Esiste una differenza nell’esposizione microbica dei bambini nati con cesareo d’elezione rispetto a quelli nati con intervento d’emergenza?
La semplice risposta a questa domanda è, con ogni probabilità, sì. Tuttavia, esiste una ricerca scientifica limitata su quale sia l’esatta differenza di esposizione microbica fra la nascita con travaglio e cesareo e quella con intervento chirurgico senza travaglio. Il fatto che il bambino sia esposto o meno ai microbi vaginali di sua madre durante la nascita potrebbe dipendere da quando e se le membrane si siano rotte, e se il bambino è entrato nel canale del parto prima dell’intervento.
Se le acque si rompono presto, e se la donna è già completamente dilatata ed è rimasta per un certo tempo nella seconda fase, quella delle spinte (con il bambino nel canale del parto), prima di aver bisogno di un cesareo d’emergenza, il bambino potrebbe essere stato esposto per un certo tempo ai microbi vaginali della madre mentre era nel canale, anche se poi la modalità del parto cambia.
Ecco due esempi che illustrano come l’esposizione microbica possa differire fra due bambini nati col cesareo, con o senza travaglio.
Il primo, taglio cesareo con travaglio. Le acque si rompono ad un certo momento del travaglio attivo e il travaglio della madre progredisce finché la cervice non è del tutto dilatata. La madre sente l’urgenza di spingere e il bambino si muove lungo il canale del parto; è il suo primo figlio e il secondo stadio richiede del tempo, magari fin quasi un’ora. La madre cerca diverse posizioni per far progredire il travaglio, il ginecologo inizia a preoccuparsi che il bambino stia soffrendo e suggerisce un cesareo d’emergenza, che viene praticato. In questo esempio, è del tutto ragionevole supporre che il bambino abbia ricevuto una certa esposizione ai microbi vaginali materni nel canale del parto, prima di nascere con il cesareo.
Il secondo, un cesareo d’elezione (ossia un cesareo senza indicazioni mediche, su richiesta della madre), che è un esempio di cesareo senza travaglio. Di solito viene praticato prima dell’inizio del travaglio, forse anche prima del termine previsto della gravidanza. Le acque non si sono ancora rotte quando la donna entra in sala operatoria, e il sacco amniotico è ancora intatto. In questo caso potremmo supporre che il bambino, rimasto nell’ambiente quasi sterile della sacca amniotica fino al momento della nascita, non abbia ricevuto nessuna esposizione microbica, né vaginale, né intestinale, durante il parto.
Esiste poi un terzo scenario, che è quello in cui il taglio cesareo viene praticato d’emergenza, ma la donna entra in sala operatoria prima che si rompano le acque. Per questo scenario la ricerca a cui attingere è limitata, ma si può supporre che se il bambino non è entrato nel canale del parto e le acque non si sono rotte non abbia ricevuto nessuna esposizione microbica, né vaginale, né intestinale, prima dell’intervento.
Sono necessari ulteriori studi ma, nel momento in cui scriviamo, la ricerca scientifica indica che tutti i bambini nati con cesareo hanno un microbioma alterato rispetto a quelli nati per via vaginale. In qualsiasi scenario di taglio cesareo, è probabile che il bambino non abbia ricevuto i microbi vaginali e intestinali materni ai livelli che ci aspetteremmo da un parto vaginale. E non solo questo, ma il fatto che i primi microbi ad arrivare, e a colonizzare il microbioma intestinale del bambino, con molta probabilità non abbiano origine dal microbioma vaginale o intestinale materno, potrebbe avere conseguenze sull’addestramento del sistema immunitario infantile, influendo sulla sua salute a lungo termine.