seconda parte - come condividere il sonno

Come dormire con tuo figlio
in tutta sicurezza

Ogni famiglia ha la propria lista di obiettivi, i propri bisogni e la propria filosofia. Mentre suggerisco che tutte le famiglie dovrebbero tenere in camera con sé i propri piccoli, se possibile, per almeno i primi sei mesi di vita, non ritengo che tutte le famiglie dovrebbero condividere il letto. Se sentite di desiderare il calore, la sicurezza, la pace e l’accudimento derivanti dal sonno in un letto condiviso, allora è bene organizzare l’ambiente in cui si condividerà il lettone in maniera intelligente e programmata.


Partiamo dalle basi. Penso sia giusto per entrambi i genitori che dormono nel lettone assumersi la responsabilità, durante il sonno, del bimbo che è con loro. Proprio come sugli adesivi attaccati alle automobili che indicano “Bimbo a bordo”, prima di entrare nel letto in cui accoglierete vostro figlio pensate “Bimbo a letto”. Siete responsabili di sapere dove si trovi il piccolo e di reagire alla sua presenza. Tale reazione richiede una risoluzione consapevole: così come decidete di non alzarvi dal letto, o potreste aver deciso che vi alzerete presto per prendere l’aereo, dormire con un bambino è più di un atto fisico: è un atto mentale obbligatorio per entrambi i genitori che dormono nel letto, anche se sarà uno di loro a rispondere al piccolo più spesso dell’altro.


Ponete sempre il vostro bimbo sulla schiena, posizione naturale di ogni bambino allattato che condivide il sonno con mamma e papà. I ricercatori hanno scoperto che i lattanti corrono un rischio molto ridotto di cadere vittima della SIDS se dormono con la schiena appoggiata su un materasso rigido e con coperte ben avvolte, se dormono con il viso non coperto da cuscini, lenzuoli o peluche e in stanze in cui non si è fumato.

Se la madre ha fumato durante la gravidanza e continua a fumare, dovrebbe rinunciare a condividere il letto, tenendo il figlio a dormire accanto a sé ma su una superficie separata. Se a fumare è il padre è ugualmente meglio far dormire il piccolo accanto al letto, e non nel letto con sé. Come si vedrà nel capitolo successivo, da uno studio epidemiologico condotto da Peter Fleming risultò che condividere il letto con un padre fumatore innalzava pericolosamente il livello di rischio1.

Se avete l’abitudine di condividere il letto con vostro figlio, l’ideale è allontanare il letto dalle pareti e dai mobili circostanti, ponendolo al centro della stanza, e togliere la struttura in ferro e in legno, lasciando sul pavimento la rete con sopra il materasso. Come dimostrano i dati della CPSC [Consumer Product Safety Commission, Associazione dei consumatori statunitense, N.d.T.], i maggiori rischi corsi dai bambini che dormono nel lettone con i genitori non derivano, come molti pensano, dallo schiacciamento del piccolo da parte dell’adulto, bensì dallo strangolamento o dal blocco o intrappolamento tra la parete o una parte di mobilio (ad esempio la sponda del letto) e il materasso, oppure tra la rete, la testiera o la pediera e il materasso (vedi “Conseguenze di una scorretta condivisione del letto”).


Se non potete o non volete spostare il letto in mezzo alla stanza, individuate almeno gli interstizi e le falle intorno al letto, oltre a ispezionare i mobili e gli oggetti che circondano il materasso. Assicuratevi che non ci sia mobilio troppo vicino al materasso, accertandovi altresì che testiera, pediera e rete siano ben aderenti al materasso. Immaginate che, se c’è un buco, vostro figlio finirà per infilarcisi.


Se allattate e condividete il letto ricordate di abbassare un poco il riscaldamento perché il vostro corpo accanto a quello del piccolo agisce in modo da tenerlo al caldo: il calore eccessivo aumenta il rischio di SIDS. Utilizzate guanciali rigidi e squadrati, tenendoli lontano dal viso del bambino. Sono preferibili coperte leggere, e un pigiamino sarà l’ideale per il piccolo.


È bene operare valutazioni accorte nel caso in cui uno degli adulti che dormono con il bambino fosse obeso. L’eccesso di peso può creare una depressione o uno spazio all’interno del quale il bimbo rischia di cadere durante il sonno. Un materasso particolarmente rigido ovvierà al disagio. Non esistono regole nette ed empiricamente giustificabili riguardo sonno condiviso e obesità di uno dei genitori, se non in assenza di allattamento materno e in presenza di ulteriori e preponderanti fattori di rischio che rendano sconsigliabile la condivisione del letto. In queste famiglie dormire insieme è possibile ponendo il bambino su una superficie accanto al letto invece che nel lettone stesso.

Uno studio sul rapporto tra obesità e sonno condiviso (su un divano, luogo di condivisione del sonno pericoloso per chiunque) rivela un rischio straordinariamente elevato in presenza di sonno condiviso sul divano e obesità, benché il dato riporti molteplici fattori di rischio indipendenti, e non uno solo2.


Tenete vostro figlio lontano da piumoni o coperte pesanti che possano finire per coprirgli il viso o il naso, e assicuratevi di non far entrare altri bambini nel letto mentre il piccolo dorme.


Non pensate che sia sicuro appoggiare il materasso contro la parete: alcuni bambini sono rimasti incastrati, soffocando,

perché i genitori non avevano notato che il letto si era allontanato dal muro, creando uno spazio sufficientemente ampio da consentire al piccolo di finirci dentro e di restare asfissiato.

Se con il vostro compagno vi sentite troppo appiccicati, o se il letto non è né matrimoniale né a una piazza e mezzo, meglio rinunciare a dormire insieme. Dovreste avere abbastanza spazio per muovervi.


I nuovi materassi pieghevoli non sembrano abbastanza piani e rigidi da assicurare a vostro figlio la massima protezione, quindi è meglio evitare di dormire insieme al piccolo su queste particolari superfici. Mai condividere il letto se si dorme su un materasso ad acqua.


Un ulteriore accorgimento: quando portate il vostro bambino a fare la nanna, usate un walkie-talkie al contrario rispetto a come utilizzate quelli che impiegate di solito. Disponete gli altoparlanti in modo da trasmettere i suoni e i rumori prodotti nella zona attiva di casa all’interno della stanza in cui dorme il bimbo. Si verrà così a creare un rumore di fondo al quale ilpiccolo potrà reagire, con risvegli tranquilli o, altrimenti, con un sonno più naturale per il suo organismo. Ricordate: almeno un secolo di scienze dello sviluppo ci rivela che i bambini reagiscono in maniera assai più sana ai suoni che non al silenzio, specie se i suoni sono umani. Le voci che filtrano all’interno della stanza sono particolarmente rassicuranti per i lattanti, per i quali esse rappresentano una “forza vitale” a cui sanno reagire biologicamente e psicologicamente. Invertire le casse perché tali suoni raggiungano il bimbo è proattivo e protettivo, oltre a garantire al bambino molti degli stessi vantaggi biologici ed evolutivi prodotti dal sonno condiviso.

No al letto condiviso se...

  • Sei obeso. Le madri obese corrono un rischio molto maggiore di schiacciare il proprio bambino.

  • Hai fumato in gravidanza.

  • Tu, o il tuo partner, siete fumatori.

  • Dormi su un materasso ad acqua, su una poltrona, su una poltrona reclinabile, sul sofà, sul divano o su una beanbag [poltrona a sacco, simile a un grosso cuscino, N.d.T.].

  • Dormi su più cuscini, su un materasso morbido, su un materasso di piume, o su una pelle di pecora.
  • Utilizzi coperte pesanti, tipo piumoni o trapunte.

  • Dormi in stanze surriscaldate. Il surriscaldamento è associato a un maggior rischio di SIDS.
  • Tu o un altro adulto che condivide lo stesso letto siete sotto l’effetto di alcol o droghe.

  • C’è il rischio che altri bambini salgano sul letto.

  • C’è il rischio che salgano animali sul letto.

  • Sul letto ci sono animali di peluche che possono coprire il viso del bambino.
  • Il bambino dorme a pancia in giù. I bambini dovrebbero SEMPRE dormire sulla schiena.

Conseguenze di una scorretta condivisione del letto

Ecco cosa potrebbe accadere a vostro figlio in assenza delle dovute precauzioni:
  • Rimanere intrappolato tra il letto e la parete.
  • Rimanere intrappolato tra il letto e un oggetto.
  • Rimanere intrappolato tra le sbarre del letto.
QUANDO DORMITE CON IL VOSTRO BAMBINO NELLO STESSO LETTO, FATELO SEMPRE IN TUTTA SICUREZZA!


Sonno condiviso: cosa fare e cosa non fare

Da fare:

  • Assicurarsi che il bambino dorma su una superficie pulita, stabile e non trapun-tata. L’ideale sarebbe un materasso posto al centro della stanza, senza alcuna struttura.

  • Non fumare nell’ambiente in cui vive il bambino! Se siete entrambi fumatori, ovunque fumiate, non fate dormire il piccolo nel lettone con voi!

  • Mettere il bimbo a dormire sulla schiena. Se viene allattato a letto, assicurarsi che, al termine della poppata, il piccolo si trovi a pancia in su.

Ecco un esempio realistico di condivisione del sonno in tutta sicurezza. Sebbene la struttura del letto non sia stata eliminata, il materasso risulta ben aderente alla testiera, e il bambino non si trova in una posizione tale da rischiare di rimanere intrappolato tra letto e parete. Vengono utilizzati una coperta leggera e un solo guanciale.

Da non fare:

  • Non condividere il letto se entrambi i genitori hanno assunto tranquillanti, far-maci, alcolici, o eventuali sostanze che inducano stati alterati di coscienza o forte sonnolenza.

  • Non condividere il letto se uno dei genitori è ammalato, o talmente stanco da aver difficoltà di reazione nei confronti del bimbo, o ancora nel caso in cui uno dei genitori si rendesse conto che chi ha il compito di accudire il piccolo è molto più stanco del solito.

  • Non condividere il letto in presenza di spazi tra il letto e la parete in cui il piccolo rischia di cadere, restando intrappolato. Assicurarsi che il materasso aderisca perfettamente alla testiera e alla pediera, e – se possibile – eliminare la struttura del letto.

  • Non condividere il letto se il genitore che dorme accanto al bambino è decisa-mente obeso, a meno che la madre non stia allattando e non abbia considerato in che modo compensare la grossa differenza di peso.

  • Non condividere il letto se i fratelli maggiori, che non si rendono conto dei rischi di soffocamento, dormono nello stesso letto con bambini di età inferiore a un anno.

  • Non condividere il letto se c’è l’eventualità che il bimbo dorma insieme a un animale.

  • Non lasciar dormire i bambini soli e incustoditi in un letto per adulti. Mai lasciare un lattante da solo in un letto per adulti.

  • Non utilizzare biancheria pesante. Lenzuola e coperte dovrebbero essere di tes-suto poroso, preferibilmente di cotone. Durante la stagione fredda, ricorrere a più strati di coperte leggere piuttosto che a un’unica coltre pesante.

  • Non lasciare che la testa o il viso del bambino vengano coperti.

  • Non vestire troppo il bimbo – se state bene voi, è probabile che stia bene pure lui. Ricordate che lo stretto contatto fisico determina un aumento della temperatura corporea.

  • Non lasciare i capelli slegati, se lunghi, e non indossare biancheria da letto con nastri o lacci: espongono il bambino al rischio di strangolamento.

La maniera corretta di condividere il sonno

Ecco uno schizzo esemplificativo di condivisione del letto tra genitori non fumatori, sobri, che hanno deciso di dormire con il proprio bambino e di allattarlo. La struttura del letto è stata completamente rimossa, e il materasso posto al centro della stanza lontano da mobili e pareti. Vengono utilizzati coperte leggere e guanciali rigidi e rettangolari, e nel letto non ci sono bimbi più grandi, animali, né animali di peluche.

Di notte con tuo figlio
Di notte con tuo figlio
James J. McKenna
La condivisione del sonno in famiglia.L’antropologo James J. McKenna descrive i vantaggi del sonno condiviso, riportando le più recenti evidenze scientifiche che ne evidenziato i potenziali benefici. In passato dormire insieme ai propri figli era la norma in quasi ogni epoca e cultura. Oggi invece, questa pratica è fonte di innumerevoli interrogativi e occasioni per colpevolizzarsi.Dove far dormire i bambini è un tema assai controverso nella cultura occidentale poiché risveglia questioni legate all’ideologia della promozione dell’indipendenza degli individui, bambini compresi.Il timore di condividere il letto con un bambino è altresì alimentato dallo stile di vita comunemente accettato dalla cultura occidentale, secondo cui si dovrebbe lavorare tutto il giorno, stare con la famiglia soltanto la sera o nel fine settimana e dormire da soli, profondamente e per tutta la notte. Il letto, poi, è anche sinonimo di sesso, per cui dormire con un bambino risulterebbe sospetto.Di notte con tuo figlio sviscera e smentisce ogni teoria scientifica a sostegno dell’inopportunità, se non addirittura della pericolosità o dell’immoralità, di questa abitudine. James J. McKenna sovverte queste credenze culturalmente accettate, agendo da uomo di scienza: i suoi studi sul sonno dimostrano il legame che si crea durante la notte tra figlio e genitore, attraverso tracciati dei mutamenti fisiologici registrati in entrambi i soggetti addormentati e con filmati della loro danza notturna. Legame che, come lui ha dimostrato, ha un fondamento biologico misurabile.L’autore raccomanda il sonno condiviso, purché in situazioni di assoluta sicurezza, e ne illustra le diverse modalità, avvalendosi delle più recenti evidenze scientifiche a sostegno dei potenziali benefici del sonno condiviso e tanti utili consigli per prevenire eventuali rischi e inconvenienti.Pronti a scoprire gli innumerevoli benefici di stare tutti insieme nel lettone? Conosci l’autore James J. McKenna, titolare della cattedra di Antropologia Edmund P. Joyce C.S.C., nonché Direttore del Mother-Baby Behavioral Sleep Laboratory (laboratorio di ricerca sul sonno materno infantile) dell’Università di Notre Dame, è tra le massime autorità in materia di allattamento al seno in relazione alla SIDS (Sindrome della morte in culla) e al sonno condiviso.I suoi interventi a conferenze e convegni medici sulla genitorialità sono molto richiesti in tutto il mondo.