Secondo questo autore, in tutta la gravidanza il feto sarebbe massaggiato dalle pareti uterine e dal liquido amniotico materno e le contrazioni del parto servirebbero a stimolare e attivare il corretto funzionamento degli apparati fondamentali che serviranno al bambino subito dopo la nascita. Per ritornare a quanto ho illustrato nello scorso capitolo, anche Montagu pensa che il periodo di gestazione non termini con la nascita ma: “rappresenta una complessa e importantissima serie di mutamenti funzionali che servono a preparare il neonato per il passaggio dalla gestazione intrauterina a quella extrauterina. Dato che il bambino nasce a uno stadio così rischiosamente immaturo, è particolarmente necessario che i genitori capiscano appieno il vero significato dell’immaturità dei propri figli: cioè che, con i mutamenti iniziati durante il periodo della nascita, il bambino continua il suo periodo di gestazione, passando, attraverso il canale naturale, dall’uterogestazione all’esterogestazione in un continuo e sempre più complesso rapporto di interazione con la madre, che è ottimamente dotata per venire incontro alle sue necessità. Fra le esigenze più importanti del neonato, vi sono i segnali che riceve attraverso la pelle, il suo primo mezzo di comunicazione con il mondo esterno. Per prepararla al suo funzionamento nel mondo postnatale – per dargli un grembo adeguato – le forti contrazioni dell’utero sul corpo del feto hanno un ruolo importante”8.
Anche per quanto riguarda l’allattamento al seno, Montagu fa notare come il contatto pelle a pelle favorisca la secrezione, da parte dell’ipofisi materna, della prolattina, un ormone necessario per l’inizio e il mantenimento della lattazione nei mammiferi. Inoltre, sottolinea che lo scopo dell’allattamento al seno “è quello di dare al bambino molto di più che una dieta adeguata, di fornirgli insomma, un ambiente emozionale di sicurezza e di amore nel quale la creatura nel suo insieme possa crescere vigorosamente. L’allattamento al seno da solo non glielo garantirà. È il rapporto globale della madre con il proprio bambino che rende significativo l’allattamento al seno.”9
Margaret Ribble, psicologa, già alla metà del secolo scorso mise in evidenza come i bisogni psicologici dei bambini debbano essere soddisfatti quanto quelli fisici. In particolare questa autrice ha sottolineato l’importanza della stimolazione tattile sulla respirazione del neonato: “La respirazione, che nelle prime settimane di vita è tipicamente superficiale, instabile e inadeguata, viene stimolata in modo definitivo per via riflessa attraverso la suzione e il contatto fisico con la madre. [...] È evidente che il contatto fisico con la madre ha una precisa implicazione biologica nella regolazione della respirazione e nelle funzioni nutritive del bambino”10.
Anche Frederick Leboyer, grande innovatore della pediatria mondiale e autore di famosi testi sulla nascita, scrive: “Per i bambini piccoli, essere portati, cullati, accarezzati, essere tenuti, massaggiati sono tutti nutrimenti indispensabili, come le vitamine, i sali minerali e le proteine, se non di più. Se viene privato di tutto questo e dell’odore, del calore e della voce della madre che conosce bene, il bambino, anche se gonfio di latte, si lascerà morire di fame”11.
Montagu afferma anche: “Sebbene il tatto non sia di per sé un fatto emotivo, i suoi elementi sensoriali inducono quei cambiamenti neurali, ghiandolari, muscolari e mentali che chiamiamo complessivamente sentimento. Per cui il tatto non è sentito come una semplice modalità fisica, come sensazione, ma affettivamente, come sentimento”12.