Libri significativi

Ci riferiamo qui soprattutto a testi che toccano il tema del sonno o che sono ad esso collegati.

Il bambino nel lettone, di T. Berry Brazelton, Emme Edizioni, 1983.

Il libro suscitò notevole scalpore all’epoca. L’A. in un articolo apparso nell’americano “Redbook Magazine”, giugno 1979, riferiva che secondo molti genitori “non ha senso la richiesta così pressante rivolta al bambino perché impari a dormire da solo: si tratta di un’abitudine ormai consolidata nella nostra cultura, ma non è detto che sia necessaria al suo sviluppo. Questi genitori (…) ritengono che sia molto più importante far sentire al bambino la loro vicinanza in qualsiasi momento egli ne abbia bisogno, piuttosto che uniformarsi o meno a qualsiasi regola, giusta o sbagliata che sia.

(…) In risposta al mio suggerimento di utilizzare un oggetto transizionale, un orsetto per esempio, per abituare il bambino a stare solo, alcuni genitori hanno obiettato che proporre un oggetto come sostituto di una persona equivale a spingere il bambino ad avere come riferimento oggetti, a preferire il possesso di oggetti al rapporto con le persone: forse, ipotizza l’A., si facilita una certa autonomia, ma in realtà si rischia di spingere i bambini a una dipendenza diversa, quella da un oggetto, oppure di indurli a sopportare una paura non necessaria, lasciandoli soli quando più hanno bisogno del conforto dei genitori. E tuttavia, si chiede l’A., il fatto di dormire per anni con i genitori non renderà più difficile il distacco? Quali ripercussioni avrà sull’evoluzione della fase edipica? Ritengo che passata l’età dei tre anni non sia bene per il bambino dormire con i genitori: potrebbe avere molti più problemi di separazione in seguito. [In corsivo le citazioni dal cap.13]

In un altro suo libro, nitido e rassicurante, Il tuo bambino e..il sonno, scritto con Joshua D. Sparrow, Raffaello Cortina, Milano 2003, Brazelton torna sul tema (p. 73), riconoscendo in pratica che le sue perplessità iniziali non avevano motivo d’essere, dato che da secoli nelle famiglie di ogni parte del mondo i genitori dividono il letto con i figli, mentre nel mondo occidentale recente c’è su questo un tabù culturale in base al quale molti hanno la sensazione di fare qualcosa di proibito. In ogni caso comunque la separazione a un certo momento deve avvenire per il bene di tutti. Certi genitori pensano che sia il bambino a dover decidere (il che è alquanto illusorio), altri ritengono sia giusto fargli compiere il cammino verso l’autonomia a forza di singhiozzi, ma vi consiglierei di non farlo: metterebbe a dura prova il bambino e voi stessi. Singhiozzare al buio per molto tempo non è la situazione ideale per imparare… Non possiamo riportare qui di seguito l’intero riquadro che riunisce i possibili passaggi Dal lettone al lettino (pp.76-80), molto graduali e rispettosi delle capacità di un piccolo bambino.

Di notte con tuo figlio, di James J. McKenna, Il leone verde, 2011.

James McKenna, antropologo e direttore del Laboratorio di ricerca sul sonno materno infantile dell’Università di Notre Dame, è tra le massime autorità a livello mondiale in materia di allattamento al seno in relazione a sonno condiviso e SIDS. Il testo illustra le diverse modalità con cui è possibile dormire con i propri piccoli in tutta sicurezza, e lo fa avvalendosi delle più recenti evidenze scientifiche a sostegno dei potenziali benefici del sonno condiviso e offrendo tanti utili consigli per prevenire eventuali rischi e inconvenienti. Il sonno condiviso è una pratica umana molto antica. In passato dormire insieme ai propri figli è stata la norma in quasi ogni epoca e in quasi tutte le culture e anche oggi è una pratica indiscussa per la schiacciante maggioranza delle madri e dei bambini del pianeta. Fra l’altro, in gran parte delle culture che praticano il sonno condiviso, in ogni sua forma, si contano rarissimi casi di SIDS. Nelle società occidentali, invece, questa pratica è fonte di innumerevoli interrogativi e occasioni per colpevolizzarsi. Di notte con tuo figlio sviscera e smentisce ogni teoria scientifica a sostegno dell’inopportunità, se non addirittura della pericolosità di questa abitudine e spiega con chiarezza tutti i suoi innumerevoli vantaggi per il benessere e la salute di madre e bambino. La madre è un vero e proprio regolatore biologico per il piccolo ed è la figura attorno alla quale non è stata progettata solo la veglia del cucciolo d’uomo, ma anche il sonno. Tutti i dubbi, teorici e pratici, e le domande su come e perché condividere il sonno con i bambini, trovano nel libro ampie risposte e soluzioni concrete spiegate in dettaglio, affinché ognuno possa trovare la modalità di condivisione che preferisce.

E se poi prende il vizio?, di Alessandra Bortolotti, Il leone verde, 2010.

L’autrice è una psicologa perinatale e nel suo libro si rifiuta di proporre metodi identici per tutti perché parte dal presupposto che ogni genitore sia “unico”, e in quanto tale debba mettersi in gioco in prima persona e compiere scelte libere, autonome e informate. Il lettore è perciò invitato a riflettere sulla particolarità di ogni famiglia, sul diritto (e il dovere) di allevare i figli in libertà mettendo da parte i pregiudizi culturali, dando ascolto al proprio cuore e al proprio istinto. La società di oggi impone tempi e spazi che si fondano sulla logica della produttività e del consumismo e non si preoccupa di proteggere lo sviluppo fisico, psichico e affettivo dei più piccoli. I nostri bambini si ritrovano perciò a crescere in un mondo adultocentrico che spesso si dimentica di loro o gli impone di diventare immediatamente autonomi e indipendenti, di non disturbare, di ignorare fin da subito i propri istinti e la capacità di comunicare i propri bisogni. Vi è un intero capitolo dedicato al sonno, molto completo, chiaro ed esaustivo, in cui si spiega perché è sano e naturale dormire insieme al proprio bambino e tutti i vantaggi che ne derivano per madre e bambino. L’autrice premette che il suo intento non è quello di dare indicazioni su cosa fare, bensì offrire spunti di riflessione per personalizzare le proprie soluzioni a vantaggio di un buon riposo per tutta la famiglia. La riflessione principe è che “tutti i bambini lanciano lo stesso messaggio in maniera forte e chiara fin dalla nascita: “Non voglio dormire da solo, ho bisogno di stare vicino ai miei genitori e di essere consolato e allattato quando mi sveglio, perché il latte della mia mamma mi aiuta ad addormentarmi bene, sereno e velocemente!”. Si parte dunque dalla fisiologia, dal riconoscimento dei tempi del bambino, delle sue attese biologiche predeterminate, non ultima la consapevolezza che neonati e bambini hanno innate tutte le competenze necessarie per acquisire spontaneamente ritmi fisiologici di sonno/veglia; attenzione dunque alle interferenze! Altro concetto fondamentale riguarda la sincronizzazione dei ritmi di sonno fra madre e bambino alla nascita, cosa che prosegue nei mesi seguenti se dormono vicini, “Perciò la madre avrà un sonno migliore e più ristoratore se dorme vicino al suo bambino. “ Viene citata anche la nota antropologa K. Dettwailer, che sottolinea: “I bambini sono predisposti per dormire con i loro genitori. L’aspettativa per madre e figlio è di dormire insieme e per il bambino di essere in grado di poppare durante la notte tutte le volte che ne sente il bisogno. Bambini normali, sani e allattati al seno, che dividono il sonno con i loro genitori, non dormono ‘per tutta la notte’ (diciamo sette-nove ore senza svegliarsi) finché non arrivano a un’età di tre-quattro anni, quando non hanno più bisogno di poppare durante la notte”, e, prosegue la Bortolotti: “Non c’è esperto che possa affermare il contrario, nonostante quanto sostenuto da mode del momento o metodi che prontamente vengono messi sul mercato, privi di ogni riscontro scientifico, diffusi soltanto per guadagnare sulla pelle dei genitori all’oscuro di una realtà scomoda per gli affari e per una società basata sulla produttività e sulla fretta, che trascura le relazioni primarie e gli affetti”. Perciò, bambini che dormono tutta la notte prima dei 3-5 anni, periodo in cui si compie il processo fisiologico di maturazione delle cellule cerebrali che permette di organizzare il sonno in modo simile all’adulto, sono rare eccezioni o forzature. Non vengono tralasciati i rischi psicofisiologici a lungo termine legati al pianto inascoltato del bambino e all’uso dell’estinzione graduale, fra cui una maggiore aggressività e una minore capacità di gestire lo stress da adulto.

Il testo intende “liberare” i papà e le mamme che desiderano darsi all’accudimento naturale basato sull’amore incondizionato e sull’importanza fondamentale della relazione affettiva coi propri figli. Il testo è inoltre impreziosito da un vasto assortimento di fonti bibliografiche che rimandano alle più recenti scoperte nel campo delle neuroscienze e delle ricerche sulla fisiologia della gravidanza, del parto e dell’allattamento.

A piccoli passi, La psicologia dei bambini/dall’attesa ai cinque anni, di Silvia Vegetti Finzi, Mondadori, 1994.

Il sottotitolo è una lunga intervista a domande e a risposte raccolte dalla giornalista Anna Maria Battistin sui temi più diversi che si affacciano alla mente dei neo-genitori. Tiene conto delle complessità di vita attuali come delle esigenze profonde del bambino nei primi anni di vita, un bambino che si costruisce grazie ai modi d’amore che i genitori sanno offrirgli. Ricchissimo di spunti, facile da leggere, molto concreto, aiuta gli adulti a dare con generosità e buon senso.

Del sonno si parla in varie pagine; c’è comunque un capitolo, il VII, intitolato Tutti insieme nel lettone? L’A. è contraria a tale pratica prolungata nel tempo e spiega l’importanza che può avere per il bambino il viversi come persona non fusa con i genitori. In definitiva sono questi che, non avendo la pazienza o la calma necessarie per rispondere in altro modo, lo portano con loro nel letto, dandogli questo come unica soluzione. Eppure sentimenti come separazione o esclusione sono inevitabili nello sviluppo infantile, rappresentano altrettante “prove” da affrontare e da superare a poco a poco, per poter crescere e staccarsi dai genitori. Si tratta di aiutarlo in questo percorso, consolandolo quando piange di notte, quando si sente solo, ha paura, ha fatto un brutto sogno, ma senza portarlo con sé nel lettone: altrimenti questa diventerà una specie di soluzione magica a ogni forma di paura.

Genitori di giorno e… di notte, del pediatra americano William Sears pubblicato in Italia nel 1994 da La Leche League International (Lega internazionale del latte materno).

Promuove con forza il dormire insieme o vicini. Quanto a lasciar piangere il bambino per tempi indiscriminati l’A. scrive: non rispondendo ai pianti di un bambino in realtà non gli si insegna a dormire; gli si insegna invece che i pianti non hanno alcun valore comunicativo. Non rispondendo gli insegnate ad arrendersi (…). Mi sembra si tratti di “addestramento” notturno, non di “accudimento” notturno (…). Alcuni studi hanno rivelato che i neonati il cui pianto riceve subito risposta, piangono sempre meno quando crescono (Bell e Ainsworth, 1972). Il testo di Sears, ricco anche di foto e di esempi, prende in considerazione le diverse situazioni di vita con uno o più figli piccoli di giorno e di notte, le differenti modalità di comportamento, l’importanza di dare sempre risposte diversificate, l’analisi di problemi diversi come l’enuresi, la suzione del pollice, i tipi di risveglio, il ruolo centrale che occupa nello sviluppo armonico del bambino l’allattamento materno a richiesta senza aggiunte e senza precoci interruzioni e altro ancora.

Piccoli riti, di Annegret Weickert, Red edizioni, 2000.

Illustra quelle abitudini quotidiane così importanti nella vita dei bambini. Ci possono essere rituali per iniziare la giornata e per concluderla, per mangiare e per mettersi in ordine, per studiare come per festeggiare. I riti, se non diventano abitudini ossessive e maniacali, aiutano a crescere, a creare strutture di ordine mentale e pratiche ragionevoli. Da p. 54 a p. 61 ne sono indicati alcuni per l’addormentamento: suggerimenti di buon senso, di amorevole attenzione ai sentimenti e alle tante richieste profonde dei piccoli, per lo più inespresse.

Come risolvere i problemi di sonno dei bambini, di Susan E. Gottlieb, Red edizioni, 1998.

Tutto sul sonno: la sua fisiologia lungo l’infanzia e le buone abitudini, i problemi che insorgono in tante loro varianti, più legati alla sfera educativa che a quella della salute fisica fino a diventare veri e propri disturbi: un buon libro dalla parte dei bambini e dei loro genitori. Basta guardare a p. 203 le Domande e risposte e confrontarle ad esempio con quelle proposte da Estivill per rendersene conto.

Besame mucho, di Carlos Gonzáles, Coleman Editore, 2005.

Ecco un piacevole, leggibilissimo libro tutto dalla parte dei bambini, che sa ridare ai genitori sicurezza e fiducia circa le risposte che un figlio si aspetta con la ragionevolezza e la cura necessarie. Il mondo del bambino, le sue richieste, la sua domanda appassionata di attenzione hanno un senso preciso per il suo sviluppo e il suo benessere mentale oltre che fisico. Gonzáles, con il tono leggero e insieme profondo di chi ha lunga esperienza di genitori e bambini con i quali non conviene montare in cattedra, dipana i cosiddetti capricci, i bisogni e i desideri contro i quali tanti adulti – familiari, educatori, esperti, studiosi – sono fin troppo pronti a reagire, chiudendosi a ogni ascolto empatico. Magnifiche le pagine sul sonno.

I bambini sono nostri ospiti, di Jirina Prekop e Christel Scheizer, Red edizioni, 1998.

“Educare un bambino significa in primo luogo accettarlo e amarlo incondizionatamente nella sua unicità. Educazione significa dedizione e pazienza. Bisogna offrire all’ospite un buon alloggio e dargli sostegno finché non troverà da solo il proprio cammino. Ciò significa rinunciare a chiedersi che cosa si ricava in cambio di una tale ospitalità. (…) Non ti posso indicare il cammino, ma sono pronto ad accompagnarti, perché tu possa procedere sicuro…”.

Questo è il senso del titolo, e il testo si dipana cercando di comunicare la ricchezza del mondo interiore dei piccoli, il loro bisogno di sicurezza ma anche l’utilità delle piccole frustrazioni, tra legame e distacco. Però non mancano “ostacoli lungo il cammino”, malgrado le migliori intenzioni: il bambino che non dorme, che non mangia, che aggredisce, che fa la pipì a letto, che non sta mai fermo e ancora e ancora. Come muoversi nell’incertezza dei vecchi valori, con le difficoltà attuali quali il lavoro di entrambi i genitori, la loro eventuale separazione, l’atteggiamento attuale del non voler fare più fatica e dell’avere tutto e subito?

Nel capitolo il bambino di notte (pp. 69-77) le A. descrivono con efficacia l’atteggiamento tirannico sviluppato dal bambino sotto l’anno. “Abbiamo tentato di tutto!” ci sentiamo dire dai genitori. Ma è proprio perché hanno provato di tutto e per di più sempre qualcosa di nuovo che per il bambino diventa impossibile calmarsi(…). Più che un arricchimento, ne deriva un turbamento. Il bambino, sentendosi direttore onnipotente del gioco, non rispetta più i genitori che sono ormai in sua balìa e non avverte più la loro protezione. L’esperienza della notte viene trasferita sul giorno: invece di sentirsi accettato da coloro che dovrebbero proteggerlo, ne percepisce l’impotenza, sempre più intrisa di amore-odio.

Un testo che consigliamo vivamente anche per capire quanti dei nostri errori come adulti vengono da uno stile di vita basato sul distacco precoce, sul basso contatto, sui ritmi accelerati, sulla solitudine, tutti elementi quanto mai inquietanti per i bambini piccoli, con ricadute dirette sia su aspetti fisiologici quali cibo, sonno, digestione, sia sui rapporti individuali e sociali.

I No che aiutano a crescere, di Asha Phillips Feltrinelli, 1999.

Il permissivismo dei genitori – ma anche degli educatori – (per timore di conflitti con figli e allievi) stava ormai toccando il fondo sul finire del secolo allorché questo bel libro con il suo indovinatissimo titolo mise in chiaro l’urgenza di prendere una strada nuova, di riconoscere che i bambini vanno rispettati, ma che al tempo stesso hanno bisogno di limiti ragionevoli o – come quasi cent’anni prima aveva detto Maria Montessori contro l’autoritarismo educativo del suo tempo – di spazi di libertà ben definiti. Dunque i “no” sono necessari, ma occorre insieme capire quali e quanti e come dirli, per non cadere nell’aggressività rabbiosa delle proibizioni, nell’imposizione casuale, nella violenza fisica o nell’indifferenza a quanto il bambino ci comunica.

Nelle poche pagine dedicate al sonno dei più piccoli emerge il valore dell’osservazione di sé e dell’altro e quell’intreccio tra emozioni nostre e quelle del bambino che spesso oscura soluzioni semplici a portata di mano. Si potrebbe dire che anche Estivill sollecita i genitori a non colludere in modo ondivago alle richieste inquiete del figlio, ma con che tono di sprezzante sufficienza si esprime, al contrario della Phillips che mostra come nessuna relazione educativa si possa risolvere in modo sbrigativo e autoritario.

Nel corso della notte, di Dilys Daws, Liguori Editore, 1992.

Psicoterapeuta presso la Tavistock Clinic di Londra come la Phillips, la Daws si rivolge a genitori e a educatori per indicare una possibile origine dei disturbi del sonno nei sentimenti ambivalenti degli adulti, nei ricordi dolorosi della loro infanzia dei quali non sono più consapevoli, nelle pressioni emotive generate da problemi di separazione della coppia, dalla sofferenza determinata dal dover lasciare troppo presto il bambino per la ripresa del lavoro, dalla depressione materna, originata dal parto o successiva. Il lavoro della Daws consiste nell’ascoltare la coppia in una serie di incontri ambulatoriali (nei casi riportati tre o quattro sono stati sufficienti) sotto forma di “terapia psicoanalitica breve” per aiutare gli interessati a trovare una chiave di lettura degli accadimenti e l’incoraggiamento a decidere loro stessi in modo adeguato che cosa fare. Il vantaggio è di rafforzare la sensibilità dei genitori e di non far ricadere sul bambino la loro apparente impotenza. Interessanti gli interrogativi dell’A. sul “dormire da soli o in compagnia” (pp. 200 –211) a riprova che ogni scelta adottata comporta più implicazioni. Il volume è di grande interesse ed efficacia.

Massaggio al bambino, messaggio d’amore, di Vimala McClure, Bonomi Editore, 2001.

Questo è un ottimo libro che non parla solo e semplicemente di massaggio, ma di come questa pratica – delicata, amorosa – conduca in questo nostro tempo così superficiale e distratto all’attenzione nei confronti del bambino del primo anno di vita (ma non solo), rafforzando i legami tra lui, i genitori, i fratelli. Quando l’incontro con il piccolo è così intenso e continuo – una grande culla affettuosa intorno a lui – più difficilmente sorgono problemi nella comprensione di ciò che chiede e difficoltà di sonno, di alimentazione. A poco a poco il massaggio diventa una prassi quotidiana di cui non si può fare a meno per intendersi sempre meglio, ogni volta chiedendo il permesso al bambino, tenendo conto del suo desiderio o meno di partecipare, usando la voce, lo sguardo, il sorriso in un dialogo pre-verbale, base sicura per il dialogo vero e proprio che verrà in seguito. Il volume è stato curato per questa edizione da Benedetta Costa, fondatrice e presidente della sezione italiana dell’AIMI (Associazione Italiana Massaggio Infantile), e attivissima nel diffondere tra i genitori questa pratica così rassicurante.

Una casa a misura di bambino, di Grazia e Sara Honegger, Red edizioni, 2000.

Libro corredato di numerose illustrazioni che vuole aiutare i genitori a trovare soluzioni creative ed economiche, ma dalla parte dei bambini per consentire loro attività diverse con mobili e oggetti lungamente sperimentati, dalla nascita alle soglie della seconda infanzia. Si prendono in esame le varie stanze e i servizi della casa per renderli vivibili – come aiuto alle loro indipendenze da conquistare progressivamente. Si vedano a p. 12 le proposte della cestina ovale su carrello e a p. 29 il lettino basso senza sponde.

Numerose le schede pratiche per mettere in condizione gli adulti di fare, creare, adattare la casa secondo le esigenze di crescita e di sviluppo dei propri figli.

Gli ambienti dei bambini, di Monica Cristina Gallo, Fratelli Frilli Editori, 2001.

L’A. (che opera nel settore dell’architettura di interni, della bio-architettura e di ecologia della casa) dedica pagine interessanti alle alterazioni del campo elettromagnetico cui i bambini sono particolarmente sensibili e che indicano migrando nel letto se non è troppo stretto o mostrandosi irritabili con difficoltà a prendere sonno. I letti e le culle in metallo sembrano aumentare l’azione negativa.

Il microclima dell’ambiente/casa, la quiete, la musica in dosi moderate e a volume contenuto, come pure la luce e i colori contribuiscono a creare una situazione distesa, tranquillizzante.

Molto interessante il capitolo dedicato ai mobili per il bambino e alle caratteristiche che dovrebbero avere per il suo benessere globale: scelta dei materiali, delle vernici, dei collanti; qualità delle dimensioni. Il lettino classico a sbarre non è necessario – scrive l’A. – può bastare un futon, il materasso che si arrotola, diffuso in tutto l’Oriente. Ha il vantaggio di occupare uno spazio minimo e, se fatto di elementi naturali, ha “forte capacità assorbente e traspirante”. Ovviamente si può mettere senza difficoltà nel punto della stanza in cui il bambino preferisce dormire.

Il volume include indicazioni sulle strutture esterne destinate ai bambini. Non mancano immagini eloquenti e un’ampia bibliografia.

The no-cry sleep solution, di Elizabeth Pantley, McGraw-Hill 2002.

Fra i molti libri sul sonno che propongono soluzioni più o meno drastiche per aiutare genitori ridotti allo stremo delle forze e sempre più confusi, ecco un testo che parla alle madri e suggerisce in 250 pagine i “10 passi per aiutare vostro figlio a dormire”. Purtroppo non ancora tradotto in Italia, aiuta a trovare soluzioni personalizzate, ma richiede genitori disponibili, pazienti, disposti a prendere nota di ciò che accade attraverso semplici tabelle ora per ora e successivamente, su questa base, a elaborare soluzioni “su misura” di quel bambino e di quella famiglia per ritrovare il sonno senza forzature, né sofferenze. Decisamente il contrario di Estivill che se la sbriga con poche regolette, senza tener conto di nulla.

I dieci passi consistono in:

1) in primo luogo conoscere le condizioni di sicurezza sia per gli aspetti pratici, sia per le varie sistemazioni (lettone, tipo di corredo, rischio SIDS, rischio per mamme dal sonno troppo profondo ecc.) (p. 27);

2) capire perché e come si dorme; quale sia la fisiologia del sonno in un neonato o in un bambino nei primi anni (p. 41);

3) stendere un diario accurato di ciò che succede di notte e di giorno (quando e come si addormenta; che cosa fa quando è sveglio; giochi, pisolini, risvegli notturni…, (p. 53);

4) prospettare le soluzioni possibili, pensando a un ritmo flessibile, in accordo con i tempi del neonato, ma anche del bambino più grande senza ascoltare commenti sciocchi e consigli inutili. Decidere sui fatti osservati e non in base a opinioni (p. 63);

5) preparare un piano personalizzato (p. 159);

6) attuarlo per dieci giorni – come una danza – dice con bell’immagine l’Autrice (p. 169);

7) annotare tutto ciò che accade (p. 173);

8) analizzare i successi (p. 177);

9) seguire il piano per altri dieci giorni (p. 205);

10) analizzare i risultati ottenuti e rivedere il piano ogni dieci giorni, se necessario (p. 215).

C’è un 11° punto spiritoso: che fare se ormai il piccolo dorme e la mamma no? Il tono del testo è amichevole, rassicurante; il contenuto sempre concreto, tale da aiutare passo passo e in modo fattivo una madre decisa a provare.

Speriamo che qualcuno da noi decida di pubblicarlo.

Tutte le mamme hanno il latte, 2° ed. di Paola Negri, Il leone verde, Torino 2011.

Testo fondamentale per chiarirsi le idee sulle scelte da compiere rispetto alll’alimentazione del neonato. L’A. è vice Presidente dell’IBFAN Italia, organizzazione che si occupa di protezione dell’allattamento al seno e di sicurezza nell’alimentazione infantile. Le implicazioni dell’allattamento a richiesta nel problema del sonno sono evidenti e difatti la tematica è affrontata da parecchie prospettive. Ricchissimo di dati e riferimenti scientifici.

L’Agricoltore e il Ginecologo – L’industrializzazione della nascita, di Michel Odent, Il leone verde, Torino 2006.

Il più famoso medico ostetrico del mondo inquadra con una lucidità e una chiarezza senza pari la moderna gestione medicalizzata del parto, ormai diffusa in tutto il mondo, e illustra tutte le implicazioni di ordine psicologico, sociale, sulla salute, l’alimentazione e il sonno. Particolarmente illuminante l’analogia con le modifiche che parallelamente hanno coinvolto l’agricoltura e l’allevamento. Cosa dobbiamo aspettarci dalle nostre scelte che hanno comportato il rifiuto sistematico di tutte le leggi naturali?

Facciamo la nanna - 2ª edizione
Facciamo la nanna - 2ª edizione
Grazia Honegger Fresco
Quel che conviene sapere sui metodi per far dormire il vostro bambino.Consigli, idee e suggerimenti per affrontare i problemi di sonno dei neonati, con un approccio dolce e rispettoso del bambino. Siamo sicuri che il bambino debba dormire quando lo decidiamo noi?Siamo certi che il suo pianto notturno sia un lamento?Dorme troppo? Dorme poco?A volte vorremmo la bacchetta magica per farlo addormentare?Ancora peggio, c’è chi ricorre a medicinali.Siamo fuori strada!Grazia Honegger Fresco, nel suo Facciamo la nanna, chiarisce le motivazioni che dovrebbero spingere a rigettare tutti i metodi “facili e veloci” per far dormire i bambini piccoli (come quello tristemente famoso di Eduard Estivill, noto agli specialisti per la violenza dell’impostazione e la potenziale dannosità nei confronti del bambino) e delinea al contrario quali siano gli approcci più dolci e rispettosi per affrontare i problemi del sonno. Conosci l’autore Grazia Honegger Fresco (Roma, 6 Gennaio 1929 - Castellanza, 30 Settembre 2020), allieva di Maria Montessori, ha sperimentato a lungo la forza innovativa delle sue proposte nelle maternità, nei nidi, nelle Case dei Bambini e nelle Scuole elementari. Sulla base delle esperienze realizzate con i bambini e i loro genitori, ha dedicato molte delle sue energie alla formazione degli educatori in Italia e all'estero.È stata presidente del Centro Nascita Montessori di Roma dal 1981 al 2003 e ne è stata Presidente onorario. È stata consulente pedagogica di AMITE (Associazioni Montessori Italia Europa) e nel 2008 ha ricevuto il premio UNICEF-dalla parte dei bambini.Ha pubblicato numerosi testi di carattere divulgativo.