CAPITOLO I

Psicomotricità nel bosco

Cos’è la psicomotricità

Nel bambino i processi fisici e psicologici, emotivi e spirituali sono strettamente connessi gli uni agli altri. Egli non riesce chiaramente a cogliere la distinzione tra pensiero e azione, tra percezione reale e quella mentale, tra desiderio e realtà, tra quotidianità e mondo onirico; imparerà a distinguere il tutto nel corso della crescita. Le percezioni sensoriali sono molto più intimamente collegate tra loro che nell’adulto, così come lo sono i sentimenti con i movimenti del corpo

Ernst J. Kiphard


Con la parola psicomotricità si intende la stretta relazione tra le funzioni motorie e psichiche

Renate Zimmer

Ibambini agiscono e sperimentano in modo totale: con la mente, il cuore e le mani. Percepiscono i sensi con tutto il corpo e attraverso di esso esprimono i sentimenti come la rabbia, la gioia e la tristezza. Il movimento e la percezione sensoriale mettono in moto processi di apprendimento di base ed è proprio attraverso il movimento che il bambino impara a decifrare il mondo circostante, le persone di riferimento, il materiale presente.

Il movimento serve ad aumentare regolarmente il suo bagaglio di esperienze, rendendolo più sicuro di sé e indipendente. La conquista di queste molteplici competenze porta allo sviluppo della personalità individuale.

Come vivono i bambini oggi

I bambini amano scatenarsi. Corrono per un po’, cadono nell’erba, rotolano per terra, si rialzano, girano su se stessi con le braccia aperte; perdono l’equilibrio e barcollando cercano di recuperarlo. I loro movimenti, di velocità diseguale, possono sembrare spesso disordinati all’osservatore, o persino confusi, quando essi corrono a scatti e frenate brusche, oppure quando ciondolano senza meta

Rolf Patermann



Ho passato la mia infanzia negli anni Settanta a giocare con gli amici, quasi sempre all’aperto: a nascondino, a rincorrerci, a disegnare e colorare la strada con i gessetti; ci si sporcava da capo a piedi e si doveva rincasare non prima che si accendessero i lampioni. Ci sfogavamo in mille avventure e non mancavano di certo le occasioni per muoverci.


I genitori di oggi invece sono spesso mossi dal desiderio di far acquisire ai loro figli, già alla scuola materna, quelle capacità che potrebbero tornare utili nel mondo del lavoro. Ciò comporta purtroppo, già in età prescolare, una rigida concentrazione di attività o corsi orientati alla stimolazione cognitiva.


Gli spazi gioco accessibili ai bambini sono sempre più artificiali e stimolano poco il movimento. Mancano le occasioni per giocare senza essere controllati, fare chiasso, inventare segreti, vivere avventure.


L’infanzia attualmente significa fare esperienze in ambienti chiusi (asili nido, scuola materna, cameretta, scuola di musica, ecc.). I nostri figli hanno sempre meno l’occasione di giocare all’aperto e nella natura.


Di fatto, il tempo che i bambini hanno per scoprire la natura come vogliono è diventato talmente scarso che solo molto di rado viene vissuto un vero contatto con l’ambiente naturale. Io sono dell’opinione che non dovremmo privare i nostri figli della possibilità di giocare all’aperto.


Al contrario, dovremmo prenderci il tempo e creare l’occasione per ritornare a contatto con la natura. Non intendo con ciò portarli al parco giochi più vicino, ma andare in un luogo dove il bambino si senta veramente libero di agire.

Perché nel bosco?

Il bosco offre agli asili, alla scuola primaria, ai centri di ergoterapia o di sostegno ai bambini con difficoltà, molteplici occasioni di espressione dei processi infantili di sviluppo e la possibilità di far vivere “il movimento”. Quando siamo nella natura siamo in costante movimento, tutti insieme.


Nel bosco le esperienze sensoriali sono presenti nella loro pienezza e coinvolgono tutti e cinque i sensi. I bambini sono spronati in modo naturale a sperimentare le loro capacità motorie e a fare innumerevoli scoperte ed esperienze tattili. Possono allenare il senso dell’equilibrio camminando sui tronchi o attraversando fossati. Toccano e annusano i fiori e le bacche, e si buttano nell’erba alta o nei mucchi di foglie. Strappano foglie per preparare zuppe e poi si annusano le mani; sentono il picchio e altri uccellini o il fruscio delle foglie. D’inverno si mettono a studiare le tracce degli animali o provano a prendere i fiocchi di neve con la lingua.


Muovendosi nella natura e facendola loro, i bambini fanno esperienze di molte cose che risulteranno importanti nella loro vita. Impareranno a capire che il bosco è lo spazio vitale naturale delle piante e degli animali, e faranno la conoscenza dei quattro elementi naturali: il fuoco, la terra, l’aria e l’acqua. In questo contesto reale e primordiale i bambini trovano la pace e possono concentrarsi a lungo osservando le coccinelle e altri insetti. Qui si può toccare e analizzare quasi tutto e in questo modo i bambini avvertono anche i più piccoli cambiamenti.


L’aver a che fare con materiale vivo è molto interessante e lascia impressioni durevoli. In questa atmosfera piena di pace i bambini reagiscono più raramente con aggressività, e subito ritrovano il loro equilibrio naturale.


I piccoli desiderano ambienti di gioco in cui possono agire senza essere osservati; il bosco offre la possibilità di nascondersi dietro alberi o cespugli, oppure di costruire una capanna con materiale vegetale morto. Ma il bosco invita soprattutto a condividere le imprese. Si possono realizzare a più mani capanne o dighe, e costruire diventa più divertente; in caso di pioggia si farà un tetto sotto il quale si racconteranno storie e si canteranno canzoni. Condividere il pasto in cerchio è un’esperienza di gruppo indimenticabile.


Gli ambienti in cui i bambini si muovono cambiano a seconda delle stagioni, della temperatura, del momento della giornata, della luce e dell’ombra. La natura libera così la fantasia e la creatività per idee nuove e insolite. Si tolgono scarpe e calzini per sentire il terreno nelle sue caratteristiche, e che grande gioia si prova a rotolarsi nel prato! Oppure, alla vista di una pozzanghera, decidere se guadarla, saltarci dentro o tentare di superarla con una grande salto.


I bambini amano trasformarsi: di volta in volta sono cavalli o orsi, oppure vento, o fuoco, dimenticandosi del tempo e di quello che succede intorno. Se hanno la possibilità di fare certe esperienze, si rendono conto che spesso vale la pena trovare più soluzioni. Se sono motivati a scovare una loro soluzione, avranno probabilmente più fiducia in sé a scuola.


Se diamo loro la sicurezza di trovarci nelle vicinanze, in caso di problemi o difficoltà, potranno giocare da soli con la spiensieratezza tipica del bambino, potranno sviluppare i loro sensi e scoprire con curiosità il mondo in un’atmosfera equilibrata, quella di cui abbiamo bisogno per una vita sana e felice.

Il bosco come luogo in cui muoversi e imparare

Sono convinta di poter ricreare nella natura gran parte delle attività, dei percorsi, dei programmi di sostegno già collaudati in palestra, e di farli vivere in modo più completo, ovvero con la “testa”, con le “mani” e con “il cuore”. Nel bosco non è necessario portarsi troppo materiale.


Sono numerosi i vantaggi per cui è importante portare nel bosco i bambini della scuola elementare, dell’asilo o del nido: non siamo limitati dal materiale presente nell’istituto, non sono necessari accordi per dividere la palestra con i colleghi, non ci sono problemi di spazio né di dimensione dei gruppi e i bambini non sono costretti a parlare piano per non disturbare. Nel bosco respiriamo aria fresca e giochiamo alla luce del giorno; non dobbiamo riprodurre artificialmente i fenomeni atmosferici perché sono già presenti nella loro pienezza. Con metodi semplici e pochissimo materiale si favorisce lo sviluppo sensomotorio.


Ecco alcune possibilità di stimolazione dei sensi che la natura ci offre:

  • L’olfatto: la percezione olfattiva

    Gli odori che ci avvolgono nella natura ci invitano ad annusare il muschio umido e asciutto, le foglie e i frutti di diversi alberi, le pigne, la resina, la terra, il legno in tutti i suoi stadi di decomposizione.

  • Il suono: la percezione acustica

    Immersi nei suoni del bosco, le nostre orecchie si possono riprendere dal rumore della vita quotidiana. Se ci lasciamo andare alla pace della selva e ci concentriamo attentamente, potremmo forse udire gli uccelli e distinguere le differenti tonalità o il ticchettio melodico della pioggia sulle foglie e sulla terra, lo scricchiolare del legno, il fruscio delle foglie al vento o persino il silenzio che avvolge i fiocchi di neve.

  • La vista: la percezione visiva

    I colori delicati offerti dalla natura ci invitano a un’osservazione più attenta. Esistono svariate tonalità di verde, marrone e giallo che cambiano continuamente a seconda della stagione. La primavera porta con sé un colore nuovo dopo l’altro. La pioggia rende i sassi e le rocce più lucenti, e crea fresche pozzanghere.

  • Il tatto: la percezione tattile
    La grande varietà di materiali ci stimola a scoprire la natura, palpando e toccando con le mani o correndo e arrampicandoci a piedi nudi, rivelandoci forme e caratteristiche opposte come grande-piccolo, tondo-quadrato, morbido-duro, bagnato-asciutto, ruvido-liscio, caldo-freddo, lungo-corto, spesso-sottile, pesante-leggero.

Cosa offrono le attività e i giochi con le corde

Creiamo e costruiamo con le corde giochi differenti per stimolare il movimento: questo è un modo meraviglioso per favorire la psicomotricità nella natura

Hans-Georg Renner

L’idea di costruire dei giochi con corde nasce dal desiderio di rendere possibili, per i bambini che vanno nel bosco quotidianamente, esperienze come arrampicarsi, dondolarsi, rimanere sospesi.


Infatti, per motivi legati allo sfruttamento intensivo delle foreste, gli alberi di oggi non possono più continuare a sviluppare la loro forma originaria e dunque le possibilità a disposizione per arrampicarsi sono limitate.


I giochi con le corde sono in sé elementi instabili che posseggono una caratteristica importante: invitano i bambini ad arrampicarsi su piani orizzontali o verticali. E il divertimento è garantito. Saltellano, traballano facendo scommesse e così si sviluppano forza, si allungano i muscoli, aumenta la costanza, la destrezza, il senso dell’equilibrio, il coraggio, la socializzazione e l’attenzione nei confronti degli altri.


Saranno i bambini a decidere come e quanto arrampicarsi sui giochi fatti con le corde. Io cerco di offrire a ogni bambino, secondo le sue capacità, la possibilità sia di divertirsi sia di affrontare una sfida. Qualche volta tutti i bambini del gruppo riescono a arrampicarsi insieme, altre volte solo due o tre bambini possono mettere alla prova da soli i propri limiti. A seconda della prova stabilita è possibile regalare momenti di sfrenatezza, ma anche di calma, per scoprire come arrampicare misurando lo spazio.


L’amaca è un esempio che offre varie possibilità di movimento. Se viene sistemata al limite del luogo prescelto per giocare, si può immaginare di essere un “navigatore folle” e manovrarla come un veliero tra onde roboanti, ma è anche perfetta per rilassarsi o dormire.


Io credo che le corde siano ormai indispensabili nella quotidianità di una scuola materna o primaria perché costituiscono una ricchezza inesauribile di creatività. Nel mio zaino ci sono sempre 1 o 2 corde lunghe e un sacchetto di corde più corte per i bambini. Sono molto amate e diventano presto qualcosa di familiare. Ci offrono la possibilità di costruire, davanti a occhi sgranati e impazienti, un’altalena, un ponte o una parete da arrampicare.

Dondolarsi insieme è divertente

Le esperienze di movimento nel bosco con le strutture in corde

L’obiettivo del mio lavoro è rendere i bambini più consapevoli del proprio corpo e in grado di ascoltarlo e seguirlo. Una cosciente tensione muscolare dona sicurezza nel muovimento e previene i disturbi legati all’equilibrio. La sua conquista consente di mantenere i corpi stabili, premessa fondamentale per non cadere dopo aver girato su se stessi – solo per fare un esempio.
Giocare sulle costruzioni con le corde offre molteplici esperienze di cui ha bisogno il bambino per un armonico sviluppo della personalità.

Per esempio:

  • Girare su se stessi, dondolarsi, barcollare, balzare, girellare, stare in equilibrio, arrampicarsi, andare in altalena e saltellare.

  • Abilità corporea, coraggio, perseveranza, forza, senso dell’equilibrio e tensione corporea si sviluppano giocando. I bambini sono felici e rilassati e da soli inventano nuove azioni e giochi.

  • Imparano a regolarsi sui cambiamenti di posizione del corpo. Se vogliono continuare a giocare e ad arrampicarsi è necessario saper dosare e aumentare la forza e avere una buona reattività.

  • Anche con giochi non troppo alti, come il sentiero degli indiani o la corda del funambolo, i bambini possono provare e imparare a mantenere l’equilibrio, a essere prudenti o a stare rilassati anche in situazioni difficili, per permettere così la vicinanza o il contatto. Sperimentano nelle azioni comuni l’importanza della responsabilità l’uno verso l’altro.

  • I giochi con le corde, di per sé instabili, richiedono a ogni singolo bambino una reattività immediata, dato che le corde reagiscono a ogni minimo movimento. È necessario tuttavia avere anche riguardo per i più piccoli del gruppo, che in alcuni casi possono essere molto vivaci, quando – tanto per fare un esempio – vogliono attraversare uno dietro l’altro il ponte di corde.

  • Arrampicandosi e dondolandosi appesi alle corde i bambini acquisiscono la coordinazione motoria; correndo su ponti fatti di corda, e dunque instabili, esercitano continuamente il portamento e la tensione muscolare.

  • Girando nei caroselli creati nel bosco si sviluppa il senso dell’equilibrio.

  • Andando in altalena o nell’amaca si favorisce un adeguata tensione muscolare.

  • Giocare con le corde favorisce la creatività e la motricità fine. I bambini dimostrano una capacità di attenzione protratta nel tempo e sono molto concentrati.

Considerazioni sui giochi realizzati con le corde

Di seguito propongo alcune riflessioni metodologiche-didattiche sui lavori con le corde, preziosi dal punto di vista pedagogico.

  • Osservazioni

    L’esecuzione di ogni movimento non è ovvia, si raggiunge con esercizio continuo e acquisendo la coordinazione in attività fisiche differenti.
    Io mi tengo in disparte. Dopo aver costruito per i bambini i giochi, resto innanzitutto ad osservare. Cerco di capire se lo sforzo fisico richiesto corrisponde alle loro capacità o se devo apportare delle modifiche. Questo ad esempio significa che magari le maglie della ragnatela di corda sono troppo grandi, e quindi alla maggior parte del gruppo risulta difficile fare delle esperienze ludiche positive perché, arrampicandosi, scivolano in continuazione. Il mio compito è dunque di rendere le maglie più piccole.

  • Stimolare al gioco

    Curiosità e sete di conoscenza accompagnano i bambini già dal primo giorno di vita. Sono sempre occupati a provare le proprie forze, a muovere gli oggetti, analizzarli, smontarli e a chiedere a cosa servono. Perciò in generale li lascio giocare con le loro idee e la loro fantasia, visto che sono motivati al massimo proprio dal progetto che hanno in mente e la sua realizzazione. Talvolta ci sono momenti in cui anche io salgo sulle corde e faccio delle proposte come per esempio “giochiamo a”: agli animali dello zoo o del bosco, agli acrobati, ai pirati. Anche arrampicarsi a occhi chiusi può essere uno scopo del gioco.

  • Da semplice a complicato

    Se vogliamo costruire dei giochi con le corde per i bambini, è importante iniziare con qualcosa di semplice. In concreto significa cominciare innanzitutto con elementi bassi, per costruire lentamente dei giochi che corrispondano alle sempre crescenti esperienze di movimento del gruppo. I bambini devono arrampicarsi tanto quanto gli educatori ritengono che siano in grado di riuscire. Proprio qui è fondamentale ascoltare la propria voce interna!

  • Perché giochi mobili

    Con corde, alberi e pochi nodi si possono creare una varietà di giochi che costituiscono uno stimolo speciale per i bambini per poter realizzare sempre nuove idee aumentando così continuamente le proprie capacità di costruire. “Mobili” significa anche restare sempre “in movimento”. 
    Quando smontiamo quello che abbiamo costruito, le corde sono nuovamente a nostra completa disposizione. L’esperto in pedagogia della natura cerca di lavorare con un impiego minimo di materiale. È stato ben dimostrato che è sufficiente quello che sta in uno zaino e quello che il bosco offre!
    Fare regolarmente i nodi significa esercitarsi in continuazione, per cui costruire i giochi diventerà sempre più semplice, dato che montando e smontando si rimane in esercizio e i giochi risultano diversi ogni volta!
    I bambini guardano con grande interesse quando davanti ai loro occhi il bosco si trasforma in un parco divertimenti o in un paradiso di altalene.

  • I bambini e i nodi

    Secondo la mia esperienza, prima della scuola primaria i bambini fanno i nodi seguendo la loro fantasia. Solo più tardi si dimostrano interessati a farli come gli adulti. Dall’età di sei anni si potrebbe offrire un progetto sul tema “corde e nodi”. Per l’occasione mi procuro una batteria di corde da 3 metri che i bambini usano in modo molto vario durante la lezione e nelle pause. Il giorno in cui si va nel bosco, ogni bambino porta una corda nello zaino in modo che si possano realizzare vari giochi e che ci siano sempre abbastanza corde per costruire e per idee creative.

    A questo proposito si può costruire una tavoletta di nodi che può essere usato come modello. Il bambino potrebbe anche ricevere un “diploma di nodi”. Con la tavoletta si potranno esercitare tutti i nodi che il bambino potrà realizzare da solo.

    Se mi accorgo che i bambini sono interessati a imparare a far bene un nodo, allora comincio con il nodo a otto (vedi pag. 35). In questo modo sono in grado di allungare le corde corte per le loro idee.

    Per potermi aiutare ad annodare le corde corte in elementi differenti, imparano facilmente il nodo a bocca di lupo (pag. 43 e 44) e il nodo semplice. Così possiamo realizzare insieme il sole di corde per i giochi più disparati. Anche quando i bambini mi aiutano ad annodare le corde corte faccio sempre un “controllo dei nodi”, prima di dare il via alle arrampicate.

Le regole da rispettare

  • Senza materiale: i bambini provano e si arrampicano a mani libere. I bastoni non sono permessi.

  • Aspettare finché tutto è ben sistemato: significa che le corde devono essere tese e i nodi ben fatti prima di dare via alle attività.

  • Non fare i nodi da soli: i bambini non hanno il permesso di fare o rifare un nodo di propria iniziativa e devono subito avvertire appena un nodo si allenta.

  • Lasciare libero lo spazio intorno ai giochi: i bambini non devono stare sotto le corde.

  • Numero di bambini: per ogni situazione si deciderà quanti bambini alla volta potranno salire e arrampicarsi, in modo che non si ostacolino a vicenda.

  • Concedere tempo ai più piccoli: nella confusione le corde possono oscillare molto e questa è una ragione per cui i più piccoli non osano nemmeno mettere il piede sulla corda.

  • Smontare: alla fine della giornata è importante coinvolgere il gruppo in questa fase, per esempio lasciandoli disfare il nodo a bocca di lupo o i nodi di sicurezza o per arrotolare le corde.

Progetto pedagogico

Se noi potessimo vedere e riconoscere i bambini come assolutamente competenti al livello dello sviluppo in cui si trovano, allora potremmo imparare da loro e su di loro molto di più di quello che possiamo insegnare. Stare vicino ai bambini ci dovrebbe far ricordare cosa significhi essere ‘genuino’, ‘vero’, ‘autentico’

Magda Gerber

I bambini hanno bisogno di tempo e spazio per comprendere e conoscere il mondo intorno a sé con tutti i sensi. “Lasciami il tempo” diceva Emmi Pickler, la pediatra ungherese che per anni si è impegnata per permettere ai bambini di scoprire il mondo secondo la loro sete di conoscenza e il loro ritmo.


Dalla mia esperienza ho compreso che è fondamentale come noi stessi ci rapportiamo con le attività nel bosco e come fare da modello ai bambini in modo attivo. Per accompagnare i bambini nelle varie fasi della vita e interpretare in modo corretto le loro esigenze, è necessario riflettere sempre in maniera critica sul nostro ruolo di educatori.


Se ci fidiamo del fatto che sono i bambini stessi promotori e osservatori, e che sono spinti a imparare ciò per cui si sentono pronti, allora il nostro compito è di sostenerli con l’aiuto necessario, affinché siano contenti di riuscire a dominare da soli le loro azioni. Perciò è di assoluta importanza riconoscere anche i piccoli passi in avanti del bambino nelle sue attività, e stare attenti invece a ciò che il bambino dispone già, visto che ogni bambino agisce nella propria fase di sviluppo personale. Io concedo a ciascuno il tempo di cui ha bisogno e cerco sempre di far presente che abbiamo tempo a disposizione; se non riusciamo ad arrampicarci oggi, si può sempre fare domani.


È importante non imporre la fretta con affermazioni come “più veloce, più in alto, ancora”, perché per ogni avventura e prova di coraggio è giusto ascoltare il “no” più sommesso e rispettarlo. Cerco di non fornire nessun aiuto mentre sperimentano le possibilità di movimento, anche se può risultare difficile e me lo chiedono.


Aiutandoli, per esempio mettendoli sulla struttura per arrampicarsi o sull’altalena, li priviamo sia della possibilità di farcela da soli, sia di un’autovalutazione “è ancora troppo alto per me” o “capisco da solo i miei limiti”.


Alcuni bambini però hanno bisogno di un’attenzione particolare o di incoraggiamento. È importante anche sforzarsi di non utilizzare un linguaggio che lasci trapelare una valutazione costante della prestazione. I bambini sanno valutarsi da soli.


Anche consigli e indicazioni verbali (“ora metti in alto il piede destro”) non sono aiuti reali per il bambino; anzi, forse hanno un effetto peggiore dell’assistenza diretta. In questo modo il bambino non riesce a creare un progetto nella sua testa di come potrebbe arrampicarsi sull’albero. Noi così prendiamo la decisione al posto suo per superare gli ostacoli, e gli sottraiamo anche la gioia di scoprire le proprie capacità.


La nostra considerazione riguardo ai loro punti di forza si ripercuote in modo molto utile anche sullo sviluppo psicomotorio. Agire insieme a loro, ma non condurre il gioco, significa essere presenti come compagni di gioco e lasciare che siano i bambini stessi a essere i protagonisti. Divertimento, collaborazione e non la competizione sono in primo piano. Un comportamento adeguato è quello, per esempio, di accompagnare i bambini a trovare una soluzione propria. Possiamo descrivere la situazione a parole: “Sì, è alto”, ma non suggerire subito la nostra soluzione non richiesta. Forse il bambino cerca una sfida più adatta a lui.


Un altro modo per aiutare è creare un ambiente adatto ai bambini, per esempio costruire i giochi a un’altezza adatta a loro. Per motivi di sicurezza, è necessario averli tutti sott’occhio.


Il progetto psicomotorio e l’atteggiamento appena descritto dell’educatore hanno come finalità:

  • Accompagnare i bambini, poter riconoscere le loro capacità motorie e raggiungere un’autovalutazione realistica.

  • Mostrare ai bambini come integrare nelle attività quelli con più difficoltà.

  • Dare ai bambini l’occasione di sfogare la loro esigenza di muoversi mettendo a disposizione tempo sufficiente e stimoli svariati.

  • Sostenere i bambini nella loro gioia di muoversi e incoraggiarli a provare qualcosa di nuovo.

  • Permettere ai bambini la naturale percezione sensoriale.

  • Creare il più possibile la possibilità di muoversi a piacimento.

  • Sensibilizzare i bambini al rispetto e alla tutela della natura.

Con i gruppi di bambini nel bosco

Bisognerebbe andare nel bosco a cercare, da soli e in tutta tranquillità, un luogo adatto. Poi, chiedere al padrone del terreno il permesso di giocarci. Nel caso ci fossero altri gruppi che vogliono andare nello stesso posto, si deve trovare un accordo. Ci sono ambienti delicati dove crescono germogli di piante, in cui si trovano habitat di animali selvaggi o zone umide che, per amore della natura e degli animali, bisognerebbe evitare. Conviene comunque sostare in un luogo già battuto e che non sia troppo distante da sentieri o strade.


Se dall’inizio si sceglie sempre lo stesso luogo, si dà ai bambini quella sicurezza di cui hanno bisogno. Se necessario, si delineano con i bambini i confini dello spazio in cui si possono muovere; devono essere sempre abba-stanza vicini da sentire la voce, se richiamati. Come ospiti del bosco si fa attenzione agli animali e alle piante: gli adulti diventano quindi dei modelli da imitare. 

Sono consigliabili abiti comodi e resistenti e scarpe solide. Si può cogliere un frutto e mangiarlo solo in presenza dell’adulto che accompagna. I rituali durante la giornata nel bosco, come il saluto iniziale e finale, lo spuntino o il pasto condiviso e il gioco libero creano momenti tranquilli e familiari che infondono sicurezza. 

Va calcolato tempo sufficiente per ogni cosa, soprattutto per andare e tornare dal bosco. Nello zaino non devono mai mancare una valigetta di pronto soccorso, una bottiglia d’acqua e un telefono cellulare.

Giocare tra gli alberi
Giocare tra gli alberi
Alexandra Schwarzer
Attività nel bosco con le corde secondo la pedagogia della natura.Un manuale da mettere nello zaino e portare nel bosco, per imparare ad arrampicarsi e dondolarsi su altalene e amache sicure e divertenti. Giocare tra gli alberi insegna giochi e attività all’aria aperta, mille e un’idea per coinvolgere i bambini in escursioni nei boschi all’insegna della pedagogia della natura.Infanzia attualmente significa fare esperienza in ambienti chiusi (asili nido, scuola materna, cameretta). I nostri figli hanno sempre meno l’occasione di giocare all’aperto, nella natura, e gli spazi gioco a loro accessibili sono sempre più artificiali e stimolano poco il movimento.Educare al contatto con l’ambiente naturale favorisce una crescita emotivo-relazionale equilibrata, si crea l’occasione di ricollegarsi ai ritmi della natura e a costruire modelli di comportamento positivi, utili per il loro domani.Il bosco offre molteplici occasioni di espressione dei processi infantili di sviluppo e la possibilità di far vivere il “movimento”: le esperienze sensoriali sono presenti nella loro pienezza e i bambini sono spronati in modo naturale a sperimentare le loro capacità motorie (equilibrio, esperienze tattili, prensione) e a scoprire il loro corpo in libertà.Il libro di Alexandra Schwarzer mostra i materiali più indicati e i nodi più adatti per poter realizzare oltre 30 giochi e attività originali usando semplici corde, tutti sperimentati dall’autrice, i quali possono essere utilizzati per feste, compleanni, serate all’aperto, campi estivi o vacanze in famiglia. Conosci l’autore Alexandra Schwarzer è laureata in Scienze dell’Educazione con specializzazione in Pedagogia della Natura.Dopo aver collaborato a lungo con asili e scuole materne, ha fondato un asilo nel bosco, nel quale ha lavorato per tre anni. Tiene corsi e conferenze sulla pedagogia della natura in Germania e nella Svizzera tedesca. Dal 2004 collabora con la scuola steineriana di Ginevra, dove ogni settimana organizza uscite nel bosco per le classi della scuola materna, primaria e secondaria. Tiene regolarmente corsi in Italia.