prima parte - vii
L'importanza del sonno condiviso
per i bambini nutriti con il biberon
In Gran Bretagna la dottoressa Helen Ball, direttore del Parent Sleep Center dell’Università di Durham (www.dur.ac.uk./sleep.lab), analizzando le differenze tra le coppie madre-figlio che praticavano l’allattamento materno e quelle che utilizzavano il biberon, notò come le mamme e i piccoli allattati al seno e che dormivano nello stesso letto tendessero a svegliarsi più velocemente in risposta ai reciproci segnali di quanto non facessero le madri e i bimbi che dormivano nello stesso letto ma che ricorrevano al biberon. Ciò farebbe supporre una maggior sensibilità alle reciproche sollecitazioni, in grado di favorire una maggior sicurezza4. Quindi se è possibile ricorrere al contatto pelle a pelle nei momenti in cui, di notte, il bimbo è sveglio, risulterà forse più indicato, per gran parte delle famiglie che ricorrono al biberon, condividere il sonno mettendo il bambino a dormire accanto al letto dei genitori invece che nel lettone stesso. Tuttavia sarete, come sempre, voi nella posizione più indicata a giudicare quanto possiate effettivamente essere sensibili e solerti nei confronti di vostro figlio. Molto dipende dalla motivazione e dalle intenzioni della madre ma, come sempre, se non si è in grado di garantire i giusti presupposti, è meglio non dormire nello stesso letto.
La buona notizia è che se tali condizioni non possono essere garantite (se, ad esempio, il vostro letto è troppo piccolo o vi si possono infilare di soppiatto fratellini più grandi), esistono altre soluzioni per favorire il contatto corporeo tra mamma e bambino in tutta sicurezza, favorendo al contempo l’attaccamento e migliorando il benessere e la felicità di entrambi. Il gruppo di ricercatori diretti da Anisfeld, ad esempio, analizzò gli effetti del maggior contatto fisico tra le madri con problemi economici e i loro bambi-ni, ottenuto con l’introduzione, nell’ambito della relazione, del regolare utilizzo di un morbido marsupio. Si accorsero che l’“intervento sperimentale” – l’offerta di un marsupio – migliorò sensibilmente la reattività delle madri ai gorgheggi dei figli di tre mesi e mezzo, favorendo poi – all’età i tredici mesi – l’instaurarsi di un attaccamento sicuro. Dalla ricerca emerse che la vicinanza prolungata poteva aver fatto sì che le madri sottoposte a maggior stress imparassero a rispondere in modo adeguato ai bisogni dei loro piccini, godendo al contempo e in misura maggiore del rapporto con essi5.
Vantaggi del sonno condiviso su due superfici diverse per i bambini nutriti con latte formulato e per i loro genitori
Un ambiente notturno amorevole: bambini che praticano il sonno condiviso hanno una maggior certezza che i loro bisogni verranno soddisfatti pressoché immediatamente, e le mamme e i papà che dormono accanto ai loro figli sono in grado di reagire in maniera sollecita se il bimbo piange, ha la gola o le narici ostruite, ha bisogno di essere scaldato o rinfrescato o semplicemente abbracciato.
Rassicurazione emotiva: piccoli che dormono insieme ai genitori ricevono il conforto del tocco, del calore e della protezione di mamma e papà. Per i genitori che lavorano fuori casa il sonno condiviso su superfici separate può rappresentare un’occasione straordinariamente rigenerante per rinnovare il contatto con il bambino.
Sicurezza: seconda di quanto la madre desideri dormire a contatto del proprio bambino, e in base alla sua capacità o abilità di realizzare un contesto di condivisione del letto senza rischi, il sonno condiviso fianco a fianco (su superfici diverse) e nella stessa stanza (piuttosto che nello stesso letto) saranno di certo la forma di condivisione del sonno più sicura e rassicurante per le mamme e i bambini allattati con il biberon.
Minore stress: per un bimbo ammalato o irritabile la presenza della mamma può essere molto rassicurante. La vostra capacità di intuire immediatamente lo stato di vostro figlio gli regalerà serenità per tutta la notte.
Maggior riposo: bimbi che condividono il sonno con i genitori su superfici separate piangono meno e dormono di più. Se dormite accanto a vostro figlio lo potrete accontentare senza scendere dal letto e senza toglierlo dal suo.
Di notte con tuo figlio
James J. McKenna
La condivisione del sonno in famiglia.L’antropologo James J. McKenna descrive i vantaggi del sonno condiviso, riportando le più recenti evidenze scientifiche che ne evidenziato i potenziali benefici.
In passato dormire insieme ai propri figli era la norma in quasi ogni epoca e cultura. Oggi invece, questa pratica è fonte di innumerevoli interrogativi e occasioni per colpevolizzarsi.Dove far dormire i bambini è un tema assai controverso nella cultura occidentale poiché risveglia questioni legate all’ideologia della promozione dell’indipendenza degli individui, bambini compresi.Il timore di condividere il letto con un bambino è altresì alimentato dallo stile di vita comunemente accettato dalla cultura occidentale, secondo cui si dovrebbe lavorare tutto il giorno, stare con la famiglia soltanto la sera o nel fine settimana e dormire da soli, profondamente e per tutta la notte. Il letto, poi, è anche sinonimo di sesso, per cui dormire con un bambino risulterebbe sospetto.Di notte con tuo figlio sviscera e smentisce ogni teoria scientifica a sostegno dell’inopportunità, se non addirittura della pericolosità o dell’immoralità, di questa abitudine. James J. McKenna sovverte queste credenze culturalmente accettate, agendo da uomo di scienza: i suoi studi sul sonno dimostrano il legame che si crea durante la notte tra figlio e genitore, attraverso tracciati dei mutamenti fisiologici registrati in entrambi i soggetti addormentati e con filmati della loro danza notturna. Legame che, come lui ha dimostrato, ha un fondamento biologico misurabile.L’autore raccomanda il sonno condiviso, purché in situazioni di assoluta sicurezza, e ne illustra le diverse modalità, avvalendosi delle più recenti evidenze scientifiche a sostegno dei potenziali benefici del sonno condiviso e tanti utili consigli per prevenire eventuali rischi e inconvenienti.Pronti a scoprire gli innumerevoli benefici di stare tutti insieme nel lettone?
Conosci l’autore
James J. McKenna, titolare della cattedra di Antropologia Edmund P. Joyce C.S.C., nonché Direttore del Mother-Baby Behavioral Sleep Laboratory (laboratorio di ricerca sul sonno materno infantile) dell’Università di Notre Dame, è tra le massime autorità in materia di allattamento al seno in relazione alla SIDS (Sindrome della morte in culla) e al sonno condiviso.I suoi interventi a conferenze e convegni medici sulla genitorialità sono molto richiesti in tutto il mondo.