Introduzione

Esistono molti libri sull’accudimento dei bambini, forse troppi. Spesso si presentano come manuali di istruzioni, pieni di metodi da imparare come fossero magiche ricette di felicità per genitori e figli: ecco quello che non troverete nel libro che avete fra le mani. L’obiettivo di queste pagine è di liberare i genitori dai pregiudizi culturali trasmessi attraverso giornali, riviste, libri, format televisivi e dalle possibili ingerenze di esperti, parenti o amici che si sentono in diritto e in dovere di dare consigli o giudizi non richiesti. Sembra di dover imparare a fare i genitori e di doversi sempre confrontare con padri e madri migliori di noi per non creare figli infelici, dipendenti, che disturbano, troppo mammoni, maleducati, bamboccioni e la lista di aggettivi pare infinita! Sembra di dover sempre rendere conto di quello che facciamo con i nostri bambini: ai nonni, al pediatra, alle amiche, alle maestre e a tutti quelli che conosciamo; spesso ci sentiamo in dovere di giustificare le nostre scelte ancora prima che queste vengano criticate e messe in discussione.


Da sempre la letteratura psicologica, pedagogica e scientifica propone modelli che sovente, negli anni, perdono di valore e credibilità, generando una grande confusione su quale sia il metodo o il modello giusto da seguire per allevare figli felici. Il nocciolo di questo libro, al contrario, è che non esistono metodi uguali per tutti, per il semplice fatto che non esiste un essere umano uguale a un altro. Ogni genitore ha dentro di sé la maggior parte degli strumenti per crescere i figli ed è necessario essere disponibili a mettersi in gioco in prima persona, a calarsi nei panni dei bambini, rivivendo attraverso di loro la propria infanzia. Per molti neogenitori invece questo aspetto sembra superfluo e difficile da considerare come una risorsa, un’occasione irripetibile che ogni bambino porta con sé.


Prima di stringere la propria creatura fra le braccia sembra tutto prevedibile ma poi, quando nasce una nuova vita, è un po’ come se ogni volta si rinnovasse il Big Bang dell’universo. Cambia tutto: il ritmo della giornata, il sonno notturno, gli spazi in casa, il rapporto di coppia e le relazioni con le famiglie d’origine. Spesso tutto ciò che ci aspettavamo accadesse, o che avevamo programmato durante la gravidanza, prende una piega diversa o inaspettata: non necessariamente migliore o peggiore rispetto alle aspettative, solo differente. Per esempio, nella nostra cultura non è così scontato che ogni bambino ovunque nasca, indipendentemente dalla cultura, dal ceto sociale e dalla religione di appartenenza, abbia due bisogni fondamentali: quello di essere nutrito al seno di sua madre e quello di contatto fisico.


Niente altro.

Strano? No, semplice. Forse troppo semplice per le leggi del marketing che portano i genitori a compilare liste di nascita sempre più lunghe e gli esperti (o presunti tali) a sfornare teorie e indicazioni di accudimento dei bambini ritenute indispensabili. A mio parere i genitori hanno invece bisogno di ascolto e di essere aiutati a tirare fuori le proprie soluzioni. La rivoluzione deve partire da noi “esperti”: se vogliamo che i genitori si riapproprino del loro ruolo e smettano di delegarlo, dobbiamo stare con loro, ascoltarli, passarci tempo e fornire la nostra competenza mettendoci nei loro panni. Hanno bisogno di continuità assistenziale prima e dopo il parto, di professionisti che comunicano fra loro, non di avere pediatri o psicologi che mettono in guardia dai presunti pericoli del viziare i figli se tenuti troppo in braccio, allattati troppo a lungo, tenuti troppo nel lettone, coccolati troppo, considerati troppo; in due parole: amati troppo! Il fatto è che questo è molto difficile da proporre a tante persone. Si pensi invece al metodo uguale per tutti, al test, al prodotto industriale già confezionato: è già fatto, non comunica un sentimento, è somministrabile e vendibile in larga scala e dà l’idea del genitore e del bambino globalizzato, senza confini, senza individualità, né competenza. Per delegare il ruolo di genitore è già tutto pronto in un negozio di articoli per l’infanzia o negli scaffali di un supermercato.


Oppure si può scegliere di essere genitore e non soltanto di farlo. Si può scegliere di mettersi in discussione ogni giorno e di crescere con i figli in nome dell’affettività e del rispetto dei bisogni di tutti; per allevare esseri umani che mettano al primo posto nella loro scala di valori le relazioni affettive e l’espressione libera dei sentimenti.


Nella nostra cultura la maggior parte dei bisogni irrinunciabili dei bambini viene fatta passare come un possibile vizio. Questo libro ha il preciso scopo di sfatare i più comuni pregiudizi su nascita, allattamento materno, sonno e bisogno di contatto dei neonati e dei bambini attraverso un’analisi approfondita della letteratura scientifica basata sulla fisiologia.


Auguro a tutti coloro che leggeranno queste pagine di condividere con me un messaggio d’amore e di espressione libera delle proprie risorse di genitore, molte volte difficili da racimolare, ma sempre presenti in ognuno di noi. Basta allenarsi ad ascoltarle e accettarle, insieme a loro, i nostri figli. In queste righe non ci sono metodi ma sentimenti di una mamma che ha messo la propria vita e professionalità al servizio dei bambini e delle loro famiglie. È per tutti i genitori che vogliono compiere scelte libere, informate e autonome.


Proprio perché è scritto da una mamma, all’inizio di ogni paragrafo ho inserito alcune “voci di mamme e di papà”, per dare la possibilità a ogni lettore di trovare aspetti comuni alla propria esperienza e di riconoscersi nelle parole degli altri.


Buona lettura a tutti.

E se poi prende il vizio?
E se poi prende il vizio?
Alessandra Bortolotti
Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili dei nostri bambini.I bimbi piccoli non hanno vizi. Hanno esigenze fisiologiche, ormai ben conosciute dalla ricerca scientifica, che è bene riconoscere e trattare come tali. Sono tanti i libri dedicati all’accudimento dei bambini piccoli, nella maggior parte dei casi spacciati come manuali di istruzioni, magiche ricette di felicità per genitori e figli.E si sa che la società odierna impone tempi e spazi basati sulla logica della produttività e del consumismo, senza curarsi di proteggere lo sviluppo psicofisico e affettivo dei più piccoli. I bambini si ritrovano così a crescere in un mondo adultocentrico che spesso si dimentica di loro o impone di diventare immediatamente autonomi e indipendenti, di non disturbare, di ignorare fin da subito i propri istinti e la capacità di comunicare i propri bisogni.E se poi prende il vizio? invece non propone metodi identici per tutti. Partendo dal presupposto che ogni genitore sia unico e, in quanto tale, debba mettersi in gioco in prima persona e compiere scelte libere, autonome e informate, per allevare esseri umani che mettano al primo posto le relazioni affettive e l’espressione libera dei sentimenti, il libro invita a riflettere sulla particolarità di ogni famiglia, sul diritto (e il dovere) di educare e allevare i figli in libertà, mettendo da parte i pregiudizi culturali e dando ascolto al proprio cuore e all’istinto.Alessandra Bortolotti, rinomata psicologa perinatale, nel suo libro tratta temi universali quali il sonno dei neonati e dei bambini più grandi, il bisogno di contatto e le più elementari forme di comunicazione tra genitori e figli, basandosi sulle più recenti scoperte nel campo delle neuroscienze. Le ricerche sulla fisiologia della gravidanza, del parto e dell’allattamento sottolineano infatti, in maniera chiara e inappellabile, che rispondere ai bisogni affettivi dei bambini non significa viziarli ma, anzi, costituisce un patrimonio irrinunciabile che può influenzare positivamente l’equilibrio fisico ed emotivo di tutta la loro vita. L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Alessandra Bortolotti, psicologa perinatale, si occupa da anni di puericultura e fisiologia di gravidanza, parto e allattamento.È consulente di numerose riviste e siti internet dedicati ai genitori e scrive su varie pubblicazioni scientifiche.È ideatrice e curatrice del sito www.psicologiaperinatale.it e conduce incontri post parto in provincia di Firenze, dove vive.