CAPITOLO VI

Cosa non va nelle odierne aree gioco all’aperto e al chiuso?

Le cose stanno cambiando in modo drastico per i bambini sul piano ludico. Le strutture metalliche di un tempo, che nei parchi giganteggiavano e offrivano quelle che apparivano come sfide impossibili, sono state sostituite da più semplici giochi in plastica dai colori sgargianti, da cui i più grandicelli traggono ben poca ispirazione. Al contempo, mentre il gioco all’aperto diventa sempre più raro, le aree gioco al chiuso impazzano.


In questo capitolo affronteremo nel dettaglio il tema dei parchi gioco: come sono cambiati, gli effetti di questi mutamenti sullo sviluppo dei bambini e cosa andare a cercare in un buon parco giochi. Parlerò anche delle aree al chiuso, del perché stare all’aperto offra rispetto a queste un vantaggio sensoriale, e cosa cercare nelle aree al coperto quando stare fuori non è possibile.


Il dilemma del parco giochi

A cinque anni le mie figlie erano già troppo cresciute per gran parte dei parchi della nostra zona. Se le portavo in un parco giochi, provavano le attrezzature per qualche minuto prima di stancarsene. Preferivano invece dirigersi verso il campo che costeggiava il parco e iniziare giochi propri, come “far finta che” o costruire fortini con i legnetti sparsi qua e là. Cominciai a chiedermi perché mai le avessi portate al parco; un parco giochi dovrebbe eccitare e ispirare i bambini, non annoiarli.


I parchi sono cambiati a partire dai primi anni ’80, quando io ero bambina. Tutto è molto più vicino al suolo, gli scivoli sono più corti, l’ampiezza delle altalene è più piccola e le attrezzature ritenute “troppo pericolose” sono state rimpiazzate da giochi mediocri che non offrono la stessa esperienza sensoriale. Questi cambiamenti mi hanno fatta interrogare sul modo in cui le aree attrezzate si siano evolute nel corso degli anni, la ragione che sta dietro i cambiamenti e l’impatto che una simile evoluzione ha avuto sullo sviluppo dei bambini.


Le aree gioco del passato

Di recente, ho trovato la fotografia di un gruppo di studenti in un parco giochi nel 1900, a Dallas, in Texas. Erano tutti maschi, apparentemente fra gli otto e i dieci anni, e la maggior parte di loro, fieri come pavoni, se ne stava appesa in cima a quadrati di tubi metallici che erano parte delle attrezzature del parco, alte dal suolo sei metri buoni! Fino a venti o trent’anni fa, era normale che le attrezzature per giocare fossero di metallo. I maschi se ne stavano seduti con le mani in grembo, penzolando in perfetto equilibrio in cima a un’alta sbarra. Lavorando con tantissimi bambini che hanno problemi di equilibrio e di percezione del proprio corpo, questa foto mi ha lasciata sbalordita. Pensare che i bambini di inizio ’900 avessero un simile straordinario equilibrio mi ha stupita davvero.


Altri fanciulli si dimenavano in cima alle strutture metalliche alte almeno sei metri con la sola forza muscolare del tronco e della parte superiore del corpo. Di nuovo, ero sbigottita. Al mio campo arrivano tantissimi bambini “tipici” che non riescono neppure a tenersi alla liana di corda abbastanza da riuscire a usarla senza cadere – figuriamoci dimenarsi in cima a un palo metallico senza l’aiuto di nessuno! Questi bambini del passato erano davvero forti!


Le aree attrezzate iniziarono a diffondersi attraverso gli Stati Uniti nei primi anni ’20 del ventesimo secolo, col proposito di togliere i fanciulli dalle strade e offrire un luogo sicuro per giocare che si raggiungesse a piedi da casa. I parchi gioco erano importanti soprattutto per quei bambini che vivevano nei centri cittadini senza accesso a aree naturali in cui giocare. Riconoscendo la necessità dei parchi pubblici per tenere i bambini e i ragazzi lontani dal pericolo e dal crimine, l’allora presidente Theodore Roosevelt, in un discorso del 1907, affermò: 

Le strade della città sono luoghi di gioco insoddisfacenti per i bambini

(Theodore Roosevelt Association, n.d.).


Il Presidente riconobbe che “il gioco è un bisogno fondamentale” e che anche i fanciulli più grandi hanno la necessità di mettere alla prova il proprio corpo. 


Le aree di gioco dovrebbero essere disponibili per ogni bambino, così come le scuole; il che significa che devono essere distribuite nelle città in modo che ogni bambino o bambina possa raggiungerle a piedi, visto che non tutti possono permettersi di pagare un mezzo di trasporto


(Theodore Roosevelt Association, n.d.).


I parchi gioco degli inizi del ’900, e fino alla metà del secolo, di solito avevano strutture per arrampicarsi che andavano dai tre ai nove metri di altezza, scale orizzontali, giostre, scivoli d’acciaio lunghi dai sei ai nove metri, altalene di quattro metri e mezzo di ampiezza e travi oscillanti. Avevano persino una struttura chiamata “Cappello da strega”, un apparato circolare a cui i bambini si aggrappavano e correvano più veloci che potevano finché i piedi non si sollevavano da terra e i corpi volteggiavano orizzontali. Girando in cerchio, dovevano tenersi saldissimi per non cadere.


Verso gli anni ’70 e ’80, la maggior parte di queste attrezzature erano ormai obsolete e dovevano essere sostituite, ma anziché rimpiazzarle con strutture nuove dello stesso calibro, le scuole e gli enti governativi hanno scelto di utilizzare versioni “più sicure”. Hanno fatto così la loro comparsa attrezzature supersicure di plastica dai colori sgargianti, insieme ai trucioli di legno e alle pavimentazioni in gomma. È scomparso, invece, il brivido delle strutture stimolanti che rappresentavano una sfida (Tierney, 2011).


Regolamenti in crescita

I primi anni ’80 hanno inaugurato l’era della “sicurezza al primo posto”. Le restrizioni sono diventate sempre più stringenti, per le preoccupazioni dei genitori e la paura delle denunce. Nel 1978 a Chicago, Frank Nelson, un bimbo ai primi passi, si arrampicò sullo scivolo “tornado” alto più di tre metri e mezzo, con la madre che lo seguiva a poca distanza. Non arrivò mai in fondo allo scivolo perché cadde nel buco fra il corrimano e i gradini e batté la testa, riportando una grave lesione al cervello. Un anno più tardi, i genitori fecero causa al Chicago Park District e alle aziende che avevano costruito e installato lo scivolo. Fu solo una delle tante denunce che alimentarono la spinta a modificare le attrezzature potenzialmente pericolose (Rosin, 2014).


Nel 1981, la Commissione statunitense per la sicurezza dei consumatori ha pubblicato il primo Manuale per la sicurezza nei parchi giochi. Doveva offrire linee guida per la sicurezza dei bambini, non requisiti. L’intento era quello di persuadere i costruttori e i progettisti a prestare maggiore attenzione in sede di progetto ed essere più consapevoli di angoli appuntiti, aperture e altri pericoli. In ogni caso, la gente iniziò a utilizzare queste linee guida nelle cause legali. I premi assicurativi arrivarono alle stelle (Rosin, 2014). Temendo di essere portati in causa dai genitori, i municipi iniziarono a sbarazzarsi delle strutture che avrebbero potuto provocare un qualsiasi incidente, come le giostre e le travi basculanti, rimpiazzandole con progetti più semplici e meno stimolanti.


Nel tentativo di rendere i parchi più sicuri, ci siamo spinti fino all’estremo. Abbiamo creato strutture che non offrono più alcuna sfida o stimolo che sia d’aiuto ai bambini per un sano sviluppo. Joe Frost, uno fra i primi attivisti per la sicurezza nei parchi giochi, ha persino ammesso che ci siamo spinti troppo oltre con i progetti delle nuove aree attrezzate. Ha detto che gli adulti erroneamente ritengono che i bambini debbano essere protetti da tutti i potenziali rischi di farsi male. Ha affermato, inoltre, che “rischi ragionevoli sono essenziali per un sano sviluppo dei bambini” (Rosin, 2014).


Cambiamenti nelle attrezzature dei parchi

Questa nuova era, ossessionata dalla sicurezza, ha mutato in modo drastico l’aspetto e l’atmosfera dei parchi gioco. Di seguito, ci addentreremo di più nelle implicazioni sensoriali dell’aver sottratto alcune fra le più antiche e stimolanti strutture del passato, rimpiazzate da alternative più sicure.


Le giostre girevoli

Uno degli equipaggiamenti delle aree gioco che preferisco è la giostra girevole. Da bambina era quella che mi divertiva di più! Io e un gruppetto di amici salivamo a bordo e ci aggrappavamo ben stretti mentre uno di noi correva in cerchio tutto attorno per farci girare. Più la giostra andava veloce, più i nostri piccoli pugni si stringevano. Ci voleva davvero forza e coraggio per andare sulla giostra. Come terapista, credo sia uno degli equipaggiamenti più efficaci e potenti dal punto di vista terapeutico.


La giostra girevole crea una forza centrifuga nell’orecchio interno; mentre i bambini girano in cerchio, gli otricoli, che sono cavità piene di fluido posizionate nell’orecchio interno e contenenti le cellule ciliate, sperimentano il massimo dell’attivazione. Gli otricoli inviano messaggi al cervello sull’orientamento della testa. Gli effetti terapeutici di questa stimolazione vestibolare sono “centratura, calma e attenzione sostenuta al compito” (Kawar e Frick, 2005). In altre parole, il movimento della giostra girevole promuove uno stato di allerta e di calma nei bambini mentre migliora l’attenzione. L’esatto contrario di quello che molti insegnanti osservano oggi nelle scuole! I bambini sono ben lontani dallo stare calmi e molti non prestano attenzione in classe.


Dagli inizi, e fino alla metà del ’900, le giostre girevoli erano comuni nei parchi giochi; i bambini che le avevano a disposizione potevano girare su questa eccitante struttura più o meno ogni giorno. In sostanza, ricevevano un rapido stimolo vestibolare che sviluppava una robusta impalcatura per l’integrazione sensoriale e un efficace sistema d’equilibrio. A causa dei nostri timori per la sicurezza, in anni recenti le giostre girevoli sono state considerate poco sicure e sono ora difficilissime da trovare. I bambini, non solo avranno perso il brivido d’emozione provocato dall’utilizzo di questo gioco, ma non riceveranno più neppure quel prezioso stimolo vestibolare quotidiano.


Anziché dipingere le giostre girevoli come pericoli da bandire per sempre, dovremmo riconsiderare la cosa, fare un passo indietro e vederle come uno strumento importante per la preparazione dei bambini all’apprendimento in classe. Proprio come ogni strumento, dobbiamo solo far vedere ai bambini come va usato nel modo più appropriato.


Vi starete forse chiedendo a cosa possano servire queste nuove informazioni. I Parchi riferiscono che anche se volessero sostituire la loro vecchia e arrugginita giostra girevole con una nuova, non potrebbero. La maggior parte dei produttori non le fabbrica più. Comunque, c’è ancora speranza, molte aziende produttrici stanno costruendo nuove versioni di giostre girevoli chiamate Supernova o OmniSpin. 

Non sono così esaltanti e terapeutiche come quelle vecchie, ma riproducono gran parte degli stimoli sensoriali. Un’altra opzione è quella di costruirsi la giostra a casa o chiedere che la propria scuola o municipio ne faccia costruire una. Le istruzioni e i materiali si trovano online e sono abbastanza facili da seguire e da reperire.


Altalene e scivoli

La giostra girevole non è il solo gioco ad essersi trasformato negli ultimi anni. Le catene delle altalene si sono accorciate; cambiare l’ampiezza dell’oscillazione è una lezione di fisica mal compresa. Così facendo si cambia la quantità di forza e di stimolo vestibolare sperimentato dal bambino mentre oscilla. È molto semplice: il sistema neurobiologico riceve impulsi sensoriali ridotti. Di nuovo, ciò che riteniamo “più sicuro”, in realtà fa sì che i bambini mettano più a rischio la propria incolumità. Senza un quotidiano e robusto stimolo, il sistema vestibolare resta debole e poco sviluppato, incapace di fare il proprio lavoro nel sostenere abilità di livello superiore, come l’attenzione, la regolazione e l’apprendimento.


Non solo le altalene sono più corte, ma ai bambini vengono anche poste molte restrizioni su quello che possono fare quando vanno sull’altalena. Come compito a casa di terapia occupazionale, di recente ho detto a due miei bambini, uno all’asilo e l’altro in terza elementare, di avvolgere le corde dell’altalena a ricreazione per ottenere un bel movimento rotatorio e migliorare la percezione del proprio corpo. Entrambi mi hanno poi riferito, la settimana successiva, che a scuola era proibito fare giravolte con l’altalena. Vivevano in città separate e andavano in scuole diverse. “Cosa?!”, ho chiesto loro allibita, “A scuola non potete roteare con l’altalena?”; il bimbo di terza mi ha risposto: “No, la mia maestra ha detto che è troppo pericoloso!”.


Attività considerate oggi pericolose, vengono rivissute dagli adulti come alcuni dei ricordi d’infanzia più cari. Ricordo ancora quando da bambina salivo su quelle “alte” altalene di metallo; mi sovrastavano e rappresentavano una sfida, una conquista. Io e la mia amica iniziavamo a spingere, e una accanto all’altra ci sorridevamo mentre cercavamo di andare all’unisono. Alla fine scoprivamo che ci stavamo spingendo fuori sincronia e ridevamo al pensiero. Era necessario qualche minuto per far arrivare l’altalena al massimo… e naturalmente ci arrivavamo sempre! Spingevamo fino a sentire un breve strattone e una subitanea ricaduta dall’alto, era eccitante.


Altre volte, vorticavamo avvolgendo le corde, sempre più veloci, e ricordo persino di aver saltato dall’altalena per vedere fin dove riuscivo ad arrivare. Ci sembrava di volare, inarrestabili, e questo ci colmava di gioia e sicurezza. Non mi dondolavo soltanto, affrontavo ogni volta una vera sfida. Dovevano esserci degli elementi di “pericolo” per mantenere vivo il mio interesse. Avrei evitato del tutto le altalene se non ci fosse stato un po’ di rischio. Senza il potenziale di sfida e di brivido, temo che le altalene stiano perdendo tutto il loro fascino per i bambini di oggi.


Come le altalene, così anche gli scivoli si sono accorciati. Il che vuol dire che c’è meno stimolo vestibolare nella direzione lineare (ossia avanti e indietro). Ripeto, ricevere uno stimolo vestibolare, in quantità sufficiente e con regolarità, è essenziale per sviluppare un equilibrio solido e robusto. Ai bambini viene anche spesso detto di non arrampicarsi lungo lo scivolo, il che ha senso se c’è qualche altro bambino che sta scendendo giù, ma se invece non c’è nessuno è un modo eccellente per rafforzare la parte superiore del corpo e migliorare il controllo motorio. Scendere sulla pancia e con i piedi avanti è anch’essa un’attività grandiosa per i bambini. Cambiare direzione e posizione della testa attiva parti diverse del cervello.


Anziché dire “no” di riflesso quando vostro figlio fa qualcosa che sembra violare l’etichetta del parco giochi, cercate di osservare le attrezzature del parco con occhi diversi. I bambini hanno scarsi se non nulli preconcetti su come usare i diversi giochi; per quanto ne sanno, andare su per lo scivolo fa parte delle previsioni di utilizzo dello scivolo stesso tanto quanto scendere giù. Cercate anche voi di adottare questa stessa apertura mentale e preparatevi a far usare le varie strutture nei modi più diversi. Così facendo, i bambini allargheranno le proprie esperienze sensoriali e stabiliranno i propri livelli di agio usando il corpo in modi nuovi.


Strutture per arrampicarsi

Oggigiorno, le scale a pioli orizzontali sono forse la cosa più vicina a una struttura per arrampicarsi, insieme alle strutture a castello in miniatura, molto vicine al terreno. Entrambe impallidiscono se paragonate alle strutture artistiche multipiano e torreggianti del passato, che rappresentavano una vera sfida. I bambini delle generazioni passate erano fieri di rovesciarsi a testa in giù e gridare agli adulti o ai compagni: “Guardate! Senza mani!”; era un trucchetto divertente che solo i più coraggiosi tentavano.


Mettersi a testa in giù smuove i fluidi dell’orecchio interno e aiuta nella percezione spaziale. Arrampicarsi in alto migliora le abilità motorie dei bambini e promuove un senso di sicurezza e di raggiungimento di un traguardo. Oggi, arrivare in cima a un castello non rappresenta nessuna sfida particolare perché sono strutture molto basse. Inoltre, esistono limitazioni sul modo di usarle, mettersi a testa in giù non è ammesso. Una maestra mi ha raccontato: 


Non possiamo neppure far arrampicare i bambini in cima alle scale orizzontali, c’è sempre il pericolo che cadano!


Per favorire la salute del sistema vestibolare, si può considerare l’idea di farli mettere a testa in giù a casa. Se avessero una scala orizzontale o anche solo una sbarra per appendersi sulla struttura della loro altalena, gran parte dei bambini proverebbe a mettersi a testa in giù senza chiedere aiuto agli adulti. Talvolta è sufficiente che lo faccia un amico per provare a ripetere l’impresa. L’importante è lasciarli fare.


Travi basculanti

Anche la trave basculante inizia a essere una cosa del passato; non solo rappresentava un eccitante elemento di rischio, ma ci si poteva andare solo insieme a un altro bambino, offrendo così l’occasione per un contatto visivo e sociale. Era uno sforzo di squadra e i bambini dovevano darsi il turno per far funzionare questo gioco semplice ma divertente, e far sì che la trave oscillasse su e giù. Per quanto semplice nel disegno, la trave aiutava i bambini a perfezionare le abilità grosso-motorie; richiedeva un buon tempismo, equilibrio, forza del tronco e attenzione per poter funzionare in modo efficace.


Oggi i costruttori creano dei cugini delle vecchie travi oscillanti che sono più corti e assicurati per mezzo di molle, impedendo così che il bambino vada troppo in alto. Queste nuove versioni non offrono lo stesso stimolo sensoriale e le stesse sfide. Peraltro, proprio come nel caso delle giostre girevoli, le travi oscillanti sono in realtà facili da costruire e le istruzioni si possono trovare online.


Giostre girevoli, altalene e scivoli alti, strutture giganti per arrampicarsi e travi basculanti hanno tutti una cosa in comune: forniscono un essenziale fattore di sfida, unito al necessario stimolo sensoriale per nutrire e sviluppare il cervello. Anziché sottrarre ai bambini questi strumenti salutari e terapeutici, o alterarli in modo che perdano il loro valore terapeutico, sarebbe di gran beneficio se noi adulti mostrassimo come usarli nel modo corretto. È ragionevole adottare qualche misura di sicurezza, ma le strutture per giocare dovrebbero assecondare i bisogni di crescita dei nostri figli.


Cosa cercare in un buon parco giochi

Anche se la maggior parte dei parchi sono cambiati moltissimo negli ultimi venti o trent’anni, ancora oggi ne vengono progettati di ottimi. Numerosi blog, fra cui PlayGroundology1, si preoccupano di creare mappe di tutti i parchi gioco nel mondo che ancora rappresentano una sfida eccitante per i bambini. Giostre girevoli e travi basculanti, per quanto rare, si possono ancora trovare se si cercano bene. 

Quando sono introvabili, si possono costruire. Allo stesso tempo, i parchi naturali, che promuovono il gioco creativo e l’esplorazione stanno diventando molto popolari e il loro numero è in crescita. Pertanto, individuare un buon parco giochi è ancora possibile, e nei paragrafi che seguono troverete alcune indicazioni su cosa guardare quando cercate un parco di qualità.


Elementi naturali

Per valutare le potenzialità e gli spazi di un parco è bene soprattutto notare quali elementi naturali siano disponibili per i bambini. Giocare in ambienti naturali aggiunge un carattere avventuroso al gioco. La natura è imprevedibile ed esplorarla è sempre un’avventura esaltante; inoltre, gli spazi naturali favoriscono il gioco di finzione. Dal momento che le strutture dei parchi si prestano a poche funzioni, di solito lasciano poco spazio all’immaginazione. Avere a disposizione oggetti naturali trasportabili, come rami, pietre, legnetti, foglie e pigne, aggiunge un nuovo elemento al gioco. I bambini useranno spesso i rami per costruire fortini e negozi finti, magari le foglie faranno la parte del cibo preferito e le pietre saranno impilate in cima alle costruzioni o serviranno a realizzare case per le fate. I parchi naturali tendono a ispirare il gioco creativo dei bambini perché offrono infinite possibilità.


Inoltre, come abbiamo visto nel capitolo quattro, la natura offre il massimo dell’esperienza sensoriale. Peculiarità come ruscelletti gorgoglianti e alberi tutt’attorno non solo arricchiscono l’esperienza del gioco, ma il suono dell’acqua e la presenza della natura offrono uno stimolo alla calma e alla tranquillità nei bambini. Ecco cos’altro considerare:


  • Aree boscose, gole, spiagge o altri paesaggi adatti all’esplorazione

  • Un’area per giocare con l’acqua

  • Un campo o uno spiazzo per correre e organizzare giochi

  • Assi su cui stare in equilibrio

  • Orti o giardini da annaffiare o fiori da odorare

  • Cose sparse da trasportare e da usare per costruire, come legnetti, pietre e tronchi

  • Alberi su cui arrampicarsi

  • Corde da usare come liane

  • Altalene di corda o fatte con pneumatici

  • Montagnole di terra o sabbiere

  • Reti per arrampicarsi

  • Massi grandi e piccoli per arrampicarsi e saltare

  • Scivoli che scendono lungo il fianco di una collinetta


Spazio per muoversi

Avere spazio per muoversi e correre è un altro fattore chiave nella scelta di un ottimo parco giochi. Più spazio hanno i bambini, maggiore sarà la loro possibilità di avere una privacy e di vagabondare. È importante poterli vedere da una certa distanza, ma quando hanno il proprio spazio è più facile che si lascino coinvolgere nel gioco creativo con i coetanei.


Con maggiore spazio a disposizione, possono muoversi nell’ambiente con più agio; in un angolo del parco alcuni bambini improvviseranno una partita di pallone o cose simili, mentre altri si distribuiranno in gruppetti per organizzare giochi di finzione. Offrire la possibilità di grandi spazi per giocare significa anche trascorrere del tempo lontani dal mondo degli adulti, un’occasione per rilassarsi e seguire i propri ritmi, senza subire l’intralcio dovuto ai timori dei grandi. Ecco alcuni tipi di spazi da considerare:


  • Un prato lussureggiante su cui correre

  • Terra con cui giocare (e infangarsi se lo desiderano)

  • Sentieri per camminare o piste ciclabili

  • Tunnel lunghi e larghi in cui strisciare

  • Una spiaggia o un tratto d’acqua da esplorare

  • Collinette su cui arrampicarsi e rotolare giù

  • Alberi o boschetti da esplorare

  • Un labirinto fatto di rocce o arbusti in cui perdersi

  • Formazioni rocciose da scalare

  • Aree acquitrinose da esplorare


Piano con i colori

Un’amica mi descrisse una volta i giochi di plastica colorata e sgargiante che si trovano oggi nei parchi come qualcosa che ricordava da vicino le catene di fast-food. I colori vanno dal rosso brillante al blu acceso fino al giallo fluorescente. Ogni parte del gioco è codificata da un colore vibrante, come se i bambini avessero bisogno di un segnale ulteriore per sapere dove un pezzo della struttura finisce e uno nuovo ne comincia.


Agli occhi degli adulti si tratta di strutture visivamente stimolanti, ma per gli occhi di un bambino rischiano di rappresentare un’assoluta distrazione e uno stimolo insostenibile, provocando un’eccitazione eccessiva e uno stato di iperattività e agitazione. I genitori e gli insegnanti osservano spesso che i bambini, quando giocano su queste strutture, si fanno molto rumorosi e leggermente disorganizzati – un comportamento che i terapisti occupazionali attribuiscono all’iperstimolazione visiva. Anziché attrezzature di plastica colorata, unite le une alle altre in un’unica enorme massa caotica, i bambini trarrebbero un vero giovamento da equipaggiamenti dal design più semplice:


  • Strutture di legno o metallo

  • Colori neutri per evitare l’iperstimolazione

  • Tronchi e ceppi integrati nel design del parco giochi

  • Aiuole o altri paesaggi naturali progettati per inframmezzarsi alle strutture del parco (nel capitolo quattro abbiamo visto che anche solo guardare la natura ha un effetto calmante)

  • Boschi o acqua che costeggino il parco, con effetto calmante e ricentrante


Strutture semplici ma impegnative

Cercate parchi gioco con strutture impegnative capaci di fornire una varietà di esperienze sensoriali. Pensate “vecchio stampo” quando le osservate; giostre girevoli, travi basculanti, alte torri per arrampicarsi, altalene e scivoli che raggiungono grandi altezze sono tutte aggiunte eccellenti agli equipaggiamenti di un parco giochi.


Cercate parchi che sparpaglino le attrezzature anziché concentrarle in un unico punto, questo induce i bambini all’esplorazione e a non concentrarsi solo sulle strutture di gioco.


Inoltre, preferite luoghi che offrano giusto qualche attrezzatura; troppe strutture distraggono il gioco creativo dei bambini. Chi ha bisogno di cimentarsi con la forza e l’equilibrio, si dirigerà verso queste poche strutture, altrimenti i bambini scorrazzeranno, inventeranno giochi, costruiranno fortini e giocheranno a “facciamo finta che…” negli spazi naturali.


Ecco cosa cercare:


  • Poche attrezzature, così che i bambini non ne vengano sopraffatti

  • Scivoli e altalene alti

  • Strutture che girano, come le giostre girevoli

  • Strutture per stare in equilibrio

  • Attrezzature che richiedono due o più bambini per funzionare, come le travi basculanti

  • Strutture che incoraggino ad arrampicarsi


Giocare al chiuso

I luoghi per giocare al chiuso e i locali per festeggiare i compleanni stanno diventando sempre più popolari, soprattutto nei mesi freddi quando molti rifuggono dagli spazi all’aperto. Se gli spazi chiusi sono divertenti e hanno una loro funzione – come quella di ripararsi dal freddo estremo – è meglio considerarli come un divertimento occasionale anziché dei sostituti della funzione squisitamente terapeutica svolta dagli spazi all’aperto. Come per la tecnologia, giocare troppo spesso al chiuso rischia di sottrarre tempo ai più necessari giochi all’aperto.


Molti di questi luoghi al chiuso sono progettati in modo specifico per il gioco; trampolini elastici e gonfiabili per saltare, vasche di palline in cui “nuotare”, tunnel per strisciare, e così via. Senz’altro i bambini fanno movimento in questi spazi, resta tuttavia frustrata la spinta a quei giochi di finzione che durano ore. Come già visto nel capitolo quattro, i colori vivaci e i rumori forti rischiano di iperstimolare i bambini e indurre una condizione di iperattività mentale e fisica. E così, spesso i bambini in questi luoghi al chiuso tendono a correre avanti e indietro provando un gioco dietro l’altro in modo disordinato. È raro che in queste palestre al chiuso li si veda seduti a far finta di prendere un té o immaginando di sfuggire a un drago; piuttosto si dicono cose come “Andiamo alle macchine da corsa!” o “Andiamo nella vasca delle palline!”


Nonostante questi luoghi siano pubblicizzati come in grado di favorire lo sviluppo sensoriale, si tratta solo di una mezza verità. È vero, forniscono una serie di stimoli sensoriali, tuttavia alcuni stimoli sono migliori di altri per un sano sviluppo. I rumori forti e i colori vivaci sono stimoli di forte intensità, che mettono i bambini in uno stato di eccitazione e di esaltazione, non certo salutare. Stare all’aperto offre invece un ambiente che calma e coordina, gettando le fondamenta della creatività e dell’apprendimento. Se gli ambienti chiusi rischiano di sovraccaricare di stimoli i bambini, gli ambienti naturali invece ispirano, rivitalizzano e risanano.


Andare in uno di questi ambienti al chiuso è come dare a vostro figlio una bibita gassata. Lo ucciderà se gli capiterà di andarci di tanto in tanto? Forse no, perché anzi rappresenterà un’esperienza nuova e divertente. È qualcosa che gli vorremmo proporre ogni giorno? Certamente no! Mi rifaccio al mio motto: “Tutto ma con moderazione!”. Il gioco al chiuso va bene se non toglie spazio o persino sostituisce il tempo trascorso all’aperto. Quando i bambini trascorrono la maggior parte del tempo al chiuso si manifestano problemi di sviluppo sensoriale.


Talvolta, quando fa molto freddo, non è possibile stare fuori, oppure vi andrà di provare uno di questi spazi al chiuso per puro divertimento! In tal caso, fate qualche ricerca e siate meticolosi nella scelta, considerando il tipo di ambiente e i bisogni di vostro figlio.

Ecco alcuni suggerimenti per sapere cosa cercare in uno spazio al chiuso di qualità.


Musei – I musei per bambini e i musei della scienza sono luoghi affascinanti che spesso offrono sia spazio per muoversi sia allestimenti che ispirano il pensiero creativo. Per quanto affollati, di solito non hanno stanze piene di plastica e colori brillanti. Offrono invece mostre interattive e danno al bambino la possibilità di fare esperienze di prima mano che non avrebbero occasione di fare altrimenti. Tutto, dall’osservare i pulcini che escono dall’uovo in un’incubatrice, al guidare un simulatore di sottomarino, può regalare esperienze nuove e insolite.


Parchi acquatici – Non solo sono un vero spasso per bambini e ragazzi di tutte le età, ma offrono anche una notevole esperienza tattile e vestibolare. Scendere giù per gli scivoli a velocità diverse fornisce uno stimolo vestibolare essenziale. Ricevere gli schizzi dell’acqua sul viso e su tutte le membra favorisce la tolleranza alle esperienze tattili. Se i parchi acquatici sono all’aperto è ancora meglio: il sole, il vento e tanto altro garantiranno una vigorosa esperienza sensoriale.


Grandi atrii di luoghi pubblici – Questi grandi spazi pubblici al chiuso (atri di biblioteche, centri commerciali, edifici pubblici di varia natura, attrezzati con tavolini e sedili per sostare. NdT), includono spesso giardini, e sebbene ai bambini non sia permesso di norma scorrazzare in questi ambienti, possono però godere della vista della natura. Come abbiamo visto nel capitolo quattro, osservare la natura ha già di per sé la facoltà di calmare e ricentrare i bambini. Sono luoghi adatti a giochi tranquilli e alle letture.


Aree gioco – Se vostro figlio ha davvero bisogno di scatenarsi, le strutture al chiuso potrebbero essere l’ideale quando è impossibile stare all’aperto. Cercate luoghi impegnativi e stimolanti, quelli con parti trasportabili sono migliori perché i bambini possono creare il proprio spazio di gioco. Verificate anche che abbiano alte strutture per arrampicarsi e farli muovere in ogni direzione. Suggerisco anche di scegliere luoghi poco affollati e senza troppi colori. Poche persone e toni neutri offrono ai bambini un ambiente tranquillo ma impegnativo da esplorare.


Palestre per l’arrampicata – L’ideale è fare arrampicate all’aperto, dove i bambini devono usare l’immaginazione e capire come risolvere i problemi a un livello di maggior complessità. Tuttavia, quando gli spazi aperti sono inaccessibili, le palestre possono essere un’alternativa accettabile. L’arrampicata migliora le abilità motorie dei bambini, la capacità di risolvere problemi, la percezione del proprio corpo e la forza complessiva. I bambini imparano anche la pazienza, la perseveranza e il controllo; sviluppano inoltre maggior sicurezza man mano che scalano le pareti.


Gli acquari – Gli acquari espongono i bambini a un mondo che di solito non incontrano. Sono stimolanti dal punto di vista visivo ma non sopraffanno il bambino e gli permettono di osservare creature marine di ogni forma, dimensione e colore. In alcuni acquari è possibile fare esperienze tattili interattive, ci sono vasche in cui i bambini possono eccitare il senso del tatto toccando animali marini diversi, come i ricci di mare o le scivolose pastinache.


Le piscine – Al chiuso o all’aperto, nuotare ha un grande valore terapeutico. L’acqua permette il galleggiamento e quindi un senso di perdita di peso che riduce l’impatto sulle giunture e i muscoli, permettendo ai bambini di muoversi in libertà, pur incontrando ancora la resistenza necessaria a migliorare la propria forza complessiva. Inoltre, muovendosi nell’acqua, vengono toccate tutte le parti del corpo, con un notevole stimolo tattile. Nuotare è anche molto divertente e i bambini possono giocare a fare tuffi, giravolte e capriole sott’acqua o trattenere il respiro.


Laboratori artistici o scientifici (in cui si armeggia) – Poter esplorare forme d’arte senza un fine prefissato, o trafficare con attrezzature scientifiche, apre la mente dei bambini alla creatività. Se hanno l’opportunità di lavorare con bei materiali artistici o di armeggiare con oggetti e attrezzi senza un obiettivo preciso, si cimentano con mente aperta e senza preconcetti. Le possibilità creative diventano infinite e i bambini imparano le abilità essenziali che servono per concettualizzare un’idea, metterla in pratica e poi valutarne i risultati. Questo stimola la loro immaginazione, la creatività, la la capacità di risolvere problemi e la capacità di autovalutazione.


Fattorie didattiche – L’interazione a tu per tu con gli animali è sempre un’esperienza coinvolgente dal punto di vista sensoriale. Dar loro da mangiare dal palmo della mano è un grande stimolo tattile e i versi degli animali aiutano i bambini a richiamare alla mente l’esperienza, formando importanti connessioni neurali e ricordi.


In sintesi

I tempi sono mutati: i bambini giocano molto meno ogni giorno rispetto a venti o trenta anni fa. Anche il gioco è cambiato, non si gioca più tanto spesso fra bambini di età diverse, ed è raro che lo si faccia senza l’occhio vigile di un genitore che osserva ciascun movimento e segue come un’ombra ogni possibile caduta. I luoghi si sono trasformati: le strutture nelle aree gioco sono meno stimolanti e avvincenti e molte sono state spostate al chiuso. È più importante che mai offrire ai bambini occasioni quotidiane di gioco all’aperto perché possano avere esperienze sensoriali significative e crescere in salute. Gli ambienti naturali offrono i contesti in assoluto più tranquillizzanti e aperti ad ogni prospettiva; sono in grado di dare il via a ore di giochi creativi e di immaginazione, di estremo aiuto nel corretto sviluppo dei sistemi sensoriali.


Quando non è possibile ricorrere agli spazi aperti, oppure perché si vuole cambiare un po’, anche alcune aree gioco nei parchi o al chiuso possono offrire delle ottime esperienze se vengono scelte con cura. I luoghi ideali sono quelli che stimolano senza sovraccaricare i sensi, con allestimenti o strutture che rappresentino una sfida fisica in modi diversi e favoriscano la creatività. Ricordate che sono luoghi da proporre in via straordinaria, ma non dovrebbero mai sostituire o togliere spazio alle esperienze quotidiane all’aria aperta.


Giocate all'aria aperta!
Giocate all'aria aperta!
Angela J. Hanscom
Perché il gioco libero nella natura rende i bambini intelligenti, forti, sicuri.Un libro che descrive l’importanza del contatto con la natura e del gioco all’aperto, sottolineandone i vantaggi per la salute dei bambini. Oggi è raro vedere bambini che si rotolano dai pendii erbosi o si arrampicano sugli alberi per divertimento, e preoccupazioni legate alla sicurezza hanno indotto a eliminare pedane girevoli e tavole altalenanti.Tuttavia, mentre la vita dei nostri figli è sempre più “virtuale” e ruota attorno a TV, smartphone e computer, gli insegnanti notano una diminuzione dell’attenzione e i dottori denunciano un aumento allarmante dei disturbi emotivi e sensoriali.E dunque, come assicurare ai nostri bambini un pieno coinvolgimento di mente, corpo e tutti i cinque sensi?Giocate all’aria aperta! di Angela J. Hanscom farà riscoprire l’importanza del contatto con la natura e del gioco all’aperto, sottolineandone i vantaggi per la salute dei bambini. Conosci l’autore Angela J. Hanscom è una terapista occupazionale pediatrica, fondatrice di TimberNook, un programma per l’età evolutiva fondato sul contatto con la natura, che ha ottenuto premi e riconoscimenti ed è divenuto famoso a livello internazionale.