La natura favorisce l’ascolto
Sirene spiegate, frastuono dovuto al traffico, un allarme che suona, concerti chiassosi, musica a tutto volume, ecco i tipi di suoni noti come inquinamento acustico, in grado di mettere spesso i bambini nello stato di allarme del combatti o fuggi. In una simile condizione non sono più in grado di prestare attenzione a ciò che hanno di fronte (Frick e Young, 2012). Il nostro corpo non è fatto per stare in un costante stato di allarme e di stress; essere esposti ogni giorno per ore all’inquinamento acustico può nuocere sul serio alla salute dei bambini.
Un gruppo di neuroscienziati ha di recente realizzato uno studio sui ratti per misurare la loro risposta a livelli di rumore che andavano da moderatamente alti a intensi, per più di un’ora. Hanno scoperto che in effetti l’esposizione prolungata a rumori forti altera il modo in cui il cervello elabora il linguaggio, potenzialmente aumentando la difficoltà nel distinguere i suoni del linguaggio stesso (Red et al., 2014). Se il rumore è in grado di alterare il funzionamento del cervello di un ratto, esiste la possibilità che possa alterare anche quello umano. Se così fosse, i bambini esposti regolarmente a rumori forti rischierebbero di avere difficoltà nell’elaborazione di ciò che sentono.
Di contro, i ricercatori hanno scoperto che i suoni della natura hanno un effetto ristoratore. In uno studio condotto all’Università di Stoccolma, quaranta adulti sono stati esposti a suoni della natura e ad ambienti rumorosi dopo aver completato un calcolo aritmetico impegnativo e stressante. I ricercatori si sono resi conto che il sistema nervoso simpatico si riprendeva più in fretta se il soggetto ascoltava i suoni della natura anziché gli stimoli rumorosi (Alvarsson, Wiens, e Nilsson, 2010). Se i rumori forti prodotti dall’uomo riescono ad alterare la funzionalità cerebrale diminuendone l’efficienza, e se i suoni della natura (come le onde che si infrangono o i grilli che friniscono) hanno invece un potere terapeutico, è sensato spingere affinché i bambini vivano più a contatto con la natura per promuovere e garantire una positiva integrazione sensoriale.
Si trae un grande beneficio anche dall’ascolto degli uccelli. Molti bambini in terapia occupazionale indossano speciali auricolari un paio di volte al giorno per un paio di mesi se hanno problemi a prestare ascolto e di udito. La musica che sentono è modulata in modo specifico e in alcuni casi contiene suoni della natura pensati apposta per migliorare l’umore del bambino, il suo livello di attenzione, le abilità di ascolto (come quella di rispondere in fretta al proprio nome), le interazioni sociali e il livello di attività. I suoni della natura accendono il centro del cervello preposto all’ascolto e aiutano i bambini a orientarsi per capire il posto che occupano nello spazio (Frick e Young, 2012).
I risultati di questi programmi di terapia occupazionale sono incredibili. Dopo aver partecipato a un programma di ascolto, la maggior parte dei bambini compie sostanziali progressi almeno in un paio di ambiti, per esempio migliorando le proprie abitudini di sonno, la propria capacità di controllo emotivo e quella di rispondere al proprio nome con prontezza ed efficacia (Frick e Young, 2012).
In uno studio si chiedeva ai bambini di disegnare autoritratti. Prima dell’ascolto di suoni naturali preregistrati, i bambini disegnavano ritratti a cui mancava il naso o con le braccia troppo in basso, oppure i corpi sembravano galleggiare nello spazio; mancavano inoltre dettagli, colori ed espressioni. Dopo tre mesi di partecipazione a un programma di ascolto, gli stessi bambini si disegnavano con i piedi per terra, su una collina erbosa o una spiaggia per esempio, circondati da dettagli coloratissimi, fra cui piante, terra e arbusti. Erano rappresentate tutte le parti del corpo, molte facce sorridevano e c’erano molti più dettagli e colori (Frick e Young, 2012).
Ho intervistato Mary Kawar (MS, OT/L), una terapista occupazionale pediatrica che studia la relazione fra i sistemi vestibolare (equilibrio), uditivo e visivo. Lavora a stretto contatto con gli sviluppatori di un programma di ascolto americano molto noto. Le ho chiesto se la coscienza spaziale dei bambini sarebbe stata influenzata anche dal semplice trascorrere più tempo all’aria aperta ascoltando il canto degli uccelli. Mi ha risposto: “Assolutamente sì!”.
I suoni degli uccelli aiutano il nostro orientamento spaziale. Per esempio, un suono potrebbe provenire da lontano a destra, un altro da sinistra, e i diversi cinguettii vi aiuterebbero a localizzare la vostra posizione in relazione al suono che sopraggiunge. In ogni caso, visto che l’inquinamento acustico riduce seriamente gli effetti terapeutici dei suoni naturali, è meglio allontanarsi dai rumori cittadini per raccogliere i benefìci che derivano dall’ascolto del canto degli uccelli. I suoni della natura, col tempo, riescono a migliorare lo sviluppo sensoriale del bambino.