È più facile farlo con chi è molto giovane, e impara e muta tanto in fretta. Ma secondo la mia esperienza, sebbene più la persona sia in là con gli anni e maggiore saranno il tempo e l’attenzione necessari a raggiungere una stabilità emotiva, ad ogni età il potere della compassione, dell’ascolto e della comprensione, l’accettazione e l’apprezzamento metteranno in movimento una magia risanatrice che avrà effetto su ciascuno. I bambini stessi possono essere i migliori guaritori, come esemplificato nelle storie di Silas Marner e del Piccolo Lord Fauntleroy, in cui vecchi uomini rancorosi vengono trasformati dall’innocenza di un bambino.
Molti di noi imparano che ci si sente soddisfatti e al sicuro solo quando si è amati appieno per se stessi, per ciò che si è. Lo capiamo bene quando ci rendiamo conto di cosa sia la privazione d’amore, il vuoto delle notti e il desiderio struggente dei giorni. Lo vediamo nell’angoscia del neonato allo sparire della madre e nella sua gioia quando riappare. Crescendo nel mondo crediamo che l’amore ci sia dovuto, sia ciò per cui siamo nati, e se non siamo amati dovremmo esserlo; se l’amore ci è negato c’è qualcosa di molto sbagliato, con il mondo, o con gli altri, o con noi stessi.
Mentre cerchiamo quell’amore nella nostra cultura dell’isolamento, troppo spesso siamo sviati verso sostituti inadeguati e persino pericolosi: da amanti inadatti che maltrattano se stessi o noi, alle varie forme di dipendenza dal lavoro, dai beni materiali e dal possesso, dalla notorietà e dalle droghe. La mancanza d’amore si rende manifesta nelle oppressioni continue, nei conflitti armati, nei genocidi e nella cultura malata di avidità. È deprimente quando si considera lo splendore delle umane possibilità. Ma spesso un altro paio di occhi intenti alla ricerca potrebbero apprezzarci e la speranza e la bellezza risorgono di fronte a noi, possiamo di nuovo espanderci con gioia per la promessa dell’amore.
E quando ci nasce un bambino la speranza spunta di nuovo nei nostri cuori. Quel visetto si rivolge a noi, quegli occhi curiosi ci catturano e noi siamo innamorati. È così minuscolo e perfetto, talmente indifeso, e noi siamo sbalorditi e intimoriti all’idea di essere il suo legame con ciò che diventerà.
È lui il nostro maestro, agitando in noi l’essenza del nostro essere – il nostro amore, il nostro bisogno di aiutare, di essere necessari e degni di fiducia, di offrire il dono di tutto ciò che siamo e sappiamo. Il legame che può formarsi fra noi è sacro e ci unisce in un mutuo crescere e imparare.
È mia convinzione che abbiamo una responsabilità, un obbligo verso la vita, verso noi stessi, verso l’amore che è la nostra essenza, abbiamo la responsabilità di nutrirlo e coltivarlo in noi stessi e in ogni bambino con cui abbiamo il privilegio di stare, la responsabilità di dare e ricevere il dono dell’amore incondizionato. E se danneggiamo o strappiamo quel legame sacro che il bambino cerca e di cui ha bisogno, è doveroso da parte nostra ricucirlo in fretta e sanarlo.
Martin Luther King Jr. espresse la convinzione che “la verità inerme e l’amore incondizionato avranno l’ultima parola nella realtà.” Confido che tutti concordiamo fin nel profondo con questo credo, speriamo tutti che si avveri. La nostra parte nella realizzazione di questa speranza dev’essere nell’imporre alla nostra attenzione e alla nostra vita di imparare l’arte dell’amore. Riconoscendo con umiltà che abbiamo tutti tanto da imparare. E in questo tipo di apprendimento i bambini sono i migliori insegnanti, nel flusso ininterrotto del loro amore, nel loro bisogno, e nelle sfide che presenteranno alla nostra capacità d’amare.
Forse dovrei sottolineare che questo amore non è quello che monopolizza la maggior parte degli atteggiamenti culturali, la nostra arte, il nostro pensiero; non riguarda il desiderio, il sesso, l’intimità, il romanticismo, il matrimonio, l’armamentario della narrativa, della musica e della cinematografia popolare, nonché della pubblicità. L’amore di un bambino è ben più grande di tutto ciò. Riguarda la vicinanza, l’identità, la compassione e il continuo espandersi della coscienza, riguarda la gioia universale dell’unione.
Riuscite a immaginare una società che si fondi davvero sull’amore? Pensate a un governo in cui i rappresentanti e gli amministratori esibiscano sempre un amore reciproco e per la gente; un sistema educativo dove gli insegnanti dimostrino amore a tutti gli studenti; ospedali dove l’intero staff non abbia altro che amore per il paziente; gli affari e l’industria che operino mossi dall’amore per i lavoratori e i clienti. Se potessimo sognarlo e raccontarlo ai nostri figli con delle storie, potrebbero trovare un modo di metterlo in pratica quando saranno grandi.
L’amore e la gioia, i sentimenti positivi che cerchiamo di nutrire nel nostro intimo, sono un potenziale presente in ogni essere umano alla nascita. Ciò che definiamo emozioni negative, la paura, la rabbia, il dolore e così via non sono presenti. Sono reazioni ad accadimenti della vita che hanno il potere di disturbare la pace del nostro amore e del nostro appagamento.
Senza queste interferenze l’amore e la gioia sarebbero costanti e indisturbati. Certo, non mancherebbero situazioni di perdita, minaccia o frustrazione capaci di provocare tali sentimenti negativi. È naturale, ma siamo anche dotati di capacità di reazione che ci consentono di guarire dalla negatività, e che ho menzionato nel capitolo dedicato allo sfogo terapeutico di queste emozioni. Dobbiamo comprendere che ciò che noi adulti in qualità di guide possiamo fare è ascoltare, permettere e incoraggiare questo sfogo in tutta la sua pienezza nel momento in cui emerge dal bambino, offrendo poi una guida gentile nella comprensione e riparazione del danno.
È utilissimo, pertanto, far pratica con lo strumento dell’ascolto empatico. Se il bambino percepisce che la sua sofferenza è stata ascoltata e considerata, e che inoltre ha la capacità e il discernimento per gestire questi incidenti, e che voi siete alleati fidati che resteranno al suo fianco, allora egli sarà in grado di riaversi in fretta e anche di crescere e imparare dall’esperienza. Quando esprime emozioni negative come la paura, la rabbia o il dolore, potremmo a volte reagire minimizzando, senza essere d’aiuto al bambino. Non ci piacciono quei sentimenti, vogliamo che spariscano, a volte siamo disposti persino a negarli: “Non aver paura, non c’è nulla di cui temere.” Ma se riusciamo a impedirne l’espressione, ciò che abbiamo fermato non è il sentimento, che continuerà a esistere inespresso. Abbiamo invece arrestato la guarigione di quel sentimento causato da uno sconvolgimento.
Per questo non è d’aiuto insistere nel distrarre il bambino dal proprio sentire: “Vorresti un pezzetto di cioccolato o dei biscotti?” Ma non aiuta neppure esagerare nella direzione opposta ed essere sconvolti insieme al bambino, cosa che serve solo a drammatizzare e aggiungere altra confusione. Un bambino che strepita o piange disperato, si dimena, pesta i piedi o è in preda a una crisi di rabbia ci disturba e vorremmo fare qualcosa per fermarlo o rimettere le cose a posto. Ma la cosa migliore da fare è restargli accanto, calmi e concentrati, ascoltando con empatia, prendendo la cosa sul serio, pronti ad attraversare tutte le fasi dello sfogo. Mostrando con il vostro atteggiamento che lo avete a cuore, toccandogli la mano, abbracciandolo se ve lo permette.
Grazie alla calma accettazione dei sentimenti del bambino, il dolore alla fine diminuirà, e lui avrà imparato che è in grado di gestirlo. Riprenderà presto a pensare e voi potrete incoraggiarlo, senza offrire una soluzione, bensì chiedendo: “Cosa ne pensi ora?”, offrendogli la libertà di esplorare le sue proprie opzioni per un risanamento ulteriore. O forse ritornerà semplicemente al gioco, o si addormenterà, ha consumato molta energia in quello sfogo e ha bisogno di ricaricarsi.
Gli dà moltissima forza il non esservi fatti carico del problema, né l’aver evitato, ignorato, offeso o contraddetto i suoi sentimenti. L’essergli stati accanto, premurosi ma non sconvolti, mostrando non solo di capirlo ma anche di aver fiducia in lui; quell’amore e quella vicinanza sono le cose migliori della vita e resteranno per sempre con entrambi.