Prefazione

Questa è forse l’unica reale possibilità che abbiamo di riuscir loro [ai figli] di qualche aiuto nella ricerca di una vocazione, avere una vocazione noi stessi, conoscerla, amarla e servirla con passione: perché l’amore alla vita genera amore alla vita.

Natalia Ginzburg

Nell’attuale contesto sociale e culturale, ai suoi diversi livelli, sembra smarrita non solo la coscienza condivisa e la buona pratica dei processi educativi, bensì l’idea stessa di educazione.


Schiacciata tra la presunta impossibilità di indicare una verità della vita e il pluralismo e relativismo dei valori, l’educazione risulta svuotata di ciò che per sua natura la contraddistingue: una direzione personale e comunitaria da seguire e l’apertura alla vita intesa come progetto personale, capace di darle significato.


Certamente (e lo vediamo nei dialoghi quotidiani con genitori, educatori e rappresentanti delle istituzioni) è vissuta come molto urgente la domanda su come affrontare le difficoltà crescenti dei bambini e dei ragazzi, ma si fatica invece a riconoscere che spesso si cercano risposte veloci e tecniche a domande che veloci e tecniche non sono; sono piuttosto domande di senso, di profondità: in una parola, di educazione.


“Per questo – ci ricorda il testo del Comitato CEI La sfida educativa – dobbiamo acquisire meglio i termini attuali della crisi e il livello di profondità a cui ricondurre l’educazione e il suo possibile percorso. L’attuale crisi dell’educazione ha a che fare non soltanto con singole difficoltà, ma piuttosto con l’idea che abbiamo dell’uomo e del suo futuro”.


Il presente lavoro si muove con profondità, precisione antropologica e saggia pedagogia proprio lungo la via dell’educazione, dall’inizio, senza scorciatoie: partendo cioè dalla vita nascente, fin dal concepimento e poi via via fino alla nascita e oltre, vitalmente intrecciata e nutrita dalla relazione familiare e dal legame con la comunità sociale.


Seguendo il testo, lungo lo snodo preciso e logico dei capitoli, si evince e si apprezza come questo lavoro sia proprio “pane fatto in casa” (mi si perdoni questa immagine familiare),offerto a chi ha a cuore la vita, i bambini, l’educazione genitoriale.


Gli autori infatti, studiosi esperti di psicologia e pedagogia, non si limitano a presentare con scientificità i contributi più attuali provenienti dalle discipline antropologiche e mediche sulla vita nascente e sull’infanzia, ma guidano il lettore nelle pieghe di progetti educativi a lungo pensati e speri-mentati in territorio veneto e italiano, insieme a famiglie e bambini.


Numerosi sono i meriti di questa pubblicazione: certamente la centralità riservata al bambino considerato nella sua unicità (oggi spesso dichiarata a parole ma disattesa nella pratica), ma anche lo spazio teorico fondativo e progettuale riservato alla promozione e al sostegno delle competenze genitoriali e educative di entrambi i genitori e, non da ultimo, quello che gli Autori chiamano “lo scambio circolare creativo nella reciprocità propositiva” tra bambino e genitori. Il bambino, fin dalla vita intrauterina, ha uno scopo, un progetto personale da costruire e raggiungere, portando nondimeno un contributo fattivo alla vita dei genitori e della società.


Educare ad essere per diventare ciò che siamo: quale sfida più importante, quale compito più urgente, quale direzione più affascinante che aiutare ogni bambino a esprimere i propri talenti, a costruire il proprio progetto personale di vita, in un ambiente educativo che lo accoglie, che lo ascolta, che lo sprona a esprimere il meglio, non solo per se stesso ma anche per i suoi genitori e per tutta la comunità?


Come psicologo e psicoterapeuta familiare, ma ancor più come salesiano, non posso che ringraziare gli Autori per il loro contributo scientifico e per la loro professionalità e passione educativa.


Il lettore certamente troverà spunti originali e profondi per la propria crescita personale e educativa, come è capitato a me nella lettura.

 

Nicola Giacopini

Direttore Dipartimento di Psicologia IUSVE

Educare ad essere
Educare ad essere
Gino Soldera
Per diventare ciò che siamo.Una guida pratica per riconoscere e valorizzare i talenti del bambino e aiutarlo a costruire il proprio progetto personale di vita. Educare ad essere è un metodo originale che affronta la questione dell’educazione in modo radicale e globale, per rispondere alle complesse sfide poste dalla società. Riconosce al bambino un ruolo attivo e interattivo, l’esistenza di grandi potenzialità e di un proprio progetto di vita, che non può e non deve essere ignorato. Il libro di Gino Soldera offre strumenti semplici e pratici per comprendere la realtà meno conosciuta del bambino e i suoi molteplici bisogni, per costruire relazioni armoniose e un dialogo aperto e creativo, a beneficio della famiglia e dell’intera società. Educare ad esseredi Myriam Zarantonello, pediatraCredo siamo tutti coscienti che il tema dell’educazione sia un problema e un’urgenza nella nostra società.Questo testo di Soldera, Da Mar e Verticilo ci aiuta a riscoprire questo valore e a comprendere come rispondere a questa esigenza per sanare gli errori di una deriva culturale che antepone le cose delle persone. Gli autori auspicano un’altra “rivoluzione copernicana”: quella di porre al primo posto le esigenze interiori dell’essere umano fin da prima del concepimento.Chi siamo, come veniamo in questo mondo, perché, qual è il senso della nostra esistenza: è importante che queste e altre domande esistenziali guidino quando si sceglie di essere genitori, perché concepire e crescere un bambino è una grande responsabilità, alla quale ci si prepara con attenzione.Questo testo diventa particolarmente interessante per il pediatra, il quale, nei “bilanci di salute”, ha l’opportunità preziosa di incontrare più volte genitori e bambini. Spesso le domande sulle difficoltà più comuni, legate ai bisogni fisiologici come il pianto, il sonno, l’alimentazione, esprimono la difficoltà dell’adulto a dare risposte adeguate, a comprendere e vivere meglio la relazione con il bambino. Anche il pediatra può correre il rischio di limitarsi a rispondere con un farmaco, pensando di poter risolvere sbrigativamente i sintomi somatici, invece di considerarli sentinelle di disagi più profondi. È per questo che concetti importanti come struttura della psiche, progetto di vita, costruzione di valori, completano anche nel pediatra quella conoscenza del bambino che va oltre la fisicità, per coglierne l’interiorità, rispettando così l’unità e la complessità che caratterizza l’essere umano fin dall’inizio della sua vita.Buona lettura! Conosci l’autore Gino Soldera, psicologo e psicoterapeuta, insegna Psicologia ed Educazione Prenatale all’Università IUSVE di Mestre-Venezia, Psicoantropologia all’Accademia ConSè di Brescia e svolge l’attività di supervisore presso il Consultorio Familiare del CIF di Dolo (VE).È consigliere internazionale dell’APPPAH (Associazione Americana di Psicologia Prenatale Perinatale e Salute), membro del Comitato Scientifico della Scuola Italiana per la “Care in Perinatologia” e socio onorario dell’Associazione “Genitorialità”.Dirige la rivista Il Giornale Italiano di Psicologia e di Educazione Prenatale dell’ANPEP (Associazione Nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale), di cui è presidente.