Il parere di alcuni medici

Allo scopo di stimolare qualche riflessione in merito al testo di Estivill, abbiamo inviato la seguente lettera ad alcuni pediatri italiani. Di seguito sono presentate le risposte.


Oggi si va velocemente espandendo – nell’ottica della negazione delle bio-diversità, del rispetto per l’originalità di ogni essere umano con il suo patrimonio genetico, familiare, culturale – l’adozione di modalità comportamentistiche finalizzate ad “addomesticare” il più precocemente possibile i bambini, negandone le potenzialità, la sensibilità, le capacità di comunicazione non verbale.


Educazione e puericultura ridotte a formulette autoritarie, così come si scoraggia in molti modi l’allattamento al seno o si riduce l’ascolto alle partorienti con l’uso indiscriminato dell’epidurale: annullare le voci, negare ogni validità all’ascolto, all’ecologia dell’esistenza umana.


In questo quadro si iscrive con grande successo il “metodo” Estivill che con il suo Fate la nanna, tradotto in varie lingue e venduto ormai a decine di migliaia di copie, addestra i genitori a far sì che dai sei/sette mesi tutti i bambini vadano a letto senza pianti e con gioia, si addormentino da soli, dormano anche dodici ore di seguito, al buio e nella propria culla o letto. Il metodo è sbrigativo e drastico; il successo assicurato al 98 %, anche perché – a nostro avviso – risponde alle insicurezze dei genitori attuali che spesso per un malinteso senso di libertà caricano i figli, fin dai primi anni, di scelte che invece appartengono agli adulti.


Di conseguenza, Le chiediamo in merito un Suo parere:

  1. Lei è a conoscenza di esiti “Estivill” positivi o negativi in famiglie che a Lei si siano rivolte?
  2. Quali possono essere sul piano fisiologico le conseguenze di un tale addestramento?
  3. E sul piano psicologico?
  4. Lei ritiene che modalità puramente prescrittive minaccino la creazione di legami sani all’interno della famiglia o che al contrario esse in realtà non siano così pericolose?


Ringraziamo in anticipo per la Sua collaborazione

Distinti saluti

Grazia Honegger Fresco

Dott. Massimo Agosti, primario neonatologo a Varese

Da alcuni anni circola tra le mamme e i papà questo – per me famigerato – libricino che “dà” le regole per il “buon sonno”. Secondo me il suo successo è legato al desiderio di non affrontare i problemi che via via possono sorgere.

Epidurale –– latte artificiale –– libretto per dormire –– omogeneizzati è un “bel” modello che fa capire come si faccia fatica in questa epoca a esserci e ad ascoltare ciò che un’altra persona ti vuole dire, in questo caso tuo figlio con il suo modo di comunicazione così poco verbale.


Ma non credo che esistano le generazioni buone e quelle cattive! Quelle di adesso si comportano così perché condizionate da modelli che portano dritto dritto al Fate la nanna: apparire, avere, sembrare, dire di fare… sono tutte situazioni molto comuni. La fatica di dormire di meno, il rifiuto della sofferenza, il lavoro precoce della mamma (per un falso segno di emancipazione femminile!) contribuiscono al successo di libretti come questo.


1) Nella mia esperienza – e questa è una critica dura verso tanti miei colleghi – si può contrastare questa idea, si può andare controcorrente e gli operatori (i pediatri!) avrebbero pure un modo strategico: si sta ad ascoltare, si dedicano 15-20 minuti a questa mamma, la si aiuta ad affrontare e a vincere questa sirena del sonno garantito. Il 90% delle mamme che ho frequentato non ha utilizzato il metodo di Fate la nanna. Quelle poche che l’hanno usato, non l’hanno poi praticato nel tempo, tranne una mamma di due gemelli.


2) e 3) È difficile stabilire gli effetti sul piano fisiologico e psicologico. Nella mia osservazione sono bambini apparentemente più organizzati, “intruppati”, più “addomesticati”, come per l’epidurale e forse anche più. Sicuramente viene “offerto” uno stimolo improprio per l’età e ciò dovrebbe a mio avviso comportare alterazioni di comportamento a distanza di tempo: voglio dire che queste false indipendenze iniziali facilmente generano insicurezze future.


4) Per tutto quanto sopra sono convinto che i genitori perdano una formidabile occasione con il proprio figlio per esserci veramente, per affrontare e risolvere questa problematica che alla fine corrisponde a un bisogno di comunicare. Non a caso la mamma dice: “Non mi mangia, non mi dorme” oppure, a seconda delle regioni, “Non mangia a mamma, non dorme a mamma“. Queste apparenti sgrammaticature stanno a significare quanto sia importante per la mamma – e quanto il neonato o la neonata lo capiscano – il ciclo sonno/cibo. I piccoli cercano di comunicare con i grandi in questo modo, ma se noi glielo impediamo (con metodi tipo Estivill o con i farmaci) creiamo un disturbo di relazione.

Elena Balsamo, pediatra a Bologna

1) Personalmente non ho dati su esiti di Estivill perché le mamme che si rivolgono a me sono molto selezionate: mi scelgono come pediatra proprio in quanto contrarie alle indicazioni di certi pediatri. I genitori cercano operatori che confermino loro ciò che già pensano o sentono.


2) Sul piano fisiologico le principali conseguenze del “metodo Estivill” sono a mio avviso le seguenti:


a. un’alterazione dei normali ritmi di sonno dei bambini, in quanto non è fisiologico che un bambino di 6 mesi dorma 11-12 ore per notte, ma piuttosto è fisiologico che abbia diversi risvegli notturni;


b. un aumento della produzione di cortisolo dovuto alla situazione di stress legata all’addormentamento, con tutte le conseguenze negative che questo comporta;


c. una scorretta abitudine all’uso del succhiotto;


d. un’alterazione dei normali processi di sviluppo del bambino dovuti alla condizione di totale isolamento durante il sonno.


Le conseguenze più pericolose sono sicuramente sul piano psicologico. Il problema dell’approccio di Estivill non è tanto che le modalità siano prescrittive, quanto il fatto che la prescrizione sia l’assoluta mancanza di relazione. Ciò che Estivill propone ai genitori è di sottrarsi alla relazione con il bambino, offrendogli alcuni oggetti come sostituti della loro presenza. Una soluzione forse comoda per chi non ha voglia di impegnarsi in un rapporto di interazione con un bambino, ma devastante per quest’ultimo. La risposta inadeguata – o meglio la non risposta – dei genitori ai bisogni del bambino (che al momento del risveglio non chiede – come sostiene l’autore – “l’ultima cosa che ha visto prima di addormentarsi”, ma cerca la madre, il calore e il contatto con il corpo materno) è fonte di angoscia per lui.


Non solo il bambino impara in questo modo che non c’è da fidarsi dell’altro e – per estensione – del mondo, che gli oggetti sono più importanti delle persone (ecco gettate le basi della società consumistica!), ma soprattutto il suo io non riesce a svilupparsi in maniera integrata, ad aggregarsi, perché il bambino non si sviluppa da solo ma in relazione con gli altri. Il bambino impara a non aver paura delle sue paure attraverso la madre che le affronta per lui e gliele restituisce come pre-digerite. Il bambino cresciuto in condizioni di isolamento come un animale in cattività rischia di sviluppare psicopatologie gravi. Non per nulla le forme di psicosi e gli stati border-line sono in continuo aumento. Quelli di Estivill sono suggerimenti abusanti (si veda il consiglio di svegliare, pizzicandoli, i lattanti addormentati al seno) che rischiano di costruire futuri psicotici.


4) Ritengo pertanto che le modalità di addormentamento del bambino consigliate da Estivill non solo minaccino la creazione di legami sani all’interno della famiglia, ma mettano a rischio la salute, intesa in senso globale, come benessere psicofisico del bambino stesso. In nessuna cultura del mondo, tranne che in quella attuale occidentale e nordamericana, si adottano misure così violente e poco rispettose nei confronti del bambino come quelle caldeggiate da Estivill, che gli negano ogni capacità decisionale. Tutto ciò che il medico spagnolo dice di non fare per addormentare un bambino (cullarlo, allattarlo, dondolarlo, cantargli ninne-nanne, tenerlo nel lettone) è esattamente ciò di cui il bambino ha bisogno per addormentarsi in tranquillità e sicurezza; è ciò che fa ogni mammifero femmina per il suo cucciolo e che ogni madre adotta nelle culture tradizionali di tutto il mondo, dando retta al suo intuito e al suo cuore, piuttosto che ai consigli di medici “malati”.

Franco De Luca, pediatra a Roma

Il ritmo circadiano sonno-veglia nel neonato presenta un totale di circa otto ore di sonno di giorno e otto ore di notte distribuite in intervalli più o meno brevi. Progressivamente il sonno notturno prevale su quello diurno mentre diminuiscono le ore complessive (16 ore il neonato, 12 ore a sei mesi, poi 8 ore) con notevoli differenze tra i diversi bambini.


Contemporaneamente anche il sonno non-REM tende a prevalere su quello REM nel quale i risvegli sono più facili (REM 50% nel neonato, 25% a 2-3 anni, 20% a 3-5 anni).


I risvegli notturni sono condizionati pertanto da fattori biologici, individuali-temperamentali e ambientali.


L’intervento del pediatra quando richiesto dai genitori (anche il loro vissuto è molto soggettivo) deve tener conto delle peculiarità di ciascun sistema bambino-genitori-ambiente. Il pediatra dovrebbe comprendere la sua collocazione all’interno del processo di cambiamento richiesto che non prevede il classico intervento diagnosi-prescrizione.


Nei disturbi del sonno in particolare, ma anche sul comportamento alimentare, il rischio per il medico è di rimanere intrappolato nella logica prescrittiva per lui più consueta, che esclude di fatto i genitori dalla partecipazione al processo di cambiamento.


Usando indifferentemente un farmaco (Nopron) o una tecnica comportamentale (Estivill) il pediatra rischia di entrare a far parte di una lunga schiera di professionisti, ma anche di altre figure (nonni, parenti, amici), che dicono ai genitori che cosa “devono fare”, con prescrizioni spesso destinate all’insuccesso.


La tecnica Estivill non può essere utilizzata come un farmaco miracoloso, panacea per tutti i bambini che dormono male, perché non siamo di fronte a una malattia. Più efficace e destinato a un maggior successo è un intervento nel quale il pediatra, smessi gli abiti del prescrittore, entri nella relazione familiare, cercando prima di vedere la situazione con gli occhi dei genitori, quindi di individuare con loro alcuni obiettivi minimi realizzabili con strategie diverse da caso a caso.


In questo modo migliorerà l’alleanza genitori-pediatra.


Verrà favorito il processo di empowerment (potenziamento) dei genitori che avranno più fiducia in loro stessi come genitori e nel loro pediatra come un professionista attento alla specificità e ai bisogni del loro bambino.

Facciamo la nanna - Seconda edizione
Facciamo la nanna - Seconda edizione
Grazia Honegger Fresco
Quel che conviene sapere sui metodi per far dormire il vostro bambino.Consigli, idee e suggerimenti per affrontare i problemi di sonno dei neonati, con un approccio dolce e rispettoso del bambino. Siamo sicuri che il bambino debba dormire quando lo decidiamo noi?Siamo certi che il suo pianto notturno sia un lamento?Dorme troppo? Dorme poco?A volte vorremmo la bacchetta magica per farlo addormentare?Ancora peggio, c’è chi ricorre a medicinali.Siamo fuori strada!Grazia Honegger Fresco, nel suo Facciamo la nanna, chiarisce le motivazioni che dovrebbero spingere a rigettare tutti i metodi “facili e veloci” per far dormire i bambini piccoli (come quello tristemente famoso di Eduard Estivill, noto agli specialisti per la violenza dell’impostazione e la potenziale dannosità nei confronti del bambino) e delinea al contrario quali siano gli approcci più dolci e rispettosi per affrontare i problemi del sonno. Conosci l’autore Grazia Honegger Fresco (Roma, 6 Gennaio 1929 - Castellanza, 30 Settembre 2020), allieva di Maria Montessori, ha sperimentato a lungo la forza innovativa delle sue proposte nelle maternità, nei nidi, nelle Case dei Bambini e nelle Scuole elementari. Sulla base delle esperienze realizzate con i bambini e i loro genitori, ha dedicato molte delle sue energie alla formazione degli educatori in Italia e all'estero.È stata presidente del Centro Nascita Montessori di Roma dal 1981 al 2003 e ne è stata Presidente onorario. È stata consulente pedagogica di AMITE (Associazioni Montessori Italia Europa) e nel 2008 ha ricevuto il premio UNICEF-dalla parte dei bambini.Ha pubblicato numerosi testi di carattere divulgativo.