prima parte - vii

L'importanza del sonno condiviso
per i bambini nutriti con il biberon

Sebbene l’allattamento materno sia la scelta migliore, non tutte le madri decidono o sono in grado di allattare al seno. Tuttavia, a prescindere dal metodo di allattamento, tutti i neonati traggono beneficio psicologico ed emotivo dalla percezione, dalla consapevolezza e dalle reazioni prodotte dal contatto e della vicinanza dei genitori, i quali traggono a loro volta beneficio dalla vicinanza del loro piccino. Numerosi studi dimostrano che l’attaccamento e la sensibilità materna, oltre che il legame emotivo, si rafforzano se il bimbo viene abbracciato o portato con più frequenza. Il maggior contatto contribuisce a ridurre il rischio futuro di maltrattamenti e di abbandono nei casi di coppie madre-figlio a rischio, specie se in condizioni economiche disagiate.,1,2,3

Detto questo, il motivo per cui la sicurezza del sonno condiviso tra madri e figli nutriti con il biberon mi desta, in genere, maggior preoccupazione è il fatto che chi di noi ha studiato e messo a confronto gli schemi del sonno dei bambini allattati al seno e dei bambini nutriti artificialmente ha avuto modo di notare come, nel primo più che nel secondo caso, madri e figli tendano a dormire le une di fronte agli altri, le madri con le ginocchia raccolte sotto il corpo del piccolo, spesso su un fianco, il che pare essere ricollegabile sia alla posizione assunta per la poppata sia agli schemi comunicativi rilevabili in un contesto di allattamento al seno e di condivisione del letto.

In Gran Bretagna la dottoressa Helen Ball, direttore del Parent Sleep Center dell’Università di Durham (www.dur.ac.uk./sleep.lab), analizzando le differenze tra le coppie madre-figlio che praticavano l’allattamento materno e quelle che utilizzavano il biberon, notò come le mamme e i piccoli allattati al seno e che dormivano nello stesso letto tendessero a svegliarsi più velocemente in risposta ai reciproci segnali di quanto non facessero le madri e i bimbi che dormivano nello stesso letto ma che ricorrevano al biberon. Ciò farebbe supporre una maggior sensibilità alle reciproche sollecitazioni, in grado di favorire una maggior sicurezza4. Quindi se è possibile ricorrere al contatto pelle a pelle nei momenti in cui, di notte, il bimbo è sveglio, risulterà forse più indicato, per gran parte delle famiglie che ricorrono al biberon, condividere il sonno mettendo il bambino a dormire accanto al letto dei genitori invece che nel lettone stesso. Tuttavia sarete, come sempre, voi nella posizione più indicata a giudicare quanto possiate effettivamente essere sensibili e solerti nei confronti di vostro figlio. Molto dipende dalla motivazione e dalle intenzioni della madre ma, come sempre, se non si è in grado di garantire i giusti presupposti, è meglio non dormire nello stesso letto.


La buona notizia è che se tali condizioni non possono essere garantite (se, ad esempio, il vostro letto è troppo piccolo o vi si possono infilare di soppiatto fratellini più grandi), esistono altre soluzioni per favorire il contatto corporeo tra mamma e bambino in tutta sicurezza, favorendo al contempo l’attaccamento e migliorando il benessere e la felicità di entrambi. Il gruppo di ricercatori diretti da Anisfeld, ad esempio, analizzò gli effetti del maggior contatto fisico tra le madri con problemi economici e i loro bambi-ni, ottenuto con l’introduzione, nell’ambito della relazione, del regolare utilizzo di un morbido marsupio. Si accorsero che l’“intervento sperimentale” – l’offerta di un marsupio – migliorò sensibilmente la reattività delle madri ai gorgheggi dei figli di tre mesi e mezzo, favorendo poi – all’età i tredici mesi – l’instaurarsi di un attaccamento sicuro. Dalla ricerca emerse che la vicinanza prolungata poteva aver fatto sì che le madri sottoposte a maggior stress imparassero a rispondere in modo adeguato ai bisogni dei loro piccini, godendo al contempo e in misura maggiore del rapporto con essi5.

Certo, sia i piccoli allattati al seno che quelli allattati con il biberon reagiscono positivamente ai movimenti, al tocco e al respiro della madre, oltre a sentirsi rassicurati e psicologicamente influenzati dalla sua presenza. Più madre e figlio stanno in stretta vicinanza, meglio riescono entrambi a interpretare e a soddisfare in modo naturale i reciproci richiami e segnali, migliorando la comunicazione. Ciò risulta particolarmente importante per i bambini nutriti con il biberon, che rischiano di perdere alcune delle intense interazioni che hanno luogo durante l’allattamento al seno. Di certo questi piccoli dormiranno più al sicuro se mamma e papà sono loro accanto (per quanto in letti diversi), poiché la vicinanza consente al genitore attento di reagire in situazioni di pericolo, ad esempio quando il bimbo resta con il capo sotto le coperte o quando si gira sulla pancia. Se vicini, mamma e papà correranno sempre in suo aiuto.

Vantaggi del sonno condiviso su due superfici diverse per i bambini nutriti con latte formulato e per i loro genitori

  • Un ambiente notturno amorevole: bambini che praticano il sonno condiviso hanno una maggior certezza che i loro bisogni verranno soddisfatti pressoché immediatamente, e le mamme e i papà che dormono accanto ai loro figli sono in grado di reagire in maniera sollecita se il bimbo piange, ha la gola o le narici ostruite, ha bisogno di essere scaldato o rinfrescato o semplicemente abbracciato.

  • Rassicurazione emotiva: piccoli che dormono insieme ai genitori ricevono il conforto del tocco, del calore e della protezione di mamma e papà. Per i genitori che lavorano fuori casa il sonno condiviso su superfici separate può rappresentare un’occasione straordinariamente rigenerante per rinnovare il contatto con il bambino.

  • Sicurezza: seconda di quanto la madre desideri dormire a contatto del proprio bambino, e in base alla sua capacità o abilità di realizzare un contesto di condivisione del letto senza rischi, il sonno condiviso fianco a fianco (su superfici diverse) e nella stessa stanza (piuttosto che nello stesso letto) saranno di certo la forma di condivisione del sonno più sicura e rassicurante per le mamme e i bambini allattati con il biberon.

  • Minore stress: per un bimbo ammalato o irritabile la presenza della mamma può essere molto rassicurante. La vostra capacità di intuire immediatamente lo stato di vostro figlio gli regalerà serenità per tutta la notte.

  • Maggior riposo: bimbi che condividono il sonno con i genitori su superfici separate piangono meno e dormono di più. Se dormite accanto a vostro figlio lo potrete accontentare senza scendere dal letto e senza toglierlo dal suo.

Di notte con tuo figlio
Di notte con tuo figlio
James J. McKenna
La condivisione del sonno in famiglia.L’antropologo James J. McKenna descrive i vantaggi del sonno condiviso, riportando le più recenti evidenze scientifiche che ne evidenziato i potenziali benefici. In passato dormire insieme ai propri figli era la norma in quasi ogni epoca e cultura. Oggi invece, questa pratica è fonte di innumerevoli interrogativi e occasioni per colpevolizzarsi.Dove far dormire i bambini è un tema assai controverso nella cultura occidentale poiché risveglia questioni legate all’ideologia della promozione dell’indipendenza degli individui, bambini compresi.Il timore di condividere il letto con un bambino è altresì alimentato dallo stile di vita comunemente accettato dalla cultura occidentale, secondo cui si dovrebbe lavorare tutto il giorno, stare con la famiglia soltanto la sera o nel fine settimana e dormire da soli, profondamente e per tutta la notte. Il letto, poi, è anche sinonimo di sesso, per cui dormire con un bambino risulterebbe sospetto.Di notte con tuo figlio sviscera e smentisce ogni teoria scientifica a sostegno dell’inopportunità, se non addirittura della pericolosità o dell’immoralità, di questa abitudine. James J. McKenna sovverte queste credenze culturalmente accettate, agendo da uomo di scienza: i suoi studi sul sonno dimostrano il legame che si crea durante la notte tra figlio e genitore, attraverso tracciati dei mutamenti fisiologici registrati in entrambi i soggetti addormentati e con filmati della loro danza notturna. Legame che, come lui ha dimostrato, ha un fondamento biologico misurabile.L’autore raccomanda il sonno condiviso, purché in situazioni di assoluta sicurezza, e ne illustra le diverse modalità, avvalendosi delle più recenti evidenze scientifiche a sostegno dei potenziali benefici del sonno condiviso e tanti utili consigli per prevenire eventuali rischi e inconvenienti.Pronti a scoprire gli innumerevoli benefici di stare tutti insieme nel lettone? Conosci l’autore James J. McKenna, titolare della cattedra di Antropologia Edmund P. Joyce C.S.C., nonché Direttore del Mother-Baby Behavioral Sleep Laboratory (laboratorio di ricerca sul sonno materno infantile) dell’Università di Notre Dame, è tra le massime autorità in materia di allattamento al seno in relazione alla SIDS (Sindrome della morte in culla) e al sonno condiviso.I suoi interventi a conferenze e convegni medici sulla genitorialità sono molto richiesti in tutto il mondo.