Negli ultimi vent’anni, intorno alla nascita, ai primi anni del bambino come anche ai rapporti tra lui e i genitori, si sono diffuse all’incirca due opposte modalità di intervento: l’una tiene conto della complessità delle relazioni, favorisce l’osservazione individualizzata e l’ascolto reciproco, aiuta gli adulti a recepire quello che il bambino manifesta, i suoi stessi bisogni e gli aspetti fisiologici in stretta connessione con le relazioni affettive1. Spesso questa è la strada seguita da genitori che, ricevuta un’educazione autoritaria, ne hanno preso le distanze con molta fatica, talora con il rischio di cadere nell’eccesso opposto: nessuna regola.
L’altra modalità segue il principio della legge imposta con durezza, del premio/castigo, della gara perenne (vinca il migliore e tanto peggio per chi non ce la fa). Erede del vecchio autoritarismo, usa un linguaggio modernizzato, ma modi vecchissimi. La scuola ne fa largo uso, senza autocritica, non accorgendosi di essere molto vicina allo stile di domatori e addestratori di animali, costretti ad azioni contrarie alla loro natura: ad esempio il valzer dei cavalli lipizzani a Vienna, i giochi delle tigri nel circo. Così è il ragazzino costretto a fare compiti di nessun interesse, il bambino che dorme a comando e del quale – per non essere disturbati – è ovvio ignorare l’esistenza di una vita emotiva.
Questa seconda via è indifferente al bisogno di continuità e di lento adattamento al nuovo, tipico dei primi due anni di vita. Il neonato è “competente”, come dicono gli studiosi? Macché, nella pratica non vale: troppo “piccolo” per sentire, capire, rispondere; deve essere adattato lui al volere degli adulti per disturbare il meno possibile. Di lui non ci si può fidare: è un “birbante”, un “esserino”, un “frignone”, una “cosina”, un “esagitato” o un “furbastro” che gioca a sedurre con i suoi “bisogni immaginari”. Poveri genitori così indaffarati in tanti impegni, vittime della sua tirannia, ma in fondo un po’ sciocchi perché alla nascita del figlio non si sono fatti dare “le istruzioni d’uso” con tanto di opuscolo, come si fa all’acquisto di qualsiasi elettrodomestico…