Rivelazioni di una mamma orgogliosa
Mio figlio di 15 anni mi ha dato solo…
Problemi?
Ero sicura che l’avresti detto! No, mio figlio mi ha dato solamente gioia.
Vuoi scherzare? E come hai fatto?
Sono orgogliosa di mio figlio, ma non è merito mio. Suo padre e io siamo solo stati fortunati perché, dopo qualche errore iniziale, abbiamo letto dei libri e riviste per genitori e abbiamo iniziato ad approfondire le problematiche familiari grazie all’aiuto di amici comprensivi e ben informati. E così oggi nostro figlio è la persona più premurosa, gentile e generosa che io conosca.
Dimmi, per favore! Cosa avete fatto?
Be’, abbiamo fatto l’esatto contrario di quello che la società diceva di fare. Ha dormito con noi, è stato allattato al seno per più anni, non è mai stato punito, minacciato o umiliato, gli abbiamo permesso di esprimere la sua felicità e la sua rabbia…
Ah, l’avete viziato?
Bene, esaminiamo questa parola. Alla voce “viziare”, il dizionario riporta: “generare richieste o aspettative eccessive per eccesso di indulgenza”. Nel mio dizionario questa è la terza definizione, rispecchia il senso comune di questa parola nella nostra società e stabilisce una causa e un effetto: l’eccesso di indulgenza, si dice, è la causa dei vizi. Ma è giusta questa credenza? O è una definizione che esprime solo una diffusa incomprensione della vera natura del bambino? La definizione più corretta di come i bambini imparano e reagiscono davvero corrisponde alla prima della lista: “danneggiare o ferire, distruggere”. Quello che veramente vizia un bambino, quello che lo danneggia e lo ferisce sul serio e che distrugge le qualità umane vitali dentro di lui, sono gli altri metodi educativi: le punizioni, la separazione e il rifiuto. Queste esperienze viziano il senso innato che il bambino ha della fiducia, della capacità di amare, di creare e di poter essere felice. Derubare un bambino di questi doni preziosi è sicuramente uno degli atti più gravi che un essere umano possa commettere.
Dove posso trovare le informazioni che ti hanno aiutato?
Puoi leggere Mothering, The Compleat Mother, Kindred. Incontrare le madri della Leche League e altri gruppi di sostegno per l’allattamento al seno. Parlare con le levatrici. Leggere i libri di Alice Miller, Joseph Chilton Pearce, Tine Thevenin e John Holt. Ascoltare quello che vi dice il vostro cuore. Credere fermamente che il bambino vi farà capire che cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Come fa un bambino a dirmelo?
I bambini vengono al mondo con fiducia e perfetto amore. Non sospettano, non diffidano, non fanno “giochi mentali”, non hanno dubbie motivazioni o oscuri argomenti di qualsiasi genere a meno che, o finché, la loro fiducia non venga tradita da esperienze dolorose, come punizioni, il rifiuto o la separazione dai genitori. I sorrisi e le lacrime di un bambino sono la più potente forma di comunicazione di questo pianeta.
E se ho già sbagliato, cosa posso fare?
Non esistono genitori perfetti. Anche se abbiamo fatto degli errori, punire noi stessi non serve e non ha più senso che punire i bambini. Volerci bene e capire che abbiamo fatto tutto quello che potevamo in base alle informazioni e la forza interiore che avevamo in quel momento è importante tanto quanto amare e capire i nostri figli. Possiamo manifestare l’amore che sentiamo, riconoscere l’importanza del modo di essere genitori e continuare a scoprire modi comprensivi di metterci in relazione con i figli, che sono il nostro dono più prezioso.
Quali sono le cose più importanti che un genitore dovrebbe conoscere?
Due cose. Primo: nella nostra società si pensa che adulti e bambini si comportino secondo due diversi e distinti codici di comportamento. Come adulti sappiamo che ci comportiamo meglio se veniamo trattati con gentilezza, pazienza e comprensione. Invece si pensa che i bambini si comportino meglio se vengono minacciati, puniti e umiliati. Se proviamo a capire in quale età avvenga questa misteriosa trasformazione dai “princìpi infantili di comportamento” ai “princìpi di comportamento dei grandi”, non sappiamo rispondere, perché in realtà non esiste. Non c’è nessuna differenza nel modo in cui si comportano adulti e bambini: tutti ci comportiamo così come veniamo trattati.
Secondo: se un bambino si comporta male i genitori hanno la possibilità straordinaria di confermare i suoi sentimenti e dare un gentile insegnamento di vita. Per esempio, a un bambino che ha appena colpito un amico si può dire: “Capisco che sei molto arrabbiato. Volevi il giocattolo tutto per te, ma adesso tocca a Joey. Va bene essere arrabbiati ma non va bene colpirlo. Cosa vorresti fare mentre aspetti il tuo turno?” Parlando in questo modo il bambino riceve una risposta corretta sull’amicizia e impara dall’esempio reale come si può rispondere a una persona arrabbiata in modo paziente e sensibile. Se invece il genitore ricorre a un castigo, l’opportunità di imparare qualcosa da quella situazione va persa, perché l’attenzione del bambino è distolta dalla situazione presente e sprofondata invece in sentimenti di rabbia, umiliazione e fantasie di vendetta. Pochissimo viene appreso sul modo di comportarsi la volta successiva che si presenta una situazione simile.
Concludendo, un “buon comportamento” superficiale, ottenuto attraverso minacce e sanzioni, può durare solo fino al giorno in cui il bambino sarà abbastanza cresciuto per ribellarsi. Se invece rispettiamo la sua integrità, la sua innata fiducia, gentilezza e comprensione fin dalla nascita, rinforzate da esempi coerenti da parte degli adulti, quelle qualità umane dureranno tutta la vita.
Capisco, si tratta solo di aver fiducia nei bambini, riconoscere che hanno meno esperienza e sono più piccoli di noi, ma meritano di essere trattati con uguale dignità e rispetto degli adulti. Dai neonati ai centenari tutti gli esseri umani si comportano nello stesso modo in cui sono trattati.