scatolone

  • forbici

  • nastro adesivo

  • nastro di cotone


Tagliate dei pezzi di cartone delle seguenti dimensioni:

  • 32 x 25

  • 32 x 21

  • 15 x 21 (x2)


Il primo pezzo (32x25) sarà la cornice del vostro kamishibai. Ritagliate un’apertura che sia leggermente più piccola di un foglio A4, che diventerà lo “schermo” del vostro kamishibai.


Ripiegate l’estremità superiore e quella inferiore in modo che il vostro rettangolo vada a combaciare con l’altro pezzo di cartone (32x21) e incollate i due in modo da ottenere una specie di cornice.


Fissate le ultime due parti di cartone sul retro della cornice in modo da creare due “sportelli” ai quale fisserete il nastro che potrà essere annodato per chiudere il kamishibai.

Il Bai Jia Bei24

Cosa regalereste a un bambino per tenerlo abbracciato e proteggerlo simbolicamente? Non è una copertina quello a cui state pensando? Allora visualizzate una coperta patchwork realizzata cucendo insieme cento riquadri di stoffe diverse che cento tra amici e parenti vi abbiano regalato per completarla. Cento pezzetti di stoffa, ognuno abbinato a un nome e a un augurio personalissimo indirizzato al bambino che arriva. Cento pezzetti di stoffa per una coperta che dovrà tramandarsi di generazione in generazione. È il Bai Jia Bei.


Narra la leggenda che l’ultima imperatrice della dinastia Qing, che era l’unica tra le concubine che aveva dato un erede all’imperatore, costretta ad abbandonare il suo bambino, per proteggerlo da ogni insidia pensò di chiedere a cento famiglie tra quelle più in vista dell’Impero di offrire ciascuna un pezzo della seta più bella, con cui confezionò un lungo abito per suo figlio, cosicché il principino fu simbolicamente rivestito di nobiltà e fortezza e degli auspici dei maggiorenti dell’Impero.


Così in Cina è nata la tradizione del Bai Jia Bei, usanza che perdura tuttora, allo scopo di attirare sul bambino tutte le forze benefiche provenienti dalle persone che gli vogliono bene, in modo che sia protetto per tutta la vita dalle avversità.

Bai = 100

Jia = famiglie

Bei = da

Bai Jia Bei = da cento famiglie.

Istruzioni da comunicare ad amici e parenti per realizzare il Bai Jia Bei:

  1. Scegliere e ritagliare un riquadro di stoffa di cotone 100% delle dimensioni di 25 cm x 25 cm (per consentire di cucirlo ad altri analoghi riquadri di stoffa) che in qualche modo vi rappresenti e rappresenti l’augurio che volete fare al bambino a cui è destinato (potrebbe essere anche dipinto o ricamato a mano da chi lo regala);

  2. ritagliare un ulteriore pezzetto della stessa stoffa delle dimensioni di 6 cm x 6 cm da allegare al biglietto di auguri che scriverete per il bambino in arrivo, in modo che il riquadro di ciascuno possa essere successivamente individuato;

  3. Inviare il tutto al destinatario.

L’acchiappasogni

L’acchiappasogni è un oggetto tradizionale dei nativi americani. Originariamente realizzato con rami di salice intrecciati e appeso sulla culla dei neonati. La sua forma circolare ricorda il movimento del sole nel cielo. La ragnatela ha come funzione quella di filtrare sogni e pensieri, trattenendo quelli negativi, che scompariranno allo spuntar del sole, e lasciando passare solo quelli belli.


Il fatto che fossero realizzati in salice e tendini ne faceva degli oggetti intenzionalmente effimeri, destinati a non durare, proprio come l’infanzia.

Le piume rappresentano il respiro, l’aria. Per le bambine si utilizzavano in genere piume di gufo, che auspicavano la saggezza. Per i maschi piume di aquila, per invocare il coraggio. Queste distinzioni non erano rigide.

Alla tela può essere aggiunta una pietra, che rappresenta il ragno e che ha un effetto prevalentemente decorativo.

Occorrente:

  • telaio da ricamo

  • filo

  • piume

  • colla

  • una perlina (facoltativo)


Annodate un’estremità del filo al telaio da ricamo, aperto. Fissatelo con una puntina di colla per facilitare le operazioni successive.


Arrotolate il filo intorno al telaio, come nel disegno, fino a farne tutto il giro. Annodate e fissate nuovamente con la colla.


Con un nodo, fissate un secondo filo al primo e arrotolatelo come fatto in precedenza. Ripetete l’operazione finché non resterà più che una piccola apertura al centro. Terminate con un nodo. Se lo desiderate, potrete inserire una perlina nel punto che preferite.


Inserite la parte esterna del telaio da ricamo e appendete il vostro acchiappasogni. Se i vostri bambini sono piccoli, potrete appendere il l’acchiappasogni sulla culla o sul tappeto da gioco. Potrete modificarlo trasformandolo in giostrina appendendolo in orizzontale con le piume fissate tutto intorno.


Per i più grandicelli, appendetelo sopra il letto e non dimenticate di raccontare loro la storia.


Questa può essere anche un’originale idea regalo fai-da-te per gli amichetti, da accompagnare con un libricino fatto in casa nel quale si spiega la storia e la funzione dell’oggetto.

Storia: al tempo degli indiani Asibikaashi la donna ragno, che consideravano creatrice del mondo e protettrice degli uomini, aveva un modo per assicurarsi che il sole tornasse sempre a scaldare e illuminare le loro terre. Ogni mattina, prima dell’alba, tesseva una tela che serviva a catturare la luce del sole. Quando le popolazioni hanno iniziato a spargersi in tutto il Paese, la donna ragno non poteva più essere dappertutto contemporaneamente. Le donne di ogni famiglia hanno quindi preso il testimone e iniziato a tessere queste tele per i loro cari, in particolare per i bambini.


Intrecciavano rami di salice e tendini per creare queste tele magiche (di forma circolare, come il movimento del sole nel cielo) che servivano non solo ad auspicare il ritorno del sole ma a proteggere il bambino dai brutti sogni, che rimanevano intrappolati nella tela e sparivano allo spuntar del sole. Solo quelli belli potevano passare attraverso la tela e giungere fino al bambino.


Alle loro tele, le mamme aggiungevano piume di uccello per invocare per i loro figli le qualità dell’uccello stesso (piume di gufo per la saggezza, di aquila per il coraggio…).


Appeso sopra il letto di ogni bambino, l’acchiappasogni serviva a ricordargli che era al sicuro, e a proteggerlo dai brutti sogni e dai cattivi pensieri.

Giochi con me?
Giochi con me?
Claudia Porta
Tanti modi creativi per accompagnare i nostri figli nella crescita.Tante idee per imparare a giocare con i bambini, creare giochi fai da te e divertirsi nella natura, stimolando la creatività e la fantasia dei nostri figli. Da bambini, tutti sappiamo giocare. Crescendo però smettiamo gradualmente di farlo, per poi accorgerci che non ne siamo più capaci. Ed è qui che ci vengono in aiuto i nostri figli: attraverso il gioco è possibile infatti creare un legame profondo con i bambini e, se restiamo in ascolto, potremo capire molto di più di ciò che riescono a esprimere a parole. Claudia Porta presenta, oltre ad alcune riflessioni sull’importanza del gioco nei suoi diversi aspetti, molti progetti creativi alla portata di tutti, da realizzare con e per i bambini.Giochi con me? diventa, così, anche un libro per trasmettere ai più piccoli il valore del lavoro e il rispetto per ciò che ne risulta, perché comprendano che ciò che non esiste si può sempre inventare. Conosci l’autore Claudia Porta è autrice, blogger e insegnante di yoga e di meditazione. Dal 2007 vive in Provenza e cura il blog lacasanellaprateria.com. Organizza anche corsi di yoga e meditazione guidate.