prologo

Come la morte giunse
nel mondo

Maushop, aiutante del Creatore, aveva costruito il mondo sulla schiena di una tartaruga che nuotava nell’oceano, aveva creato tutta la vita, le piante, gli animali, gli esseri umani, e ora riposava accanto al fuoco mentre la luna sorgeva dal bosco nella notte fonda. D’improvviso, le rane smisero di cantare e Maushop alzò lo sguardo per vedere cosa accadeva. Ecco suo fratello gemello, Matahdou, che lo aveva aiutato a costruire il mondo e a popolarlo di vita, ma che era stato bandito in un altro mondo dai poteri delle sei direzioni dopo una terribile battaglia fra i gemelli che aveva minacciato di distruggere la Creazione. Era come fosse fatto di fumo, e restava in parte invisibile.


Matahdou chiamò: “Fratello, dove mi trovo adesso c’è tanta desolazione. I poteri della guarigione mi hanno reso custode della porta che conduce alla Terra delle Anime, ma qui non c’è nessuno, mi sento così solo”.


Maushop disse: “Credo sia venuto il momento di considerare la faccenda della morte nel mondo. Faremo una riunione, ma tu intanto dovrai tornare nel luogo da cui provieni”. E così Maushop chiamò tutti e li radunò. A quei tempi gli animali e gli esseri umani vivevano insieme come una sola famiglia, e parlavano la stessa lingua.


Maushop parlò loro e disse: “Avrete certo notato come la famiglia di Madre Terra stia crescendo molto in fretta. È perché avete tutti avuto molti figli, e i vostri figli sono cresciuti e hanno avuto a loro volta tanti figli, che sono cresciuti e hanno avuto anch’essi molti figli, e al procedere delle generazioni il mondo ha iniziato a riempirsi. In questo momento c’è ancora tanto spazio e cibo a sufficienza per ciascuno di voi, ma se continuiamo a riempire il mondo e non mandiamo via nessuno, dopo un po’ non ci sarà abbastanza spazio per tutti, né cibo a sufficienza. Le piante saranno distrutte, gli animali moriranno di fame, e Madre Terra soffrirà.


“Ora, vedo solo due modi per risolvere il problema. Nel primo potreste semplicemente smettere di avere figli e continuare a vivere per sempre così come fate adesso e nel numero in cui siete adesso.


“Nell’altro modo, se vorrete continuare a portare i bambini nel mondo attraverso quella porta che chiamiamo Nascita, allora dovremo creare una nuova porta, che chiameremo Morte, così che quando sarete stati qui per un po’ e avrete visto le cose di questo mondo, potrete varcare l’altra porta e sperimentare un luogo diverso. In tal modo, ci sarebbe sempre un flusso di nuove persone che attraverserebbero questo mondo”.


Allora tutti vollero sapere dell’altro luogo, ma Maushop disse che non c’era mai stato e non ne sapeva molto. Disse che Matahdou era lì ad aspettarli e aveva preparato un sentiero di stelle nel cielo perché lo seguissero verso sud-est. Disse che avrebbero dovuto lasciare i loro corpi per permettere a Madre Terra di trasformarli in nuova vita, poiché solo il loro spirito sarebbe entrato nella Terra delle Anime.


Disse che era una decisione importante, e avrebbero dovuto prenderla da soli, poiché qualunque cosa avessero deciso, così sarebbe stato per tutte le generazioni a venire.


Allora, gli animali e le persone si separarono tutti nei loro clan, e i clan si divisero in gruppi maschili e femminili, e ogni gruppo si riunì per discutere di ciò che aveva detto Maushop.


Dopo poco, i gruppi dei maschi avevano finito e quando si ritrovarono scoprirono che erano tutti d’accordo. Avevano deciso che avrebbero smesso di avere figli, così che il mondo non si riempisse troppo e loro potessero continuare a vivere nello stesso modo per sempre. Poi si guardarono attorno e videro che le femmine uscivano anch’esse dai loro incontri.


Tutte le femmine si erano ora disposte in un grande cerchio e gli uomini si avvicinarono e sbirciarono nel cerchio per vedere cosa stava accadendo. Al centro c’erano tutti questi cuccioli, leoncini, lupacchiotti, orsacchiotti, bambini e così via, giocavano gli uni con gli altri, lottando, mordendosi le orecchie, tirandosi le code, e le donne ridevano tutte e dicevano cose come: “Oh, guarda quei due laggiù, non sono deliziosi?”


Poi, gli uomini guardarono al più anziano capo-clan e dissero: “Vecchio Padre, parla tu per nostro conto”.


E il vecchio si fece avanti e disse: “Le creature maschio hanno avuto i loro colloqui e siamo tutti d’accordo. Pensiamo che le cose dovrebbero andare così: smettere di avere bambini in modo che il mondo non si riempia troppo e si possa continuare a vivere per sempre in questo modo… grazie a tutti”. Per un momento ci fu silenzio, e tutti si voltarono verso la più anziana madre dei clan. Allora la vecchia madre si alzò con lentezza e guardò ciascuno di loro, poi disse: “Anche le donne hanno avuto le loro discussioni, e sono giunte anch’esse a un accordo. E le cose non andranno così, proprio no! Abbiamo deciso che vogliamo continuare ad avere bambini e a portare i piccoli attraverso la porta chiamata Nascita, perciò dobbiamo avere quell’altra porta chiamata Morte, attaverso cui passeremo dopo che sia trascorso del tempo. Ma le donne mi hanno chiesto di dirvi perché abbiamo deciso così.


Abbiamo notato che ancora non sappiamo abbastanza della vita e del vivere insieme gli uni con gli altri. Soprattutto gli esseri umani non ne sanno ancora abbastanza. Continuiamo a commettere gli stessi errori, e ne troviamo persino di nuovi. Ma questi piccini, questi nati da poco giungono a noi direttamente dal Creatore. Sono teneri, li amiamo talmente e ci aprono il cuore al punto che non vorremmo mai lasciarli. E crediamo che il Creatore sussurri loro all’orecchio prima che giungano a noi, poiché ci portano nuovi insegnamenti ogni volta. Vedono i nostri errori e ce li mostrano. Hanno nuove idee su come fare le cose, e ce ne ricordano alcune che abbiamo dimenticato. Ci tengono sempre all’erta per poter fare del nostro meglio, per loro ma non solo, anche per i figli che verranno e per tutte le generazioni non nate che aspettano di giungere sin qui. Se comprendiamo questo, allora non dobbiamo cessare di creare un mondo migliore.”


Così, come sapete, fu questa la decisione che venne presa alla fine; poiché erano le donne ad essere responsabili per la porta della Nascita e per la crescita dei piccoli, l’ultima parola fu loro. Ed è ancora così che funziona fra la gente del mio popolo, così come è sempre stato.

Usando la mia immaginazione di storyteller1, posso udire quella vecchia madre che diceva agli uomini: “Ci siamo chiesti come sarebbe stato un mondo senza bambini? Se ci fossero solo adulti, sempre più vecchi, più maturi, forse più saggi, ma nessun neonato, nessun bambino piccolo; niente bambini che corrono, saltano, si arrampicano, gridano, ridono; nessun adolescente che lotta per la grazia e la bellezza attraverso la confusione e le passioni della gioventù? Se vivessimo per sempre senza mai tenere un bambino fra le braccia, senza mai stringere una manina mentre gambine grassottelle tentano di stare in piedi e camminare? Senza mai avere il cuore rapito mentre il nostro ragazzo dalle gambe lunghe gareggia in una corsa o recita la sua poesia di fronte alla tribù intera? E se da vecchi, osservando seduti ai margini, nessuno venisse a depositare il suo piccino tenero e profumato fra le nostre braccia, se così fosse, dove sarebbero, allora, le gioie di tutti i nostri anni?”.

Crescere insieme nella gioia
Crescere insieme nella gioia
Manitonquat (Medicine Story)
Prendersi cura dei bambini nella via del cerchio.Manitonquat, storyteller nativo del Nord America, ci insegna a trasformare la vita quotidiana con i bambini in un’avventura consapevole e gioiosa. Crescere insieme nella gioia è un progetto meraviglioso che per noi genitori del ventunesimo secolo è difficile anche solo immaginare, ma si può realizzare. Significa vivere con piena consapevolezza il nostro coinvolgimento con l’ambiente che ci circonda e gli accadimenti del momento; quando siamo con i bambini, in una sintonia profonda, loro ci rendono partecipi del loro coinvolgimento, ci aprono le porte per esplorare nuovi mondi, e l’esperienza può essere condivisa a tutto tondo. Presi dal vortice frenetico delle preoccupazioni, dei ritmi di lavoro e delle esigenze familiari, non siamo neppure consapevoli dell’immensa solitudine che ci circonda, dell’incredibile e innaturale condizione dell’essere adulti del tutto soli (o quasi) a mandare avanti una serie di compiti che richiederebbe invece la presenza di un’intera tribù di persone, le quali, un tempo, sentivano l’urgenza di legarsi, di stare vicine, di cooperare e di unirsi in entità più grandi. Gli esseri umani hanno bisogno di legami affettivi e della vicinanza dei loro simili.Il processo di apprendimento per diventare un essere umano completo richiede quindi legami che forniscono un aiuto prezioso per guidare e proteggere il bambino fino alla sua trasformazione in un vero e proprio adulto; chi lo circonda dovrebbe instillare in lui fiducia e autostima e offrire il necessario senso di appartenenza. Manitonquat, storyteller nativo del Nord America, con la sua esperienza quarantennale a contatto con i bambini e le loro famiglie, ci illustra un bellissimo percorso alla scoperta dei tanti strumenti a nostra disposizione per trasformare la vita quotidiana con i bambini e i ragazzi in un’avventura divertente, consapevole, gioiosa; offre ai genitori aiuti preziosi per prendersi innanzitutto cura di loro stessi, per guarire le proprie antiche ferite e guardare alla relazione con i più giovani da una prospettiva nuova, pervasa da un profondo sentimento di rispetto e di amore incondizionato. Conosci l’autore Manitonquat, il cui nome tradotto in inglese è Medicine Story (la storia che cura), è narratore, poeta e guida spirituale della nazione nativa americana Wampanoag. Svolge attività di insegnante e formatore sui temi della pace e della non violenza, della giustizia, dell’ambiente e della presa di coscienza per una società più giusta.Negli Stati Uniti è responsabile di un programma di sostegno per nativi nelle carceri. Ha pubblicato numerosi libri e articoli.