Progetto pedagogico
Se noi potessimo vedere e riconoscere i bambini come assolutamente competenti al livello dello sviluppo in cui si trovano, allora potremmo imparare da loro e su di loro molto di più di quello che possiamo insegnare. Stare vicino ai bambini ci dovrebbe far ricordare cosa significhi essere ‘genuino’, ‘vero’, ‘autentico’
Magda Gerber
I bambini hanno bisogno di tempo e spazio per comprendere e conoscere il mondo intorno a sé con tutti i sensi. “Lasciami il tempo” diceva Emmi Pickler, la pediatra ungherese che per anni si è impegnata per permettere ai bambini di scoprire il mondo secondo la loro sete di conoscenza e il loro ritmo.
Dalla mia esperienza ho compreso che è fondamentale come noi stessi ci rapportiamo con le attività nel bosco e come fare da modello ai bambini in modo attivo. Per accompagnare i bambini nelle varie fasi della vita e interpretare in modo corretto le loro esigenze, è necessario riflettere sempre in maniera critica sul nostro ruolo di educatori.
Se ci fidiamo del fatto che sono i bambini stessi promotori e osservatori, e che sono spinti a imparare ciò per cui si sentono pronti, allora il nostro compito è di sostenerli con l’aiuto necessario, affinché siano contenti di riuscire a dominare da soli le loro azioni. Perciò è di assoluta importanza riconoscere anche i piccoli passi in avanti del bambino nelle sue attività, e stare attenti invece a ciò che il bambino dispone già, visto che ogni bambino agisce nella propria fase di sviluppo personale. Io concedo a ciascuno il tempo di cui ha bisogno e cerco sempre di far presente che abbiamo tempo a disposizione; se non riusciamo ad arrampicarci oggi, si può sempre fare domani.
È importante non imporre la fretta con affermazioni come “più veloce, più in alto, ancora”, perché per ogni avventura e prova di coraggio è giusto ascoltare il “no” più sommesso e rispettarlo. Cerco di non fornire nessun aiuto mentre sperimentano le possibilità di movimento, anche se può risultare difficile e me lo chiedono.
Aiutandoli, per esempio mettendoli sulla struttura per arrampicarsi o sull’altalena, li priviamo sia della possibilità di farcela da soli, sia di un’autovalutazione “è ancora troppo alto per me” o “capisco da solo i miei limiti”.
Alcuni bambini però hanno bisogno di un’attenzione particolare o di incoraggiamento. È importante anche sforzarsi di non utilizzare un linguaggio che lasci trapelare una valutazione costante della prestazione. I bambini sanno valutarsi da soli.
Anche consigli e indicazioni verbali (“ora metti in alto il piede destro”) non sono aiuti reali per il bambino; anzi, forse hanno un effetto peggiore dell’assistenza diretta. In questo modo il bambino non riesce a creare un progetto nella sua testa di come potrebbe arrampicarsi sull’albero. Noi così prendiamo la decisione al posto suo per superare gli ostacoli, e gli sottraiamo anche la gioia di scoprire le proprie capacità.
La nostra considerazione riguardo ai loro punti di forza si ripercuote in modo molto utile anche sullo sviluppo psicomotorio. Agire insieme a loro, ma non condurre il gioco, significa essere presenti come compagni di gioco e lasciare che siano i bambini stessi a essere i protagonisti. Divertimento, collaborazione e non la competizione sono in primo piano. Un comportamento adeguato è quello, per esempio, di accompagnare i bambini a trovare una soluzione propria. Possiamo descrivere la situazione a parole: “Sì, è alto”, ma non suggerire subito la nostra soluzione non richiesta. Forse il bambino cerca una sfida più adatta a lui.
Un altro modo per aiutare è creare un ambiente adatto ai bambini, per esempio costruire i giochi a un’altezza adatta a loro. Per motivi di sicurezza, è necessario averli tutti sott’occhio.
Il progetto psicomotorio e l’atteggiamento appena descritto dell’educatore hanno come finalità:
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Accompagnare i bambini, poter riconoscere le loro capacità motorie e raggiungere un’autovalutazione realistica.
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Mostrare ai bambini come integrare nelle attività quelli con più difficoltà.
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Dare ai bambini l’occasione di sfogare la loro esigenza di muoversi mettendo a disposizione tempo sufficiente e stimoli svariati.
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Sostenere i bambini nella loro gioia di muoversi e incoraggiarli a provare qualcosa di nuovo.
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Permettere ai bambini la naturale percezione sensoriale.
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Creare il più possibile la possibilità di muoversi a piacimento.
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Sensibilizzare i bambini al rispetto e alla tutela della natura.