I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di se stessa.
Vengono attraverso di voi, ma non da voi, e sebbene dimorino al vostro fianco, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Poiché essi hanno pensieri propri.
Potete offrire riparo al loro corpo, ma non alla loro anima, poiché essa abita la casa del domani, che neppure in sogno potete visitare.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercare di renderli simili a voi.
Perché la vita non torna indietro e non indugia su ciò che era ieri.
Voi siete l’arco dal quale i vostri figli, come frecce vive, sono scoccati.
L’arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’arciere.
Poiché per quanto ami la freccia che s’invola, così egli ama anche l’arco che resta saldo.
(traduzione di Michela Orazzini)