CAPITOLO VIII

Il mio bambino sarà pronto per stare all’aperto?

Un giorno ho ricevuto la telefonata di un’organizzazione no profit a sostegno di genitori di bambini con bisogni speciali.

“Ci piace quello che sta facendo a TimberNook!”, mi disse l’uomo all’altro capo del telefono.


Era interessato all’organizzazione di incontri mensili a TimberNook per i genitori del suo gruppo. Mi chiedeva se potevano visitare la struttura e se c’era la disponibilità di spazi al chiuso per tenere gli incontri. Spiegai che la “struttura” consisteva nel bosco e che non avevamo edifici tranne casa mia. Li invitai comunque per una visita. Il giorno prefissato, si presentarono due uomini vestiti in modo semi formale; ci sistemammo nel bosco, non il posto migliore per giacche e cravatte. Dopo aver visto le classi all’aperto, ripercorremmo il sentiero verso casa e il parcheggio.


“Potremmo vedere anche l’interno della casa?” chiese uno dei due.

“Beh…”, esitai, “Certo, ma per quale motivo vorreste vedere l’interno di casa mia?”

“Vede, i boschi sono senz’altro belli ma agli incontri ci saranno neonati e bambini molto piccoli, i genitori non potranno certo metterli per terra! Ci chiedevamo se gli incontri avrebbero potuto tenersi dentro casa”, mi spiegò.


Stare all’aperto nella natura offre ai bambini piccoli, inclusi i neonati, un ambiente ideale in cui sviluppare il propri sistemi sensoriali. Anzi, prima sono messi a contatto con la natura, migliori saranno le probabilità di evitare molti dei problemi di cui abbiamo discusso nel primo capitolo. Anche i bambini appena nati traggono beneficio dallo stare all’aperto. Le esperienze fatte nella natura gettano delle robuste fondamenta per la vita successiva e per l’apprendimento scolastico, sono persino in grado di rendere più profondo il legame fra voi e vostro figlio, creando ricordi duraturi.


Questo capitolo offre modi semplici per iniziare i bambini – da zero a dodici mesi – al contatto con la natura. Descrivo anche numerosi dei benefici comprovati per quei bimbi piccoli che trascorrono con regolarità del tempo all’aria aperta, insieme a tantissimi consigli perché non si facciano male.


La natura è estremamente benefica per i più piccoli e non nuoce affatto gattonare e sgambettare in un bosco, anzi, fa un gran bene! È ciò che dissi ai due signori dell’organizzazione no profit che avevano qualche riserva sul mettere per terra i bambini durante gli incontri. Spiegai loro che tenere le riunioni nel bosco avrebbe dissipato i preconcetti per cui i bambini piccoli e i neonati non dovrebbero stare all’aria aperta. Soprattutto, sarebbe stato un ottimo esempio per i genitori, che avrebbero osservato i loro piccoli esplorare la natura e destreggiarsi nell’ambiente naturale, facendone esperienza diretta, ogni settimana padroneggiando nuove abilità e provando una varietà di sensazioni diverse.


Come è stato per i genitori che alla fine hanno partecipato agli incontri all’aperto, vedere vostro figlio che si nutre della ricchezza di un ambiente naturale è molto più efficace e intenso che parlare dell’importanza della natura nello sviluppo della prima infanzia durante una conferenza tenuta al chiuso. Anche i più piccoli possono provare le gioie della natura e raccoglierne i frutti dal punto di vista sensoriale. Perciò non esitate! Uscite oggi stesso con i vostri piccini! Nelle pagine che seguono vi spiegherò come sfruttare al meglio il tempo da trascorrere all’aperto.


I neonati nella natura (da zero a sei mesi)

I bambini vengono al mondo delicati, vulnerabili, e con un’enorme capacità di adattarsi alle esperienze sensoriali che li circondano. Possiedono già la maggior parte dei neuroni e tutti i sensi sono intatti; le ossa, i muscoli e i legamenti sono al loro posto. 

Tuttavia, per poter iniziare a muoversi con efficacia e capire il mondo, i piccoli hanno bisogno di entrare spesso in contatto con un ambiente sensoriale ricco e vario (seppur non soverchiante). 

La natura ce lo offre, ci regala proprio l’ambiente giusto in cui far fiorire i bambini molto piccoli, dando loro un senso di pace e stimolando i sensi ad adattarsi di continuo e a evolvere in sistemi più maturi.


Passeggiare all’aperto

I neonati ricavano benefici immensi, su molti piani diversi, dall’essere portati a spasso all’aria aperta. 

È un’attività ce li fa uscire da sdraiette, seggiolini etc., accende i loro sensi e dà loro la libertà di allungare e mettere alla prova il proprio corpo in modi nuovi.


Lasciare da parte gli accessori

Mi rifaccio spesso al motto “tutto ma con moderazione”, in tutti gli aspetti del mio lavoro e della mia vita privata. Trovo che si adatti alla perfezione all’enorme armamentario di cui i genitori si servono per trasportare i bambini più piccoli. Io non faccio eccezione, mi piace usare passeggini e zainetti, che sono perfetti in certe occasioni; tuttavia, fa un gran bene portare in braccio/fascia il vostro bambino ogni volta che ne avete l’occasione. Questo intensificherà la sua esperienza sensoriale e svilupperà i muscoli.


Gli accessori per trasportare e tenere i bambini sono molto ben progettati oggigiorno, con campanelli e fischietti che li tengono occupati e rendono più semplice al genitore lo svolgimento del suo lavoro. I problemi sorgono quando i piccoli restano in questi contenitori per tutto il tempo, fenomeno che è oggi sempre più frequente (si veda il secondo capitolo). Sono strumenti che intralciano lo sviluppo umano alterando i tipi e la frequenza delle pressioni gravitazionali esercitate sui tessuti del bambino. Le conseguenze dovute al trascorrere gran parte della giornata in questi contenitori vanno dal ritardo nel raggiungere le pietre miliari dello sviluppo, fino a danni permanenti, come modificazioni nella forma dell’incavo in cui ha sede l’anca e alterazioni negli schemi di deambulazione (Crawford, 2013).


I neonati sono davvero elastici e flessibili, ossa e muscoli non sono ancora del tutto formati, il modo in cui si muovono e la frequenza con cui lo fanno può alterare il peso esercitato sul loro corpo e avere ripercussioni sulla forma delle ossa e lo sviluppo muscolare. La “testa piatta”, per esempio, è un effetto che deriva dal troppo tempo trascorso sdraiati sulla schiena, spesso in un contenitore. La testa viene sagomata in obliquo, con una forma inclinata che la fa apparire asimmetrica. Inoltre, l’adattamento all’ambiente delle ossa avviene in tutto il corpo, non solo sulla testa. L’uso eccessivo di accessori per neonati impedisce anche quell’attivazione muscolare che è necessaria allo sviluppo di un corpo forte e capace (Crawford, 2013).


Le sensazioni che derivano dall’essere portati

I neonati beneficiano dello stimolo sensoriale che si accompagna all’essere portati, soprattutto all’aperto. Quando chi li porta passa il peso da un fianco all’altro, i piccoli sperimentano un cambiamento nella forza di gravità. È una forza che costringe i muscoli e le ossa ad adattarsi e irrobustirsi; stimola, inoltre, i sensi legati al movimento e alla posizione. Cambiando la posizione del bambino mentre si cammina, si muovono i fluidi nel suo orecchio interno e si stimola il sistema vestibolare (l’equilibrio). Proprio come un muscolo che si rafforzi con l’uso, i nostri sensi si organizzano meglio quanto più sono stimolati, come già visto nel secondo capitolo. Variando la durata del tempo in cui si tiene in braccio un bambino, e la frequenza con cui gli si cambia posizione, si veicola moltissimo del meraviglioso stimolo vestibolare.


Quando si portano in braccio i neonati, si dà loro l’opportunità di spingere gli arti contro il corpo dell’adulto, fornendo uno stimolo a giunture e muscoli. Questo aiuta a calmarli e a gettare le fondamenta di quelle abilità che infine li metteranno in grado di controllare la forza e la direzione dei propri movimenti, il che è essenziale per uno sviluppo efficace delle capacità motorie.


Una delle prime cose che i neonati imparano è mantenere dritta la testa e controllare la muscolatura oculare; portarli appoggiati alle spalle in posizione verticale dà loro l’opportunità di esercitarsi a tenere gli occhi e il collo stabili mentre vi muovete. Più li portate in questa posizione, più occasioni avranno di padroneggiare l’integrazione sensoriale avvalendosi dei muscoli oculari, del movimento e della percezione gravitazionale dovuta all’orecchio interno, delle sensazioni muscolari legate al collo, e poter in tal modo farsi un’idea chiara del mondo che li circonda. Questa integrazione dei sensi gioca un ruolo importantissimo per la sopravvivenza ed è essenziale allo sviluppo di un controllo di base della testa e degli occhi, che servirà in seguito per guardare e ascoltare. Lo sviluppo prosegue per qualche anno e getta le basi per abilità più complesse, come la lettura e l’equilibrio (Ayres, 2000).


Se i bambini sono sempre posizionati in quegli accessori per l’infanzia che sorreggono la testa e il collo, il vitale processo di integrazione dei muscoli del collo e oculari insieme ai sensi di movimento non avverrà. La conseguenza sarà una cattiva postura, la disorganizzazione sensoriale e l’incapacità a ricevere informazioni sensoriali adeguate in merito alla posizione occupata nello spazio. Pertanto, andare con i neonati all’aperto, portandoli in braccio in modo che siano costretti a esercitarsi nel tenere la testa dritta, consente loro di avere sin da subito quell’indispensabile riscontro motorio.


Uscire a piedi accende i sensi

Andare a piedi con il piccolo al seguito offre una gamma di sensazioni tutte in una volta. Se, per esempio, tenete vostro figlio rivolto verso l’esterno mentre lo portate in giardino, gli consentirete di integrare i sensi del movimento, la pressione degli arti contro il vostro corpo (propriocezione), il riscontro visivo delle immagini dei fiori, il suono degli uccelli che cinguettano tutt’intorno e il tenero profumo dei boccioli. Inizierà a creare associazioni (e ricordi) fra queste sensazioni che si attivano all’unisono, dando vita a collegamenti significativi con il mondo che lo circonda1.


Alla nascita gli occhi non sono ancora ben organizzati e la natura offre un’intensa gamma di stimoli visivi da osservare senza che il sistema visivo del neonato ne venga sopraffatto. Mentre fissano un fiore o una foglia colorata, imparano a controllare gli occhi senza incrociarli, fanno anche pratica sull’inseguimento di oggetti in movimento, come una farfalla che svolazza nei paraggi o una formica troppo grossa che si arrampica sul formicaio.


I suoni della natura sono ritmici e tranquillizzanti, come lo sciabordio delle onde, oppure risvegliano l’attenzione, come gli intensi richiami dell’aquila o il grido stridente della martora. I suoni in natura aiutano i bambini a orientarsi nell’ambiente che li circonda perché si sentono una varietà di suoni a diverse frequenze e da distanze diverse tutto intorno a loro. Queste variazioni aiutano la formazione di una forte consapevolezza spaziale. I neonati rispondono ai rumori anche girando la testa verso la fonte del suono, e magari con pianti o sorrisi. Reagire al rumore è il primo mattone dello sviluppo linguistico (Ayres, 2000).


La combinazione di vento sul viso, sensazioni di calore e di cambiamento della temperatura, odori diversi e persino gusti, sono tutti stimoli sensoriali a cui i bambini vengono esposti quando si trovano all’aperto d’abitudine, e questo li dispone a un sano sviluppo sensoriale.


Avere accesso limitato ai grandi spazi aperti diminuisce la quantità di stimoli sensoriali che un bambino potrebbe ricevere in un solo momento.


La natura offre davvero un bagaglio completo per il bambino in crescita. Vi servono altre prove? Provate questo veloce esercizio: fate finta di essere un neonato; siete seduti su un trasportino e osservate chi si occupa di voi mentre piega i panni puliti in soggiorno. La osservate muoversi, la ascoltate mentre intona un motivo e sentite gli odori familiari di casa; ogni tanto percepite anche il movimento casuale delle vostre membra.


Ora immaginate di essere tenuti in braccio all’aperto mentre chi vi porta stende il bucato, muovendo il corpo da una parte e dall’altra; questo vi obbliga ad adattarvi e a sentire la pressione sulle diverse parti del corpo, costringendovi a usare nuovi muscoli, a sperimentare ogni volta la percezione di nuovi movimenti e posizioni. Avete notato un uccello che vola e lo seguite con lo sguardo; Filbert, il vivace cane di casa, è arrivato e raccoglie nel prato un giocattolo da masticare, catturando il vostro sguardo un attimo prima di scartare correndo verso sinistra. Vi arriva il cinguettio di uccelli distanti, ma voi siete concentrati sul suono tenero e vibrante che proviene dalla laringe di chi vi tiene in braccio, proprio accanto alle vostre orecchie. Il calore del sole vi inonda e vi riscalda, sebbene una tenue brezza vi solletichi la pelle morbida. Sentite l’odore del bucato che è prossimo al vostro viso, in contrasto con quello del prato appena tagliato. Starsene accoccolati in braccio è confortevole e rassicurante.


In entrambi gli scenari, il bambino è esposto a stimoli diversi, tuttavia, stare all’aperto permette di avere una molteplicità di sensazioni contemporanee per ciascun sistema sensoriale. Ricevere più sensazioni costringe i recettori ad adattarsi di continuo e la conseguenza è un sistema sensoriale più sviluppato e organizzato. Questi adattamenti rappresentano l’inizio dell’intelligenza. Tutte le abilità accademiche sono il prodotto finale di esperienze senso-motorie ricche e varie, avvenute dalla nascita alla prima infanzia (Ayres, 2000).


Stare all’aperto calma i più piccoli

La natura è l’ambiente sensoriale ideale per ogni bambino piccolo. Non solo stimola i sensi e rappresenta per essi una continua sfida ad adattarsi e svilupparsi in sistemi più complessi, ma neppure li soverchia. Al contrario, si conosce l’effetto calmante e pacificante che la natura ha sui bambini molto piccoli. Non è un caso che i pediatri consiglino di tranquillizzare i neonati che soffrono di coliche portandoli all’aperto. Genitori e assistenti all’infanzia nei Paesi nordici (Nord Europa, Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca) lo sanno e da anni mettono a dormire i neonati all’aperto nelle carrozzine, perlopiù incuranti del freddo e del tempo inclemente.


Nei nidi svedesi i bambini vengono messi fuori a dormire anche con le temperature più fredde. Una puericultrice ha rassicurato una giornalista della BBC dicendole che se le temperature scendono al di sotto dei 15 gradi sotto zero, si mette una coperta sopra la carrozzina per proteggere il bambino, ma perlopiù il piccolo resta fuori. È comune osservare intere file di carrozzine allineate nella neve quando è l’ora del riposino. Gli svedesi lo fanno per promuovere la salute, la resistenza fisica, e ridurre l’esposizione dei bambini ai germi e ai raffreddori che si diffondono più facilmente al chiuso. Non solo si ritiene che l’aria fresca faccia bene ai bambini, ma secondo una ricerca e un sondaggio fra genitori finlandesi, i bambini dormono più a lungo quando sono all’aperto (Tourula, Isola, e Hassi, 2008).


Il ministro del lavoro finlandese raccomanda in modo specifico questa pratica; la sua guida per i genitori li sollecita a far dormire i bambini all’aperto nelle carrozzine, anche a temperature inferiori ai 17 gradi sotto zero, e già a partire dalle due settimane di vita. Il ministro ritiene che stiano meglio all’aperto anziché dentro casa e che non ci sia alcun pericolo per i neonati, basta che siano vestiti in modo adeguato (Lee, 2013). La maggior parte delle scuole materne e dei nidi nei Paesi nordici concede ai bambini moltissimo tempo, se non quasi tutto, all’aperto – svegli o addormentati che siano.


La tendenza di molte delle nostre idee sulla genitorialità è quella di dipendere dalla cultura; è facile avere una panoramica di ciò che crediamo sia necessario per promuovere un sano sviluppo nei bambini anche solo dando uno sguardo alle abitudini tipiche della nostra regione. Ci facciamo prendere con facilità dalle ultime tendenze in materia di pedagogia se le leggiamo sui giornali o le riviste, tuttavia, per sviluppare appieno il potenziale dei nostri figli, faremmo bene ad ampliare i nostri punti di vista e scegliere le pratiche e le ricerche migliori da molte culture diverse, per capire quale sia l’approccio più adatto a far crescere figli sani e forti. Talvolta, questo richiede una mente aperta e la volontà di cercare le risposte in altri Paesi, non solo nel nostro.


“Per terra” all’aperto

Trascorrere ogni giorno parecchio tempo per terra è essenziale allo sviluppo dei muscoli del tronco e della parte superiore e inferiore del corpo. Mentre spingono verso terra, i bambini lavorano contro la gravità, sviluppando un forte senso propriocettivo e dando inizio al controllo posturale. Su tutto questo si fonderà la stabilità, un’efficace coordinazione grosso-motoria e, in seguito, lo sviluppo delle abilità legate alla motricità fine. Mettere i bimbi di pochi mesi per terra all’aperto – su una coperta o sul prato – esalta immensamente la loro esperienza sensoriale.


  • I bambini che passano del tempo per terra, sdraiati sulla pancia o sulla schiena, hanno diverse opportunità di muovere gambe e braccia in libertà per interagire con il mondo circostante. Possono raggiungere i fili d’erba e strofinarci sopra le manine per sentire la sensazione di formicolio sui palmi sensibili. Possono smuovere un po’ di terra di fronte a loro, percependo i piccoli granelli sottili sui polpastrelli. Queste sensazioni sviluppano e affinano il tatto sulle mani, sui piedi e su altre parti del corpo che entrano in contatto con il mondo naturale.

  • Se i piccoli sono a pancia sotto, girare la testa per guardare gli insetti volanti e gli uccelli sviluppa ancor più il controllo basilare dei muscoli del collo e degli occhi, entrambi necessari per poter vedere e sentire. Non è necessario farsi in quattro per organizzare al bambino esperienze sensoriali; madre natura ci ha già pensato. Il vento leggero, l’ondeggiare delle erbe e delle piante, il calore del sole, la novità rappresentata dai suoni naturali, gli insetti in movimento, tutto coinvolge i sensi, invita il piccolo a prestare attenzione e a interagire con l’ambiente. Ecco che si formano collegamenti e ricordi. A ogni nuova interazione, i bambini si adattano e imparano dall’esperienza, migliorando sempre più le proprie abilità motorie e sensoriali.


Perché portare fuori i neonati

Per riassumere, trascorrere tempo all’aperto aiuta i bambini di pochi mesi a mantenersi sani e contenti, a sviluppare ossa e muscoli forti, a rilassarsi, a integrare e organizzare i propri sistemi sensoriali, a preparare il terreno per la regolazione emotiva e per abilità neurobiologiche e motorie più complesse. Quelli che seguono sono alcuni suggerimenti per le uscite all’aperto.


Portateli. Portateli in braccio o in fascia all’aperto, con regolarità, soprattutto da svegli. Riservate l’uso di accessori e trasportini per quando dormono. Essere portati da svegli permette un contatto intimo con il genitore, che è importante per stabilire un legame forte e imparare a regolare le emozioni. Inoltre, portare il proprio bambino fa sì che sia tenuto in una varietà di posizioni diverse mentre vi muovete, favorendo un salutare senso del movimento e della gravità.


A pancina in giù sul prato. Non abbiate timore a lasciare il bambino prono sul prato, soprattutto se sa tenere su la testa per lunghi periodi; sarà una straordinaria esperienza sensoriale. Con tantissime cose da guardare, sarà motivato a spingersi sui gomiti per osservare il mondo attorno a lui.


Toccare cose nuove. Quando i neonati sono distesi per terra, sulla pancia o sulla schiena, di solito esplorano il mondo che li circonda con le mani, i piedi e la bocca. È così che iniziano a percepire il tatto. Quando passeggiate con il piccolo, avvicinatevi ad alberi e piante, fategli sentire la ruvida corteccia sul palmo soffice della mano, fategli afferrare una foglia e schiacciare un fiore. Se siete prossimi a una piccola pozza, fategli penzolare i piedini nell’acqua per sentire la sensazione umida e fresca, fategli pestare i piedi e schizzare l’acqua.


Riposino all’aperto. Fate come le famiglie nordiche e concedete al bambino un bel riposino all’aria aperta; l’aria fresca gli farà un gran bene ed è molto probabile che il suo sonno durerà più a lungo. Una madre americana mi ha confessato di aver deciso di seguire il consiglio della zia svedese e ha messo a dormire fuori il figlio di pochi mesi. Il piccolo era come “svenuto” e ha dormito oltre un’ora in più del solito. Accertatevi solo che i vestiti siano appropriati al clima.


Mangiare all’aperto. Che allattiate o diate la formula, non c’è ragione per non farlo all’aperto. Stare fuori vi permette molta più libertà di movimento con il piccolo a seguito, senza essere costrette a trovare un angolo adatto per allattarlo o nutrirlo quando siete al chiuso; inoltre la pace della natura lo tranquillizza e lo conforta.


Aumentare il tempo complessivo trascorso all’aperto. Più è il tempo che passerete fuori, meglio sarà per il piccolo. Godetevi l’aria fresca, il panorama, gli oggetti intorno, le foglie secche crepitanti fra le manine che le accartocciano, la sensazione del vento che soffia dolcemente sulla pelle e l’aria fredda dei mattini gelidi che punge il naso. Vecchie e nuove sensazioni si mescolano per dar vita a esperienze sempre diverse, ricordi, sfide che si rinnovano. Le occasioni di crescita sensoriale e neurologica sono sconfinate all’aperto; la natura offre un’esperienza sensoriale senza paragoni grazie alla quale esplorare e conquistare nuove abilità.


Bambini piccoli nella natura (da sette a dodici mesi)

Quando i neonati crescono, sperimentano l’eccitazione del movimento in modi nuovi e diversi. Le esperienze varie sono soprattutto importanti fra i sette e i dodici mesi, per aiutare la consapevolezza del proprio corpo e la conquista di nuove abilità senso-motorie. 

Dopo il sesto mese i piccoli iniziano ad apprezzare esperienze di movimento più impegnative, come essere lanciati in aria, andare a cavalluccio sulla schiena di chi li porta, girare vorticosamente tenuti sotto le braccia e ballare su e giù in braccio all’adulto. Strisciare e gattonare su mani e ginocchia integra molti sensi e permette al bambino di sentirsi abbastanza indipendente da esplorare i dintorni per conto proprio (Ayres, 2000).


Muoversi nella natura offre molte nuove sfide al piccolo ormai mobile; al posto della superficie sempre liscia di gran parte degli ambienti interni, gattonare e strisciare all’aperto offre un’esperienza sensoriale ricca e varia, esaltando ancor più il processo di organizzazione sensoriale.


Giocare fuori sviluppa la competenza

Giocare all’aperto è essenziale per un bambino piccolo che sta crescendo. È attraverso movimenti ampi di tutto il corpo che iniziano a svilupparsi mappe sensoriali e motorie, quelle che portano a una efficace percezione spaziale. Manipolando piccoli oggetti all’aperto, come ghiande e fili d’erba, i piccoli imparano a usare le manine e le dita. Gattonando sui terreni irregolari tipici degli ambienti esterni, si comincia a sviluppare l’equilibrio, la stabilità e la coordinazione. La dottoressa A. Jean Ayres scrive: 


Il gioco espande la competenza. Forse al bambino questa competenza non servirà che più in là nella vita, ma non la svilupperà abbastanza a meno che non giochi con efficacia da piccolo

(2000).


I piccoli, così come i più grandi, hanno bisogno di tempo per muoversi ogni giorno all’aperto. Devono cimentarsi con il corpo, la mente e i sensi, esplorando il mondo attorno a loro.


La sfida dei terreni irregolari per i più piccoli

Le superfici naturali non sono lisce e piane, le loro proprietà mutano di continuo; vanno dal duro al morbido fino alle consistenze intermedie; dal caldo al freddo, dall’umido al secco; salgono e scendono. Tutti questi cambiamenti mettono alla prova il sistema sensoriale del bambino che deve adeguarsi e adattarsi mentre gattona e impara a camminare. Maggiore è il livello di adattamento richiesto, più organizzati e affinati saranno i sensi. Al contempo, le diverse sensazioni tattili e di temperatura aumenteranno la tolleranza del bambino a questo tipo di esperienze.


Facciamo un altro esercizio: immaginate di avere undici mesi e di gattonare all’aperto. Iniziate su un sentiero di terra abbastanza in piano; vostro fratello maggiore gioca nei paraggi e cattura il vostro sguardo, iniziate a gattonare verso di lui, avete i pantaloncini ma sentite lo stesso la durezza del terreno. I sassolini e la terra compatta vi premono sul palmo delle manine mentre vi muovete. Avete un riscontro tattile intenso e potete distinguere i sassolini un po’ più grandi dai granelli di terra. Raggiungete infine il prato e, appena iniziate a muovervi sulla superficie molto più comoda e bitorzoluta, avvertite subito un sollievo della pressione esercitata su mani e ginocchia. Vi dirigete lungo un leggero pendio che vi obbliga a un adattamento dei muscoli e dei sensi di posizione.


Il pendio si fa più scosceso e non ci siete abituati, perdete l’equilibrio per un momento e cadete sulla pancia e sul petto. La maglietta si è tirata un po’ su e il prato vi fa un delicato solletico sul pancino. Determinati a raggiungere vostro fratello, che ora si sta arrampicando su un albero, vi rimettete a gattoni e proseguite il vostro viaggio sul terreno accidentato. La pressione che cambia sulle mani modella e disegna con maestria gli archi palmari, cruciali per sviluppare le abilità di precisione della motricità fine.


Il sole caldo vi batte sulla schiena, ma per fortuna la brezza è un sollievo e alla fine raggiungete un punto più ombroso su cui alcuni alberi si stagliano alti. Sollevate lo sguardo verso uno di essi e stavolta cadete di lato. Le cadute continue e i continui aggiustamenti del corpo, il tornare di nuovo in posizione, vi aiutano a sviluppare una buona consapevolezza spaziale, aumentano la vostra capacità di spostarvi con precisione nell’ambiente. Giungete infine dove si trova vostro fratello.


Il terreno è soffice, pieno di delicati aghi di pino, gattonate fino alla quercia su cui lui si è seduto, lassù in cima. Spostate il peso sui fianchi e le gambe, così potete raggiungere l’albero e aggrapparvi alla corteccia ruvida, dura e piena di solchi, che corre attorno alla sua base. Entrambi i palmi si aggrappano al tronco ruvido e vi issate in piedi; rivolgete lo sguardo in alto a vostro fratello mentre lottate per mantenere l’equilibrio. Lui vi guarda e pronuncia il vostro nome; l’odore di corteccia aleggia ancora mentre ricambiate il suo sorriso, ed ecco che un legame è stretto, un ricordo si è formato.


Più il bambino piccolo fa pratica, muovendosi su superfici accidentate e irregolari mentre vive sensazioni mutevoli prodotte dall’ambiente, più regolerà le proprie sensazioni e si muoverà con abilità e precisione. Variazioni nella forza di gravità e nel carico sulle diverse parti del corpo creano ossa e muscoli più forti. Anche gli impulsi che arrivano alle articolazioni e ai muscoli aumentano, migliorando la capacità di regolare la distanza e la forza necessarie a eseguire i movimenti con efficacia. Cambiare direzione comporta, poi, una stimolazione massima dell’orecchio interno, contribuendo a sviluppare un sistema d’equilibrio abile e capace. Più si muove, più cade, più sensazioni sperimenta, più è in grado di padroneggiare nuove abilità motorie e di migliorare l’organizzazione e l’integrazione sensoriale. Il risultato è un bambino forte e agile.


Gettare le basi del linguaggio e della memoria

Giocare all’aperto offre una gamma di esperienze che sono il presupposto per lo sviluppo del linguaggio e la formazione della memoria. La combinazione di sensazioni inedite e molteplici, con tante cose da vedere, movimenti e odori, aiuta a creare forti associazioni fra l’esperienza e il suo significato. Poiché nella natura si vivono esperienze multisensoriali, si creano più appigli per fissare un oggetto o una situazione, cosicché l’elaborazione mentale di quel particolare oggetto o situazione sarà più sviluppata.


Quando, per esempio, un bambino arriva a toccare e poi elabora il pelo soffice di un alpaca, sta anche elaborando l’odore penetrante della fattoria, la reazione dell’alpaca che si protende verso di lui, e infine i versi delicati dell’animale. Queste sensazioni aiutano il piccolo a capire e assimilare appieno tutta l’esperienza, oltre a stimolare forme basilari del linguaggio mentre cerca di imitare i versi dolci dell’alpaca. Nasce così un legame e l’esperienza sarà più facile da ricordare. Quando incontrerà di nuovo un alpaca, quasi certamente gli farà dei piccoli mugugni di richiamo.


Come portare fuori i più grandicelli (fino a due anni)

La natura è tanto necessaria al nostro sistema sensoriale quanto lo è il buon cibo per la salute. Abbiamo bisogno di trascorrere del tempo a contatto con la natura per capire il mondo attorno a noi e sviluppare un sistema senso-motorio più abile e maturo – la base di tutte le capacità intellettuali. Pertanto è vitale permettere ai bambini piccoli di trascorrere tempo all’aperto sin da subito. Ecco alcune idee per quando si fanno più grandicelli.


Continuate a portarli e tenerli in braccio. Quando passeggiate all’aperto con il piccolo in braccio, permettetegli di sostenere quanto più possibile il proprio peso. Mentre si volta a osservare qualcosa sposterà il corpo, consentitegli questa libertà di movimento fra le vostre braccia. La pressione del suo corpo contro il vostro è una sensazione organizzante, invia importanti impulsi ai muscoli e alle articolazioni, migliorando, in ultimo, la consapevolezza del proprio corpo. Inoltre, tenersi al genitore permette di rafforzare i muscoli del cingolo scapolare e del busto (pancia, schiena e diaframma). Questi muscoli devono essere ben sviluppati per una corretta stabilizzazione che sostenga l’organizzazione sensoriale a un livello più elevato, come quando bisogna regolare le emozioni e i livelli di eccitazione, coordinare i movimenti in modo fluido ed efficiente e avere una buona percezione dello spazio.


Esplorazioni in cortile. I piccoli non hanno bisogno di molto spazio da esplorare, un pezzetto di prato farà al caso loro. Fateli arrampicare su un masso, rotolare nell’erba e strapparne i fili, gattonare sotto rami bassi o in nicchie e fessure. Sono esperienze che li aiuteranno a esercitarsi con le abilità motorie mentre prenderanno confidenza con il proprio corpo e lo spazio che li circonda.


Giochi nel fango. Le “scatole sensoriali” sono di gran moda; si tratta di semplici contenitori riempiti con sostanze tattili come riso, fagioli, sabbia o acqua. Spesso un bambino si siede o sta in piedi di fronte alla scatola sensoriale e gioca con le sostanze usando le mani. È un modo per portare al chiuso esperienze sensoriali rivolte ai bambini piccoli, però richiede tempo, costa, è confinato in uno spazio limitato e spesso crea disordine e sporca. Far giocare un bambino in una pozzanghera di fango è una cosa libera e naturale e non bisogna ripulire – a parte il bambino! Giocare nel fango significa coinvolgere tutto il corpo in un’esperienza coinvolgente e significativa. Se poi ci si aggiungono elementi quali il sole, una pioggerella leggera, il vento e i suoni della natura, l’esperienza sensoriale si arricchisce in modi che nessuna scatola sensoriale potrà mai eguagliare.

Per incoraggiare ancora di più il gioco, sistemate qualche pentolina e cucchiai di legno accanto alla pozzanghera fangosa, i piccini giocheranno con il fango appiccicoso lanciandolo, mettendolo nei contenitori e poi svuotandoli, tirando calci dentro la pozzanghera e schizzando, mandando gridolini di gioia: un’esperienza di gioco davvero divertente.


Sotto la pioggia. Proseguendo nella stessa direzione, fateli giocare fuori anche se piove, magari quando non è troppo freddo. Fate sentire al piccolo la pioggerella tiepida che con delicatezza gli cade sulle braccia e la fronte; sistematelo nei pressi di qualche pozzanghera (non dentro) e fate decidere a lui se entrarci dentro oppure no; dategli oggetti galleggianti da osservare e prendere. È un’esperienza che coinvolge tutto il corpo e permette di sperimentare la sensazione del bagnato in tanti modi significativi.


Sulla spiaggia. La spiaggia offre una grande varietà di sensazioni; permette di andare gattoni e sentire la sabbia sulle mani e le ginocchia mentre ci si muove sulla sua superficie irregolare ma morbida. L’odore del mare, il placido sciabordio delle onde, il richiamo degli uccelli marini e tutte quelle sensazioni che richiamano l’attenzione di un bambino piccolo pur senza turbarne la pace mentre è intento ad esplorare. Dategli contenitori di misure diverse che possa riempire con acqua e sabbia.


Picnic nel parco. Se non siete circondati dalla natura, scegliete un parco in cui trascorrere una giornata. Portate un pranzo al sacco, spuntini e acqua per restare il più possibile. I parchi nazionali e regionali sono luoghi divertentissimi per i piccoli e li espongono a nuovi paesaggi e suoni che non avrebbero visto o sentito attorno a casa, come le cascate, i boschi e le formazioni rocciose.


Non meno di questo, meglio qualcosa in più!

Nel quinto capitolo, abbiamo visto come dire sempre di no ai bambini impedisca loro di fare esperienze sensoriali ricche e raggiungere i necessari stadi di sviluppo per una crescita sana dei sistemi sensoriali. Lo stesso vale per i piccolissimi; hanno bisogno di occasioni quotidiane per cimentarsi e correre rischi, come raccogliere legnetti, gattonare su terreni irregolari e saltare dall’ultimo gradino di una rampa di scale per poter elaborare il modo in cui funziona il proprio corpo e il mondo attorno a loro.


La dottoressa A. Jean Aures la chiama “spinta interna” e crede che in ogni bambino ci sia una grande spinta interna a sviluppare l’integrazione sensoriale. Se lasciati alle loro risorse, i bambini vanno in cerca proprio dello stimolo sensoriale di cui hanno bisogno in quel momento per padroneggiare determinate abilità (Ayres, 2000). Ad esempio, i più grandicelli potrebbero arrampicarsi su una roccia bassa e poi scendere facendo su e giù diverse volte, finché non riescono a farlo con sveltezza e agilità. Una volta conquistata un’abilità, si passa al livello di sviluppo successivo, come imparare a stare seduto o in piedi in cima alla roccia oppure arrampicarvisi al contrario.


Il nostro compito di genitori è quello di sostenere l’indipendenza e il crescente bisogno di muoversi del bambino. Stategli accanto se dovesse aver bisogno di voi, ma incoraggiatelo a provare cose nuove con la semplice vostra presenza. Non c’è bisogno di dire nulla, la presenza e un sorriso saranno una rassicurazione sufficiente per cimentarsi con nuove sfide.


Al contempo, è importante non mettere mai bambini così piccoli su strutture alte se non sono in grado di arrivarci da soli. Potrebbero non aver ancora sviluppato la forza e la consapevolezza corporea necessaria a destreggiarsi dall’alto. Mettendoli in situazioni del genere troppo presto si rischia qualche caduta e un senso di fallimento. Pertanto, seguite vostro figlio, vi mostrerà cosa è pronto a fare e cosa invece non è ancora in grado di affrontare.


Ormai avrete capito gli immensi benefici del lasciar giocare ed esplorare all’aperto i bambini più piccoli, tuttavia alcuni potrebbero essere ancora riluttanti a lasciarli fuori per una serie di timori e paure preconcette. Cose come piante velenose, insetti che pungono e potenziali incidenti sarebbero sufficienti a fermare chiunque. In realtà, i “pericoli” della natura impallidiscono davvero se paragonati ai molti pericoli presenti nelle comuni abitazioni. Tutto, dalle sostanze chimiche tossiche negli armadietti, fino ai coltelli affilati appena fuori portata, rappresenta per un bambino così piccolo una potenziale minaccia. Pur sapendo che in casa esistono simili pericoli, non pensiamo certo ad allontanarci, anzi, prendiamo solo qualche precauzione e aumentiamo la sicurezza: lucchetti di sicurezza e oggetti affilati fuori portata.


Dobbiamo fare la stessa cosa con gli spazi aperti; anziché fuggire dalla natura, faremmo un favore più grande ai piccoli se ci informassimo su cosa sia pericoloso e cosa no, prendendo le precauzioni del caso. Sulla base del buon senso, ho stilato una serie di consigli per la sicurezza nel capitolo cinque; in ogni caso ecco qui tre fra le indicazioni più comuni riservate ai piccoli.


Graffi e spine. L’idea di un graffio o una spina è molto astratta per un bambino di dieci mesi, ma un graffio vero o una puntura sul dito sono cose reali che portano a una comprensione maggiore del mondo circostante. I bambini molto piccoli ne possono trarre alcune lezioni importanti, come quella di causa-effetto. Se tocco quel cespuglio spinoso, mi pizzica. La prossima volta che incontreranno la stessa pianta è meno probabile che la tocchino. I graffi e le spine insegnano loro anche a regolare le emozioni, come la paura e la frustrazione, così come a tollerare la sensazione di dolore.


Sporcarsi. Se trovate i bambini coperti di terra e con le foglie nei capelli, non rimproverateli, come già visto nei capitoli due e quattro: giocare con la terra e sporcarsi li aiuta a raffinare e sviluppare un robusto senso del tatto. Nel capitolo quattro si introduce l’ipotesi igienica e il fatto che assaggiare un po’ di terra e giocarci possa davvero migliorare il sistema immunitario e fornire un’inestimabile protezione contro asma e allergie.


Mangiare la terra e masticare i legnetti. Il detto “un po’ di sporcizia non ha mai ucciso nessuno” mi torna sempre in mente quando penso ai bambini che mangiano cose naturali trovate all’aperto. Ingerire la terra, la sabbia o il prato non è dannoso, anzi, è probabile che gli faccia meno male che non il portare alla bocca creme, soluzioni lavanti o altri prodotti comuni che si trovano in casa. I bambini sono molto orali, usano la bocca per imparare di più sulle dimensioni di un oggetto, la sua consistenza, temperatura e gusto. Mettere pigne, un po’ di terra o legnetti in bocca insegna qualcosa sul mondo naturale e l’esposizione ai germi migliora il loro sistema immunitario.


Incoraggiate i bambini a esplorare il mondo con tutti i sensi, tuttavia, se avete un bimbo piccolo che gattona, fate attenzione alle immondizie, agli escrementi degli animali, agli insetti, alle piante e a piccoli oggetti come i sassolini, che potrebbero rimanere incastrati in gola; teneteli lontani da tutte queste cose.


In sintesi

Soprattutto, godetevi il vostro bambino! La fase della prima infanzia è brevissima! Al contrario di quanto normalmente si creda e si faccia, il primo anno di vita è uno dei periodi più importanti per portare i bambini all’aperto. Nel corso dei primi anni i bambini sviluppano rapide connessioni neurologiche e associazioni fra i sensi, creando significati che li aiutano a capire il mondo che li circonda. 

Non aspettate che siano più grandi per lasciarli esplorare e cimentarsi con il rischio, uscite all’aria e metteteli in contatto con la natura. Trascorrendo all’aperto la giusta quantità di tempo e facendo le dovute esperienze, il sistema sensoriale e motorio dei bambini fiorirà e verranno gettate le basi per le sfide della vita futura e per l’apprendimento di tipo scolastico.


Giocate all'aria aperta!
Giocate all'aria aperta!
Angela J. Hanscom
Perché il gioco libero nella natura rende i bambini intelligenti, forti, sicuri.Un libro che descrive l’importanza del contatto con la natura e del gioco all’aperto, sottolineandone i vantaggi per la salute dei bambini. Oggi è raro vedere bambini che si rotolano dai pendii erbosi o si arrampicano sugli alberi per divertimento, e preoccupazioni legate alla sicurezza hanno indotto a eliminare pedane girevoli e tavole altalenanti.Tuttavia, mentre la vita dei nostri figli è sempre più “virtuale” e ruota attorno a TV, smartphone e computer, gli insegnanti notano una diminuzione dell’attenzione e i dottori denunciano un aumento allarmante dei disturbi emotivi e sensoriali.E dunque, come assicurare ai nostri bambini un pieno coinvolgimento di mente, corpo e tutti i cinque sensi?Giocate all’aria aperta! di Angela J. Hanscom farà riscoprire l’importanza del contatto con la natura e del gioco all’aperto, sottolineandone i vantaggi per la salute dei bambini. Conosci l’autore Angela J. Hanscom è una terapista occupazionale pediatrica, fondatrice di TimberNook, un programma per l’età evolutiva fondato sul contatto con la natura, che ha ottenuto premi e riconoscimenti ed è divenuto famoso a livello internazionale.