di Peter Fleming

Prefazione

Per gran parte degli esseri umani, nel corso di gran parte della storia dell’uomo, la domanda su dove e con chi far dormire i bambini non era, semplicemente, un quesito da porsi. La necessità del contatto ravvicinato madre-bambino e l’accessibilità della madre per l’allattamento erano così determinanti per la sopravvivenza infantile che qualsiasi alternativa sarebbe stata sinonimo di abbandono o di maltrattamento.


Alla fine del XIX secolo diversi investigatori impegnati a dipanare il mistero della morte di un numero crescente di neonati nei quartieri più poveri delle grandi città (soprattutto di Londra) giunsero alla conclusione che, sopravvenendo per lo più nel letto dei genitori, tali morti fossero direttamente riconducibili all’abitudine di far dormire i piccoli nel lettone, aggravata dal riconosciuto abuso di alcol da parte dei genitori e dal generale stato di indigenza. Oltre un secolo dopo l’Accademia Americana di Pediatria giunse alle medesime conclusioni, basate sull’estrapolazione di dati, scrupolosamente raccolti, riguardo la correlazione tra vari fattori di rischio e la condivisione del letto tra madre e bambino.


Il libro del professor McKenna intende fare chiarezza sul conflitto apparente tra letteratura antropologica – che sottolinea l’importanza e il valore delle interazioni con la madre per agevolare e indirizzare lo sviluppo del bambino – e letteratura pediatrica – concentrata sulla potenziale pericolosità della condivisione del letto intesa come fattore di rischio nelle morti improvvise del lattante. La verità, mostrata con grande eleganza dal dott. McKenna, è che non esiste conflitto – semplicemente una lettura diversa delle medesime informazioni.


Descrivere l’importanza del contatto madre-bambino nell’arco delle ventiquattr’ore del neonato risulta inoltre utile a chiarire che, in determinate circostanze e per determinati individui, la condivisione della stessa superficie durante il sonno può risultare pericolosa per il piccolo. Ma dimostra altresì, purché i genitori siano consapevoli dei potenziali rischi così come dei potenziali benefici, e in grado di eliminare i pericoli riconoscibili, che condividere il letto – o quantomeno dormire in stretta vicinanza con la madre anche se non sulla stessa superficie – può essere una soluzione sicura e soddisfacente sia per la mamma che per il bambino.


Le informazioni contenute in questo libro dovrebbero essere considerate conoscenze fondamentali e imprescindibili per chiunque si occupi di genitori e di bambini a qualsiasi livello, affinché tragedie tanto rare quanto evitabili non distorcano la nostra comprensione rispetto a come noi stessi siamo cresciuti e maturati nel corso dell’infanzia. Quando si tratta di decidere per il bene di un figlio, nessuno può sostituirsi a un genitore ben informato.


Il dott. Peter J. Fleming, laureatosi in medicina nel 1972, con dottorato in fisiologia e specializzazione in medicina e pediatria, si occupa da quasi trent’anni di neonatologia e medicina del sonno infantile. Coordinatore del gruppo di ricerca di Avon responsabile dell’individuazione di molti dei fattori di rischio ricollegabili alla Sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), nei primi anni Novanta ha dato il via alla campagna Back to Sleep [campagna lanciata nel 1994 attraverso cui si promuoveva il sonno infantile in posizione supina come prevenzione della morte improvvisa del lattante, N.d.T.] nel Regno Unito e in diversi altri Paesi, continuando a occuparsi della ricerca in questo settore, con particolare interesse per gli effetti delle interazioni madre-bambino e degli ambienti adibiti al sonno infantile. Principali fonti di ispirazione e conoscenza in questo (e in ogni altro) ambito: la moglie Jo (medico di famiglia) e i quattro splendidi figli.

Di notte con tuo figlio
Di notte con tuo figlio
James J. McKenna
La condivisione del sonno in famiglia.L’antropologo James J. McKenna descrive i vantaggi del sonno condiviso, riportando le più recenti evidenze scientifiche che ne evidenziato i potenziali benefici. In passato dormire insieme ai propri figli era la norma in quasi ogni epoca e cultura. Oggi invece, questa pratica è fonte di innumerevoli interrogativi e occasioni per colpevolizzarsi.Dove far dormire i bambini è un tema assai controverso nella cultura occidentale poiché risveglia questioni legate all’ideologia della promozione dell’indipendenza degli individui, bambini compresi.Il timore di condividere il letto con un bambino è altresì alimentato dallo stile di vita comunemente accettato dalla cultura occidentale, secondo cui si dovrebbe lavorare tutto il giorno, stare con la famiglia soltanto la sera o nel fine settimana e dormire da soli, profondamente e per tutta la notte. Il letto, poi, è anche sinonimo di sesso, per cui dormire con un bambino risulterebbe sospetto.Di notte con tuo figlio sviscera e smentisce ogni teoria scientifica a sostegno dell’inopportunità, se non addirittura della pericolosità o dell’immoralità, di questa abitudine. James J. McKenna sovverte queste credenze culturalmente accettate, agendo da uomo di scienza: i suoi studi sul sonno dimostrano il legame che si crea durante la notte tra figlio e genitore, attraverso tracciati dei mutamenti fisiologici registrati in entrambi i soggetti addormentati e con filmati della loro danza notturna. Legame che, come lui ha dimostrato, ha un fondamento biologico misurabile.L’autore raccomanda il sonno condiviso, purché in situazioni di assoluta sicurezza, e ne illustra le diverse modalità, avvalendosi delle più recenti evidenze scientifiche a sostegno dei potenziali benefici del sonno condiviso e tanti utili consigli per prevenire eventuali rischi e inconvenienti.Pronti a scoprire gli innumerevoli benefici di stare tutti insieme nel lettone? Conosci l’autore James J. McKenna, titolare della cattedra di Antropologia Edmund P. Joyce C.S.C., nonché Direttore del Mother-Baby Behavioral Sleep Laboratory (laboratorio di ricerca sul sonno materno infantile) dell’Università di Notre Dame, è tra le massime autorità in materia di allattamento al seno in relazione alla SIDS (Sindrome della morte in culla) e al sonno condiviso.I suoi interventi a conferenze e convegni medici sulla genitorialità sono molto richiesti in tutto il mondo.